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lunedì 11 luglio 2011

COLDIRETTI, L’AGRICOLTURA ITALIANA MERITA FATTI CONCRETI PER CONFERMARE IL PRIMATO DEL MADE IN ITALY AGRO ALIMENTARE


Fonte: Coldiretti Ferrara


Nonostante la crisi il settore produce ricchezza per il Paese (aumento del 1,2% del PIL) esporta di più (11% di maggior valore di export), tiene l’occupazione (+6% dai campi italiani) e le imprese dei giovani (sotto i trent’anni) crescono.

All’estero nel 2011 sono stati venduti piu’ cibo e vini che auto, moto e altre vetture Made in Italy a conferma del primato conquistato dall’agroalimentare nazionale che ha visto crescere il valore delle esportazioni dell’11 per cento nel corso del primo trimestre. Nel primo trimestre dell’anno – sottolinea la Coldiretti - le esportazioni di cibo e bevande sono state pari a 7,1 miliardi di euro mentre quelle di automobili, motocicli, trattori e altri veicoli si sono fermate a 6,6 miliardi di euro.
Ad affermarsi all’estero sono tutti i principali settori del Made in Italy, ma il prodotto più esportato è diventato l’ortofrutta fresca che raggiunge gli 1,1 miliardi di euro (+5 per cento) e sorpassa il vino diventando la principale voce positiva della bilancia agroalimentare. Aumenta peraltro anche il vino che - continua la Coldiretti - fa segnare un incremento del 14 per cento, con un valore di 935 milioni di euro, mentre l’olio di olio sale del 21 per cento a 300 milioni e i formaggi e latticini crescono addirittura del 24 per cento per un valore di 428 milioni di euro. Incrementi più contenuti - precisa la Coldiretti - per le esportazioni di pasta che rappresenta una voce importante del Made in Italy sulle tavole straniere con 466 milioni. Tra i diversi prodotti - conclude la Coldiretti - le performance migliori sono quelli dei prodotti più legati al territorio come il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano le cui esportazioni crescono del 37 per cento nel mondo.
“Il futuro deve riaffermare il primato rispetto all’oggi e la strategia deve prevalere sulla tattica di corto respiro”.
E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel corso dell’Assemblea annuale alla presenza di quindicimila coltivatori di tutte le regioni italiane. Se il tema della manovra è pagare piu’ o meno tasse, avere piu’ o meno incentivi, fare piu’ o meno tagli non c’è dubbio che – ha sostenuto Marini - la risposta è scontata. Se invece traguardiamo il futuro e il tema diventa se accettiamo che il nostro destino sia quello della Grecia oppure se accettiamo che i nostri figli debbano andare in giro per il mondo a cercare lavoro e vergognarsi di provenire da un Paese in cui i genitori ingordi li hanno caricati di debiti, allora sono sicuro che il popolo italiano - ha continuato Marini - sarà disponibile a fare sacrifici. Il punto è però un altro e riguarda la capacità della Politica di proporre soluzioni eque che non generano sospetti e soprattutto di avere il coraggio di prendere provvedimenti che nel breve periodo sono impopolari. La Politica – ha concluso Marini - è disposta a fare questa scommessa?
La presenza di giovani agricoltori – ha ricordato - è rimasta percentualmente stabile a conferma che il ricambio generazionale in agricoltura è più alto che in altri settori. Il fatto che da decenni si parla di imprese agricole condotte da anziani non solo non è vero, ma laddove accade rappresenta un fatto fisiologico in quanto i non piu’ giovani nelle campagne rimangono in famiglia a dare una mano fino alla fine, magari anche come titolari di azienda. Non c’è dunque una contrapposizione generazionale frutto di un arretramento culturale, ma semplicemente una modernità sociale di cui - ha concluso Marini - siamo ben orgogliosi.
Oggi – ha poi sostenuto Marini - occorre recuperare il primato della Politica capace di interpretare i bisogni dei cittadini e di fare regole per il funzionamento dell’economia reale alla quale la finanza deve porsi a servizio. Le criticità del mercato del cibo, a partire dalla volatilità che danneggia imprese agricole e consumatori, è il prezzo che paghiamo per aver invertito questa gerarchia valoriale.
La finanza nella sua forma piu’ spietata della speculazione governa l’economia reale, la politica. Per scelta o per necessità, non regolamenta il mercato e la gente paga il prezzo per tutti di questa anomalia. Recenti studi dimostrano che nel mondo abbiamo riserve di cibo sufficienti solo per 116 giorni e che nel 2010 l’arretramento della politica e delle regole ha permesso un nuovo colonialismo attuato dalle multinazionali e dai fondi sovrani che hanno acquistato terreni in Africa per una superficie equivalente alla Francia. Bastano questi due dati - ha concluso Marini - per dimostrare che il cibo e l’agricoltura debbono essere riportati dalla politica al centro delle strategie di sviluppo del Paese.
Dobbiamo fare emergere quell’Italia del buonsenso di cui è ricco il Paese che non merita di essere rappresentato solo dalla crisi etica della vita pubblica. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel corso dell’Assemblea annuale alla presenza di quindicimila coltivatori di tutte le regioni italiane. Non ci stiamo a che la rappresentazione del nostro Paese si esaurisca nel deficit di etica nella vita pubblica, esiste un'altra Italia, alla quale - ha affermato Marini - ci sentiamo di appartenere, che è tessuto connettivo, intelaiatura del Paese, un’Italia che lavora, si assume responsabilità e ci permette, nonostante tutto, di stare in piedi. Questa Italia dobbiamo farla emergere affinchè -ha concluso Marini- traghetti il Paese verso un futuro migliore.

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