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giovedì 4 novembre 2010

CONFAGRICOLTURA A RIMINI AL SALONE “KEYENERGY”. ”LA CRESCITA DELLE AGROENERGIE VA EQUILIBRATA CON UN QUADRO NORMATIVO STABILE ED INCENTIVI”

Fonte: Confagricoltura

«La produzione di beni alimentari è la mission degli agricoltori. Ma impegnarsi in tal senso non è più sufficiente. Puntiamo ad un’agricoltura pluriattiva, che integra e diversifica con la produzione di energia il proprio reddito e che può continuare a fornire il potenziale multifunzionale di tutela del paesaggio e dell’ambiente. Senza contare che le filiere agroenergetiche alimentate da materie prime nazionali, aumentano il grado di autosufficienza energetica del Paese». Lo ha sottolineato il direttore generale di Confagricoltura Vito Bianco, chiudendo i lavori del convegno sulle tematiche delle fonti rinnovabili promosso, dalla stessa Confagricoltura e da Agroenergia, alla Fiera di Rimini nell’ambito del salone “KeyEnergy”.

Vito Bianco ha tratteggiato lo scenario attuale: crisi, diversificazione, territorio. Da qui prendono avvio le imprese agricole di nuova generazione, che coniugano mercato e green economy, cercando nuovi ed innovativi spazi produttivi. «Quando si parla di green economy - ha detto - la produzione di energia da biomasse coinvolge tutta la filiera (agricoltura, artigianato, industria, commercio), è un settore produttivo che interessa in modo profondo l’economia di un territorio».

Una produzione di energia che fa bene all’ambiente: «L’aspetto che maggiormente qualifica l’uso energetico delle biomasse - ha ricordato il direttore generale di Confagricoltura - è la forte valenza ambientale collegata al riutilizzo dei sottoprodotti e dei residui dell’attività agroforestale e delle industrie connesse nonché in alcune filiere come quella del biogas, alla conseguente riduzione delle emissioni degli effluenti zootecnici che possono contribuire ad alterare il clima».

Bianco si è soffermato anche sul rapporto “food - no food” ribadendo che attualmente in Italia non esistono elementi che ne evidenzino la competizione. «Vi sono - ha detto - centinaia di migliaia di ettari di superficie agricola non utilizzata che potrebbero essere vantaggiosamente destinati agli scopi energetici. In particolare 494 mila ettari di terreni a riposo, inclusi nella Sau, e 592 mila ettari di superficie non utilizzata, al di fuori della Sau, che si potrebbe valutare se e a quali costi destinare alla produzione di energie rinnovabili. In totale oltre un milione di ettari su cui concentrarsi per un vero e proprio piano di sviluppo dell’energia da biomasse».

Ha concluso il direttore generale: «Confagricoltura chiede un quadro normativo stabile e certezze almeno quinquennali, prevedendo incentivi, a favore degli imprenditori agricoli che si mettono in gioco. Solo così si può consentire la programmazione, gli investimenti e l’accesso al credito».

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