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venerdì 7 settembre 2012

COLDIRETTI: TERREMOTO E SICCITA’, IN EMILIA-ROMAGNA BRUCIATO IL 50% DELLA PLV AGRICOLA

FONTE: COLDIRETTI

All’incontro della consulta agraria con l’assessore Rabboni si è fatto il punto su siccità e calamità dopo la riunione delle Regioni con il ministro Catania di qualche giorno fa. E’ allarme in regione per aziende e lavoratori, servono misure straordinarie. L’agricoltura dell’Emilia Romagna è come un’unica grande impresa che rischia di chiudere, lasciando in mezzo alla strada 200 mila occupati, tenendo in sospeso 5.400 milioni di crediti bancari e rinunciando agli acquisti di mezzi di produzione per oltre 2.000 milioni di euro. E’ quanto ha affermato Coldiretti Emilia Romagna all’incontro della consulta agraria in cui l’assessore regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni, ha incontrato le parti agricole per fare il punto sulla siccità dopo l’incontro a Roma con il ministro delle Politiche Agricole, Mario Catania. Nei primi nove mesi del 2012 le nevicate straordinarie di febbraio, il terremoto del 20 e 29 maggio, la siccità record dell’estate hanno provocato danni che Coldiretti stima complessivamente superiori ai 2.000 milioni di lire, pari quasi al 50% della Produzione lorda vendibile (Plv) dell’agricoltura regionale. “Se una grande impresa avesse subìto un simile tracollo – ha detto il presidente di Coldiretti Ferrara e dell’Emilia Romagna, Mauro Tonello – prima di dichiararla fallita verrebbero messe in atto manovre per ricercare tra tutti gli interessati un accordo per ridurre al minimo le perdite e ripartire con un piano d’azione in grado di dilazionare i debiti pregressi ed assicurare a prezzi convenienti i rifornimenti dei mezzi necessari per non fermare la produzione. E’ di questo che ha bisogno la nostra agricoltura”. Secondo Coldiretti è necessario un accordo con le banche, per rivedere i mutui e dare alle imprese un po’ di respiro, e un’intesa con le imprese multinazionali, per la fornitura di mezzi di produzione a costi accessibili e assicurare così la campagna agricola del prossimo anno. “Oggi – commenta Tonello – ci sono agricoltori colpiti dalla siccità che non hanno le risorse per acquistare sementi, concimi e mangimi, mentre le imprese colpite dal terremoto non sono in grado di sostituire le macchine rimaste sotto i capannoni crollati. A rischio ci sono, tra lavoratori autonomi e dipendenti, oltre 200 mila posti di lavoro”.

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