Fonte: Ufficio Stampa Cia Ferrara
Danni colturali causati dall’estate siccitosa e difficoltà di accesso al credito per le anticipazioni colturali incideranno fortemente sulla prossima annata agraria
L’autunno è da sempre la stagione deputata alla preparazione dei terreni, un periodo fondamentale fatto d’investimenti e scelte per le imprese agricole. Ma questo non sarà un autunno come gli altri. Mentre si continuano, infatti, a fare i conti con il calo generalizzato delle produzioni – dalla frutta alle orticole, dal mais e soia fino alle barbabietole da zucchero – sono altri i conti che le aziende faranno fatica a pagare da qui a fine anno. A lanciare l’allarme sulle difficoltà delle imprese in questo momento così delicato dell’annata agraria è la Confederazione Italiana Agricoltori di Ferrara.
«Conosciamo ormai alla perfezione – dice Lorenzo Boldrini, presidente provinciale di Cia Ferrara – i danni ed i cali produttivi da siccità che hanno caratterizzato, quasi indistintamente, le colture del territorio. A questa grande emergenza si aggiunge, ora, la grossa difficoltà delle imprese a pagare le anticipazioni colturali. Parliamo di quegli investimenti che le aziende sostengono per lavorazioni dei terreni, semine dei frumenti, impianti frutticoli e orticoli che vanno necessariamente effettuati in questi mesi e solitamente vanno saldati entro l’anno. Il problema è – continua Boldrini – che i redditi derivati dai conferimenti delle campagne estive servono a coprire, in molti casi a stento, i costi di produzione sostenuti l’anno scorso e non c’è margine alcuno per gli investimenti futuri. Le imprese agricole si trovano così costrette a utilizzare fondi aziendali – magari accantonati nel corso degli anni per operare migliorie al fondo – oppure ad affidarsi a banche ed agrifidi per le anticipazioni colturali. E qui si apre un altro grande problema, anch’esso all’ordine del giorno: la porta di accesso al credito è il più delle volte sbarrata. In un sistema generale di incertezze e mancanza di liquidità per svolgere le normali e necessarie attività aziendali l’unica certezza nei prossimi mesi è, purtroppo, il rischio di paralisi dell’intero sistema agricolo. E non si tratta unicamente dei mancati redditi e delle fatture per il seme e le lavorazioni che arrivano e devono essere pagate. Come ogni imprenditore, anche quello agricolo, sa di correre dei rischi. Parlo – continua il presidente Cia – di miglioramenti fondiari che sarà impossibile fare, di nuovi impianti frutticoli che si sceglierà di rimandare, di giovani che sceglieranno di investire in altri settori. Parlo di crescita che non ci sarà. Nel 2012 la ripresa del settore, intravista nel 2011, si è fermata a causa dell’aumento spropositato dei costi produttivi e contributivi, della burocrazia e dei bassi prezzi pagati all’origine. Certo il mondo agricolo è vitale (l’occupazione a livello nazionale è in aumento del 6%) e la nostra associazione crede fortemente che una ripresa sia possibile. Ma gli ostacoli sono davvero moltissimi e per superarli sarà necessaria – conclude Boldrini – una politica agraria forte e rinnovata a livello nazionale e regionale, anche in previsione della Riforma della Pac nel 2013. Solo in un sistema dove i costi di produzione non strozzano le aziende e dove la disponibilità del credito è garantita nei momenti di difficoltà come quello che stiamo vivendo si può pensare di investire e di crescere.»
venerdì 14 settembre 2012
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