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venerdì 9 marzo 2012

POMODORO DA INDUSTRIA: INACCETTABILE L’ACCORDO FIRMATO DALLE OP

Fonte: Confagricoltura Ferrara

Confagricoltura Ferrara esprime un forte disappunto per quanto sta avvenendo nel comparto del pomodoro da industria, che nel 2011 ha interessato in provincia oltre 6.500 ettari, per una produzione complessiva di quasi 4.233.000 q.li.
“Prendo atto con profonda insoddisfazione dell’accordo per la campagna 2012sottoscritto dalle Organizzazioni dei Produttori con gli industriali della CONFAPI, che trasformano circa il 30% del pomodoro del Nord Italia, che vede un netto peggioramento rispetto all’annata precedente sia del prezzo (-10%) sia dei parametri qualitativi e dei tempi di pagamento – afferma il Presidente di Confagricoltura Ferrara, Nicola Gherardi. Con gli industriali facenti capo all’Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari – AIIPA, che trasforma il restante 70%, l’incontro tenutosi nella giornata di ieri è saltato perché la proposta dell’industria è stata ritenuta inaccettabile: 75 euro/tonn, con scaletta parametri qualitativi che di fatto porterebbe il prezzo di partenza a circa 70 €/t, contro gli 88 della precedente campagna”.
“Una trattativa protratta ad oltranza, condotta in contemporanea su più tavoli, con un unico denominatore comune – evidenzia il Presidente dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli: scaricare sui produttori le inefficienze della filiera, l’aumento dei costi di produzione e la crisi dei mercati”.
“Le OP, alle quali gli agricoltori hanno dato fiducia per tutelare i propri interessi – prosegue Nicola Gherardi - devono essere ferme nelle loro posizioni e non sembra invece che lo stiano facendo a sufficienza. Gli agricoltori non possono in questo momento vedersi cambiare le carte in tavola con accordi che peggiorano i tempi di pagamento (50 giorni in più rispetto al 2011, quando la legislazione nazionale sta progressivamente imponendo pagamenti a 30 gg), tabelle di valutazione della qualità ulteriormente peggiorative e prezzi svincolati totalmente dai costi produttivi, ampiamente sotto la soglia di marginalità, anche alla luce dell’aumento dei costi del 10% rispetto all’annata precedente”.
“Il cedimento delle OP vanifica i risultati ottenuti da anni di trattative – rimarca il Presidente dell’Organizzazione agricola ferrarese – e sui quali si era ottenuta la convergenza di tutta la filiera del pomodoro. Non è pensabile che tutti gli anni si proponga di rivedere quello che dovrebbe essere uno strumento tecnico: un insieme di parametri oggettivi che determinano le qualità delle produzioni. Le tabelle non possono essere modificate in funzione della congiuntura economica”.
“Se le Organizzazioni dei Produttori non riusciranno a recuperare chiudendo dignitosamente almeno l’accordo con l’AIIPA – conclude il Presidente di Confagricoltura Ferrara – significa che non sono all’altezza del ruolo ad esse assegnato, tanto più che le recenti assemblee dei produttori avevano chiesto di definire programmi di coltivazione coerenti con le realtà di mercato e capaci di salvaguardare il reddito dei produttori, prevedendo una riduzione delle superfici a pomodoro del 25%. Se non sarà così, se non riprenderanno in mano la situazione, diversi produttori potrebbero scegliere di rinunciare agli investimenti nel settore, con il risultato di avere meno ettari a pomodoro e per giunta a basso prezzo”.

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