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venerdì 29 aprile 2011

PESCA: FERMO PROLUNGATO PER 60 GIORNI, STATO DI CRISI E CASSA INTEGRAZIONE STRAORDINARIA. LE RICHIESTE DEL "TAVOLO REGIONALE" AL MINISTERO.

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia Informazione e Ufficio Stampa

RABBONI: UNA CRISI SENZA PRECEDENTI CHE GIUSTIFICA MISURE ECCEZIONALI.

Bologna - Richiesta di fermo prolungato della pesca a strascico per 60 giorni continuativi, indicativamente dal 15 luglio al 15 settembre; dichiarazione dello stato di crisi e delle conseguenti agevolazioni sul piano previdenziale; attivazione della cassa integrazione straordinaria in deroga per il personale dipendente (i cosiddetti imbarcati) e per i piccoli armatori che lavorano in proprio sull’imbarcazione. Sono queste le richieste che verranno inviate al Ministero, concordate dalle associazioni e dai sindacati del comparto della pesca riuniti nel "tavolo di crisi" regionale che si è riunito oggi a Bologna su convocazione dell’assessore all’agricoltura ed economia ittica Tiberio Rabboni. “Il settore sta vivendo una grave e perdurante condizione di difficoltà, una crisi senza precedenti che giustifica misure eccezionali – ha sottolineato Rabboni – supporteremo le nostre richieste con i dati relativi al calo del pescato che può essere stimato in oltre il 30% , con gli studi e le ricerche scientifiche che attestano le condizioni di difficoltà riproduttiva che sta vivendo il nostro mare e con l’analisi dell’impatto che stanno avendo le nuove regole fissate dall’Unione europea e in vigore dal giugno 2010 sulla pesca tradizionale lungo le coste adriatiche.”
Il tavolo di crisi ha anche deciso di attivare per le imbarcazioni dedite all’allevamento di cozze e vongole una diversa modalità di accesso alla benzina agevolata agricola, basata sulla quantità di prodotto lavorato e non più sugli ettari in concessione. Questo in attesa di una risposta da parte dei Ministeri competenti sulla richiesta, concordata anche in sede di conferenza Stato-Regioni, di esenzione totale dell’accisa per la benzina destinata alle imbarcazioni per la pesca e la maricoltura.

SQUISITO! - LA REGIONE EMILIA-ROMAGNA ALLA MANIFESTAZIONE ENO-GASTRONOMICA DI SAN PATRIGNANO PER PROMUOVERE LA "BUONA PESCA".

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia Informazione e Ufficio Stampa

Bologna - Sarà la “buona pesca”, ovvero una pesca rispettosa dell’ambiente, delle stagionalità e dei ritmi naturali, la protagonista dello stand della Regione Emilia-Romagna a Squisito! la manifestazione eno-gastronomica in programma a San Patrignano (RN) dal 29 aprile al 2 maggio.
Contro una pesca sempre più intensiva che sta impoverendo il mare e un mercato del pesce ormai globalizzato, la Regione Emilia-Romagna proporrà dunque un ricco programma di iniziative, incontri e degustazioni per raccontare una pesca “a chilometro zero” e a misura di territorio, capace di offrire prodotti salubri e dalle elevate qualità organolettiche.
“Perché il pesce non è tutto uguale” è il tema del dibattito in programma presso lo spazio “Caffè Letterario” sabato 30 aprile alle ore 14 con la partecipazione dell’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni, del biologo Attilio Rinaldi presidente del Centro Ricerche Marine di Cesenatico, dello chef Stefano Ciotti. Ancora sabato 30 aprile alle ore 15,30 presso lo spazio Experimenta è invece previsto un laboratorio sul tema “La qualità è una questione di calendario anche per il pesce” con Giorgio Melandri che curerà una dimostrazione gastronomica curata dagli chef Stefano Bartolini e Gian Paolo Raschi.
Regione Emilia-Romagna e Comunità di San Patrignano hanno avviato da alcuni anni una collaborazione per promuovere insieme le eccellenze alimentari dell’Emilia-Romagna, i prodotti tipici e legati alla tradizione, ma anche le tecniche di produzione sostenibili da un punto di vista ambientale e sociale.

giovedì 28 aprile 2011

CONSORZIO DI BONIFICA: SCIOPERO GENERALE DI 8 ORE INDETTO DA CONFEDERAZIONE GENERALE ITALIANA DEI LAVORATORI PER IL 6 MAGGIO 2011

Fonte: Ufficio Stampa Consorzio della Bonifica Burana

Attivazione prestazioni da parte del Consorzio di Burana per garantire i servizi minimi essenziali

Si informano i consorziati ed utenti del Consorzio della Bonifica Burana che, in concomitanza con lo sciopero generale indetto dalla CGIL per la giornata di venerdì 06 MAGGIO p.v., cui aderisce Flai-CGIL anche per tutti i lavoratori dei Consorzi di Bonifica, il Consorzio garantirà l’espletamento delle prestazioni istituzionali indispensabili e dei servizi pubblici essenziali.

mercoledì 27 aprile 2011

NECESSARIO RIVEDERE LA DIRETTIVA NITRATI - FERRARA DEFINITA INTEGRALMENTE ZONA VULNERABILE

Fonte: Confagricoltura Ferrara

“La direttiva nitrati sta entrando nel pieno dell’attuazione e, come previsto, i problemi per le aziende agricole si confermano notevoli sotto molti punti di vista e la situazione rischia di esasperarsi per l’obbligo delle Regioni, ai fini della deroga dei limiti previsti per l’azoto, di adeguare i loro programmi ad ulteriori vincoli amministrativi e tecnici. Per questo motivo occorre ripensare alla validità di una direttiva che è stata scritta circa 20 anni fa” – afferma il Presidente di Confagricoltura Ferrara, Nicola Gherardi.
“La nostra richiesta della necessità di procedere alla revisione delle disposizioni europee deriva anche dalle novità introdotte da un’altra direttiva, la 2000/60, sul buono stato di qualità delle acque. Problematica che si riflette su tutta la normativa d’attuazione italiana, che necessita di una grande semplificazione”.
“Come è stato ribadito in varie occasioni da Confagricoltura - ricorda il Presidente dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli - occorre garantire un sistema di rilevazione idoneo a quantificare il peso delle altre fonti di inquinamento, come quella civile, al fine di evitare che le cause dell’eutrofizzazione siano attribuite ingiustamente e totalmente al settore agricolo e si concentrino solo su di esso tutti gli aggravi normativi e tecnici”.
“La provincia di Ferrara, nella sua totalità, è stata definita integralmente come Zona Vulnerabile – evidenzia Gherardi - il che ha comportato un penalizzante quantitativo massimo di azoto distribuibile per ciascuna coltura e per tipologia di fertilizzante. Tale imposizione ha comportato preoccupazioni ed un forte disagio fra i produttori, per il timore di vedere compromessa la redditività di tutte le colture praticate, in particolare quelle specializzate. Di fatto, la dichiarazione di vulnerabilità per l’intera Provincia ha interessato indistintamente un territorio caratterizzato da elevata variabilità pedologica ed idrogeologica, al punto che si è sentita l’esigenza di acquisire nuove e più dettagliate informazioni scientifiche in tema di dinamiche dell’azoto, affidando all’Università di Ferrara, tramite il Parco Scientifico per le Tecnologie Agroindustriali (ParcAgri) un’intensa attività di ricerca i cui dati finali, molto interessanti, saranno presto divulgati e che comunque hanno evidenziato la necessità di riconsiderare l’attuale attribuzione di vulnerabilità, estesa all’intero territorio. In tal senso, temi di particolare interesse sono l’individuazione di Zone non Vulnerabili e la ridefinizione degli attuali limiti di utilizzo degli effluenti zootecnici.
“In conclusione - evidenzia Confagricoltura - la questione relativa alla gestione degli effluenti zootecnici ed al digestato proveniente dagli impianti di biogas, merita una maggiore attenzione al fine di evitare che una risorsa per l’agricoltura italiana, si trasformi in un problema, attraverso normative restrittive che ne ostacolano la utilizzazione agronomica e quindi la possibilità di restituire al terreno la sostanza organica”.

martedì 26 aprile 2011

ECCESSO DI PIOGGIA 2010

Fonte: Provincia di Ferrara - Settore Agricoltura e Sviluppo Economico

Il Settore Agricoltura e Sviluppo Economico informa che sulla Gazzetta Ufficiale n. 91 del 20 aprile 2011 è stato pubblicato il Decreto del Ministro per le Politiche Agricole di dichiarazione di modifica del Piano Assicurativo agricolo 2010 e l’esistenza del carattere di eccezionalità dell’eccesso di pioggia verificatosi in tre periodi dal 1/05/10 al 31/05/10, dal 13/06/10 al 21/06/10 e dal 5/08/10 al 28/08/10 nell’intero territorio provinciale.

Per l’eccesso di pioggia del 2010 possono presentare domanda, in applicazione al Decreto Legislativo 102/04 e successive modificazioni, le Aziende agricole che hanno subito danni alle produzioni in misura superiore al 30% rispetto alla produzione media annua del triennio precedente, oppure in alternativa, rispetto alla produzione media annua del quinquennio precedente, escludendo l’anno con la produzione più bassa e l’anno con la produzione più elevata.

Le istanze per richiedere contributi in conto capitale e prestiti agevolati ad ammortamento quinquennale per le esigenze di esercizio dell’anno in cui si è verificato l’evento dannoso e per l’anno successivo, potranno essere presentate, sul sistema informatizzato, dalle Ditte iscritte all’Anagrafe delle Aziende Agricole della Regione Emilia-Romagna ed aventi il fascicolo aziendale validato, entro le ore 12,00 del 4 giugno 2011.

Per ulteriori informazioni, gli interessati potranno rivolgersi presso le Organizzazioni Professionali e presso la P.O. Impresa e Interventi Strutturali nelle Aziende Agricole della Provincia (tel. 0532-299742).

Un milione e 264 mila euro per il ripristino delle opere pubbliche di bonifica.

FONTE: REGIONE EMILIA - ROMAGNA

Approvato il riparto delle risorse per i danni causati dal maltempo tra novembre 2008 e marzo 2009 nelle province di Modena e Parma

Bologna - Stanziati un milione e 264 mila euro per la montagna. I fondi, assegnati alla Regione dal Fondo di solidarietà nazionale su proposta dell’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni, saranno destinati al ripristino delle opere pubbliche di bonifica danneggiate dal maltempo che ha colpito l’appennino modenese e parmense tra novembre 2008 e marzo 2009. Si tratta di 774.560 euro per la provincia di Modena e di 489.439 per quella di Parma.
Trasferite dal Governo alla Regione, le risorse arriveranno direttamente ai Consorzi di bonifica per interventi di ripristino delle opere idrauliche situate su corsi d’acqua minori, per il recupero delle zone franose e la manutenzione della viabilità ancora in gestione ai Consorzi.
In allegato: la tabella con le risorse suddivise per provincia e per consorzio di bonifica

venerdì 22 aprile 2011

BATTERIOSI DEL KIWI, RABBONI CHIEDE UN INCONTRO URGENTE AL MINISTRO ROMANO

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia Informazione e Ufficio Stampa

Serve una strategia nazionale ed europea per mettere in campo efficaci azioni di contrasto e scongiurare la scomparsa di questa coltura.

Bologna - Un progetto di ricerca nazionale per mettere a punto adeguate forme di contrasto della malattia; risorse certe e adeguate per gli indennizzi così da integrare quelle già stanziate dalle Regioni; un intervento straordinario dell’Unione europea. A fronte del rapido estendersi e aggravarsi della batteriosi del kiwi, sono queste le richieste avanzate dall’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni al ministro Saverio Romano in una lettera con cui sollecita anche la convocazione di un incontro urgente con le Regioni e i rappresentanti dei produttori.
“Ad oggi l’unica possibilità di contrastare la diffusione della malattia - sottolinea Rabboni – è l’eradicazione della pianta malata e la sua distruzione con il fuoco. Ritengo quindi assolutamente necessaria , per evitare la scomparsa dell’actinidia dal nostro Paese, la definizione di una strategia complessiva sostenuta dal Ministero e dalle Regioni”.
Con 430 mila tonnellate l’Italia è il secondo produttore mondiale di kiwi dopo la Cina e il secondo esportatore mondiale dopo la Nuova Zelanda. La produzione si concentra soprattutto in cinque regioni per una superficie complessiva di 29 mila ettari. L’Emilia-Romagna con il 14% è il terzo produttore nazionale dopo Lazio (32%) e Piemonte (21%). Attualmente la batteriosi interessa nel nostro Paese circa il 25% dei frutteti, senza che si siano messi a punto adeguati mezzi di contrasto o prevenzione. A tal punto che qualche giorno fa il Comitato Fitosanitario nazionale ha proposto al Ministro delle politiche agricole di decretare il divieto di nuovi impianti in attesa che venga individuata un’adeguata terapia.
In Emilia-Romagna l’assessore Rabboni, che ha annunciato l’istituzione di un tavolo di lavoro con le organizzazioni professionali agricole, le cooperative, i sindacati e le Organizzazioni dei produttori, si è impegnato a integrare lo stanziamento 2011 per gli indennizzi e ha rivolto alle Organizzazioni dei produttori la proposta di prevedere un meccanismo di compartecipazione per aumentare la dotazione finanziaria complessivamente disponibile. “ Tuttavia - ribadisce Rabboni- siamo di fronte a un problema di dimensione non solo nazionale ma europea, che non può essere affrontato con successo da una singola Regione. Nei giorni scorsi i parlamentari europei Francesco De Angelis, Paolo de Castro e David Sassoli hanno presentato un’interrogazione alla Commissione europea per sollecitare iniziative contro la batteriosi. E’ fondamentale che anche il Ministro Romano si attivi nei confronti dell’Unione europea per garantire la sopravvivenza di questa coltura".

GIORNATA DELLA TERRA, CONFAGRICOLTURA

FONTE: CONFAGRICOLTURA

“PRIORITARIO NELL’ATTIVITA’ AGRICOLA L’EQUILIBRIO TRA AUMENTO DELLA PRODUZIONE E SOSTENIBILITA’ DELLA CRESCITA”

“Dove c’è agricoltura c’è terra”. Così Confagricoltura, in occasione dell’ “Earth Day”, la giornata mondiale a difesa della terra e dell'ambiente giunta oggi alla 41ma edizione, vuole sintetizzare il contributo e l’impegno del settore agricolo alla tutela dell’ambiente, al mantenimento del paesaggio e della biodiversità.

“Uno degli aspetti che preoccupa maggiormente vista l’irreversibilità dei cambiamenti – sottolinea Confagricoltura - è proprio lo sfruttamento dei suoli per uso abitativo, industriale o dovuto all’espansione della rete dei trasporti. Nel periodo intercorso tra il 1982 ed il 2007 la SAU si è ridotta di quasi il 20% passando da oltre 15,7 milioni di ettari a poco più 12,7 con 3 milioni di ettari (10% del territorio nazionale) cementificati, abbandonati o desertificati e, in particolare, negli ultimi sette anni gli ettari perduti sono stati 300 mila”.

“Ambiente e paesaggio. Queste le componenti della polifunzionalità dell’impresa agricola su cui la recente riforma della politica comunitaria di settore ha posto maggiormente l'accento – prosegue Confagricoltura - un'attività che deve rispondere a più ampie finalità economiche, sociali, ambientali e territoriali, ma che contemporaneamente deve garantire maggiore produzione per soddisfare i fabbisogni alimentari dell’umanità”.

“L’impegno prioritario – ribadisce l’organizzazione degli imprenditori agricoli – è per un giusto equilibrio tra crescita delle produzioni e sostenibilità dei processi produttivi, cioè riduzione delle emissioni, dell’impiego dei fertilizzanti di origine chimica, dei prodotti fitosanitari. Risultati in parte raggiunti, con nuovi obiettivi già prefissati, come nel caso dell’introduzione delle tecniche di produzione integrata a partire dal 2014 e la previsione di nuovi traguardi per l’agricoltura biologica. Senza dimenticare il ruolo che il comparto agroforestale sta svolgendo nella produzione di energia da fonti rinnovabili”.

Il 2011 è stato proclamato “anno internazionale delle foreste” e Confagricoltura pone l’accento sulla particolare attenzione che forestazione e pioppicoltura meritano per il loro ruolo, in particolare nell’assorbimento di CO2. “Un ruolo – sollecita la Confederazione di palazzo Della Valle – che deve essere riconosciuto anche tramite specifici incentivi, in modo da assicurare la conservazione di questo importantissimo patrimonio naturale gestito prevalentemente dagli agricoltori”.

AL CONVEGNO DEL CSO SUL KIWI ITALIANO RABBONI PROPONE UN FONDO COFINANZIATO DALLE OP PER FAR FRONTE ALLA CRISI DELLA BATTERIOSI



FONTE: CSO

Al Convegno, organizzato sul kiwi a Bologna da CSO e Regione Emilia Romagna, si è evidenziata la necessità di integrare il tema della giornata, focalizzato sul confronto tra redditività del kiwi in diversi paesi europei concorrenti, con una attenta e profonda analisi delle ricadute economiche della grave pandemia di batteriosi che sta infliggendo gravi danni alla coltura a livello non solo nazionale.
Lo conferma Luciano Trentini, direttore del CSO, che ha introdotto le importanti e attuali tematiche sul futuro del kiwi evidenziando, tra le altre cose, la necessità di coordinarsi a livello di Regioni Ortofrutticole Europee attraverso Areflh.
Tiberio Rabboni, Assessore all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna, nel suo intervento di apertura ha affermato:
“ Oggi si sta producendo una seria ipoteca sulla continuità della coltura del kiwi. Attualmente, dal punto di vista tecnico-scientifico, non abbiamo ancora le conoscenze per far fronte al problema della batteriosi che potrebbe ridurre anche del 25-30% la produzione nazionale.
La Regione Emilia Romagna – continua Rabboni- è intenzionata a compiere una forte accelerazione sul problema. Daremo vita nei prossimi giorni ad un tavolo di lavoro comune con Organizzazioni dei Produttori, Organizzazioni Professionali e sindacati per attivare un meccanismo di corresponsabilità e compartecipazione. Pensiamo ad un fondo cofinanziato dalle OP per far fronte alla crisi. Abbiamo inviato - conclude Rabboni – una lettera al Ministro Romano per chiedere maggiori risorse alla ricerca e agli indennizzi e per attivare lo stato di calamità naturale.”
Si ricollega alla preoccupazione dell’Assessore il Presidente di CSO Paolo Bruni che, nel suo intervento, dichiara:
“Siamo di fronte ad una vera calamità anche perché la batteriosi ha colpito una delle poche colture in grado di assicurare reddito alle imprese ortofrutticole. Dobbiamo però guardare al futuro – rimarca Bruni – e non rimanere ingessati in una situazione di stallo. Valutiamo i punti di forza e di debolezza del kiwi che si presenta con una offerta concentrata sia a livello europeo che nazionale ma soffre di una ancora eccessiva frammentazione commerciale. Abbiamo una offerta che si presenta sul mercato con una discreta segmentazione, dal kiwi verde, al giallo e alle tipologie a polpa rossa. Abbiamo una buona redditività per cui dobbiamo per il futuro puntare sui valori di questo prodotto straordinario che, tra l’altro, ha ancora margini di crescita in termini di consumi mondiali.
Puntiamo quindi – conclude Bruni – sulla qualificazione dell’offerta e diversificazione in funzione della conquista di nuovi mercati nel mondo.”
Il Direttore Generale dell’Assessorato Agricoltura, Valtiero Mazzotti, ha tratto le conclusioni di una giornata estremamente ricca di informazioni e approfondimenti sul kiwi:
Abbiamo – dichiara Mazzotti – una situazione internazionale che vede puntare tutti verso un certo innalzamento della qualità. Vediamo ad esempio dai dati che la Grecia ha smesso di vendere kiwi precoce, e questo è un segnale.
Le imprese possono fare molto in questo momento – continua Mazzotti- introducendo parametri e segmenti di offerta in grado di andare al consumo con requisiti ottimali.
La Regione svolge, come di consueto, un ruolo di stimolo e si attiva sul territorio per mettere a disposizione risorse utili . Quest’anno – considera Mazzotti- le risorse che ci ha destinato la Finanziaria sono estremamente ridotte ma faremo con quelle e soprattutto costruiremo sinergie.
Il problema kiwi- conclude Mazzotti – è un problema transazionale e ritengo che sia molto importante utilizzare tavoli e competenze oggi presenti, anche attraverso IKO ( International Kiwifruit Organization) per coordinarsi e attivare azioni utili a risolvere nel minor tempo possibile il problema della batteriosi”.

COLDIRETTI, INCONTRI TECNICI CON AUSL SU SICUREZZA SUL LAVORO IN AGRICOLTURA



FONTE: COLDIRETTI FERRARA

Giovedì 28 aprile il primo incontro con i responsabili della AUSL e le imprese agricole alle ore 14,45 presso la Sala Convegni di Via Bologna, 637. Interessate in particolare le imprese che assumono personale.

Coldiretti Ferrara ha aderito all’iniziativa con ASL SERVIZIO PREVENZIONE E SICUREZZA AMBIENTI DI LAVORO per incontri tecnici rivolti in special modo alle imprese che assumono personale e che sono quindi tenute ad una serie di adempimenti volti a garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro, ivi comprese le aziende agricole, potenzialmente soggette a diversi pericoli di varia natura.
Il primo incontro è in programma per giovedì 28 aprile, dalle 14,45 alle 17,00 presso la Sala Convegni Coldiretti/Unione Agricoltori di Chiesuol del Fosso ed è rivolto agli associati delle zone di Bondeno e Ferrara.
Il secondo incontro si svolgerà il 12 maggio, sempre nello stesso luogo, mentre per le altre zone della provincia l’appuntamento è per il prossimo autunno.
E’ prevista la presenza del direttore della AUSL e del responsabile tecnico del controllo macchine agricole dell’azienda stessa.

giovedì 21 aprile 2011

CONSORZIO DI BONIFICA PIANURA DI FERRARA, RICCARDO ROVERSI CONFERMATO DIRETTORE GENERALE


Fonte: Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara

Il cda del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara riunitosi mercoledì 20 aprile, ha nominato Direttore Generale Riccardo Roversi, con decorrenza 1 maggio.
Riccardo Roversi è stato prima direttore generale del Consorzio di bonifica Valli di Vecchio Reno, fino a quando la legge regionale 5/2009 ha unificato i preesistenti consorzi di bonifica ferraresi, dando vita il 1° ottobre 2009, al nuovo Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara; poi direttore generale di questo nuovo consorzio unificato con l’incarico fino al 30 aprile.
Nella stessa seduta il cda ha approvato l’istituzione di Commissioni. Queste coinvolgono tutti i consiglieri e hanno lo scopo di analizzare e dare pareri in merito alla gestione degli immobili del Consorzio, alla redazione del nuovo Piano di Classifica e al Bilancio.

UNGULATI, AL VIA UN PROTOCOLLO D'INTESA REGIONE-ISPRA PER CONTENERE I DANNI ALL'AGRICOLTURA.

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia Informazione e Ufficio Stampa

Rabboni: l'obiettivo della conservazione della specie e della biodiversità resta fondamentale, ma va trovato un punto di equilibrio con le attività umane.

Bologna - Cresce la popolazione di ungulati in Emilia-Romagna e cresce l’impatto non solo sulle produzioni agricole e forestali, ma anche sulle attività umane come la mobilità. Tra le coltivazioni più a rischio vi sono vigneti e frutteti, mentre in pianura sono in aumento gli incidenti stradali indotti dalla presenza di questi animali. Per questo la Regione Emilia-Romagna ha stipulato una intesa con l’Ispra (Istituto superiore nazionale per la protezione e la ricerca ambientale) che prevede nuove modalità di gestione di cinghiali, cervi, daini e caprioli.
“Per noi l’obiettivo della conservazione della specie e della salvaguardia della biodiversità è e rimane fondamentale – ha detto oggi a Bologna l’assessore regionale all’agricoltura e all'attività faunistico-venatoria Tiberio Rabboni – nessuna guerra agli ungulati dunque, ma misure per trovare un punto di equilibrio sostenibile con l’esercizio delle attività agricole e umane”.
L’accordo, che ha durata triennale, prevede misure straordinarie e a termine, realizzate con la supervisione tecnica e scientifica dell’Istituto nazionale per la protezione e la ricerca ambientale.
Come ha spiegato il direttore tecnico di Ispra Silvano Toso l’incremento delle popolazioni di cinghiali cervi, daini e caprioli è un fenomeno anche italiano ed europeo. Nel nostro paese in particole interessa i territori dall’alto Lazio in su. Diverse le cause: dallo spopolamento delle montagne, all’estensione dei parchi e delle aree protette, alla più rigorosa regolamentazione dell’attività venatoria.

Cosa prevede l'accordo: prelievi più mirati
Che la presenza di ungulati sul territorio regionale sia in forte crescita è confermato dai censimenti realizzati, dalle stime (laddove il censimento non garantisce un dato sicuro) e dai danni denunciati. In particolare i caprioli dalla stagione venatoria 2005-2006 a quella 2009-2010 sono passati da 77 mila a 109 mila. Dieci anni fa erano 15 mila. Nello stesso arco di tempo gli indennizzi per i danni alle produzioni agricole sono passati da circa 241 mila a 507 mila euro.
Per questo l’accordo Regione-Ispra introduce la possibilità di autorizzare percentuali di prelievo annuale della popolazione censita, anche superiori a quelle attualmente indicate del 20-25%. Sarà l’Ispra che dovrà dare il proprio parere sui piani di abbattimento oltre che definire i criteri in base ai quali le Province realizzano i censimenti annuali della popolazione di ungulati.
Gli ATC, che hanno il compito di rendere effettivo il prelievo venatorio nei territori, nel caso di mancata gestione venatoria di specie cacciabili saranno responsabili del risarcimento degli eventuali danni alle colture.

L’indice di densità interspecifica e la “soglia di danno economico tollerabile”
Ma le novità non si fermano qui. In caso di presenza contemporanea, sullo stesso territorio, di diverse specie, l’accordo prevede la possibilità di introdurre come fattore correttivo, l’indice di densità interspecifica, mentre per ovviare alla oggettiva impossibilità di stima della popolazione dei cinghiali, viene adottato il criterio di riferimento della “soglia di danno economico tollerabile” al quale rapportare il prelievo. L’intesa Regione- Ispra introduce anche la possibilità di realizzare azioni di contrasto più efficaci alla presenza di ungulati in pianura, dove sempre più frequentemente si registra la presenza di questi animali. La Regione a sua volta dovrà adeguare il proprio calendario venatorio per consentire una maggiore efficacia del prelievo in particolare nelle zone non vocate, in presenza di colture di pregio o con densità tendente a zero.

Cambiano le modalità di indennizzo
Per responsabilizzare maggiormente le Province nell’attività di prevenzione dei danni provocati dagli ungulati e nella gestione della fauna selvatica e “premiare” quelle più virtuose, cambieranno anche le modalità di indennizzo. Se fino ad ora la Regione trasferiva le risorse alle singole Province alla fine dell’annata agraria sulla base dei danni accertati, ora assegnerà da subito un budget alle singole amministrazioni, lasciando però loro la disponibilità degli eventuali risparmi.
L’accordo Regione-Ispra sarà proposto per il recepimento a livello provinciale attraverso accordi operativi che dovranno essere stipulati tra la Regione, le Province, gli Atc e gli Enti Parco. A garanzia di quanto previsto dall’Intesa e dai successivi accordi operativi verrà istituto anche un nucleo di monitoraggio costituito da rappresentanti della Regione e dell’Ispra, delle Province, degli ATC, delle associazioni agricole, venatorie e ambientaliste.

USARE SOLO ACQUA DI RUBINETTO, ECCO IL PATTO DI FIDUCIA TRA IL CADF ED I FERRARESI.

Fonte: C.E.A., Centro di Educazione Ambientale, C.A.D.F, Acquedotto del Delta

Al via dal 25 Aprile, per sette mesi, “Operazione Trasparenza”, progetto di sensibilizzazione del Cea sulla qualità dell'acqua. Un percorso itinerante che coinvolge i comuni del ferrarese ed i suoi cittadini per diffondere la cultura dell'acqua potabile e del risparmio idrico.

Pulita, economica, sicura, e, soprattutto, salubre. Quindi, da bere. E da oggi, anche “trasparente”. E' l'acqua del rubinetto protagonista di “Operazione Trasparenza”, la campagna informativa, promossa dal C.E.A., Centro di Educazione Ambientale - La Fabbrica dell'Acqua, e fortemente voluta del C.A.D.F, acquedotto del Delta. A partire dal 25 Aprile fino al 13 novembre, via libera, dunque, a questo vero e proprio patto di fiducia tra i cittadini del ferrarese ed il CADF con un'unica condizione da sottoscrivere: bere solo acqua del rubinetto. “Trasparente” perché naturale e perché chi decide di usarla, sceglie di mettersi in gioco.
Dopo le numerose attività volte a valorizzare l'acqua come risorsa naturale, parte, ora, la nuova iniziativa del CEA che coinvolge i comuni del territorio con uno scopo ben preciso: divulgare e condividere informazioni utili sull'acqua che esce dai nostri rubinetti, disponibile sempre ed ovunque, e rendersi, davvero, consapevoli delle sue caratteristiche oragnolettiche. Quest'acqua, infatti, non solo è di ottima qualità, ma deve sottostare a limiti molto restrittivi. “Sono circa 80mila – spiega Cristiano Bertelli, Presidente C.A.D.F. - le analisi chimiche e batteriologiche che, ogni anno, vengono effettuate sull'acqua potabile per assicurare la sicurezza degli utenti. Inoltre, un'ulteriore fonte di garanzia per la popolazione è rappresentata dall'impegno continuo sul fronte degli investimenti tecnologici effettuati sui nostri impianti”.
Piazze, sagre e manifestazioni locali saranno i luoghi in cui si snoda questo “tour conoscitivo”, che, da aprile a novembre, toccherà tredici paesi. Primo appuntamento a Mesola, lunedì 25 Aprile e sabato 1 Maggio, per la Fiera dell'asparago, poi l'8 Maggio, a Berra, con la Fiera di primavera. Nel corso dell'iniziativa, lo Staff di “Operazione Trasparenza” sarà a disposizione della popolazione per approfondire il tema dell'acqua, nei suoi diversi aspetti. E, tra un paio di mesi, verrà condotta un'indagine campione proprio su chi ha aderito al patto di fiducia col C.A.D.F. Attraverso la somministrazione di un questionario verrà monitorerà l'esperienza di quei cittadini che hanno scelto di utilizzare l'acqua del rubinetto. Confrontarsi, infatti, su come il cambiamento di vecchie abitudini abbia contribuito a creare una mentalità rispettosa dell'ambiente è il valore aggiunto, “trasparente”, dell'intera “Operazione”. E di chi ha deciso di mettersi in gioco.

mercoledì 20 aprile 2011

AI PRODUTTORI DI RISO VANNO GARANTITE STABILITA' E CERTEZZE

Fonte: Confagricoltura Ferrara

Le quotazioni del riso sono cresciute nell'ultimo semestre, veniamo però da una campagna sfavorevole. Insomma il settore è ancora in cerca di stabilità e certezze e non dobbiamo abbassare la guardia" - afferma il Presidente di Confagricoltura, Mario Guidi - ricordando come, in risposta alle sollecitazioni dell'industria risiera per una maggiore disponibilità di riso da esportare, i produttori, per tre anni consecutivi, abbiano incrementato le superfici coltivate (con un aumento del 10% nel triennio 2006-2009) e le rese unitarie, raggiungendo una produzione di risone di oltre 1,6 milioni di tonnellate (+ 17%)".
Relativamente alla Provincia di Ferrara, la superficie investita è passata dai 6.231 ettari del 2006 ai circa 8.180 ettari del 2010, con un incremento del 31% circa, per una produzione di risone aumentata nel quadriennio di riferimento di circa il 27%, pari a circa 473.730 quintali raccolti nel 2010, per una produzione media di circa63,98 q.li/Ha.
Cosa sia avvenuto il presidente di Confagricoltura lo spiega così: "Alla maggiore disponibilità di prodotto non ha fatto seguito un pari aumento delle esportazioni e, pertanto, il prezzo medio di mercato dei risoni, tra il 2009 ed il 2010, è diminuito di oltre il 40%, tornando sui livelli di 5 anni prima. Ora le cose stanno andando meglio ma non ci sono certezze, cosa che non fa bene ai produttori, che devono programmare gli investimenti nel medio e lungo periodo".
Nel panorama nazionale è evidente il ruolo importante dell' Ente Risi per il rilancio della ricerca diretta ad ottenere varietà più performanti, sia in termini di qualità, che di caratteristiche richieste dal mercato.
"Per rilanciare la risicoltura nazionale - conclude Mario Guidi - servono rapporti chiari e costruttivi con l'industria alimentare, programmazione e certezze dei redditi per le imprese agricole. Serve anche aggregazione del prodotto, perché a interlocutori industriali forti deve rispondere un'agricoltura associata e organizzata, che abbia peso contrattuale".
"In questo ambito - aggiunge Nicola Gherardi, Presidente di Confagricoltura Ferrara - s'inserisce quanto fatto proprio a Ferrara dove tra Ferrara e Rovigo i risicoltori hanno dato vita all'unità d'intenti di un forte gruppo interprovinciale costituendo l'Associazione dei Risicoltori del Delta del Po, presieduta oggi da Eugenio Bolognesi, Presidente della Sezione di Prodotto Riso di Confagricoltura Emilia Romagna e Ferrara, che raggruppa circa l'80 per cento delle superfici coltivate costituite da ben 9.000 ettari dedicati oggi alla produzione di riso Carnaroli, Arborio, Volano e Baldo, appartenenti prevalentemente al tipo Superfino della varietà "Japonica" e già iscritti nell'elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali. Risicoltori che oggi possono fregiare la propria produzione con il titolo di Indicazione Geografica Protetta. Conquistato l'IGP, ora l'Associazione si sta attivando per costituire un Consorzio di tutela del marchio stesso ed un'Associazione di Produttori per avviare un costruttivo dialogo con la piccola e grande distribuzione".

INTERVENTO PROGRAMMATICO DEL MINISTRO SAVERIO ROMANO AL PARLAMENTO ITALIANO

Fonte: Mipaaf

Il 19 Aprile il Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Francesco Saverio Romano, ha illustrato le linee programmatiche del dicastero in XIII Commissione agricoltura alla Camera dei Deputati.

Il testo integrale del suo intervento è consultabile sul sito www.politicheagricole.it

martedì 19 aprile 2011

Energia, la Giunta ha adottato il "Secondo Piano triennale di attuazione del piano energetico regionale 2011-2013"

FONTE: REGIONE EMILIA - ROMAGNA

Energia, la Giunta ha adottato il "Secondo Piano triennale di attuazione del piano energetico regionale 2011-2013" che prevede uno stanziamento 139,5 milioni di euro. Muzzarelli: "Crescita sostenibile superando la cultura energivora in cui siamo vissuti. E' questa la direzione in cui vogliamo collocare la comunità emiliano romagnola".

Bologna – Via libera della Giunta della Regione Emilia-Romagna al “Secondo Piano triennale di attuazione del piano energetico regionale 2011-2013”. Dopo l’adozione del Piano da parte della Giunta, si è avviato l’iter per la sua approvazione da parte dell’Assemblea Legislativa. Il Piano, prevedendo stanziamenti di 139,5 milioni di euro in tre anni, punta sul risparmio energetico e lo sviluppo delle fonti rinnovabili.
La nuova programmazione, infatti, si caratterizza per tre elementi: più efficienza e più risparmio energetico in tutti i settori (industriale, civile, trasporti); sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili; un impulso alla filiera delle tecnologie energetiche e, più in generale all’economia verde, prevedendo incentivi alle imprese .
«Le scelte contenute nel Piano - ha evidenziato l'assessore regionale alle Attivittà produttive Gian Carlo Muzzarelli - indicano con chiarezza la direzione in cui vogliamo collocare la comunità emiliano romagnola, ovvero la crescita sostenibile dal punto di vista ambientale superando la cultura energivora in cui siamo vissuti in questi anni. Occorre un cambio culturale. A questa idea di sviluppo, già racchiusa nelle scelte del Ptr, dobbiamo sincronizzare l’intera società. Quindi i nostri obiettivi sono: case ecologiche in cui consumo energetico è di classe A, costante risparmio energetico, produrre sempre più energia da fonti rinnovabili, riduzione della produzione di CO2 a partire dalle città a dalla loro mobilità».
La caratteristica di questo Piano è il suo percorso partecipato, la cui stesura è stata preceduta da 22 incontri tematici, in cui tutti i soggetti interessati hanno “potuto dire la loro”, contribuendo attivamente alla elaborazione del Piano stesso. Infatti, per due mesi, ottobre -dicembre, nella “Casa dell’energia”, aperta nella sede della Regione, la società emiliano-romagnola (rappresentanti delle istituzioni e delle autonomie locali, associazioni del settore, imprenditori, multiutility, associazioni ambientaliste, cittadini, mondo dell’Università e della ricerca) si è espressa sulle scelte proposte dalla Regione, condividendone l’obiettivo di fondo: dar corpo ad un’efficace “rivoluzione verde”.
Sul fronte dell’efficientamento e del risparmio, il Piano stima un taglio annuale di consumi pari a 471 ktep/anno (il 47% nel residenziale, il 23% nel terziario, il 20% nell’industria ed il 10% nei trasporti) al 2013: riduzione di 222 ktep/anno nel settore residenziale, 108 nel terziario, 94 in industria, 47 nel settore dei trasporti. Il risparmio sarà pari a 1570 ktep/anno al 2020: 738 ktep/anno nel settore residenziale, 361 nel terziario, 314 nell’industria, 157 nei trasporti.
Nel 2007, i consumi energetici finali ammontavano a 14498 ktep, 618 dei quali prodotti da fonti rinnovabili mentre nel 2013, caleranno a 14323 ktep, con l’obiettivo di produrne tra 829 e 976 ktep da fonti rinnovabili. Nel 2020, il consumo ipotizzato è di 14302 ktep, con una quota di energia prodotta da fonti rinnovabili oscillante tra 2451 e 2877 ktep.
Nel campo dell’energia da fonti rinnovabili (idroelettrico, fotovoltaico, solare termodinamico e termico, eolico, biomasse, geotermia) si stima invece nel triennio una produzione che, partendo dai circa 1150 attuali, oscilla tra i 2200 Mw (nel caso in cui si attestasse al 17% della produzione totale di energia) ed i 2790 (nel caso già raggiungesse il 20%). L’obiettivo al 2020 è ancora più elevato: il range oscilla tra i 6550 MW ed i 7960.
Per raggiungere questi obiettivi il Piano si articola in 8 principali interventi strategici (Assi), declinati a loro volta in numerose azioni, che hanno lo scopo di attivare le iniziative più appropriate al fine di concorrere alla strategia europea 20-20-20 del 2020 (-20% dell’emissione di gas-serra, -20% nel consumo di energia, 20% di energia prodotta da fonti rinnovabili) contribuendo alla crescita nella nostra Regione della green economy, piattaforma centrale per lo sviluppo di una nuova industria e per una crescita sostenibile.
Gli assi, e gli stanziamenti relativi alle varie azioni comprese in ciascuno di essi, per il triennio sono: sviluppo del sistema regionale della ricerca e della formazione in campo energetico (15 milioni di euro); sviluppo della green economy e qualificazione energetica del sistema produttivo (36 milioni di euro); sviluppo e qualificazione energetica del settore agricolo (9 milioni di euro); qualificazione edilizia urbana e territoriale (30 milioni di euro); promozione della mobilità sostenibile (45 milioni di euro); regolamentazione e revisione delle discipline del settore; programmazione locale, informazione e comunicazione (3 milioni di euro). L’asse 8 (dotazione finanziaria di 1,5 milioni di euro) riguarda invece la gestione del Piano: lo sviluppo del sistema informativo-energetico regionale, lo sviluppo di protocolli di intesa con soggetti terzi, il monitoraggio e la valutazione degli interventi previsti.
La Regione punta sul fatto che le azioni previste e le risorse stanziate, affiancate a quelle già attivate dallo Stato, che devono essere mantenute (come lo sgravio fiscale del 55% per il risparmio energetico e gli incentivi per la produzione di energia rinnovabile) moltiplicheranno per i territori dell’Emilia-Romagna le opportunità di risparmio energetico, di sviluppo delle fonti rinnovabili e di crescita economica.

ROBERTO CERA NOMINATO PRESIDENTE DI FINAF

Fonte: Centro Stampa Bologna

In costante aumento il valore della produzione
commercializzata, che ha raggiunto gli 835 milioni di euro.
Sfiorano i 77 milioni di euro le risorse destinate al Programma Operativo 2011.

(Bologna, 19 Aprile 2011). L’Assemblea dei soci ha eletto all’unanimità il ferrarese Roberto Cera alla presidenza di Finaf, l’Associazione Internazionale di Organizzazioni di produttori ortofrutticoli nata nel 2001 con l’obiettivo di favorire l’integrazione tra le principali realtà europee del settore. Costituita inizialmente da Apo Conerpo e Conserve Gard, in questi anni Finaf ha visto aumentare progressivamente la propria base sociale che attualmente comprende dieci tra le più importanti Organizzazioni di produttori operanti nel comparto dell’ortofrutta fresca e trasformata.
“Grazie a questo incessante processo di crescita – dichiara il neopresidente Roberto Cera – la nostra Aop è uno dei più autorevoli interlocutori delle istituzioni nazionali e comunitarie e riveste quindi un ruolo decisamente strategico, soprattutto oggi, alla vigilia delle riforme comunitarie che modificheranno profondamente gli scenari europei”. “A tale proposito – sottolinea Cera – Finaf è impegnata in prima linea affinché l’Ocm ortofrutta non venga cancellata dopo il 2013, quando entrerà in vigore la nuova Pac. Consentendo di aumentare la competitività delle aziende e di valorizzare i prodotti sul piano qualitativo e commerciale, l’Organizzazione Comune di Mercato costituisce, infatti, un importante strumento a sostegno dell’ortofrutticoltura: un modello positivo che dovrebbe essere esteso anche ad altri settori produttivi”.
“Il grande sviluppo registrato da Finaf in questi anni – conclude Cera – è il frutto delle efficaci politiche di concentrazione e aggregazione della produzione, realizzate nell’ambito dei Programmi Operativi previsti dai Regolamenti Comunitari dell’Ocm, e del costante aumento della gamma di servizi offerti ai soci, che presto si arricchirà ulteriormente grazie al processo di modernizzazione recentemente approvato dal Consiglio di Amministrazione della Aop”.

venerdì 15 aprile 2011

COLDIRETTI, UN VIAGGIO A KM ZERO NELLE SCUOLE FERRARESI PER IMPARARE L’IMPORTANZA DELL’ETICHETTA E DELL’ORIGINE DEI PRODOTTI.

Fonte: Coldiretti Ferrara

Continuano gli incontri nelle scuole primarie di Ferrara e provincia con il progetto Educazione alla Campagna Amica di Coldiretti, O.P. Chiara e CAP Ferrara. Alla scoperta delle stagioni, dell’origine dei prodotti e dell’importanza della sana alimentazione e del rispetto ambientale.

“I prodotti della nostra terra non fanno il giro della Terra” è il titolo del progetto Coldiretti per gli incontri con gli studenti delle scuole primarie ferraresi che stanno ormai volgendo al termine.
Sono oltre cinquecento i ragazzi coinvolti e chiamati a lavorare sull’argomento che intende offrire, anche attraverso attività di gioco e socializzazione familiare, il concetto delle produzioni agricole e del cibo di produzione locale, in relazione alle stagioni ed alla corretta lettura delle etichette, alla caccia dei tarocchi e degli inganni.
Agli incontri in aula nel corso dei quali si racconta nel modo più semplice possibile il legame tra i prodotti agricoli e ciò che troviamo sulla nostra tavola, stimolando la riflessione sulle produzioni nostrane e quelle di altri luoghi di produzione, si abbinano alcune attività ludiche nel corso delle quali si invitano i ragazzi ad identificare, con il calendario della frutta e della verdura, le giuste stagioni di raccolta e consumo dei prodotti agricoli, e dall’altra per i ragazzi più grandi, a simulare la spesa di alcuni prodotti ed a leggere attentamente l’etichetta alla ricerca dell’origine degli ingredienti ma anche di quegli elementi che non consentono la piena trasparenza e consapevolezza di ciò che si acquista.
Oltre a questa attività in aula si è promosso un concorso basato sulla rilevazione di pranzo e cena, tracciando l’origine e dunque la distanza dei prodotti consumati: vincerà la classe che riuscirà ad accumulare meno km in assoluto, ovvero a consumare prioritariamente prodotti italiani della filiera agricola, possibilmente a km zero.
A fine maggio la premiazione del concorso in una azienda di Coldiretti Ferrara.

Pubblicazione dei bandi per le misure dell'Asse 3 del PSR 2007-2013

FONTE: AGRESTE

Sono stati pubblicati giovedì 14 Aprile sul Bollettino Ufficiale della Regione Emilia – Romagna i bandi per l’attuazione delle misure dell’Asse 3 del PSR 2007-2013, che riguarda la “Qualità della vita nelle zone rurali e la
diversificazione dell’economia rurale”.
Nello specifico le misure a bando prevedono aiuti in conto capitale finalizzati alla diversificazione dei redditi in attività non agricole, come agriturismi, fattorie didattiche, o aziende che installano impianti per la produzione di energie da fonti alternative.
Altri aiuti sono aperti anche a soggetti pubblici e riguardano:
- incentivazione delle attività turistiche
- investimenti in servizi essenziali per l'economia rurale come l’ottimizzazione della rete acquedottistica il miglioramento della viabilità locale o la realizzazione di impianti pubblici per la produzione di energia da biomassa
- sviluppo e rinnovamento dei villaggi
- formazione e informazione degli operatori economici

Per maggiori informazioni ci si può rivolgere allo Sportello Info Asse 3.
Gli orari di apertura sono:
MARTEDI': dalle 8.30 alle 13.30 e dalle 14.00 alle 17.00 presso gli Uffici della Provincia, in Via Bologna 534 - 3° piano.
GIOVEDI': dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00 presso GAL DELTA 2000 a San Giovanni di Ostellato (Fe), Strada Luigia 8.
Si riceve su appuntamento chiamando:
martedì allo 0532/299776 - giovedì allo 0533-57693
e-mail: infoasse3@provincia.fe.it
Ref. Chiara Longhi - cell. 331-6283666

Clicca qui per leggere i bandi della Provincia di Ferrara

REDDITIVITA' IN CADUTA LIBERA PER L'ALLEVATORE SUINICOLO

FONTE: Rassegna Suinicola Internazionale di Reggio Emilia

Presentato oggi dal CRPA il quadro economico della suinicoltura italiana nel contesto europeo.

La suinicoltura italiana attualmente si trova in una condizione economica molto difficile in seguito al forte incremento delle quotazioni dei cereali e della farina di soia.

Nel 2010 - rileva il CRPA di Reggio Emilia presentando oggi alla Rassegna Suinicola Internazionale l’annuale analisi sulla filiera - i costi di produzione della carne suina in allevamenti a ciclo chiuso sono mediamente cresciuti del 4,6% rispetto al 2009, in particolare in seguito all’aumento dei costi di alimentazione (+6,6%). Il costo complessivo nel 2010 si è attestato a 1,36 € per kg peso vivo. Considerando che il prezzo medio del suino pesante nel 2010 è stato pari al prezzo medio del 2009, la redditività degli allevamenti suinicoli italiani è calata, e le aziende hanno chiuso con una perdita netta di 0,05 € al kg peso vivo.

I costi di produzione del magroncello di 35 kg – prosegue il CRPA - sono cresciuti in modo analogo ai costi del suino di 160 kg (+4,5%) per effetto dei costi di alimentazione lievitati del 5,3%. Anche per questo settore si è registrato un calo netto della redditività.

Gli ingrassatori hanno subito un aumento dei costi di produzione più contenuto rispetto ai colleghi del ciclo chiuso e del ciclo aperto, registrando un aumento pari all’1,5%, grazie al contenimento dei prezzi d’acquisto dei magroncelli.

Il CRPA evidenzia inoltre come, nei confronti dei principali Paesi europei, i suinicoltori italiani sostengano un costo di produzione superiore mediamente del 19%. Il divario è da attribuire al maggior onere per la produzione del suino pesante rispetto ai suini leggeri europei e ad un livello di efficienza tecnica inferiore degli allevamenti nazionali. I costi di produzione più bassi si rilevano in Danimarca e in Francia con 1,41 e 1,37 € al kg peso morto rispetto a 1,73 € al kg dell’Italia. La forte competitività dei produttori suinicoli danesi e francesi è da attribuire all’elevata produttività delle scrofe, che arrivano a produrre 27 suinetti svezzati per scrofa.

Nel 2010 le importazioni italiane di carne suina hanno raggiunto un nuovo record, pari a 1,04 milioni di tonnellate con un incremento rispetto al 2009 del 12,8%. L’aumento – spiega il CRPA - riguarda in prevalenza le cosce fresche per la produzione del prosciutto crudo non DOP e del prosciutto cotto (+15% rispetto al 2009). Nel contempo anche l’export dei prodotti lavorati è aumentato in modo significativo (+8,2%). Si tratta per lo più di prosciutti crudi (+7,4%), salami (+13,8%) e mortadella (+15,9%).

Senza significative variazioni, nel 2010, la valorizzazione del suino pesante dall’allevatore al dettagliante. Se a livello dell’allevatore i ricavi sono rimasti invariati – rileva l’analisi del CRPA -, i macelli incassano solo lo 0,2% in più rispetto al 2009, mentre l’industria di trasformazione ha visto calare le proprie entrate dello 0,2%. Per i dettaglianti, infine, si registra un incremento del fatturato pari allo 0,8%.

giovedì 14 aprile 2011

COLDIRETTI, NELLA CATEGORIA IN GENERATION VINCE L’OSCAR GREEN L’AZIENDA DEI FRATELLI BASSI DI VOLANIA DI COMACCHIO.


Fonte: Coldiretti Ferrara

Nella fase regionale di Oscar Green, il premio dedicato da Coldiretti alle imprese ad alto contenuto di innovazione e capacità imprenditoriale si afferma La Corte dei Sapori dei fratelli Bassi.

In generation, sezione dedicate alle imprese più “giovani”, ovvero con meno di 1 anno di attività, all’interno del concorso Oscar Green è stato attribuito quest’anno, per la fase regionale emiliano-romagnola, ad una azienda ferrarese, anzi comacchiese, ovvero La Corte dei Sapori dei fratelli Matteo e Danilo Bassi di Volania.
Il loro progetto d’impresa è stato quello di specializzarsi nella filiera corta, mettendo a valore i prodotti aziendali, dagli ortaggi al vino e nel creare un punto vendita, accreditato al circuito di Campagna Amica, dove vendere direttamente carne e salumi di propria produzione ottenuti dagli animali allevati nella stessa azienda.
I vincitori delle diverse categorie nella fase regionale, oltre a ricevere a breve un premio, sono anche ammessi alla fase nazionale, nella quale speriamo di poter avere ancora soddisfazione.

COLDIRETTI, MARTEDI 19 INCONTRO CON I SOCI DI FERRARA E PORTOMAGGIORE INTERESSATI ALLE ATTIVITA’ DI RICERCA DI IDROCARBURI DI ALEANNA RESOURCES

Fonte: Coldiretti Ferrara

Riunione alle 21,00 presso la Sala Convegni Coldiretti di Via Bologna per capire le procedure ed i tempi della ricerca di petrolio e metano a Ferrara e comuni limitrofi.

La società ALEANNA RESOURCES ha ottenuto dal Ministero dello Sviluppo Economico l’autorizzazione alla ricerca di idrocarburi in un’area di circa 15.000 ettari, interessanti per la gran parte il comune di Ferrara.
La tecnologia di ricerca mineraria utilizza la riflessione delle onde sonore, generate da appositi “trattori” e raccolte da geofoni in grado di ricostruire la mappa del suolo profondo in base al tipo di onda riflessa. Non si tratta dunque di tecniche particolarmente invasive anche se ovviamente l’accesso ai fondi agricoli deve seguire certe procedure ed i conduttori delle aziende interessate devono poter contare su accordi precisi in ordine a modalità di entrata, transito ed eventuali danni ai propri terreni e colture.
Per chiarire con i diretti interessati queste tematiche Coldiretti ha organizzato per martedì 19 aprile, alle 21,00 presso la propria sede provinciale di Via Bologna, 637 a Chiesuol del Fosso un incontro con i soci delle zone di Ferrara e Portomaggiore, alla presenza del capo servizio di assistenza sindacale, Valeriano Tagliati, del direttore della Federazione, Luigi Zepponi e del presidente Mauro Tonello, oltre che dei Segretari di Zona di Ferrara, Thomas Serafini e di Portomaggiore Stefano Menegatti e di Copparo Paolo Ferrozzi.

FEDERBIO E WWF ITALIA: PROTOCOLLO D’INTESA PER PROMUOVERE L’AGRICOLTURA BIOLOGICA A FAVORE DELLA BIODIVERSITA'

Fonte: Ufficio stampa WWF Italia e Ufficio stampa FederBio

Roma, 13 aprile 2011 – E’ stato firmato oggi il Protocollo d’Intesa tra FederBio, Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica, e il WWF Italia per la promozione e la realizzazione di azioni e progetti per l’analisi, la definizione e la divulgazione di modelli praticabili di gestione multifunzionale delle aziende agricole biologiche e biodinamiche, che siano sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico, e funzionali al raggiungimento degli obiettivi specifici dell’area di lavoro agricoltura della Strategia Nazionale Biodiversità, all’attuazione della Conservazione Ecoregionale nelle Alpi e nel Mediterraneo centrale, all’attuazione delle altre Strategie e Programmi a livello europeo, nazionale e regionale definiti per affrontare le sfide ambientali indicate dalla Politica Agricola Comune dell’Unione Europea.

Il WWF Italia ha infatti riconosciuto il ruolo dell’agricoltura biologica e la gestione multifunzionale dell’Azienda agricola come elementi di forza per promuovere una gestione sostenibile del territorio rurale. La multifunzionalità tipica dell’agricoltura biologica, che si basa sulla diversificazione delle funzioni svolte dall’imprenditore agricolo, da quella produttiva, a quella ambientale, a quella paesaggistica, ricreativa, educativa, culturale, permette di realizzare pratiche di lavoro basate sulla tutela e sulla valorizzazione dell’ambiente, delle tipicità territoriali, anche nel mercato del turismo di qualità e dei servizi pubblici per una vera riqualificazione ecologica dei luoghi e degli ecosistemi, per la tutela della biodiversità, della tipicità del territorio e del paesaggio agricolo intorno ai quali ricostruire/potenziare l’offerta di servizi e le possibilità di occupazione.
Il Protocollo d’Intesa vuole ulteriormente promuovere tutte quelle attività che permettano il raggiungimento degli obiettivi specifici individuati nell’area di lavoro agricoltura della Strategia Nazionale Biodiversità, che prevedono in particolare la conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità agricola e la tutela e la diffusione di sistemi agricoli e forestali ad alto valore naturale.

“L’agricoltura biologica è sinonimo di garanzia per la tutela della biodiversità – commenta Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio – L’imprenditore agricolo che coltiva e alleva con metodo biologico sostiene culturalmente, socialmente e territorialmente il paesaggio e promuove lo sviluppo sostenibile e la conservazione della biodiversità del territorio rurale. Proprio nella conservazione della biodiversità l’agricoltore bio assume un ruolo fondamentale di attore sul territorio: la premessa fondamentale è che la concretizzazione di questo ruolo può avvenire solamente tramite un adeguato riconoscimento economico per l’attività imprenditoriale agricola finalizzata alla tutela della biodiversità e del paesaggio”


Stefano Leoni, Presidente del WWF Italia – “Il WWF Italia guarda sempre con attenzione al mondo delle imprese, soprattutto quelle proiettate verso la sostenibilità. Per quanto riguarda l’agricoltura sostenibile l’impegno parte da lontano, precisamente dal 1988 con la “Campagna per la Campagna” quando indicavamo l’agricoltura biologica come alternativa lungimirante a quella intensiva che ha inquinato per anni le falde idriche con l’atrazina, che contamina il nostro cibo con i pesticidi o che distrugge il paesaggio. In oltre venti anni l’agricoltura europea ed italiana ha visto crescere il settore del biologico nelle superfici coltivate, nelle aziende certificate e tra i consumatori: con questa importante alleanza WWF e FederBio si uniscono per le nuove sfide ambientali della Politica Agricola Comune dell’Unione Europea post 2013”.

In particolare la collaborazione tra WWF Italia e FederBio prevede azioni volte alla promozione dell’agricoltura biologica e biodinamica nell’ambito della Politica Agricola Comune dell’Unione Europea e dei suoi strumenti di attuazione a livello nazionale e regionale, anche attraverso comuni azioni politico – istituzionali; la divulgazione dei positivi effetti dell’agricoltura biologica e biodinamica sugli ecosistemi e sui processi ecologici, attraverso comuni progetti ed attività di ricerca, informazione, comunicazione, educazione ambientale ed alimentare; la promozione e la realizzazione di progetti e attività per la valutazione economica dei servizi forniti dalle aziende agricole biologiche e biodinamiche per la tutela dei beni comuni (biodiversità, paesaggio e risorse idriche); la promozione e la realizzazione di progetti ed attività per l’identificazione e la divulgazione delle buone pratiche per la conservazione della biodiversità, il contrasto e l’adattamento ai cambiamenti climatici, la gestione sostenibile delle risorse idriche nelle aziende agricole biologiche e biodinamiche in Italia; la realizzazione di seminari tematici da realizzare in diverse sedi sul territorio nazionale in grado di presentare le tecniche e metodologie d’intervento dell’agricoltura biologica e biodinamica più utili e funzionali alla conservazione di habitat e specie legate ai sistemi agricoli e forestali, al contrasto e adattamento ai cambiamenti climatici, alla gestione sostenibile delle risorse idriche in relazione al loro utilizzo in agricoltura, presentando per i diversi aspetti della multifunzionalità delle aziende agricole biologiche alcune significative esperienze già realizzate a livello regionale;la promozione del gruppo di lavoro interdisciplinare nazionale dedicato alla sostenibilità e alla multifunzionalità in agricoltura per la conservazione della biodiversità e del paesaggio, già attivato e coordinato dal WWF Italia.

mercoledì 13 aprile 2011

Scoperto falso mais biologico

FONTE: www.estense.com

Maxi sequestro in un’azienda agricola di Runco

Runco. Ben quattrocento tonnellate di falso mais biologico sono state sequestrate agenti dell’Icqrf, l’ispettorato repressioni e frodi del ministero delle politiche agricole. L’intervento è stato eseguito dopo che lunedì erano arrivate nell’ufficio dell’Ispettorato i risultati delle analisi fatte sul mais dell’azienda agricola in questione, stanziata a Runco, frazione di Portomaggiore.

Dai rilievi scientifici sembra che il mais selezionato per l’indagine contenesse un antiparassitaria con un principio attivo incompatibile con la coltivazione biologica del cereale.

Il provvedimento di sequestro è stato inviato alla procura di Ferrara per eventuali misure.

martedì 12 aprile 2011

CRISI SUINICOLTURA, DA BOLOGNA LE RICHIESTE DEL "TAVOLO REGIONALE" AL MINISTRO ROMANO.

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia Informazione e Ufficio Stampa

Rabboni: di fronte all'inerzia nazionale potremmo proporre alle Regioni del nord la costituzione di accordo quadro interregionale che coinvolga l'intera filiera, così come sta accadendo per il pomodoro da industria

Bologna -Un accordo quadro nazionale tra allevatori e trasformatori con l’obiettivo di dare certezze per quanto riguarda le quantità produttive, le caratteristiche qualitative del suino, i meccanismi di formazione dei prezzi e la gestione dei nuovi sistemi di classificazione delle carcasse. Ma anche la messa a punto entro l’estate di un Piano nazionale di settore con risorse adeguate su base pluriennale per sostenere il comparto nella gestione di alcune particolari criticità: ristrutturazione del debito, promozioni sui mercati esteri, ricerca e innovazione, misure di accompagnamento al decollo della etichettatura europea e del Sistema Qualità Nazionale delle carni.
Alla vigilia dell’apertura a Reggio Emilia della Rassegna suinicola internazionale sono queste le richieste che arrivano dal tavolo regionale della filiera suinicola che si è riunito ieri a Bologna presso la sede della Regione, per esaminare le azioni di contrasto alla crisi della suinicoltura pesante. Al termine dell’incontro, cui è intervenuta anche la neo presidente nazionale dell’Associazione industriali delle carni, Lisa Ferrarini, i rappresentanti delle Associazione professionali agricole, cooperative e dei sindacati dei dipendenti hanno condiviso le proposte dell’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni che ora verranno sottoposte al ministro delle politiche agricole Saverio Romano, alle altre Regioni del nord, al sistema bancario. In particolare Rabboni ha annunciato che chiederà al Ministro la convocazione di un incontro nazionale.
Non solo. “Il settore è alle prese con una perdurante crisi dovuta al divario tra la stagnazione dei prezzi della carne e l’aumento dei costi di produzione a partire da quelli dei mangimi - ha spiegato Rabboni - qualora si incontrassero difficoltà a dare corso a queste due iniziative, di fronte all’inerzia nazionale proporremo alle Regioni del nord Italia di promuovere congiuntamente un accordo quadro interregionale, dal momento che in questi territori si concentra la maggior quota di allevamenti e di industrie di trasformazione. Come sta avvenendo per il pomodoro da industria, potrebbe dunque essere costituito uno specifico Organismo Interprofessionale interregionale della filiera suinicola.”

Le iniziative in corso in Emilia-Romagna per il comparto suinicolo
A sostegno della ristrutturazione del debito è già disponibile in Emilia-Romagna una convenzione tra Regione, ISMEA e Agrifidi regionali che nelle prossime settimane verrà riproposta agli allevatori e alle banche. Inoltre per l’ammodernamento del comparto la Regione ha concesso contributi nell’ultimo biennio per complessivi 25 milioni di euro tra misure a investimento, progetti di filiera e miglioramento del benessere animale. La Regione infine sta lavorando ad una riduzione dei carichi amministrativi per gli allevamenti. L’occasione è l’aggiornamento del piano d’azione regionale in attuazione della direttiva nitrati dove si prevede di eliminare l’obbligo della comunicazione degli spandimenti per le aziende prive di allevamenti e una imminente proposta di legge della Giunta regionale per dare vita ad un Registro Unico dei Controlli da svolgere presso le aziende agricole.

lunedì 11 aprile 2011

Prorogata al 15 aprile la presentazione della denuncia annuale di produzione vivaistica

FONTE: REGIONE EMILIA - ROMAGNA

Le aziende vivaistiche in possesso di autorizzazione regionale devono presentare entro il 15 aprile, la denuncia di produzione relativa all’anno precedente, come prescritto dalla L. R. 20 gennaio 2004, n. 3. Il termine ( inizialmente indicato al 31 marzo scorso) e le modalità di presentazione della denuncia annuale, sono stabilite dalla determinazione del Responsabile del Servizio fitosanitario n. 107 dell’11/01/2011.

A partire dallo scorso anno la dichiarazione annuale di produzione per aziende florovivaistiche si effettua on-line, mediante l’apposito programma disponibile su questo portale “ermesagricoltura” alla pagina sotto indicata. Il programma ripresenta sostanzialmente le pagine del modulo cartaceo noto da tempo alle aziende, e al termine della compilazione si occuperà di produrne la stampa e la protocollazione automatica sul protocollo regionale, sgravando l'utente da ogni ulteriore incombenza.

E' disponibile anche una funzione di duplicazione dell'ultima denuncia effettuata on-line, per facilitare la compilazione negli anni seguenti. Il programma è accessibile alle singole aziende nonché agli operatori dotati di esplicito mandato.

A VINITALY I MINISTRI BRAMBILLA E ROMANO SIGLANO IL PROTOCOLLO PER PROMUOVERE IL TURISMO ENOGASTRONOMICO

FONTE: VERONAFIERE

Il presidente Riello: «Verona capitale delle fiere agroalimentari italiane»

A VINITALY I MINISTRI BRAMBILLA E ROMANO

SIGLANO IL PROTOCOLLO PER PROMUOVERE

IL TURISMO ENOGASTRONOMICO

La firma dell’accordo oggi a Veronafiere. Obiettivo: «Valorizzare il sistema “turismo & agroalimentare”, attraverso i distretti turistico–agroalimentari a livello nazionale con nuovi itinerari di eccellenza per promuovere l’immagine del brand Italia».

Verona, 9 aprile 2011 – Veronafiere si conferma il principale polo fieristico dell’agroalimentare italiano e a Vinitaly, nel primo pomeriggio di oggi, il ministro delle Politiche agricole, Francesco Saverio Romano, e del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, hanno siglato un protocollo d’intesa per promuovere in maniera coordinata il turismo enogastronomico.

«Proprio nel ’93 a Vinitaly è partito il primo movimento sul turismo legato all’agroalimentare e all’enogastronomia di qualità – ha ricordato il presidente di Veronafiere, Ettore Riello -. Parliamo di un settore fondamentale per il rilancio dell’economia e che coinvolge contemporaneamente storia, cultura, ambiente e territorio. E Veronafiere riassume in sé tutti questi valori, attraverso brand di riferimento internazionale come Vinitaly, Sol, Agrifood, Siab, strumenti di valorizzazione per le imprese ad ampio spettro».

Proprio sul fronte dell’effetto di traino di Veronafiere sull’economia nazionale, Riello ha invitato ufficialmente i ministri Brambilla e Romano alla prossima edizione di Fieracavalli (3-6 novembre 2011), «manifestazione che promuove la vicinanza fra l’uomo, gli animali, l’ambiente, ma anche il turismo».

Il protocollo fra i ministeri delle Politiche agricole e del Turismo, siglato oggi a Vinitaly, ha durata biennale (rinnovabile tacitamente per altri due anni) e si pone l’obiettivo di valorizzare il sistema “turismo & agroalimentare”, attraverso i distretti turistico–agroalimentari a livello nazionale con nuovi itinerari di eccellenza per promuovere l’immagine del brand Italia.

«La bottiglia di vino italiano è il miglior ambasciatore del nostro Paese, presente in 150 Stati – ha osservato il ministro delle Politiche agricole, Saverio Romano -. Il mondo del vino vale quattro miliardi nella bilancia dell’export, uno dei pochi settori in cui il saldo commerciale è attivo. Le esportazioni di vino italiano nel mondo, in particolare, rappresentano il 20 per cento di tutto l’export agroalimentare. Per questo con il protocollo di oggi intendiamo elevare le eccellenze dell’agroalimentare italiano sullo stesso piano del vino, facendole diventare uno strumento di marketing, di accoglienza e di valorizzazione strategica dell’intera economia».

Secondo il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, «il turismo e l’agroalimentare sono due asset strategici per il nostro sistema Paese. Con questo protocollo intendiamo promuovere congiuntamente la cultura dell’enogastronomia di tutti i territori italiani, dal momento che nel 2010 i turisti enogastronomici sono stati 18 milioni».

venerdì 8 aprile 2011

CON VINITALY VIAGGIO ALLA SCOPERTA DEL VINO ITALIANO NEL MONDO PER ESPORTARE DI PIU’

Fonte: Ufficio Stampa Vinitaly

Conoscere le dinamiche che determinano l’aumento della domanda di vino italiano, quali trend di crescita della ricchezza di un Paese o maturità del consumatore in un altro, è importante per impostare strategie di promozione e marketing. Con lo studio su “Il vino italiano nel mondo. Confronti, riflessioni, tendenze” Vinitaly dà uno strumento per capire come affrontare la competizione internazionale.

Verona, 8 aprile 2011 - Il vino italiano nel mercato estero sta vivendo una fase di brillante competitività e di contenute pressioni competitive con buone prospettive anche per il 2011. Lo dice lo studio Vinitaly/Acqua Market Research dal titolo “Il vino italiano nel mondo. Confronti, riflessioni, tendenze, presentato durante il secondo giorno del più importante salone internazionale dedicato al vino, in corso a Verona fino all’11 aprile (www.vinitaly.com). Presenti Massimo Bernetti di Umani Ronchi, Manfredi Minutelli di Buonitalia, Giovanni Mantovani direttore generale di Veronafiere ed Elena Amadini brand manager di Vinitaly.
Dallo studio, esposto da Andrea Cimenti di Acqua Group, è emerso un chiaro rapporto tra consumi di vino e ricchezza dei Paesi dove il vino italiano viene esportato. I primi 9 Paesi al mondo per incremento in valore di vino italiano importato nel 2010 (Emirati Arabi, Hong Kong, Israele, Slovacchia, Ungheria, Russia, Romania, Cina e Ucraina) presentano infatti un trend positivo della ricchezza negli ultimi 5/10 anni.
Nonostante l’incertezza del panorama economico internazionale, secondo le aziende vinicole intervistate il prodotto italiano continua a vivere, in ambito internazionale, una stagione complessivamente positiva grazie a una serie di fattori tra cui la forza del made in Italy, il miglioramento dei processi produttivi che conferiscono qualità al prodotto e la varietà dei vitigni che rende unica e fortemente caratterizzante l’offerta di prodotti enologici italiani.
Lo studio ha delineato anche le tendenze dei consumi distinguendo tra mercati maturi e quelli emergenti. I primi (Paesi del Nord America ed europei) sono caratterizzati da una buona attitudine al consumo di vino sia tra le mura domestiche sia fuori casa, una esperienza nella degustazione, una tendenza a bere leggero e lo sviluppo della GDO che fa da contraltare al canale Ho.Re.Ca.
Nei mercati emergenti (tra i quali i Paesi del Sud America, dell’Europa dell’Est, dell’Asia e dell’Estremo Oriente), invece, il vino non è parte integrante delle abitudini alimentari, ma desta interesse perché rivela importanti tassi di crescita a fronte di una scarsa esperienza nella degustazione e nella valutazione del prodotto. In questi Paesi è ancora forte, quindi, l’idea di un consumo elitario marcato da un prezzo elevato.
Sfruttando le possibilità offerte dall’Ocm vino, è possibile ora fare una promozione all’estero coordinata tra soggetti interessati, ma anche di qualità, in virtù del cofinanziamento del 50% richiesto a chi beneficia delle iniziative che richiede un ritorno vero dell’investimento. Un’opportunità da sfruttare anche per entrare in Paesi emergenti ancora poco conosciuti, perché essere pionieri dà delle possibilità maggiori in prospettiva, vista la forte competizione esercitata dagli altri Paesi esportatori.

NELLA GDO CRESCONO I VINI DI FASCIA ALTA E LE VENDITE DI SPUMANTE ITALIANO

Fonte: Ufficio Stampa Vinitaly

Presentate oggi a Vinitaly le proposte per migliorare la comunicazione del vino tra gli scaffali e favorire l’ingresso di piccole aziende vinicole nella grande distribuzione.

Verona, 8 aprile 2011 - Se le vendite di vino diminuiscono anche nei supermercati, che ne distribuiscono più del 60%, allora è necessaria una maggiore collaborazione tra cantine e catene distributive per affrontare le sfide del mercato. L’ampliamento degli assortimenti e la leva del prezzo e delle promozioni sembrano non essere più sufficienti. Le nuove proposte vanno dall’installazione nelle corsie dei supermercati di terminali touch screen che informino sul vino, all’introduzione della figura dell’esperto tra gli scaffali, alla realizzazione di piattaforme comuni tra piccole aziende agricole per poter entrare nella grande distribuzione.
Questo è emerso oggi a Vinitaly nel corso della tavola rotonda “Dalla vigna allo scaffale”, organizzata da Veronafiere, cui hanno partecipato i rappresentanti di Federvini, Federdistribuzione, Coop, Conad, Confagricoltura, Movimento Consumatori, e condotta da Luigi Rubinelli direttore di Mark Up-Il Sole 24 Ore.
Le statistiche sull’andamento del mercato del vino nella Grande Distribuzione nel 2010 sono state presentate da SymphonyIri Group, che ha svolto una ricerca per conto di Vinitaly: il vino confezionato (vino in bottiglia, da tavola e a denominazione d’origine, e vino in brik) scende dello 0,9% a volume rispetto al 2009; crescono le vendite delle bottiglie di vino a denominazione d’origine del 2,3% a volume ed aumentano ancora le vendite dello Spumante Italiano che cresce di 1,1% (se ci limitiamo al Metodo Classico la crescita sempre è dell’1,7%) con lo champagne francese che cala del 5,2%.
L’attenzione dei consumatori per i vini a denominazione d’origine, attirati anche dalle promozioni, è crescente: aumenta del 3,7% la fascia tra i 5 e i 6 euro; dell’1,4% la fascia tra i 3 e i 5 euro; dell’1,2% della fascia sotto i 3 euro (tutti a volume).
La presenza della Gdo a Vinitaly 2011 è stata caratterizzata, oltre che dalla tavola rotonda, dal tradizionale “GDO Buyers Club”, un’area dedicata agli incontri commerciali tra grande distribuzione e cantine espositrici a Vinitaly, cui hanno partecipato Coop, Carrefour, Selex, Billa, Pam, Interdis, Sisa, Sigma, Lombardini e decine di cantine.

FEDERBIO – LIPU – WWF AL NEO MINISTRO DELL’AGRICOLTURA ROMANO: SERVE UN IMPEGNO FORTE DELL’ITALIA PER UN’AGRICOLTURA EUROPEA AMICA DELL'AMBIENTE

Fonte: Wwf - Lipu - Federbio

FEDERBIO, LIPU-BirdLife Italia e WWF Italia chiedono al neo Ministro dell’Agricoltura, Saverio Romano, un suo impegno prioritario a favore della riforma della PAC per un’agricoltura capace di gestire le maggiori sfide ambientali globali, dalla conservazione della biodiversità, all’adattamento ai cambiamenti climatici, alla gestione sostenibile delle risorse idriche.

FederBio, LIPU-BirdLife Italia e WWF Italia auspicano un forte impegno personale del nuovo Ministro dell’Agricoltura per rafforzare la posizione del Governo italiano nell’ambito del negoziato europeo in corso.

Per le tre Associazioni il Governo italiano non ha fino ad oggi pienamente interpretato e sostenuto le enormi potenzialità ed opportunità che le sfide ambientali possono offrire per un positivo protagonismo delle aziende agricole italiane, che presentano per dimensione e modalità di gestione una particolare vocazione alla multifunzionalità ed alle produzioni di qualità legate alla tutela e valorizzazione della biodiversità e dei nostri paesaggi.

FederBio, LIPU-BirdLife Italia e WWF Italia confidano per questo in un personale impegno del neo Ministro dell’Agricoltura a favore di una riforma ecologica della PAC, e in un sostegno convinto per l’adozione di tutti i provvedimenti necessari (che riassumiamo nella Scheda allegata sui “punti di dettaglio”) per rendere protagonista l’agricoltura europea nelle complesse sfide ambientali che dovremo necessariamente affrontare nell’immediato futuro.

VINITALY DETTA LE STRATEGIE PER RICONQUISTARE IL CONSUMATORE ITALIANO

Fonte: Ufficio Stampa Vinitaly

Il tema del recupero del mercato interno alla luce del calo tendenziale del consumo pro capite, lanciato da Vinitaly fin da febbraio con le interviste di “Aspettando Vinitaly”, ha trovato, con la presentazione della ricerca “Ma gli italiani amano ancora il vino? Le ragioni del consumo interno”, una sintesi scientificamente supportata delle strategie necessarie per riconquistare i consumatori italiani.

Verona, 7 aprile 2011 - In tempi di crisi la “scorciatoia” della leva prezzi non rappresenta la soluzione migliore. Scendere di qualità non paga perché soltanto le imprese che si collocano nella fascia più alta hanno una redditività tale da assorbire la riduzione dei margini e vantano una capitalizzazione maggiore con un migliore equilibrio finanziario. Lo dice lo studio Vinitaly/Confcommercio “Ma gli italiani amano ancora il vino? Le ragioni del consumo interno” presentato nel primo giorno del Salone internazionale dei vini e distillati in corso a Verona fino all’11 aprile.
La ricerca è stata divisa in due parti: la prima, attraverso la società Unicab di ricerche di mercato, ha “tastato il polso” a un campione rappresentativo della popolazione italiana e a un panel di opinion leader scelto fra produttori, enologi, consulenti del comparto, giornalisti per valutare da un lato il sentiment del pubblico nei confronti del vino e dall’altro capire le ragioni del costante e progressivo calo dei consumi individuali in Italia; la seconda, realizzata dal Laboratorio delle Imprese del Banco Popolare, basata sull’analisi di oltre 200 rendiconti annuali (quelli ufficiali depositati in Centrale dei Bilanci con esclusione delle cooperative) che rappresentano l’80% del fatturato del Sistema vino italiano, ha esaminato i bilanci delle principali cantine italiane nel periodo 2007-2009 per individuare le categorie che meglio hanno retto alla crisi e le caratteristiche che dovranno avere, anche come posizionamento di prodotto, nei prossimi anni per crescere.
A queste due ricerche, si è affiancata una lunga serie di interviste che dal febbraio scorso Vinitaly ha realizzato settimanalmente intervistando 35 personalità del settore vitivinicolo (istituzioni, produttori, giornalisti, associazioni, esperti di marketing e immagine) aprendo un dibattito sul sito htt://aspettando.vinitaly.com
Dal campione di consumatori emerge che:
• il vino si beve essenzialmente a casa, mentre il ruolo di ristoranti, pub ed enoteche è marginale per una buona fetta di consumatori. Appena il 40% degli italiani bere vino tutti i giorni; il 28,3% due, tre volte a settimana. Un terzo del campione beve vino assai più raramente. Analizzando questi dati per classi di età emerge un consumatore abituale mediamente anziano, sopra i 50 anni;
• gli italiani dicono che il vino fa bene, che esprime soltanto valori positivi e non lo ritengono un prodotto di moda. Il vino rappresenta proprio l’italianità, il vino non è più un alimento, ma resta una parte fondamentale del nostro sentirci parte della comunità;
• gli italiani però ammettono di non conoscere il vino (la metà si giudica in materia totalmente incompetente) e che la marca è determinante nella scelta di acquisto solo nelle occasioni importanti;
• la maggioranza del campione non ha radicalmente modificato le proprie abitudini di consumo, ma il numero degli italiani che li ha ridotti, in generale per motivi di salute, è più del doppio di quanti invece hanno incrementato i consumi, il 22,4% contro il 9,8.
Per il panel di esperti:
• il percepito del vino coincide con i risultati della popolazione su temi quali salubrità, piacevolezza, valori positivi e rappresentazione dell’italianità. Negli ultimi anni il vino italiano è inoltre cresciuto in qualità andando anche verso una maggiore facilità di beva;
• nello stesso periodo il mondo del vino non ha parlato correttamente coi consumatori; ha usato un linguaggio elitario (anche nell’etichettatura); non ha investito sufficientemente in pubblicità e promozione, confermando di fatto l’abbandono del presidio sulle nuove generazioni più sensibili di quelle più anziane alla pubblicità e alla comunicazione; non ha coinvolto i consumatori nell’individuare i nuovi vini dando troppo ascolto agli enologi e ai critici. Quindi, paradossalmente, ha prodotto vini che vanno incontro ai cambiamenti recenti delle abitudini della società italiana dimenticandosi però di “avvisarla”.
Le soluzioni individuate dal panel di esperti per riconquistare il mercato interno sono essenzialmente quattro:
• raccontarsi ed aprirsi di più al pubblico;
• intercettare i nuovi pubblici: donne e giovani avviando la sostituzione dei consumatori attuali;
• investire di più in comunicazione e pubblicità, che invece è segnalata in calo da buona parte della stampa di settore presente nel panel degli intervistati;
• favorire le aggregazioni fra i produttori per superare i limiti di comunicazione e commerciali determinati dall’eccessivo frazionamento della produzione.

giovedì 7 aprile 2011

Vinitaly, più 10% l'export dei vini emiliano-romagnoli

FONTE: REGIONE EMILIA - ROMAGNA

Vinitaly, più 10% l'export dei vini emiliano-romagnoli, il Lambrusco primo nella grande distribuzione, In crescita del 25% gli acquisti di Pignoletto. Rabboni: qualità, investimenti nella filiera e riorganizzazione commerciale i fattori del nostro successo. A Verona il nuovo sangiovese Giove, la Gran medaglia d'Oro a due Lambruschi e il titolo di benemerito del vino a Gianfranco Rossi dell'azienda piacentina Casabella

Bologna - Più 10% l’export dei vini emiliano-romagnoli nel 2010, il Lambrusco conquista il titolo di vino più venduto nei scaffali della grande distribuzione con una crescita del 6%, mentre il Pignoletto, un vino fino a pochi anni fa sconosciuto, vede un’impennata degli acquisti pari al 25%. Si apre sotto i migliori auspici per la vitivinicoltura emiliano-romagnola l’edizione 2011 del Vinitaly. Lo ha sottolineato oggi a Verona l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni partecipando all’inaugurazione della manifestazione, che ospita nel padiglione 1 il meglio dei vini emiliano-romagnoli con oltre 100 aziende e 300 vini in degustazione.
“Tra i fattori di questo successo – spiega Rabboni – c’è sicuramente l’aumento della personalità dei nostri vini, accompagnata da un rapporto qualità-prezzo che si conferma ancora tra i più convenienti in assoluto e sostenuta anche da nuovi disciplinari di produzione, quali la nuova Docg “Colli Bolognesi Classico Pignoletto” e le due nuove Doc piacentine “Ortrugo” e “Gutturnio . Completano il quadro i nuovi investimenti nei vigneti e nelle cantine resi possibili anche dalle risorse del Piano regionale di sviluppo rurale e le nuove iniziative sul fronte commerciale, come la decisione dei tre Consorzi del Lambrusco di Modena, Reggio Emilia e Mantova di darsi, per contrastare le imitazioni, un marchio collettivo per l’export”.
Ma le novità per l’Emilia-Romagna del vino non si fermano qui. Al Vinitaly è stata tenuto a battesimo oggi Giove un nuovo Sangiovese Doc superiore di collina realizzato con il contributo di 35 aziende produttrici da Rimini a Imola riunite nel nuovo Consorzio Appennino Romagnolo. Si tratta di un’importante novità nel panorama enologico italiano con un obiettivo ambizioso: quello di realizzare un vino di alta qualità, ma a costi contenuti in grado di affermarsi con successo anche nei mercati esteri.

Il Vinitaly premia i vini dell’Emilia-Romagna
Non solo campione delle vendite, ma anche sempre più un vino di elevata qualità. Un’ulteriore conferma dei successi del Lambrusco arriva anche dal Vinitaly dove il Lambrusco Marcello 2010 dell’azienda Ariola di Calicella di Pilastro (Pr) e il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro doc amabile "Il Fojonco" della società cooperativa agricola Cantine riunite & Civ di Campegine (Re) hanno ottenuto la gran medaglia d’oro, il massimo riconoscimento attribuito dagli esperti della manifestazione vitivinicola. Gianfranco Rossi direttore della storica azienda vitivinicola Casabella di Ziano Piacentino ha ottenuto infine il titolo di “Benemerito della vitivinicoltura italiana” per l’impegno e i risultati conseguiti nel valorizzare le straordinarie potenzialità enologiche del territorio piacentino.

INAUGURAZIONE DI VINITALY 2011 CON UNA NOVITA’: DAL 2012 LA RASSEGNA APRE DALLA DOMENICA AL MERCOLEDì

FONTE: VERONAFIERE

Il Salone internazionale dei vini e distillati inaugurato oggi dal ministro Romano

Annunciato dal presidente di Veronafiere Ettore Riello il cambio dei giorni di apertura, che dal giovedì al lunedì passano dalla domenica al mercoledì (1-4 aprile 2012). Un cambio strategico, per dare ancora più spazio al business. Alla cerimonia inaugurale presenti, oltre al ministro Saverio Romano, il ministro per i beni culturali Giancarlo Galan, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, il sindaco di Verona Flavio Tosi, il presidente della Provincia Giovanni Miozzi e presidente dell’Ice Umberto Vattani, il presidente di Federvini Lamberto Vallarino Gancia, il presidente dell’Uiv Lucio Mastroberardino e il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani.

Verona, 7 aprile 2011 – Inaugurazione di Vinitaly 2011 con la mente già proiettata al 2012, quando la manifestazione, che sarà in calendario dall’1 al 4 aprile, cambierà i giorni di apertura: non più dal giovedì al lunedì, ma dalla domenica al mercoledì.

La 45^ edizione del più importante salone internazionale dedicato ai vini e ai distillati registra già alla prima giornata di evento un’ottima affluenza di operatori professionali, confermandosi la più grande fiera per il business e la cultura del vino, con più di 4.000 espositori da 23 Paesi su oltre 92.000 metri quadrati espositivi netti e che con Sol, Agrifood Club ed Enolitech rappresenta un poker di manifestazioni unico al mondo.

“Vinitaly ridisegna le proprie date – ha spiegato durante la cerimonia di inaugurazione il presidente di Veronafiere Ettore Riello -. Una scelta importante che amplia le giornate dedicate al business, ma che intende favorire anche ristoratori, chef e titolari di wine bar, che beneficeranno di più giorni coerenti con le loro giornate di chiusura settimanale”.

Presente all’inaugurazione il ministro per le politiche agricole Saverio Romano, per il quale “Vinitaly rappresenta, fin dalla sua nascita, un momento fondamentale per il comparto, un’occasione unica per sottolineare, anche sotto il profilo vitivinicolo, la centralità dell’Italia a livello internazionale”.

Dal punto di vista politico, il ministro ha dichiarato che sta già lavorando sulla riforma dell’Ocm vino del post 2015. “Abbiamo un obiettivo chiaro: eliminare la norma che riguarda la liberalizzazione degli impianti. D’accordo con la Francia non permetteremo che vengano applicate nuove regole senza fornire ai produttori e alle filiere adeguate certezze di conservazione di quel valore di sistema che fino ad oggi ha consentito lo sviluppo del nostro made in Italy di qualità”.

Riguardo ai diritti di reimpianto, no del presidente della Regione Veneto Luca Zaia ”all’ipotesi di deregulation che l’Unione Europea vorrebbe applicare. Sarebbe questa una misura – ha spiegato - che danneggerebbe moltissimo gli operatori del settore”.

Nel suo discorso il ministro Romano ha affrontato il tema del calo dei consumi interni: “Mai come oggi – ha detto – è necessario pensare tanto all’export quanto al mercato nazionale, dove la riduzione dei consumati va affrontata attraverso una comunicazione mirata, che riporti il vino a quella che è la sua primaria natura di prodotto tradizionale italiano”.

Sulla comunicazione si gioca, secondo Zaia, “una battaglia di civiltà per salvare il settore vitivinicolo”, che sul tema del consumo di alcol e sicurezza stradale paga un conto non suo. “Oggi questo tema – ha detto Zaia - viene sempre più scaricato sulle spalle dei nostri viticoltori e c’è addirittura chi vorrebbe portare a zero il limite di alcol per chi guida. Ma se passa questa idea perdiamo i clienti dei ristoranti. Occorre invece ribadire con chiarezza che il 98% degli incidenti stradali in Italia non è causati dall’alcol, ma da ben altre ragioni e sostanze”.

L’importanza di un evento come Vinitaly non è circoscrivibile solo al settore vitivinicolo. Infatti, “Vinitaly è una grande occasione per tutta la città di Verona, ma anche per la nostra Regione e l’Italia – ha detto il sindaco Flavio Tosi -. La platea istituzionale presente oggi lo dimostra”. Per questo – ha detto Tosi – “la Fiera di Verona deve continuare a crescere, anche attraverso le opere che stiamo realizzando. Le chiavi per la ripresa sono ottimismo, volontà e voglia di crederci. E il sistema Verona queste chiavi le ha”.

D’accordo Giovanni Miozzi, presidente della Provincia di Verona: “La Fiera di Verona – ha detto - è il punto di riferimento per tutte le aziende che investono in un settore fondamentale per la nostra economia. Un comparto, quello vitivinicolo della nostra provincia, fondamentale anche a livello nazionale e internazionale, visto la fama dei nostri vini. Un’eccellenza che diventerà ancora più forte con l’apertura, a San Floriano, del Polo enologico”.

MINISTRO ROMANO: “NO ALLA LIBERALIZZAZIONE DELL’IMPIANTO DI NUOVE VIGNE”

FONTE: MIPAF

Così il Ministro delle Politiche Agricole Saverio Romano, durante l’inaugurazione della 45° edizione di Vinitaly.

“L’Europa deve continuare anche in futuro ad essere la stella polare delle nostre politiche, per il bene di ogni singolo Paese produttore e per questo stiamo già lavorando sulla riforma OCM Vino del post 2015, con un obiettivo chiaro: eliminare la norma che riguarda la liberalizzazione dell’impianto di nuove vigne. D’accordo con la Francia, porteremo con forza la nostra voce nell’ambito dell’Unione Europea: non permetteremo che vengano applicate nuove regole senza fornire ai produttori e alle filiere adeguate certezze di conservazione di quel valore di sistema, che fino ad oggi ha consentito lo sviluppo del nostro vino Made in Italy di qualità”.

Agricoltura, i "Frutti dell'Unità" in Emilia-Romagna - Un ciclo di seminari

FONTE: REGIONE EMILIA - ROMAGNA

Agricoltura, i "Frutti dell'Unità" in Emilia-Romagna - Un ciclo di seminari per raccontare come l'unificazione nazionale ha cambiato l'agricoltura emiliano-romagnola. Il primo appuntamento sabato 9 aprile alla Facoltà di agraria dell'Università di Bologna

Bologna - Dalla nascita delle scuole agrarie, all’affermarsi di alcune filiere tipiche dell’Emilia-Romagna, quali quella dell’ortofrutta e della zootecnia. In occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, la Regione promuove “I Frutti dell’Unità”, un ciclo di cinque seminari, per ripercorrere le tappe fondamentali che tra 800 e 900 hanno caratterizzato lo sviluppo dell’agricoltura emiliano-romagnola. Un viaggio tra storia e memoria alla scoperta delle radici di una delle agricolture più avanzate a livello europeo.
Il primo appuntamento, promosso in collaborazione con l’Istituzione Villa Smeraldi – Museo della Civiltà contadina di San Marino di Bentivoglio (BO) e l’ITAS “A. Serpieri”, è in programma sabato 9 aprile a partire dalle ore 10 presso l’Aula Magna della Facoltà di agraria dell’Università di Bologna e avrà per tema “Il ruolo dell’istruzione e della ricerca agraria nello sviluppo della Regione e del Paese”. Tra i relatori: Fiorenza Tarozzi e Andrea Segrè dell’Università di Bologna, Ercole Borasio della Società produttori Sementi di Bologna. Introdurrà i lavori l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni.

9 aprile 2011 - Aula Magna della Facoltà di Agraria, Via Fanin, 50, Bologna

Il ruolo dell'istruzione e della ricerca agraria nello sviluppo della regione e del paese.

ore 10.00 registrazione dei partecipanti

ore 10.30 indirizzi di saluto:
- Lucia Cucciarelli - Preside dell'Istituto Tecnico Agrario “A. Serpieri”di Bologna
- Gabriella Montera - Assessore all'agricoltura della Provincia di Bologna

ore 10.45 introduzione ai lavori
- Tiberio Rabboni, Assessore all’agricoltura della Regione Emilia Romagna

ore 11.00 Interventi
- Fiorenza Tarozzi (Università degli Studi di Bologna)
- Ercole Borasio (Società Produttori Sementi, Bologna)
- Andrea Segrè (Università degli Studi di Bologna)

modera: Fabrizio Sarti (Istituzione Villa Smeraldi)

ore 12.15 – aperitivo a base di prodotti e vini di qualità dell’Emilia-Romagna

Martedì 3 maggio 2011 – Campus Agroalimentare “ Raineri – Marcora”, Piacenza
Ore 10 – 13
150 anni di agricoltura piacentina: tra innovazione e lungimiranza

Venerdì 6 maggio 2011 – Museo della Marineria, Cesenatico
Ore 16 – 19
Storie dell’Adriatico: pescatori e filiera ittica dalla storia al futuro

Sabato 14 maggio 2011 – Istituto d’Istruzione Superiore “A. Zanelli”, Reggio Emilia
Ore 10-13
Corti, stalle e caselli d’Emilia: il decollo della filiera zootecnica

Sabato 21 maggio 2011 – ITAS “G. Garibaldi”, Cesena
Ore 10– 13
Romagna oltre i confini: le radici e le strategie del comparto ortofrutticolo

COLDIRETTI, SABATO 9 APRILE ALLA CASTELLINA SI FA FESTA CON CARNE ALLA GRIGLIA ED I PRODOTTI DELLA FILIERA TUTTA AGRICOLA E TUTTA ITALIANA

FONTE: COLDIRETTI FERRARA

Presso il punto vendita di Campagna Amica a Ferrara in Via Canapa 72 a partire dalle 11 assaggi e degustazione di carne alla griglia ferrarese.

Sabato mattina gustosa occasione per assaggiare i buoni prodotti della nostra terra all’azienda agricola Castellina, in collaborazione con il Punto Campagna Amica gestito dalla cooperativa Orto Amico, in Via Canapa, 72.
Grazie all’azienda agricola di Billo Angiolino e figli sarà offerto ai presenti, a partire dalle 11 e sino ad esaurimento, un assaggio di carne alla griglia di bovino di razza romagnola e di suino, allevati in azienda e lavorati con perizia e professionalità per ottenere tagli carne e salumi come da tradizione e con tutte le garanzie igienico sanitarie e di salubrità e qualità che sono indispensabili nel rapporto con i clienti.
Presso il punto vendita che vede l’offerta dei prodotti provenienti da aziende agricole italiane sarà possibile trovare come sempre i prodotti di stagione a filiera corta: dagli asparagi alle fragole, dalle confetture al vino, dagli yogurt ai formaggi e tutte le verdura e frutta che dai campi arrivano freschi e garantiti dai produttori agricoli di Coldiretti.

martedì 5 aprile 2011

FINANZIAMENTI ALLE ASSOCIAZIONI ALLEVATORI. RABBONI: SITUAZIONE DRAMMATICA. ATTENDIAMO ANCORA L'INCONTRO CHIESTO DAL PRESIDENTE DELLE REGIONI ERRANI.

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia Informazione e Ufficio Stampa

Dal Ministero nessuna iniziativa.

Bologna -“La situazione è drammatica e si aggrava ogni giorno di più. Manca qualsiasi prospettiva e il Ministero fa come lo struzzo e mette la testa sotto la sabbia. Mi auguro che il nuovo Ministro delle politiche agricole voglia affrontare il problema. Al momento le uniche Istituzioni che si sono mosse sono state le Regioni, a partire dall’Emilia-Romagna”. E’ il commento del’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni al mancato finanziamento da parte del Governo delle attività di miglioramento genetico gestite dalle Apa, le associazioni provinciali degli agricoltori, con pesanti conseguenze su tutto il comparto zootecnico.
“Abbiamo promosso numerosi e infruttuosi incontri presso il Ministero – ricorda Rabboni – arrivando a impegnare in prima persona lo stesso presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani in un’iniziativa che ha visto la partecipazione dei presidenti delle Associazioni agricole, dei Sindacati, dell’Associazione nazionale allevatori e di quelle regionali. In questo incontro Errani ha chiarito che non c’è nessun rimpallo tra il Ministero e le Regioni perché il Governo ha vistosamente tagliato i trasferimenti statali comprendendo in questo taglio anche le risorse destinate alle Apa: dai 5,2 miliardi di euro del 2010 si è passati ai 0,9 miliardi del 2011. Sono numeri scritti nel bilancio dello Stato e delle Regioni e chiunque può verificarli”.
“Proprio in quella occasione – spiega ancora Rabboni - il presidente Errani ha proposto di convocare una riunione congiunta con i Ministri delle finanze, dell’agricoltura e dei rapporti con le Regioni sia per definire la situazione dei trasferimenti sia per mettere a punto un piano di emergenza in grado da garantire l’operatività delle Apa nel 2011 e negli anni successivi, chiedendo al Governo uno stanziamento adeguato e assicurando la disponibilità delle Regioni a eventuali integrazioni.”
“Tuttavia – sottolinea Rabboni – sono trascorse diverse settimane e non c’è stato ancora modo di avere l’incontro, annunciato dal ministro Fitto e poi sconvocato. E’ bene dunque che la pressione delle Associazioni allevatori oltre che alle Regioni si indirizzi anche al Ministero perché faccia seguito ai suoi impegni”.

lunedì 4 aprile 2011

ECOPOLIS PREMIO IMPRESA AMBIENTE 2011 PER LE ECCELLENZE ITALIANE: MENZIONE SPECIALE ALLA FONDAZIONE NAVARRA PER LA CATEGORIA MIGLIORE GESTIONE


Fonte: Fondazione Navarra

Si è rinnovato per il quinto anno l'appuntamento della kermesse romana, iniziativa nata con l'obiettivo di dare un riconoscimento alle imprese private e pubbliche che si sono particolarmente distinte in un'ottica di sviluppo sostenibile, rispetto ambientale e responsabilità sociale.
La Fondazione ha ricevuto la menzione speciale del Premio Impresa Ambiente 2011 per la categoria “Migliore Gestione”, in quanto svolge la sua attività di ricerca nel settore agricolo con alta motivazione sociale e con rispetto verso l'ambiente. La Fondazione ha presentato la realizzazione di un frutteto dimostrativo di 13 ettari, il quale fornisce al settore agricolo nuove tecniche produttive e organizzative nella gestione dei frutteti a tecnologia avanzata e basso impatto ambientale. A ritirare il Premio presso la Fiera di Roma è stato responsabile del Sistema di Gestione Ambiente e Qualità della Fondazione, la dott.ssa Tina Gaglio che cura il sistema di gestione integrato dell’intero patrimonio immobiliare dell’ente.
Siamo orgogliosi per questo importante riconoscimento - ha dichiarato Pier Carlo Scaramagli, Presidente della Fondazione Navarra. Avere avuto questo riconoscimento nel 2011 e dopo essere stati premiati con l’Oscar dell’ambiente all'European Business Awards for the Environment nel 2009 a Stoccolma, ci rende orgogliosi e conferma che il nostro impegno nella ricerca e nella sperimentazione nel settore agricolo non può prescindere dalla sostenibilità ambientale.
Il Premio Impresa Ambiente, al quale hanno partecipato oltre 200 imprese, rappresenta la selezione italiana dell'European Business Awards for the Environment, istituito dalla Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea nel 1987, per promuovere le organizzazioni che abbiano contribuito allo sviluppo sostenibile. Per l'edizione 2011, il premio si è svolto in partnership con Ecopolis, manifestazione internazionale dedicata ai temi dell'ambiente urbano e della sostenibilità, promossa da Camera di Commercio di Roma e Fiera di Roma con il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico, del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, di Unioncamere e con l'adesione del Presidente della Repubblica. La giuria dell’iniziativa è stata designata dagli Enti Promotori ed era composta da autorevoli esponenti del mondo istituzionale, dell'ambiente, del sistema produttivo, della ricerca e del sistema camerale.
Il Premio era diviso in quattro categorie: Migliore Gestione, Miglior Prodotto, Miglior Processo/Tecnologia, Migliore Cooperazione Internazionale, e inoltre è stato consegnato un "Premio Speciale Giovane Imprenditore", riservato a titolari o dirigenti d'impresa under 40 in concorso per una delle altre categorie che si sono distinti per spiccate capacità imprenditoriali, innovazione ed attività di ricerca nell'ambito dello sviluppo ecosostenibile.