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mercoledì 22 maggio 2013

SUL NUOVO PIANO RIFIUTI PROPOSTO DALLA REGIONE EMILIA ROMAGNA, GARAGNANI: “NO A COSTI E BALZELLI AGGIUNTIVI PER LE IMPRESE CHE A FINE ANNO SARANNO PENALIZZATE ANCHE DALL'ENTRATA IN VIGORE DELLA NUOVA TARES”

Fonte: Confagricoltura Emilia - Romagna

 “In un momento in cui il sistema delle imprese rischia il collasso e stenta a reperire le risorse finanziarie necessarie per la ripresa, chiediamo al Presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, di rivedere e modificare urgentemente le proposte di indirizzo contenute nella bozza del nuovo piano di smaltimento dei rifiuti, in quanto genererebbero, se approvate, una maggiorazione di costi per le aziende pari al 25%. Un aggravio insostenibile che a fine anno andrebbe a sommarsi alla nuova imposta statale Tares”. Esprime una forte disapprovazione e preoccupazione il presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Guglielmo Garagnani, commentando le modifiche alla disciplina regionale in essere in materia di smaltimento di rifiuti, recentemente proposte dalla Regione Emilia Romagna. Il nuovo piano prevede, infatti, che una parte dei rifiuti delle PMI non venga più qualificata come assimilabile al domestico ma venga classificata come derivante dalle attività produttive. Pronta a contrastare i punti cardine del documento, Confagricoltura Emilia Romagna, assieme alle altre organizzazioni aderenti al Tavolo regionale dell'Imprenditoria, ha incontrato ieri, martedì 21, Confservizi (l'associazione che raggruppa i gestori del servizio idrico integrato). Dalla riunione è emerso il marcato indirizzo ideologico del piano: la proposta di de-assimilazione dei rifiuti (oggi molti “speciali” sono assimilati al domestico) non li fa diminuire in termini quantitativi ma li sposta da una parte all’altra, dalla “privativa” al libero mercato, causando solamente un aumento di costi per imprese e famiglie. Particolare attenzione merita poi il settore agrituristico, comparto strategico per l'Expo 2015, nel quale occorre definire tariffe differenziate per genere di attività, o riduzioni percentuali di tariffa, distinte dalle altre attività ricettive. Ciò deriva dal fatto che l'agriturismo utilizza immobili preesistenti e offre in media all'ospite superfici nettamente superiori a quelle alberghiere. “Dobbiamo essere uniti, fare sistema e coinvolgere altre realtà imprenditoriali e sindacali – rimarca il presidente Garagnani – per portare all'attenzione dell'opinione pubblica le conseguenze dell'attuazione del nuovo piano regionale di smaltimento dei rifiuti: quale futuro potrebbero avere le imprese, già in affanno per la persistente crisi economica, se venissero gravate di un ulteriore aumento di costi pari al 25%?”.

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