Fonte: Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni
TIZZANO VAL PARMA - MASSIMO GARGANO (Presidente A.N.B.I. – Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni): “APPENNINO EMILIANO, VERA EMERGENZA: GIA’ 50 I SENZATETTO.
LA MONTAGNA FRANA ED I CONSORZI DI BONIFICA NON POSSONO ESSERE LASCIATI SOLI. DANNI INALCOLABILI AL TERRITORIO ED ALLE ATTIVITA’ PRODUTTIVE, IL GOVERNO DICHIARI LO STATO DI CALAMITA’ ED ATTIVI LE RISORSE NECESSARIE”.
“E’ una vera emergenza dimenticata, quella in atto sull’Appennino Emiliano, dove, a causa delle piogge e dello scioglimento delle nevi, sono in movimento centinaia di frane storiche e finora quiescenti, interessando circa 400 persone, una cinquantina delle quali ha già dovuto abbandonare la propria abitazione. Ci sono case e capannoni crollati o inagibili, gran parte dei collegamenti viari sono interrotti, metà della popolazione di Tizzano Val Parma è agganciata solo con interventi d’emergenza all’acqua potabile ed all’energia elettrica.”
A lanciare l’appello è Massimo Gargano, Presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (A.N.B.I.), intervenuto all’incontro, promosso a Tizzano Val Parma (il centro più colpito dove incombe una delle frane più grandi d’Europa e lunga oltre due chilometri) dal Consorzio di bonifica Parmense, presenti i Sindaci dei Comuni interessati (Tizzano Val Parma, Corniglio, Neviano), parlamentari locali, i rappresentanti della Regione Emilia Romagna e degli Enti Locali, delle realtà produttive del territorio, dei Consorzi di bonifica regionali.
“Bisogna – insiste Gargano – che il Governo conceda immediatamente lo stato di calamità naturale, perché servono risorse e strumenti adeguati a fronteggiare una grave situazione d’emergenza, cui attualmente fanno fronte solamente i Consorzi di bonifica e la Protezione Civile. Poi dovrà esserci il momento per programmare quelle opere di manutenzione del territorio, necessarie ad evitare, sull’Appennino come in altre zone d’Italia, il ripetersi di criticità che, come in questo caso, solo la buona sorte ha voluto non avessero tragiche conseguenze. I danni alle attività produttive ed al territorio sono comunque incalcolabili; uscire dalla logica dell’emergenza per investire invece nella prevenzione deve essere una priorità per il nuovo Governo.”
venerdì 3 maggio 2013
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