Fonte: Coldiretti Ferrara
Oltre ai problemi per i lavori nei terreni e per le semine, sono in difficoltà anche i frutteti e gli allevamenti. Anche per le api problemi e difficile situazione per gli allevamenti che devono scaldare le stalle. Tagliati del 30% i raccolti, con oltre un miliardo di euro di danni alle imprese italiane.
Per salvare piante e animali di fronte al brusco calo delle temperature fuori stagione è stato necessario alzare il riscaldamento di stalle e vivai con una impennata dei costi energetici per le imprese che allevano polli, maiali e conigli. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che nella seconda decade di maggio al nord è caduta il 24 per cento di pioggia in piu’ e le temperature sono state piu’ basse di 3,2 gradi secondo le elaborazioni su dati Ucea. Il rischio riguarda soprattutto la fase di svezzamento degli animali e quindi la necessità di garantire la sopravvivenza di pulcini e maialini che - sottolinea la Coldiretti - non possono stare al freddo e necessitano di calore adeguato che si puo' raggiungere anche avvalendosi del supporto di lampade a raggi infrarossi. Lo stesso problema - prosegue la Coldiretti - interessa anche iflorovivaisti e le colture orticole in serra che devono garantire temperature vitali a piante e fiori. Non stanno meglio gli animali che vivono all’aperto come le api che restano senza nettare per effetto della pioggia incessante durante la fioritura primaverile. Il freddo e le precipitazioni – spiega la Coldiretti - stanno ostacolando il lavoro delle api che non riescono a raggiungere il polline dei fiori indispensabile per la produzione di miele e la riproduzione delle piante. Il risultato è che con l’ultima ondata di maltempo che ha colpito dopo il nord anche il centro Italia potrebbe superare il miliardo di euro il conto complessivo dei danni, dei maggiori costi e delle perdite produttive provocate all’agricoltura italiana da una primavera impazzita che ha già tagliato di oltre il 30 per cento i raccolti delle principali produzioni del nord Italia. La Coldiretti che chiede di avviare le procedure per la dichiarazione dellostato di calamità naturale per territori piu’ colpiti nelle diverse regioni. In decine di migliaia di aziende agricole è andato perduto il lavoro di un intero anno e - conclude la Coldiretti - non c’è raccolto al nord che non sia compromesso, dal pomodoro al riso, dalle patate alla frutta, dalla soia al mais fino al fieno con gravi problemi per l’alimentazione degli animali.
La più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense, neve fuori stagione e un maggiore rischio per gelate tardive sono alcuni degli effetti dei cambiamenti climatici che l’agricoltura – afferma la Coldiretti - deve affrontare. Con un contesto del genere, i terreni coltivati, grazie alla loro capacità di assorbimento, rappresentano un vero e proprio airbag naturale contro l’impatto dell’acqua. Purtroppo - conclude la Coldiretti - l’Italia ha perso negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata pereffetto della cementificazione e dell’abbandono che ha tagliato del 15 per cento le campagne colpite da un modello di sviluppo sbagliato che ha costretto a chiudere 1,2 milioni di aziende agricole nello stesso arco di tempo.
In Emilia Romagna problemi gravi per soia, mais e fieno che faranno lievitare i costi per l'alimentazione negli allevamenti dove si produce il latte per il prestigioso parmigiano reggiano o la carne per i prosciutti di Parma. Nelle province occidentali, soprattutto Piacenza, non è stato trapiantato il 70 per cento del pomodoro, mentre - continua la Coldiretti - è ferma la semina delle patate sia nel bolognese (patata Dop di Bologna), sia nel piacentino (patata tradizionale di Mareto). Nel ferrarese stop anche alla semina del riso, che non è andata oltre il 7% delle semine degli ultimi anni. Preoccupa infine lo stato delle colture arboree, ovvero dei frutteti che manifestano rilevanti fenomeni di cascola dei frutticini, che sta spogliando le piante dalla produzione attesa. Anche lo stato fitosanitario desta preoccupazione, sia sui frutteti, sia sul grano, mentre il permanere di terreni imbibiti di pioggia, ha reso impossibile la germinazione e la crescita di mais e soia in diversi areali della nostra provincia. Anche le orticole con questo anomalo decorso stagionale stanno soffrendo e gli effetti sulle piante e sulla produzione si potranno valutare solo nelle prossime settimane (per pomodoro, meloni, cocomeri e altre coltivazioni), mentre già certi i problemi per le colture orticole vivastiche e le produzioni floricole, alle prese, anche sotto coltura protetta, con rimanenze di prodotto, accavallamento dei cicli, difficoltà nella crescita delle piantine.
lunedì 27 maggio 2013
COLDIRETTI: MALTEMPO, CRESCONO I PROBLEMI NEI CAMPI E NELLE STALLE: PIOGGE RECORD E FREDDO
Etichette:
coldiretti ferrara,
danni da maltempo,
freddo,
pioggia
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento