Fonte: Coldiretti Ferrara
Le catastrofi naturali hanno segnato profondamente i cittadini emiliani che per il 40 per cento vivono con la paura per la devastazione degli edifici causata dai terremoti, per il 27 per cento temono le frane e l’erosione dei terreni e per il 29 per cento sono preoccupati dallo straripamento dei corsi d’acqua. E’ quanto emerge dall’analisi Coldiretti/Censis dalla quale si evidenzia il profondo stato d’ansia causato dalle recenti calamità tra la popolazione emiliana. A distanza di quasi un anno dal terribile terremoto che con morti e distruzione ha sconvolto la vita di una intera popolazione, in Emilia Romagna si contano in questo momento 1700 movimenti franosi, centinaia di cittadini evacuati, una trentina di case distrutte e altrettante attività produttive, con danni per decine di milioni di euro, secondo il primo bilancio tracciato dalla Coldiretti che ha chiamato a raccolta a Reggio Emilia un migliaio di agricoltori provenienti dalle campagne dell’intera regione.
L’iniziativa è stata l’occasione per fare i conti della nuova emergenza idrogeologica con il primo bilancio dei danni provocati dal maltempo che con tromba d’aria, grandine e nubifragi ha compromesso la stabilità del suolo. Una ferita profonda che porta il 36 per cento dei cittadini interpellati a dichiarare – sottolineano la Coldiretti/Censis - di essere pronto a finanziare di tasca propria un fondo di tutela dai danni dovuti a fenomeni naturali. Nonostante le difficoltà - continuano Coldiretti/Censis - a chi vive in Emilia Romagna piace vivere nella propria regione e vorrebbe restarci: il 72 per cento non andrebbe via dal comune in cui abita, anche se ne avesse la possibilità, percentuale che scende al 59 per cento a livello nazionale.
Il 95 per cento dei comuni dell’Emilia Romagna ha parte del territorio soggetto a rischio idrogeologico per le frane e le alluvioni, secondo l’analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia che sono 313 i comuni con parte del territorio a rischio. Una situazione favorita dall’abbandono dell’attività agricola soprattutto nelle aree marginali dove è piu’ importante la presenza degli uomini per la salvaguardia del territorio. Non è un caso che l’85 per cento dei cittadini emiliano-romagnoli - secondo l’indagine Coldiretti/Censis - pensa che l’agricoltura sia importante perché aiuta a tutelare l’ambiente (83 per cento), contribuisce a salvaguardare il territorio e il paesaggio dalla siccità (81 per cento) e, laddove gli venga consentito, svolge un ruolo importante nella prevenzione degli effetti di eventi meteorologici (77 per cento). Ma il settore per l’85 per cento può anche contribuire al rilancio della crescita regionale, il 42 per cento perché ne può essere un pilastro e l’altro 43 per cento perché può creare occupazione di qualità e ricchezza. Tanto è vero che - concludono Coldiretti/Censis - l’86 per cento degli intervistati consiglierebbe ai figli o ai nipoti di lavorare in agricoltura come imprenditore.
“L’Italia ha perso negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata per effetto della cementificazione e dell’abbandono che ha tagliato del 15 per cento le campagne colpite da un modello di sviluppo sbagliato che ha costretto a chiudere 1,2 milioni di aziende agricole nello stesso arco di tempo”, afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “ogni giorno viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) con il risultato che in Italia oltre 5 milioni di cittadini si trovano in zone esposte al pericolo di frane e alluvioni che riguardano ben il 9,8 per cento dell’intero territorio nazionale”. Per proteggere il territorio e i cittadini che vi vivono l’Italia - conclude Marini - deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile dalla cementificazione nelle città e dall’abbandono nelle aree marginali con un adeguato riconoscimento del ruolo, economico, ambientale e sociale dell’attività agricola.
martedì 7 maggio 2013
MALTEMPO: COLDIRETTI/CENSIS, IN EMILIA 4 SU 10 VIVONO CON LA PAURA: DAL TERREMOTO ALLA TROMBA D’ARIA, ORA LA TERRA FRANA
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