Da Ortofrutta d'Italia: un progetto
Cso per conoscere i valori della produzione organizzata
Ferrara,11 Marzo
2013
Si è acceso in questi giorni un
dibattito importante sulla necessità di ritornare al consumo di prodotti di
stagione, rispettando di più i tempi e i ritmi della natura che, per
l'ortofrutta diventa fattore produttivo determinante, più di ogni altra
cosa.
L'ortofrutta non può essere trattata,
nel circuito delle vendite, come scatolame: è deperibile, soggetta ai ritmi
delle stagioni, ai casuali e frequenti capricci del meteo, strettamente legata
al territorio di origine, come il buon vino.
Il prodotto di stagione, parlando di
frutta, ma anche di verdura, ci avvicina alla natura, crea un messaggio
interiore di atavica rassicurazione. Le prime fragole, le prime ciliegie, l'uva;
che bello legare il passare del tempo con un sapore che diventa simbolico
.
Ma la stagionalità è un concetto "
relativo" perché necessariamente è associato alla latitudine da cui si parte e
quindi non può essere considerato elemento di scelta prioritario per educare
all'acquisto i consumatori di oggi.
Quello che conta oggi è creare valore
per i produttori ed i consumatori, individuando nell' offerta italiana elementi
differenziali qualificanti in termini di valore intrinseco dei prodotti,
organizzazione, logistica distributiva efficiente, capacità di essere presenti
sempre sul mercato con i prodotti migliori e più
competitivi.
Questa è la sfida del mercato globale
che deve vedere l'Italia protagonista.
Abbiamo da questo punto di vista una
grande chance come Made in Italy ortofrutticolo ed è la " biodiversità"
.
L'Italia, grazie alla particolare
conformazione geografica, ha la possibilità di offrire una enorme gamma di
varietà di frutta e verdura che danno il meglio nelle diverse latitudini e ci
consentono di coprire un ampio calendario di produzione. Parliamo di fragole, ad
esempio che, grazie a tecniche agronomiche avanzate ed ad una selezione
varietale oculata, sono presenti, di stagione, per molti mesi all'anno, anche in
produzione tardiva o molto precoce. Anche le pesche e le nettarine hanno un
calendario di offerta nazionale che si è molto ampliato, grazie al rinnovo
varietale e la stessa cosa si può dire per altra frutta estiva a nocciolo o per
meloni e cocomeri italiani. Queste sono risposte del settore al futuro
dell'ortofrutta che dovrà pensare in grande, mantenere la leadership e
fronteggiare gli altri paesi che vorranno proporsi sul mercato
globale.
L'Italia è primo produttore di
ortofrutta d'Europa con 36 milioni di tonnellate all’anno di offerta che
rappresentano ben un terzo della intera Produzione Lorda Vendibile
dell’agroalimentare italiano. Numeri significativi che identificano un settore
nel quale l’export ha raggiunto la quota record di 2 milioni 300 mila tonnellate
escludendo gli agrumi, in costante crescita negli ultimi 5 anni. Il sistema
produttivo organizzato italiano comprende, per l’ortofrutta, un insieme di
imprese private e cooperative leader a livello europeo.
Importante anche il ruolo in termini
occupazionali, con un fabbisogno di manodopera, secondo dati elaborati dal
Dipartimento di Economia e Ingegneria agrarie dell’Università di Bologna, di
oltre 600 mila unità lavoro nelle varie fasi produttive, dal campo ai magazzini
di condizionamento, e questo dato non considera il lavoro nel settore dei
servizi e l’indotto.
Parlando con un importante buyer di
una catena distributiva tedesca con migliaia di punti vendita in Europa ci ha
confermato che la priorità per essere presi in considerazione da una catena
globale è la capacità di assicurare una fornitura costante ed omogenea per 12
mesi l'anno di una gamma di prodotti. Per garantirsi ciò, le grandi catene
internazionali scandagliano l'offerta mondiale, quotidianamente e si
riforniscono dove trovano maggiore affidabilità, competitività economica e
qualità. La fornitura quindi non è più solo una questione di prezzo, meglio
pagare qualche cosa in più - sono le sue parole- pur di avere una garanzia di
standard rispettati da tutti i punti di vista.
Per l'ortofrutta italiana la sfida si
gioca quindi sulla capacità di aggregare grandi volumi di offerta di qualità con
un calendario commerciale il più ampio possibile e la nostra arma vincente sarà
la capacità di offrire i prodotti migliori organizzati per area di provenienza
e per calendario di maturazione che garantiscano una presenza costante sui punti
vendita e soddisfino il palato dei consumatori globali.
Da
Ortofrutta d'Italia, un progetto finanziato da:
Apofruit,
Solarelli, Aposcaligera, Agribologna, Asipo, Cico, Granfrutta Zani, Opo Veneto,
Pempa Corer, Ortofrutticola Don Camillo, Oranfrizer, Op Nord Est, Gli Orti di
Giulietta.
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