Il Coordinamento Cia, Confagricoltura, Fedagri-Confcooperative,
Agci- Agrital, Legacoop-Agroalimentare, apprezza l’importanza attribuita dal
Commissario Ciolos al comparto delle produzioni proteiche di cui l’Italia è
fortemente deficitaria
“Le
aperture del Commissario Ciolos ieri al Consiglio dei ministri UE in materia di
‘inverdimento’ della PAC sono interessanti per le possibili conseguenze sul
seguito del negoziato del riforma”. É questo il commento di Agrinsieme (il coordinamento
di Cia, Confagricoltura, Fedagri-Confcooperative, Agci-Agrital,
Legacoop-Agroalimentare) a quanto emerso ieri a Bruxelles tra i ministri
agricoli dell'UE a 27.
Al di la' della giusta flessibilità concessa agli Stati membri in materia di "equivalenza" delle misure di greening, merita attenzione in particolare l'importanza attribuita al comparto delle produzioni proteiche ed ai riflessi in termini di benefici ambientali che può apportare lo sviluppo di queste produzioni in Europa.
“La nostra zootecnia – sottolinea Agrinsieme - che conta sia in Italia sia in Europa per il 35-40 per cento sul valore della produzione agricola complessiva, ha bisogno di un sufficiente grado di auto approvvigionamento di materie prime proteiche. Invece la coltivazione di proteine vegetali é limitata al 3 per cento circa della superficie e c'è un fabbisogno soddisfatto per l'80 per cento da prodotti importati”.
Coltivare più materie prime vegetali a base di proteine significa quindi minor dipendenza dall'estero, in una fase in cui cresce in maniera esponenziale la domanda dell'Asia e della Cina in particolare, ed anche benefici ambientali per i nostri terreni agricoli.
“É importante - conclude Agrinsieme - che si discuta di questo tema nell'ambito della riforma. Ed é un modo innovativo di intendere il greening: meno come vincolo e più come opportunità per le nostre imprese e per il nostro ecosistema”.
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