Confagricoltura è
preoccupata per la presa di posizione della Commissione Europea sull'attuazione
della direttiva nitrati da parte dell'Italia a seguito delle modifiche
introdotte dall’art. 36 della legge 221/12 che ha previsto l'applicazione di
disposizioni meno vincolanti nelle aree vulnerabili dai nitrati di origine
agricola, in attesa dell'aggiornamento delle stesse da parte delle
Regioni.
Da quanto risulta –
osserva Confagricoltura - se non verranno fornite dalle Autorità italiane
idonee precisazioni entro 15 giorni dal ricevimento della lettera del
Commissario all'Ambiente la questione sarà esaminata dalla Corte di giustizia
europea con
l'inevitabile condanna del nostro Paese al pagamento di pesanti
sanzioni. Inoltre, ci
potrebbero essere ripercussioni anche per gli agricoltori per il mancato
rispetto di una delle misure di condizionalità previste dalla PAC, con possibile
revoca dei contributi e richiesta di restituzione di quelli già
erogati.
“È
indispensabile che i ministeri competenti e le Regioni individuino una strategia
comune affinché venga superata questa difficile fase, evitando peraltro che si
creino situazioni disomogenee sul territorio
nazionale”.
Ad avviso di
Confagricoltura “l'obiettivo di aggiornare la delimitazione delle
aree vulnerabili, previsto dalla legge di stabilità, deve essere rapidamente
perseguito, evitando però di inseguire
‘scorciatoie apparentemente facili’ che finirebbero esclusivamente con il
mettere ancor più in difficoltà un settore già in crisi. Ed occorre
dare risposte puntuali alle esigenze delle imprese zootecniche che stanno
riscontrando notevoli difficoltà ad applicare i numerosi adempimenti previsti
dalla normativa sui nitrati di origine agricola anche a causa degli elevati
costi di adeguamento”.
Per tale motivo
Confagricoltura auspica “che possa essere concluso rapidamente lo studio
previsto dall’Accordo Stato Regioni del 5
maggio 2011 finalizzato ad aggiornare la delimitazione delle aree vulnerabili,
anche sulla base del ruolo effettivo
sull’inquinamento delle acque esercitato anche dalle sorgenti
extra-agricole, così da poter presentare alla Commissione Europea,
in conformità con quanto previsto dalla direttiva nitrati, una richiesta
supportata da adeguate basi scientifiche”.
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