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sabato 2 febbraio 2013

CHI E’ IL GIOVANE IMPRENDITORE DI CONFAGRICOLTURA E COSA CHIEDE AL PROSSIMO GOVERNO

Fonte: Confagricoltura  

UNA RICERCA DEL CENTRO STUDI DELLA CONFEDERAZIONE

Chi sono gli imprenditori “tipo” dell’Anga e quali sono i loro desiderata rispetto alla classe politica di domani? La risposta arriva dal Centro Studi di Confagricoltura che, in occasione del XV Convegno Quadri Dirigenti dei Giovani di Confagricoltura in corso a Napoli, ha realizzato un’indagine su un campione ragionato di aziende associate, cercando di focalizzare il profilo dell’impresa e temi che spaziano dal commercio alla politica. Lo studio ha rilevato un incidenza maggiore degli uomini (66%) rispetto alle donne (34%), ma entrambi mediamente hanno la stessa età (32 anni). E’ titolare d’azienda a tutti gli effetti il 71% degli intervistati, il 93% gestisce un’azienda di famiglia, con una dimensione media di 113 ettari. Questo a dimostrazione di come ci sia, comunque, uno stretto legame tra attività di impresa e “familiarità” con il settore. Purtroppo, l’elevato costo dei terreni e la scarsa rimuneratività del beneficio fondiario impediscono ai giovani di insediarsi nel settore primario come capi azienda. Ed è pure molto probabile che le varie misure volte ad introdurre nuovi soggetti nel mondo agricolo siano troppo macchinose e scoraggino in partenza anche i più interessati. I giovani di Confagricoltura certificano le proprie produzioni (ma comunque entro il 50%) prestando attenzione alle problematiche ambientali, coltivando bio (50%) od utilizzando le denominazioni di origine (50%). Utilizzano quasi sempre mezzi informatici per la gestione dell’azienda (89%), però non aderiscono ancora a strumenti innovativi come le reti di impresa (solo il 12% lo fa). La percentuale di partecipazione a reti strutturate di impresa è comunque inferiore rispetto alla percentuale delle aziende di Confagricoltura (18,2% - indagine Censis Confagricoltura marzo 2012). Come dire che in agricoltura c’è ancora un gap generazionale significativo nella collaborazione partecipativa del “fare impresa”. Dei giovani imprenditori Anga solo il 35% è aggregato in OP, ma di converso ben il 40% degli intervistati utilizza la cooperativa come canale commerciale, il 23% l’industria e il 26% la vendita diretta. Tutto sommato limitato (4%) il ricorso alla vendita on-line. Il 51% ritiene comunque insoddisfacente il collocamento del prodotto. Il 60% degli intervistati ha beneficiato dei fondi strutturali PSR, soprattutto (quasi il 90%) tramite le misure per il primo insediamento, agro ambientali e per l’ammodernamento dell’azienda agricola; misure servite in sei casi su dieci ad introdurre innovazione di prodotto o di processo. Ben il 90% dei giovani imprenditori di Confagricoltura ha introdotto innovazione all’interno della propria azienda. Peccato che di questi solo la metà abbia potuto beneficiare di incentivi di politiche nazionali e comunitarie. Infine, l’indagine del Centro Studi si è incentrata sul futuro prossimo gettando uno sguardo sul periodo “post elettorale”. In particolare è stato chiesto quali provvedimenti di politica generale i giovani imprenditori dell’Anga vorrebbero che le nuove istituzioni approvassero nei primi cento giorni di governo. Gli intervistati hanno indicato come priorità la riforma fiscale e contributiva e il riassetto delle istituzioni nazionali (rispettivamente il 26% ed il 23%). Seguono misure per favorire l’occupazione (14%), la promozione di formazione e ricerca (11%) e la riforma del sistema elettorale (10%). Per quanto riguarda, invece, i provvedimenti di politica agricola richiesti, su tutti spicca l’esigenza di maggior facilità di accesso al credito (25%). Sono evidenti le difficoltà nel reperire capitali di esercizio e di investimento per la propria attività dopo il credit crunch. Subito dopo sono stati indicati il finanziamento per acquisire mezzi di produzione innovativi (22%) e per acquistare terreni agricoli (20%). Quest’ultima esigenza al pari della richiesta di un nuovo regime fiscale per creare nuove reti di impresa (20%). E’ chiara, quindi, l’esigenza per una politica dei fattori efficace, soprattutto per quanto riguarda l’innovazione (che i giovani imprenditori di Anga chiedono di incentivare) e per il fattore di produzione principale - e di più difficile acquisizione – per le aziende agricole: la terra. Meno sentita la necessità di fondi per finanziare business plan ed analisi di mercato; forse servizi già disponibili ed acquisiti.  

SCHEDA: Le imprese AGRICOLE UNDER 35

Sono 57.673 le imprese agricole under 35 in Italia, secondo i dati Unioncamere, il 7% del totale delle imprese agricole iscritte al registro delle imprese delle CCIAA (823.542) e il 9% circa delle imprese giovani complessive. Un numero comunque rilevante visto che solo le categorie delle imprese giovani di “costruzioni” e del “commercio all’ingrosso e al dettaglio” possono vantare un numero superiore di operatori (rispettivamente 123 mila e 183 mila circa). Nel corso degli ultimi anni, secondo i dati Eurostat, le imprese agricole giovani in Italia sono diminuite in valore assoluto: da 145 mila nel 1990 a 115 mila nel 2000 sino ai poco meno di 52 mila nel 2007 (dato comunque non paragonabile a quello di Unioncamere). Un calo complessivo del 64% per cento; comunque superiore alla flessione del numero complessivo di aziende agricole (meno 37%) nello stesso periodo. Come sopra accennato, le imprese agricole rappresentano il 9% (esattamente l’8,8%) di tutte le imprese condotte da giovani (658.033) nei vari settori. Un dato comunque peggiore rispetto all’incidenza (13,5%) delle imprese agricole rispetto al totale delle imprese di tutti i settori (6,1 milioni). In Italia i giovani che si dedicano all’agricoltura sono soprattutto nel meridione e nelle isole, in particolare in Calabria, Sicilia e Sardegna, dove si trovano il 56% delle aziende agricole giovani nazionali, pari a quasi il 9% delle imprese complessive (la media nazionale è del 7%).

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