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giovedì 14 febbraio 2013

MINGUZZI: A BERLINO EMILIA ROMAGNA CUORE DELLA FRUTTICOLTURA “PIU’ SFORZI VERSO LA QUALITA’ E SUL FRONTE DELL’EXPORT” MERCATO PERE E MELE: PREZZI BUONI ALL’ORIGINE MA POCO PRODOTTO

Fonte: Fruitimprese Emilia - Romagna

Giancarlo Minguzzi, presidente dell’omonima società consortile di Alfonsine (RA) e presidente di Fruitimprese Emilia Romagna, associazione che riunisce le grandi imprese private commerciali dell’ortofrutta per un fatturato di 700 milioni di euro/anno e il 60% di export, commenta il recente salone berlinese Fruit Logistica e parla dell’andamento del mercato. “La buona affluenza in particolare negli stand degli operatori emiliano-romagnoli conferma che la regione resta sempre nell’élite dell'ortofrutta. Mi ha colpito che molti buyer stranieri, anche rappresentanti di catene di discount, cercano di inserire nelle loro referenze sempre di più prodotti "premium" a scapito delle "commodities", poiché a prezzi bassi non coprono più certi costi fissi. Questo ci deve incentivare a produrre sempre più qualità (in particolare si parla di albicocche, susine, pesche, nettarine, pere e kiwi ), prodotti che trovano sicuramente nel territorio dell’Emilia Romagna un clima ideale e una vocazione produttiva storica e consolidata. Mettendo a confronto gli stand spagnoli coi nostri - osserva Minguzzi – mi è parso che la differenza di affluenza rispetto agli altri anni é diminuita, a conferma di una ripresa di interesse verso i nostri prodotti. Questi segnali positivi ci devono indurre a moltiplicare gli sforzi sul fronte dell’export: la grande novità dei 23 container di kiwi spediti in Corea deve servire per aprire le frontiere dei nuovi mercati anche ad altri nostri prodotti, favorendo così nuovi importanti sbocchi di export per l’ortofrutta italiana”. Circa l’andamento della campagna autunno-inverno Minguzzi commenta che “la scarsa raccolta di pere autunno-invernali si sta facendo sentire: oggi le Abate quotano in natura decisamente sopra l'euro. Anche le mele di qualità hanno buoni prezzi, ma é anche vero che di buona qualità si é raccolto pochissimo (vedi Fuji). Diversamente si sta comportando il mercato del kiwi che nonostante una produzione inferiore del 15-20%, non riesce a spuntare i prezzi che giravano al momento della raccolta”.

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