Fonte: Cadf - Acquedotto del Delta
Il processo a cicli alternati, innovazione applicata dal CADF all'impianto di Tresigallo, è stata illustrata nei giorni scorsi a Venezia. L'occasione è stata la 10° Conferenza Internazionale sull'acqua, organizzata dall'International Water Association (IWA).
Il CADF esce dai confini del territorio ferrarese e va a giocare fuori casa. A Venezia, nello specifico, riscuotendo consensi ed approvazione. Protagonista la tecnologia di nuova generazione applicata, appunto, dal CADF, acquedotto del Delta, al depuratore di Tresigallo, presentata nei giorni scorsi alla 10° Conferenza Internazionale sull’acqua e sui sistemi di depurazione di acque reflue. Un evento dalla valenza sia divulgativa sia formativa organizzato dall'IWA, International Water Association, network globale che coinvolge professionisti, aziende ed università per creare soluzioni innovative nel settore dell’acqua.
Tante le esperienze a confronto, da ogni parte del mondo, ognuna caratterizzata da una tecnica che “rivoluziona” il modo di depurare le acque reflue. Anche il CADF, da quasi un anno, ha applicato un nuovo sistema, coperto da brevetto. E' il processo a cicli alternati, utilizzato a Tresigallo, che agisce ed interviene, direttamente, sulle apparecchiature elettromeccaniche delle varie stazioni dell'impianto di depurazione. Facilità di installazione, evidenza dei risultati ottenuti, riduzione dei costi gestionali – sia in termini di produzione energetica che di fanghi - ottimizzazione della gestione dei processi mediante l’adozione di un sistema di supervisione automatico, in grado di acquisire informazioni dalla strumentazione di processo e di governare le azioni da intraprendere: sono alcuni dei vantaggi garantiti da questa nuova tecnologia. Oltre al fatto che può essere adottata senza modificare le infrastrutture civili degli impianti. Aspetto di non poco conto se si pensa al risparmio per il portafoglio.
Un sistema che funziona, dunque, e che tiene conto anche del contesto in cui si va ad inserire. La conferma della bontà del processo arriva infatti pure in termini di impatto ambientale: i valori misurati allo scarico delle acque reflue sono ampiamente inferiori ai parametri dettati dalle normative previste, riuscendo a contenere anche il parametro di azoto nelle sue diverse forme. E ora questa preziosa esperienza è stata riportata come “buona pratica” a Venezia in una delle più importanti conferenze curate dall’IWA che ogni anno organizza in tutto il mondo oltre 40 sessioni di approfondimento sulla gestione del ciclo dell'acqua. Proprio su questo il CADF ha dettato scuola: il suo processo a cicli alternati è stato apprezzato da esperti, imprese e ricercatori.
lunedì 13 giugno 2011
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento