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mercoledì 31 marzo 2010

SEGNALI POSITIVI PER L’ASPARAGO IN EUROPA

FONTE: CSO - Centro Servizi Ortofrutticoli società cooperativa

Luciano Trentini Presidente di EURO ASPER al Convegno Europeo di Coventry (UK) traccia un profilo positivo per la coltura

Luciano Trentini, in qualità di Presidente dell’Associazione Europea dei Produttori di Asparago, è intervenuto a conclusione di Euro Asper 2010, l’importante convegno europeo dedicato a questo ortaggio che, seppur di nicchia, offre ancora ampie possibilità di sviluppo.

Il convegno, organizzato dall’Associazione inglese “Asparagus Growers”, ha posto in evidenza come nel mondo si producano mediamente 1 milione di tonnellate di asparagi, di cui circa il 25% si concentra in Europa, su una superficie di circa 60.000 ha, pari ad una produzione complessiva di 240.000 tonnellate (dati 2009). La produzione europea è concentrata in Germania (primo paese produttore in Europa, con 98.000 t.); seguono in ordine la Spagna, con 48.000 t. e l’Italia, con 43.000 t.
L’asparago, oltre che in Europa, viene coltivato anche in America, soprattutto in Perù (284.000 t.), Messico (60.000 t) e USA (50.000 t.), ma anche in Asia, in particolare in Cina (primo paese produttore al mondo) e a distanza Giappone (29.000 t ).

La produzione europea, pur soffrendo soprattutto in esordio di campagna della pressione dei principali paesi esportatori al mondo, Perù e Messico, può competere per la qualità e soprattutto per la velocità di commercializzazione che permette ai consumatori di acquistare asparagi freschi e gustosi.

“Sul fronte dei consumi di asparagi” - dichiara Luciano Trentini, Presidente di Euro Asper – “la situazione è in evoluzione positiva. C’è una domanda in crescita che andrà supportata da adeguate azioni promozionali che potranno senza dubbio incrementare la penetrazione del prodotto tra i giovani consumatori europei che ancora non conoscono adeguatamente questa specialità”

I due giorni di convegno hanno comunque fatto emergere a livello europeo anche alcune importanti criticità, come l’aumento dei costi di produzione, legato anche al difficile reperimento della manodopera; l’esigenza di sviluppare l’innovazione di prodotto e di processo, con particolare riferimento alla problematiche ambientali; la necessità di costruire un corretto rapporto commerciale fra produttori e Grande Distribuzione, per garantire una adeguata remunerazione a salvaguardia delle produzioni di qualità europee che rischiano di subire fortemente la concorrenza mondiale.

A livello italiano la superficie coltivata nel 2009, su oltre 6.500 ettari, presenta una evoluzione in aumento rispetto ai primi anni duemila, con una produzione media per ettaro vicina alla 7 t. e un livello produttivo in grado di garantire un discreto reddito al produttore, anche se i costi di raccolta e di confezionamento incidono per oltre il 50 % sul costo totale di produzione.

“La prospettiva per i produttori” – conclude Luciano Trentini – “pur con luci ed ombre, non è negativa, tenendo conto soprattutto delle potenzialità di ampliamento dei consumi e della discreta redditività. L’appuntamento con Euro Asper è per il prossimo 2012 e la sede non è ancora stata definita.”

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