FONTE: www.ansa.it
di Michele Galvan
VENEZIA - E' ormai inarrestabile l'avanzata della Lega Nord in Veneto dove, da stasera, comincia l'era di Luca Zaia, nuovo governatore a Palazzo Balbi. Tutto come previsto per il candidato-ministro e per il Carroccio; peggio del previsto per il Pdl e gli orfani di Galan. Confermate anche le poco lusinghiere previsioni per il centrosinistra, che con Giuseppe Bortolussi, l'uomo della Cgia di Mestre, si ferma intorno al 30%, recuperando qualche voto solo in confronto alle ultime europee. Non è andato oltre il 6% il candidato dell'udc Antonio De Poli, che correva da solo. Zaia vola con le sue preferenze verso il 60% - quando mancano da scrutinare meno di metà delle 4.760 sezioni elettorali - ma sono i dati delle liste a far capire che il Veneto probabilmente ha reciso il cordone ombelicale con la vecchia Balena Bianca: il partito di Bossi va oltre il raddoppio dei voti delle regionali 2005, portandosi al 35%, 10 punti davanti al Pdl, che si ferma al 24-25%: esattamente "la catastrofe" che oggi Galan, in un'intervista al 'Corriere', cercava ancora di esorcizzare, sperando che il distacco dalla Lega non arrivasse all'8-9%.
Un crollo quello del Pdl rispetto a cinque anni fa - quando Fi e An sommavano circa il 31% -, una perdita netta anche rispetto alle ultime politiche e alle europee 2009. Zaia può aprire così il suo "laboratorio" federalista. Il neo governatore ha ribadito di voler dimostrare in questa regione "che le riforme sono possibili" e di voler portare a casa per il Veneto "il federalismo fiscale e l'autonomia". "La prima azione da presidente - ha sottolineato - sarà quella del federalismo. Se non si fa il Veneto non avrà futuro". La reazione a caldo dello sconfitto, Bortolussi, è stata rabbiosa. "La vittoria del centrodestra - ha detto - era scontata, non il governo del Veneto. Potrebbe darsi che la magistratura abbia da dire qualcosa di importante in merito" ha aggiunto, ritornando sul presunto uso di mezzi pubblici in campagna elettorale da parte del ministro dell'agricoltura. Più a freddo, Bortolussi ha osservato che "l'onda anomala" del sorpasso della Lega sul Pdl apre "una possibilità di dialogo tra Pd e PdL".
La vittoria del Carroccio nella sfida interna col Pdl, scosso negli ultimi mesi da lotte intestine, può scompaginare i rapporti di forza nel panorama politico veneto, dove il Carroccio è il nuovo "dominus". La Lega governa la Regione, le città di Treviso e Verona, diverse Province. Il Pdl tra i sette capoluoghi veneti ne guida solo uno, Belluno. Nel nuovo consiglio regionale - 37-39 i seggi della maggioranza secondo le prime stime - la Lega se ne aggiudicherà 18-19, il Pdl 13. Con la presa del Veneto, Bossi e Zaia hanno staccato una cambiale con la quale potrebbero passare all"incassò fra cinque anni, chiedendo la prossima volta la Lombardia. E la valanga di voti "verdi" al Nord avrà forse un peso anche nella richiesta del Senatur di mantenere in capo alla Lega il dicastero lasciato libero da Zaia.
martedì 30 marzo 2010
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