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mercoledì 31 marzo 2010

SEGNALI POSITIVI PER L’ASPARAGO IN EUROPA

FONTE: CSO - Centro Servizi Ortofrutticoli società cooperativa

Luciano Trentini Presidente di EURO ASPER al Convegno Europeo di Coventry (UK) traccia un profilo positivo per la coltura

Luciano Trentini, in qualità di Presidente dell’Associazione Europea dei Produttori di Asparago, è intervenuto a conclusione di Euro Asper 2010, l’importante convegno europeo dedicato a questo ortaggio che, seppur di nicchia, offre ancora ampie possibilità di sviluppo.

Il convegno, organizzato dall’Associazione inglese “Asparagus Growers”, ha posto in evidenza come nel mondo si producano mediamente 1 milione di tonnellate di asparagi, di cui circa il 25% si concentra in Europa, su una superficie di circa 60.000 ha, pari ad una produzione complessiva di 240.000 tonnellate (dati 2009). La produzione europea è concentrata in Germania (primo paese produttore in Europa, con 98.000 t.); seguono in ordine la Spagna, con 48.000 t. e l’Italia, con 43.000 t.
L’asparago, oltre che in Europa, viene coltivato anche in America, soprattutto in Perù (284.000 t.), Messico (60.000 t) e USA (50.000 t.), ma anche in Asia, in particolare in Cina (primo paese produttore al mondo) e a distanza Giappone (29.000 t ).

La produzione europea, pur soffrendo soprattutto in esordio di campagna della pressione dei principali paesi esportatori al mondo, Perù e Messico, può competere per la qualità e soprattutto per la velocità di commercializzazione che permette ai consumatori di acquistare asparagi freschi e gustosi.

“Sul fronte dei consumi di asparagi” - dichiara Luciano Trentini, Presidente di Euro Asper – “la situazione è in evoluzione positiva. C’è una domanda in crescita che andrà supportata da adeguate azioni promozionali che potranno senza dubbio incrementare la penetrazione del prodotto tra i giovani consumatori europei che ancora non conoscono adeguatamente questa specialità”

I due giorni di convegno hanno comunque fatto emergere a livello europeo anche alcune importanti criticità, come l’aumento dei costi di produzione, legato anche al difficile reperimento della manodopera; l’esigenza di sviluppare l’innovazione di prodotto e di processo, con particolare riferimento alla problematiche ambientali; la necessità di costruire un corretto rapporto commerciale fra produttori e Grande Distribuzione, per garantire una adeguata remunerazione a salvaguardia delle produzioni di qualità europee che rischiano di subire fortemente la concorrenza mondiale.

A livello italiano la superficie coltivata nel 2009, su oltre 6.500 ettari, presenta una evoluzione in aumento rispetto ai primi anni duemila, con una produzione media per ettaro vicina alla 7 t. e un livello produttivo in grado di garantire un discreto reddito al produttore, anche se i costi di raccolta e di confezionamento incidono per oltre il 50 % sul costo totale di produzione.

“La prospettiva per i produttori” – conclude Luciano Trentini – “pur con luci ed ombre, non è negativa, tenendo conto soprattutto delle potenzialità di ampliamento dei consumi e della discreta redditività. L’appuntamento con Euro Asper è per il prossimo 2012 e la sede non è ancora stata definita.”

COLDIRETTI FERRARA: CHIUSURA PER LE FESTIVITA’ PASQUALI

FONTE: Coldiretti Ferrara (0532 979723)

In occasione delle festività pasquali, gli uffici provinciali e di zona di Coldiretti Ferrara rimarranno chiusi dal pomeriggio di venerdì 2 aprile per riaprire martedì 6 aprile 2010.

NUOVI APPUNTAMENTI CON I MERCATI CONTADINI DI FERRARA

martedì 30 marzo 2010

Ferrara in Regione con le tre “M”

FONTE: www.estense.com

I voti ai candidati ferraresi. La spuntano Montanari, Montani e Malaguti

Ferrara conquista tre consiglieri con Roberto Montanari del Pd, eletto con 8.956 voti, Daniele Montani sempre del Pd (che entra attraverso il listino del presidente) e Mauro Malaguti del Pdl, che con le sue 6.203 preferenze supera il rivale interno Giorgio Dragotto, fermo a quota 5.412.
Ma andiamo con ordine. L’ex segretario regionale dei Ds, consigliere uscente, precede in lista Anna Chiappini, che raccoglie un ottimo risultato per un’esordiente con 4.579 voti, e Sergio Alberti, segretario provinciale del Ps con 1.558.
Rimanendo nel centrosinistra, la Federazione di Prc, Pdci e Sinistra europea vede al primo posto il candidato di Rifondazione Fernando Gelli con 345 voti, seguito da Fausto Facchini dei comunisti italiani con 312 e da Rita Lodi di Socialismo 2000 con 103.
L’Italia dei Valori vede assegnate 417 preferenze a Graziella Ferretti, 112 ad Alessandro Rorato e 109 a Roberto Groppi.
Nella lista che vedeva correre insieme Sinistra ecologia libertà e i Verdi, si distingue Leonardo Fiorentini con 248 voti. Dietro di lui si piazzano Pietro Comodo a 238 e Morena Gavioli a 107.
Nel Pdl risalta l’exploit di Malaguti che, con 6.203 voti, batte Dragotto (5.412) e Luca Pancaldi (107).
La Lega Nord vede assegnare un discreto numero di voti a Fabio Bergamini, che con i suoi 1.189 supera il consigliere comunale Giovanni Cavicchi (per lui comunque i 1,127 voti conquistati sono un ottimo risultato) e Mauro Possanza (383).
Nella lista del Movimento 5 Stelle troviamo Tommaso Mantovani a 352 preferenze, seguito da Angelo Storari con 165 e Massimo Zeri con 87.
Fuori dai due poli c’è anche l’Udc con i suoi alfieri presi dal mondo delle civiche. In questa gara interna ha la meglio Neda Barbieri con 583 voti. Dietro di lei c’è Gabriella Azzalli con 421 e infine Davide Verri con 315.
Viene poi il Partito dei Pensionati, che distribuisce 6 voti ad Alice Camellini e 1 a Cristina Cherubini.

Zaia e Lega pigliatutto in Veneto

FONTE: www.ansa.it

di Michele Galvan

VENEZIA - E' ormai inarrestabile l'avanzata della Lega Nord in Veneto dove, da stasera, comincia l'era di Luca Zaia, nuovo governatore a Palazzo Balbi. Tutto come previsto per il candidato-ministro e per il Carroccio; peggio del previsto per il Pdl e gli orfani di Galan. Confermate anche le poco lusinghiere previsioni per il centrosinistra, che con Giuseppe Bortolussi, l'uomo della Cgia di Mestre, si ferma intorno al 30%, recuperando qualche voto solo in confronto alle ultime europee. Non è andato oltre il 6% il candidato dell'udc Antonio De Poli, che correva da solo. Zaia vola con le sue preferenze verso il 60% - quando mancano da scrutinare meno di metà delle 4.760 sezioni elettorali - ma sono i dati delle liste a far capire che il Veneto probabilmente ha reciso il cordone ombelicale con la vecchia Balena Bianca: il partito di Bossi va oltre il raddoppio dei voti delle regionali 2005, portandosi al 35%, 10 punti davanti al Pdl, che si ferma al 24-25%: esattamente "la catastrofe" che oggi Galan, in un'intervista al 'Corriere', cercava ancora di esorcizzare, sperando che il distacco dalla Lega non arrivasse all'8-9%.
Un crollo quello del Pdl rispetto a cinque anni fa - quando Fi e An sommavano circa il 31% -, una perdita netta anche rispetto alle ultime politiche e alle europee 2009. Zaia può aprire così il suo "laboratorio" federalista. Il neo governatore ha ribadito di voler dimostrare in questa regione "che le riforme sono possibili" e di voler portare a casa per il Veneto "il federalismo fiscale e l'autonomia". "La prima azione da presidente - ha sottolineato - sarà quella del federalismo. Se non si fa il Veneto non avrà futuro". La reazione a caldo dello sconfitto, Bortolussi, è stata rabbiosa. "La vittoria del centrodestra - ha detto - era scontata, non il governo del Veneto. Potrebbe darsi che la magistratura abbia da dire qualcosa di importante in merito" ha aggiunto, ritornando sul presunto uso di mezzi pubblici in campagna elettorale da parte del ministro dell'agricoltura. Più a freddo, Bortolussi ha osservato che "l'onda anomala" del sorpasso della Lega sul Pdl apre "una possibilità di dialogo tra Pd e PdL".
La vittoria del Carroccio nella sfida interna col Pdl, scosso negli ultimi mesi da lotte intestine, può scompaginare i rapporti di forza nel panorama politico veneto, dove il Carroccio è il nuovo "dominus". La Lega governa la Regione, le città di Treviso e Verona, diverse Province. Il Pdl tra i sette capoluoghi veneti ne guida solo uno, Belluno. Nel nuovo consiglio regionale - 37-39 i seggi della maggioranza secondo le prime stime - la Lega se ne aggiudicherà 18-19, il Pdl 13. Con la presa del Veneto, Bossi e Zaia hanno staccato una cambiale con la quale potrebbero passare all"incassò fra cinque anni, chiedendo la prossima volta la Lombardia. E la valanga di voti "verdi" al Nord avrà forse un peso anche nella richiesta del Senatur di mantenere in capo alla Lega il dicastero lasciato libero da Zaia.

Elezioni regionali 2010, Vasco Errani presidente

FONTE: http://elezioni2010.regione.emilia-romagna.it

Con un milione e 197.789 mila voti, pari al 52,1%, Vasco Errani (Centro-Sinistra per l'Emilia-Romagna) è confermato presidente della Regione Emilia-Romagna. Il dato è quello relativo allo scrutinio delle liste regionali di tutte le 4.513 sezioni emiliano-romagnole dove si è votato per l'elezione del Presidente della Regione e dei consiglieri dell'Assemblea Legislativa.Alle urne sono andati il 68,07% degli aventi diritto, un dato in flessione (meno 8,56%) rispetto alle precedenti regionali del 2005 quando si era recato a votare il 76,63% .Anna Maria Bernini (Per l'Emilia-Romagna) ha ottenuto il 36,7% dei consensi (844.915 voti). Con 161.056 voti Giovanni Favia (Movimento Beppegrillo.it) ha raccolto il 7% dei consensi. Gian Luca Galletti (Unione di Centro-Casini) ha raccolto 96.625, il 4,2%.Le schede bianche sono risultate 20.173 (pari allo 0,86%), le schede nulle 36.893 (1,56%) e quelle contestate 282 (0,01%).

lunedì 29 marzo 2010

RISCHIO E BENEFICIO DEGLI ALIMENTI: LA RICERCA DI UN EQUILIBRIO

FONTE: ARPA EMILIA ROMAGNA

Si è tenuto a Bologna, il 25 marzo scorso, il convegno-corso "Rischio e beneficio degli alimenti: la ricerca di un equilibrio", organizzato da Arpa Emilia-Romagna e Ausl di Bologna. Biologi, chimici, veterinari e medici si sono riuniti con l'obiettivo di approfondire le conoscenze relative ai rischi derivanti dai microinquinanti negli alimenti; agli approcci nutrizionali e regimi dietetici per la prevenzione, chemioprevenzione e controllo delle malattie cronico-degenerative; all'uso dei prodotti fitosanitari e impatto sull'ambiente e sulla salute umana e ai nuovi approcci metodologici per l'analisi, l'identificazione e la caratterizzazione dei microinquinanti negli alimenti, in particolare mediante la tecnologia microarray.
I temi trattati sono stati molteplici e d´interesse anche per un pubblico non solo di esperti, dato che riguardano gli aspetti concreti dell'alimentazione e mettono in evidenza i rischi e i benefici per la salute umana.
Sul sito web di Arpa Emilia-Romagna sono disponibili un resoconto degli interventi (che alleghiamo anche a questo messaggio) e le presentazioni dei relatori, all'indirizzo http://www.arpa.emr.it/dettaglio_documento.asp?id=2026&idlivello=216

AIUTO AGLI IMPRENDITORI CHE LO SCORSO ANNO SONO STATI PENALIZZATI DAGLI SBALZI DI TEMPERATURA

FONTE: PROVINCIA DI FERRARA - Settore Agricoltura e Sviluppo economico - Servizio Protezione Flora e Fauna e Produzioni agricole - U.O.P.C. interventi Strutturali nelle Aziende Agricole

Ultimi giorni per presentare le domande, scadenza 15 aprile 2010

Il Servizio Protezione Flora e Fauna e Produzioni agricole della Provincia di Ferrara comunica che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Decreto con il quale è possibile ottenere contributi in conto capitale a tutti gli imprenditori agricoli che hanno subito danni superiori al 30%, rispetto all'ordinarietà, a causa degli sbalzi di temperatura minima e massima. Nel dettaglio potranno fruire dei contributi quelle imprese agricole che hanno avuto danni alle coltivazioni arboree, orticole e ai seminativi. Per questi sbalzi sono state registrate minori produzioni specialmente nel comparto delle pere varietà abate fino ad una diminuzione che in alcuni casi ha raggiunto anche l’80% del prodotto. I danni hanno colpito tutte le coltivazioni in atto dal 5 aprile al 7 settembre dello scorso anno in parte dei territori dei comuni di Argenta, Berra, Bondeno, Cento, Codigoro, Comacchio, Copparo, Ferrara, Formignana, Jolanda di Savoia, Lagosanto, Masi Torello, Massa Fiscaglia, Mesola, Migliarino, Migliaro, Mirabello, Ostellato, Poggio Renatico, Portomaggiore, Ro, Sant’Agostino, Tresigallo, Vigarano Mainarda, Voghiera.

Le istanze per richiedere contributi in conto capitale e prestiti agevolati ad ammortamento quinquennale per le esigenze di esercizio dell’anno in cui si è verificato l’evento dannoso e per l’anno successivo, potranno essere presentate, sul sistema informatizzato, dalle Ditte iscritte all’Anagrafe delle Aziende Agricole della Regione Emilia-Romagna ed aventi il fascicolo aziendale validato, entro le ore 12,00 di giovedì 15 aprile 2010 presso la Provincia di Ferrara – Settore Agricoltura e Sviluppo economico – Via Bologna 534 – 44100 Ferrara.

Le Aziende agricole aventi danno complessivo superiore al 30% possono presentare anche richiesta di esonero parziale dei contributi previdenziali direttamente all' I.N.P.S. sede di Ferrara.

Per ulteriori informazioni, gli interessati potranno rivolgersi presso le Organizzazioni Professionali e presso l’U.O.P.C. Interventi Strutturali nelle Aziende Agricole del Settore Agricoltura e Sviluppo economico della Provincia (tel. 0532-299742).

sabato 27 marzo 2010

COLDIRETTI: IL COMMERCIO ALTERNATIVO DEGLI ALIMENTARI IN AUMENTO (+11 %) CONTRO I COSTI.

FONTE: Coldiretti Ferrara (0532 979723)

Dalle aziende in adozione alla spesa di gruppo nei mercati e nelle aziende agricole il boom dell’acquisto alternativo ai solito canali commerciali premia qualità e portafoglio. In crescita i punti vendita diretta delle aziende agricole.

Aumentano in controtendenza gli acquisti diretti di cibo e bevande dai produttori agricoli in azienda o nei mercati degli agricoltori che ben si adattano a tutte le forme di commercializzazione innovative: dalle aziende in adozione alla spesa di gruppo. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare i dati sul commercio fisso al dettaglio che a gennaio sono calo in tutte le forme distributive con una riduzione record del 3,3 per cento per gli alimentari. Al calo dei consumi alimentari nel dettaglio tradizionale fa da contraltare il boom delle vendite alternative con oltre centomila italiani che si garantiscono forniture alimentari con il miglior rapporto prezzo/qualità attraverso l’adozione, dalla mucca al maiale, dall’orto alla frutta fino al vino, avvalendosi anche degli strumenti informatici per entrare in contatto con aziende agricole e mercati. Sono oltre 500 i mercati degli agricoltori di Campagna Amica, i cosiddetti farmer market, aperti in tutte le regioni italiane con un aumento del 360 per cento nel 2009 mentre sono saliti a 63.600, con un aumento del 7 per cento, i frantoi, le cantine, le malghe e le cascine dove è possibile comperare direttamente, secondo il rapporto dell’Osservatorio sulla vendita diretta delle aziende agricole promosso da Coldiretti e Agri2000.
Due italiani su tre (67 per cento) - sottolinea la Coldiretti - hanno acquistato almeno una volta direttamente dal produttore agricolo, la forma di distribuzione commerciale che ha registrato una crescita nel 2009 battendo nell’alimentare negozi ed ipermercati grazie ad un incremento dell’11 per cento del valore delle vendite per un totale stimato in 3 miliardi di Euro. Si tratta - continua la Coldiretti - di un fenomeno in controtendenza rispetto alla crisi generale perché concilia la necessità di risparmiare con quella di garantirsi la sicurezza del cibo. Tra le motivazioni di acquisto dell’indagine Swg/Coldiretti spicca infatti la genuinità (71 per cento) seguita dal risparmio (40 per cento) e dal gusto (26 per cento).
“Gli acquisti diretti sono una opportunità per il Paese con un aumento della concorrenza che va a beneficio delle imprese agricole e dei consumatori che possono così garantirsi una spesa sicura e di qualità al giusto prezzo”, afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “è anche una occasione per far conoscere e divulgare i veri sapori della tradizione italiana per poterli riconoscere in tutte le altre forme di vendita senza cadere nell’inganno del falso Made in Italy”. “Si tratta - precisa Marini - di un tassello importante del nostro progetto per una filiera agricola tutta italiana che, con il coinvolgimento dei mercati di Campagna Amica, Consorzi Agrari, cooperative, agriturismi e imprese, punta a far arrivare sul mercato prodotti al cento per cento italiani direttamente dagli imprenditori agricoli. Un progetto che ha l’obiettivo di combattere le distorsioni e le speculazioni di filiera che hanno fatto crollare i redditi degli agricoltori e rischiano di provocare l'abbandono delle campagne. Nel febbraio 2010 i prezzi dei prodotti agricoli in campagna si sono ridotti del 6,9 per cento rispetto allo scorso anno con cali record per la frutta fresca e secca (-22,3 per cento), gli ortaggi e legumi (-13,1 per cento), i cereali (-11,4 per cento) e i vini che perdono il 9,1 per cento, seguiti secondo una analisi della Coldiretti sulla base dei prezzi alla produzione agricola dell'Ismea a gennaio. Per le attivita' di allevamento - conclude la Coldiretti - la riduzione e' stata del 18,4 per cento per i volatili domestici, del 2,7 per cento per i bovini e dell’8,8 per cento per gli altri animali vivi mentre recupera un debole 2 per cento il lattiero caseario e il 9,6 per cento i suini.

COLDIRETTI, CON FIRMA SCAJOLA INCENTIVI PER 20 MLN DI EURO PER ACQUISTO DI TRATTORI & C

FONTE: Coldiretti Ferrara (0532 979723)


Sono pari a 20 milioni le risorse economiche messe a disposizione per gli incentivi al settore delle macchine ed attrezzature agricole oltre che per il settore del movimento terra. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla firma del decreto attuativo che definisce le modalita' per la concessione degli incentivi da parte del ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze Giulio Tremonti, e il Ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo. Si tratta - informa la Coldiretti - di un contributo alla sicurezza del lavoro e alla modernizzazione del settore agricolo e prevede un sostegno pubblico del 10% sul prezzo di acquisto a cui si aggiunge un altro 10% di sconto praticato dal concessionario per l’ acquisto di macchine con potenza non superiore al 50% del rottamato.

venerdì 26 marzo 2010

“CRESCERE NEL TERRITORIO”: INCONTRO CON I SOCI DELLA ZONA DI PORTOMAGGIORE

FONTE: Coldiretti Ferrara (0532 979723)

Il progetto Coldiretti sulla filiera agricola tutta italiana e le ricadute nel nostro territorio

Appuntamento alle 20,30 di lunedì 29 marzo al teatro Smeraldo di Portomaggiore per tutti i soci della Zona di Portomaggiore, che comprende i comuni di Portomaggiore, Masi Torello, Ostellato e Voghiera, per discutere insieme al presidente provinciale Mauro Tonello, ed al direttore Luigi Zepponi, le linee sindacali di Coldiretti in riferimento alle vicende della scorsa annata e soprattutto a quello che sarà il futuro immediato in conseguenza di ciò che sapremo fare nel nostro territorio per dare corpo al progetto della filiera tutta agricola e tutta italiana.
Un progetto che punta anche nei diversi territori locali a restituire competitività alle imprese agricole ed a tagliare tutto ciò che separa dalla relazione diretta con il mercato, valorizzando l’autentico made in Italy e le specificità dei nostri prodotti, costruendo una filiera più corta, che faccia sia l’interesse dei produttori che dei consumatori.Un progetto che avrà respiro con il coinvolgimento attivo dei soci, degli imprenditori agricoli e di tutte quelle strutture che vorranno rimettersi in gioco e portare la loro esperienza al servizio reale delle imprese agricole italiane: dalle cooperative ai consorzi agrari.

PENSIONATI COLDIRETTI IN ASSEMBLEA

FONTE: Coldiretti Ferrara (0532 979723)

Appuntamento alle 10,30 di giovedì 8 aprile con l’Assemblea provinciale dei Pensionati di Coldiretti Ferrara, che avrà una parte straordinaria per variazioni allo Statuto sociale ed una ordinaria per la elezione dei delegati all’assemblea regionale e nazionale dei pensionati.

SPECIFICHE PER IL CONFERIMENTO DELLE RAMAGLIE

FONTE: SAN MARCO BIONENERGIE

NOTA INFORMATIVA APPLICATIVO PROTOCOLLO FRUTTETO Rev.1 del 26 Marzo 2010

giovedì 25 marzo 2010

SOSTENERE E TUTELARE L'AGROALIMENTARE EUROPEO DI QUALITA'

FONTE: Press Office Parlamento Europeo


Il Parlamento europeo ha approvato oggi la relazione dell'On. Scottà che chiede sostegno finanziario, logo Made in Europe, indicazione in etichetta dell'origine dei prodotti e mantenimento delle norme commerciali settoriali per promuovere l'agricoltura UE di qualità.
Auspica anche un rafforzamento della protezione delle Dop e Igp dalla contraffazione, dentro e fuori l’UE, nonché nuove norme sul loro utilizzo come ingredienti e sul potere dei consorzi di regolarne le quantità in vendita e di fissarne i requisiti per il confezionamento. Occorre poi introdurre norme UE sull’agricoltura integrata e sviluppare la produzione biologica, rafforzare le campagne d’informazione sui prodotti europei di qualità e promuovere i mercati gestiti dagli agricoltori.

Leggi il comunicato stampa completo

venerdì 19 marzo 2010

OGM, ZAIA FIRMA PUBBLICAMENTE IL DECRETO DI STOP ALLE COLTIVAZIONI

FONTE: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

“Ho voluto firmare pubblicamente questo decreto perché si tratta di un momento storico per l’agricoltura italiana. Un momento nel quale purtroppo bisogna constatare con amarezza la contrapposizione insanabile fra il partito dei pro-OGM, che conta pochissimi sostenitori, e quello dei contrari agli Organismi Geneticamente Modificati, che sono invece la stragrande maggioranza dei cittadini, oltre il 75% secondo gli ultimi sondaggi e non credo che siano tutti leghisti”.

Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia ha aperto con queste parole la conferenza stampa, nella Sala Verde del Ministero, per la firma del decreto di stop alle coltivazioni di un mais OGM, a meno di 24 ore dalla decisione presa all’unanimità dalla Commissione prodotti sementieri geneticamente modificati di negare l’autorizzazione alla coltivazione dello stesso mais.

“La Commissione, riunitasi ieri e composta da due rappresentanti del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, due del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, due del Ministero della Salute, dai rappresentanti delle Regioni Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Toscana e Veneto, ha dato un segnale chiaro e in linea con il volere del popolo sovrano, che noi siamo intenzionati a rappresentare e difendere fino in fondo”.

“La motivazione squisitamente tecnica della contrarietà è nell’assenza delle condizioni che garantiscano la coesistenza fra coltivazioni OGM e coltivazioni OGM-free, come previsto dalla legge, condizioni che da più parti – dove forse non si ha chiaro che la libertà propria finisce laddove comincia quella del vicino - si sta tentando di presentare come fatto irrilevante. Ecco – ha proseguito Zaia -di quali articoli è composta, a mio personale parere, la legge del buon senso: 1. Siamo la culla della biodiversità, con 4500 prodotti tipici frutto di secoli e secoli di storia; 2. dove si coltivano gli OGM, gli agricoltori non guadagnano di più; basti dire che oggi alla borsa di Chicago il mais è quotato a 101 euro alla tonnellata, contro i 146 euro/ton delle borse europee; 3. il mais transgenico, la cui coltivazione è autorizzata da anni in Europa, non copre più dell’1% della produzione totale; 4. il vero business delle multinazionali non sarebbe nella coltivazione, ma nel brevetto delle sementi e delle eventuali, successiva ibridazioni; in poco tempo la terra sarebbe nelle mani di pochi uomini, come è accaduto in India e come si sta cercando di fare anche nel continente africano, dove la prima voce che si è levata a difesa degli africani è quella della Chiesa; 5. gli OGM non servirebbero a sfamare il mondo perché non mi risulta che esista un patto etico per regalare un’eventuale sovrapproduzione a chi muore di fame; 6. dove si vendono gli OGM, i ricchi mangiano biologico, i poveri i cibi geneticamente modificati. Non siamo oscurantisti, ma gente di buon senso, che rispetta il volere del popolo”.

Il decreto firmato dal Ministro, passerà ora alla sottoscrizione dei Ministri della Salute e dell’Ambiente.

giovedì 18 marzo 2010

Ogm: plauso di Slow Food alla decisione Commissione Sementi

FONTE: Slow Food Press Office (0172 419615/ 45/ 53 /66)

Lo stop al mais transgenico all’unanimità, frutto di un iter trasparente che non lascia dubbi.

Slow Food accoglie con favore la decisione, presa all’unanimità, della Commissione Sementi, istituita presso il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, di negare l'autorizzazione alla domanda di iscrizione al registro di un mais ogm, presentata dall’agricoltore friulano Silvano Dalla Libera. Il pronunciamento si è reso necessario a seguito della sentenza del Consiglio di Stato del 19 gennaio, che obbligava il Ministero dell’Agricoltura a istruire la pratica. Soddisfatto Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia, che commenta: «La Commissione ha agito responsabilmente con questa decisione avendo a cuore le istanze dell’agricoltura italiana e dei consumatori. La buona notizia ha maggiore rilevanza perché la decisione è frutto di un accordo unanime preso seguendo l'iter procedurale naturale, senza ricorso a procedimenti d'urgenza che qualcuno certamente avrebbe tentato di bollare come ideologici». Nella discussione ha prevalso «il principio di cautela che finora ha caratterizzato la politica agricola del Paese su questo delicato tema», dichiara in una nota il Ministro per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali Luca Zaia.Già il Ministro della Salute Fazio giorni fa aveva dichiarato: «Il Governo italiano non è favorevole all’introduzione delle colture ogm per la contrarietà anche culturale della stragrande maggioranza dei nostri agricoltori». Domani il Ministro Zaia firmerà il decreto che sarà subito inviato ai Ministri della Salute e dell'Ambiente.La Commissione Sementi Geneticamente Modificate è composta dai rappresentanti del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, il Ministero dell'Ambiente , il Ministero della Salute, le Regioni Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Toscana e Veneto.

PATATA DI BOLOGNA: VIA LIBERA ALLA DOP

FONTE: Giunta Regionale - Agenzia Informazione e Ufficio Stampa


Bologna - E' arrivato il via libera definitivo all'iscrizione nel registro europeo delle denominazioni d'origine e indicazioni geografiche protette della Dop Patata di Bologna. Ad esso farà seguito la pubblicazione del regolamento della Commissione europea. Si tratta di una notizia attesa da anni dai produttori e la conferma dell'importanza dell'Emilia-Romagna per le produzioni di qualità. La Dop Patata di Bologna rappresenta la trentunesima denominazione per l’Emilia-Romagna e la prima denominazione d’origine per un prodotto vegetale. Il riconoscimento è il risultato di un lavoro d'insieme che ha visto le istituzioni – Regione Emilia-Romagna, Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e Provincia di Bologna – affiancare e sostenere i produttori bolognesi. Il prossimo passo dovrà essere la costituzione del consorzio di tutela, affinché la Dop Patata di Bologna possa essere protetta nel migliore dei modi.La coltivazione della patata è legata al territorio bolognese ormai da molto tempo, grazie alle caratteristiche dei suoli particolarmente vocati, alla particolare attitudine qualitativa ed organolettica di alcune varietà ed alla tradizione della tecnica colturale dei produttori.La produzione della Patata di Bologna Dop, ottenuta dalla varietà Primura, deve avvenire interamente, dalla coltivazione al confezionamento, nell’ambito della provincia di Bologna, applicando le conoscenze e le pratiche messe a punto in anni e anni di esperienza dai produttori locali.Il buon aspetto sul piatto, il contenuto medio di sostanza secca (19-20%), la consistenza della polpa, il gusto tipico ma non troppo pronunciato, la buona conservabilità sono le caratteristiche che ne favoriscono l’affermazione sul mercato.

COLDIRETTI: “CRESCERE NEL TERRITORIO”, IL PROGETTO DELLA FILIERA TUTTA ITALIANA E TUTTA AGRICOLA IN DISCUSSIONE CON I SOCI DI ARGENTA IL 19 MARZO

FONTE: Coldiretti Ferrara (0532 979723)

Venerdì 19 marzo, alle 20,30 presso la sala del centro culturale anziani ex bocciofila di Argenta l’incontro per la zona di Argenta con tutti i soci e con la partecipazione del presidente provinciale Mauro Tonello e del direttore Luigi Zepponi. In discussione la situazione del settore e le ricadute del progetto Coldiretti sulle filiere agricole italiane per il nostro territorio.

Approda ad Argenta alle 20,30 il ciclo di assemblee zonali organizzate da Coldiretti Ferrara per confrontarsi con i soci sulla situazione del settore agricolo, sulle prospettive per il futuro e le ricadute sul territorio del progetto per le filiere tutte agricole e tutte italiane che Coldiretti ha varato nei mesi scorsi e che vede un intenso lavoro per costruire una nuova rete strutturata per i servizi e la commercializzazione degli autentici prodotti made in Italy con al centro l’obiettivo di sostenere le singole imprese agricole nel confronto con il mercato.
L’incontro è aperto a tutti gli interessati.

mercoledì 17 marzo 2010

martedì 16 marzo 2010

COLDIRETTI: LE NOSTRE PERE AD OCCHIO ALLA SPESA

FONTE: Coldiretti Ferrara (0532 979723)

Mercoledì 17 marzo le qualità delle nostre pere ed i piccoli segreti per consumarle al meglio a RAI UNO con la partecipazione di Raffaele Chiossi, frutticoltore nostro socio e presidente della O.P. CHIARA di Ferrara.

Tornano le pere sotto i riflettori di uno dei programmi di maggior successo di Rai uno, che domani, mercoledì 17 marzo, dalle 10,55, all’interno di “Occhio alla spesa” dedicherà la puntata ad uno dei frutti più amati e simbolo della nostra provincia.
Con l’aiuto di Raffaele Chiossi, frutticoltore ferrarese DOC e presidente di O.P. CHIARA, il conduttore Alessandro Di Pietro proporrà al pubblico le caratteristiche qualitative delle pere IGP dell’Emilia-Romagna e di Mantova, illustrandone le diverse qualità organolettiche e gustative, come riconoscerle, il mercato di riferimento, i prezzi medi, i consigli per la scelta migliore ed i piccoli segreti per conservare al meglio i frutti e poterli consumare al meglio.
La produzione di pere nella nostra provincia, in particolare per la varietà Abate Fetel è la prima in regione e tra le principali in Europa ed anche la redditività della coltura ha subito meno contraccolpi dalla crisi rispetto ad altre colture.

lunedì 15 marzo 2010

La Cina firma l'accordo sul clima di Copenaghen

FONTE: http://it.greenplanet.net

Una lettera ufficiale firmata dal negoziatore cinese sul clima Su Wei ha reso noto al Segretariato dell'Onu sul cambio climatico che può "procedere a includere la Cina nella lista" dei paesi che sostengono l'accordo raggiunto al summit di dicembre. Il criticato accordo di Copenaghen sul clima, prevede il limite di due gradi all'aumento della temperatura media della Terra e la creazione di un fondo di 30 miliardi di dollari l'anno nel triennio 2010-2013 e di 100 miliardi di dollari l'anno dal 2012 al 2020. Il documento che però non fissa nessun limite vincolante per raggiungere l'obiettivo della limitazione del riscaldamento globale era stato giudicato dagli ambientalisti come estremamente limitato rispetto ai propositi iniziali del summit. Tuttavia, un certo numero di paesi all'ultimo minuto avevano avanzato nuove obiezioni e si era convenuto che gli stati avrebbero potuto aderire all'accordo anche successivamente. Anche l'India ha firmato il documento oggi, seguendo Indonesia, Brasile, Sudafrica e Messico. Manca all'appello solo la Russia tra i Paesi che incidono maggiormente, in termini di emissioni di co2 ("grandi inquinatori").

Assemblea nazionale dei produttori biologici. “Confronto necessario”

FONTE: http://it.greenplanet.net

Unire i produttori e dar voce al Biologico italiano. È questa l'idea alla base dell'iniziativa promossa dalla sezione soci produttori di FederBio che rivolge l'invito a "tutte le realtà produttive, per unire l'intero settore, stimolare un sano dibattito e pianificare azioni comuni volte a promuovere la crescita sana del comparto". "Due giorni per comprendere le opportunità e le minacce che il settore del Biologico italiano vive," spiega Paolo Carnemolla, presidente di FederBio. "L'incontro e il confronto tra tutte le realtà che nel nostro Paese producono prodotti biologici diventano fondamentali, necessari. L'Assemblea - prosegue - intende essere un momento dedicato al Biologico italiano, per instaurare una collaborazione duratura nel tempo che abbia come unico e condiviso obiettivo una crescita del comparto su basi ancor più solide".
"Fino ad oggi abbiamo assistito a divisioni nel mondo del Biologico, più nei suoi vertici che tra le aziende", è la valutazione di Ignazio Cirronis, presidente UNAPROBIO e coordinatore della Sezione dei soci produttori di FederBio. "Ora è giunto il momento che parlino i produttori sui temi più importanti, dalle questioni dei prezzi e del mercato ai PSR, dalla lotta agli OGM fino alle questioni tecniche e più in generale sulle politiche per il settore".
afferma Ignazio Cirronis, produttore, Presidente UNAPROBIO e Coordinatore della Sezione Soci Produttori FederBio. I produttori non si accontentano di essere un anello della filiera biologica, ma chiedono di governarla e per fare questo intendono varare una nuova stagione del Biologico e dell'associazionismo che lo rappresenta; anche per questo, l'Assemblea Nazionale
Il progetto dell'Assemblea che, secondo le intenzioni, sarà preceduta da decine di assemblee territoriali aperte a tutti i produttori biologici è stato proposto a tutte le associazioni che si occupano del biologico. Al momento hanno già raccolto l'invito AGRIBIO, ANABIO, ANAPROBIO, Associazione Agricoltura Biodinamica, Federazione Agricoltori Bio della Confagricoltura, Terra Sana, UNAPROBIO.

Corte Ue verso “no” alla Monsanto sul mangime ogm

FONTE: http://it.greenplanet.net

Tutela brevettuale della sequenza dna, ma non per i derivati "in cui l'informazione genetica non svolge più le funzioni descritte nel brevetto". Le conclusioni dell'Avvocatura. Le conclusioni dell'Avvocato generale emesse a Lussemburgo, dovrebbero indirizzare in modo chiaro la sentenza che riguarda il ricorso relativo alla soia transgenica 'Roundup ready' (Rr), che non è coltivata nell'Ue. I giudici comunitari dovranno determinare se il tratto di Dna modificato e brevettato dalla Monsanto debba essere tutelato in quanto tale, come composto chimico, anche quando è presente non più integro all'interno di prodotti che risultano dalla trasformazione dell'organismo biologico (le piante di soia).
Nelle sue conclusioni, l'Avvocato generale, Paolo Mengozzi, suggerisce alla Corte di stabilire che il brevetto relativo a una sequenza genetica è tutelato nella misura in cui il tratto di Dna modificato svolge effettivamente le funzioni descritte nel brevetto stesso. La protezione giuridica sarebbe assicurata, nel caso specifico in esame, solo per le piante e i semi della soia Rr; non si applicherebbe, invece, alle farine, agli oli o alla lecitina di soia, in cui il Dna modificato non è più in grado di svolgere la funzione per cui è stato brevettato.
L'Avvocato generale ricorda che la direttiva Ue sulle invenzioni biotecnologiche permette di distinguere tra la 'scoperta' (ossia la semplice individuazione di una sequenza genetica senza che ne sia indicata una funzione), che da sola non è brevettabile, e l'"invenzione" (ossia la scoperta corredata dell'indicazione della funzione), che invece lo è.
Tutelare la sequenza genetica sempre e in ogni situazione, spiega l'Avvocato significherebbe riconoscere il brevetto per funzioni non indicate e ancora ignote, ciò che equivarrebbe a consentire la brevettabilità di una semplice scoperta. Inoltre, si assoggetterebbe un numero imprecisato di prodotti derivati al controllo di chi ha brevettato la sequenza genetica della pianta ogm, dal momento che non è possibile sapere fino a quale punto della catena alimentare e dei prodotti derivati possano essere ancora riconoscibili tracce del Dna modificato.

Ogm. Spunta il cavillo burocratico

FONTE: http://it.greenplanet.net

Il decreto 212 del 2001 che legifera in merito alle coltivazioni transgeniche, in ambito nazionale, e sulle sanzioni amministrative e penali non sarebbe mai stato notificato in Commissione europea. E quindi non può essere applicato. Lo denuncia il Velino. L'agricoltore che volesse coltivare organismi geneticamente modificati in Italia lo potrebbe fare domani stesso, senza essere passibile di nulla anche se i piani di coesistenza regionali non sono stati ancora applicati. "Il decreto 212 non ha mai avuto efficacia. È materia devoluta", ha spiegato all'agenzia il presidente della commissione Agricoltura del Parlamento Ue Paolo De Castro secondo il quale, al momento, l'unico nodo è quello relativo ai piani di coesistenza anche se "a legiferare sulla coltivazione ogm sono le norme comunitarie che sono sempre norme di diritto superiore a quelle dei paesi membri". "L'agricoltore che volesse coltivare oggi organismi geneticamente modificati in campo, non è passibile di alcuna sanzione", spiegano da Futuragra l'associazione pro ogm che rincara la dose affermando che le norme nazionali in merito "sono tutte di ambito nazionale e servono solo a fare terrorismo. Anche perché il decreto 212 non è mai stato notificato a Bruxelles". E quindi, nel caso in cui qualcuno volesse mandare i carabinieri da chi coltiva ogm in campo, "il decreto verrebbe automaticamente disapplicato".
Martedì 16 marzo la commissioni che dovrà esprimersi sulle coltivazioni ogm e sul caso dell'agricoltore di Pordenone si riunirà al ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali questo a tre giorni dalla deadline entro cui il ministero deve ultimare la procedura autorizzativa. "Se questo fosse vero sarebbe un fatto grave", è il commento preoccupato del presidente di Federbio Paolo Carnemolla. "Vorrebbe dire che siamo totalmente inermi di fronte alla possibilità di trovare a primavera del mais ogm vicino a prodotti biologici".

Sugli ogm il ministro Fazio suggerisce cautela

FONTE: Adnkronos

"Se e' vero che gli Ogm simulano l'evoluzione naturale e' anche vero che lo fanno a velocita' molto superiori alla norma, dunque c'e' da attendersi che ci siano delle differenze". "Se e' vero che non ci sono al momento effetti negativi conosciuti e' anche vero che non si puo' escludere la presenza di altri effetti sconosciuti, come le resistenze agli antibiotici". Il ministro della Salute Ferruccio Fazio (nella foto), nell'incontro stampa conclusivo della 'Quinta conferenza ministeriale su ambiente e salute' promossa a Parma dall'Organizzazione mondiale della sanita' per l'Europa' e dai ministeri della Salute e dell'Ambiente italiani ha spiegato quali sono i fattori che giustificano la posizione contraria dell'Italia agli organismi geneticamente modificati. "La cultura italiana - ha spiegato il ministro - e' la stessa della logica degli agricoltori che va quindi in una direzione diversa da quella degli ogm, orientata piuttosto a favorire le produzioni autoctone e naturali".

LA GIUSTA REAZIONE AGLI OGM

FONTE: http://it.greenplanet.net - Bollettino Bio N. 431 - Decimo anno - Marzo 2010

Le posizioni più dure, anche quando sono nobili, di solito finiscono per l'essere perdenti. A gioco lungo, sono perdenti sempre. La battaglia per contrastare gli OGM in Europa non può essere combattuta, con possibilità di successo, da posizioni di chiusura che non ammettono discussione e confronto, da posizioni "ideologiche", perché ciò taglierebbe fuori il biologico dal mercato facendolo diventare attività da agricoltori-filosofi, da hobbisti. Il biologico non è un hobby. Il biologico deve fare e fa i conti con il mercato. I prodotti biologici affrontano la loro sfida tutti i giorni sui banconi dei supermercati, dei mercati, dei negozi specializzati e non. Quale sfida? La sfida di essere scelti liberamente dai consumatori perché prodotti migliori, salubri, espressione di una cultura e di pratiche che rispettano l'ambiente in maniera integrale salvaguardando la natura nella sua infinita varietà e nella sua evoluzione. Una sfida che sempre più spesso è vinta. Infatti, anche il consumatore meno provveduto oggi sceglie biologico o ha verso il biologico una particolare attrazione perché tutti hanno capito che comperare alimenti sani è un'esigenza primaria, essenziale. Questo accade in Italia, in Europa, in America, non in altre parti del mondo dove si pensa ancora a riempirsi la pancia a prescindere. Non a caso, quindi, le multinazionali cercano di veicolare l'immagine degli OGM che sconfiggono la fame nel mondo.L'avanzata degli OGM nella soia, nei cereali, nel riso, nelle barbabietole da zucchero e altri prodotti agricoli continua in maniera prorompente in mondi tra loro lontani come il Sudamerica e la Cina.Sono 14 milioni gli agricoltori che nel mondo fanno uso di OGM . In Europa non è così. Anche quel poco di pratiche transgeniche che è stato consentito dalle autorità di Bruxelles è in frenata: in un anno (dal 2008 al 2009) la superficie a mais Mon810 di Monsanto è calata dell'11 per cento. In Africa e in Asia gli OGM sono pure contrastati. Ma c'è tanto, tantissimo da fare. Sia a livello di rispetto territoriale sia per quanto riguarda il rispetto delle filiere OGM free. Alcune di queste filiere - come quella zootecnica - sono ad altissimo rischio perché nell'alimentazione animale gli OGM entrano da varie parti, soprattutto attraverso la soia. Diciamo al settore: lasciamo da parte la filosofia, non chiudiamoci a riccio, non facciamoci cogliere dalla sindrome della riserva indiana, affrontiamo la realtà con la capacità di utilizzare tutti gli strumenti a disposizione, chiediamo alla politica e ai governi di impostare strategie coerenti, consapevoli che il biologico rappresenta un modo di vivere e di alimentarsi di qualità.
Antonio Felice

venerdì 12 marzo 2010

COLDIRETTI: SABATO 13 MARZO CONSEGNA DEI RICONOSCIMENTI ALLA FEDELTA’ AL LAVORO DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI FERRARA

FONTE: Coldiretti Ferrara (Ufficio Stampa: 0532 979723)

Premiati anche soci Coldiretti che riceveranno il riconoscimento istituito dalla Camera di Commercio di Ferrara per la fedeltà al lavoro ed il progresso economico presso la Sala Congressi di Ferrara Fiere dalle 9 alle 13.

Un premio rivolto a chi ha contribuito ad accrescere con il proprio impegno lavorativo il progresso civile, economico e sociale della provincia: è questo lo spirito con il quale da diversi anni la Camera di Commercio di Ferrara incontra i protagonisti del mondo del lavoro, ed attribuisce loro un riconoscimento dopo lunghi anni dedicati all’attività in proprio o come dipendenti. I premi vengono attribuiti per diverse categorie:• ai lavoratori in attività dipendenti di imprese operanti nei diversi settori dell’economia provinciale da almeno 40 anni se presso più datori di lavoro o da almeno 30 anni se presso un unico datore di lavoro;• ai lavoratori collocati a riposo (da non oltre tre anni, con riferimento al termine ultimo fissato per la presentazione delle domande) che abbiano svolto attività alle dipendenze di imprese operanti nei diversi settori dell’economia provinciale per almeno 40 anni se presso più datori di lavoro e per almeno 30 anni se presso un unico datore di lavoro;• alle imprese operanti nei diversi settori dell’economia provinciale, con almeno 35 anni di ininterrotta ed effettiva attività;• alle imprese cessate (da non oltre tre anni, con riferimento al termine ultimo fissato per la presentazione delle domande), con almeno 35 anni di ininterrotta ed effettiva attività.
I soci di Coldiretti che riceveranno il riconoscimento per l’anno 2010 sono: BALDINI FRANCO, BARBIERI LINO, BASSI LUIGI, BELTRAMI ANGIOLINO, BERGONZINI GIANFRANCO, BERTO ORAZIO, BIOLCATI RINALDI GIORGIO, BOLINI ERMES, CAVICCHI PAOLO, DE ZEN RENATO, FANTINATI SERGIO, FOLEGATTI GIORGIO, FUGAROLI VITTORIO, GILLI RENZO, GRECHI RENATO, GUERRINI FRANCESCO, GUERZONI PAOLO, LOBERTI LORENZO, MAESTRI MAURIZIO, MALSERVIGI GIANNI, MENEGALE GIOVANNI, MONCO LAURA, POLATO GIUSEPPE, SARETTO GIAN PIETRO, SCARPA ISAURO, SECCHIERO DANIELE, SERAFINI GIACOMO, TELLOLI ZEFFERINO, TOSELLI OSCAR e ZAVATTI FLAVIO.
Un riconoscimento particolare è previsto anche per Antonina Gardenghi, infaticabile ed insuperabile collaboratrice del Patronato EPACA di Ferrara.

COLDIRETTI: INCONTRI CON I SOCI DI BONDENO E DI FERRARA

FONTE: Coldiretti Ferrara (Ufficio Stampa: 0532 979723)

Convocate le Assemblee dei soci delle zone di Bondeno e di Ferrara sulla situazione del settore agricolo e sul progetto Coldiretti delle filiere agricole e gli effetti sul territorio.

Lunedì 15 marzo e martedì 16 marzo Coldiretti incontra i soci nel corso delle Assemblee convocate rispettivamente presso la Sala 2000 di Bondeno alle 20,30 per la Zona di Bondeno e presso la Sala Conferenze Coldiretti di Via Bologna, 637 per la Zona di Ferrara 2, sempre alle 20,30.
Nel corso degli incontri, con la presenza anche del Presidente provinciale, Mauro Tonello e del direttore Luigi Zapponi, si affronteranno i temi dello stato del settore agricolo che esce da una annata difficile e di quale possa e debba essere l’effetto sul nostro territorio del progetto Coldiretti della filiera tutta agricola e tutta italiana, ed il ruolo delle cooperative agricole e dei consorzi agrari nella costruzione di quella rete indispensabile per dare maggiore forza e capacità di azione alle imprese agricole.

NEVE E RIALZO TERMICO

E' PREALLARME IDRAULICO IN EMILIA ROMAGNA
IL RENO E’ IN PIENA DA DUE MESI. SFIORATA L’ALLUVIONE NELLA BASSA BOLOGNESE

FONTE: ANBI

"Siamo in preallarme dopo la nevicata record. Ci stiamo attivando per smaltire le acque dalcomprensorio e scongiurare il rischio di allagamenti in pianura". Lo rende noto il Consorzio di bonifica dell'Emilia Centrale dopo l’eccezionale evento meteorologico che, sulle vette di crinale, ha fatto cadere fino a 3 metri di neve, raggiungendo i 70/90 centimetri nel medio Appennino e i 40/60 centimetri in collina e pianura.Ciò che preoccupa non è solo la tanta neve caduta, ma il rialzo termico previsto in queste ore. Sono previsti 5/6 gradi di temperatura massima, 2/3 gradi per la minima e addirittura punte di 11 gradi nel week end. E' come se ci fosse un enorme serbatoio d'acqua, che incombe sulla pianura e di cui bisogna costantemente monitorare il fluire verso i fiumi Enza, Crostolo, Secchia e, quindi, nel Po. Gli alvei, infatti, potrebbero non riuscire a ricevere tutta l’acqua in arrivo. Nel bacino scolante tra Enza e Secchia, esteso per circa 130.000 ettari, è stato calcolato un accumulo di circa 50 milioni di metri cubi d'acqua; a ciò si deve aggiungere la neve di montagna, caduta almeno in quantità doppia su un comprensorio molto più esteso. Le stime sono derivate da un calcolo sulla neve caduta nelle diverse fascealtimetriche e sulla sua consistenza: la neve caduta equivale a 38 millimetri pioggiadiffusi su tutto il comprensorio.Sono settimane di gran lavoro anche per le squadre del Consorzio di bonifica Renana nella bassa pianura a nord di Bologna. Sono, infatti, oltre due mesi che le pompe idrovore lavorano a pieno ritmo per contrastare la piena permanente del fiume Reno, quasi mai sceso a livelli tali da consentire il defluire naturale delle acque. Grande attività, quindi, dovuta ad un inverno molto piovoso; nelle scorse ore, però, si è registrato un grave rischio piena: infatti le abbondanti nevicate avevano messo fuori uso la linea elettrica, che alimenta gli impianti idrovori di Saiarino e Vallesanta, vale a dire le macchine idrauliche che, pompando acqua nel Reno giorno e notte, mettono in sicurezza idraulica gran parte dei comuni di pianura. Il pronto intervento dell’ente di bonifica ha attivato i generatori consortili, riuscendo a far funzionare almeno 2 delle 4 pompe sempre attive da dicembre. In 12 ore, oltre 500.000 metri cubi d’acqua sono stati “sgravati” da una rete idrologica già al limite della capacità. Solo in serata l’Enel ha riattivato tralicci e fornitura elettrica; ancora una volta si può parlare di scampato pericolo di allagamento per gli abitati della bassa pianura bolognese. Anche qui la preoccupazione si sposta ora alle prossime ore: il previsto aumento delle temperature provocherà lo scioglimento delle nevi appenniniche cadute copiose in questi giorni, incrementando notevolmente le portate di piena primaverili in una rete idrologica già al limite della sua capacità massima.

COMITATO VINI, ZAIA: DENOMINAZIONI E CONTROLLI PER PROMUOVERE I NOSTRI VINI DI ECCELLENZA

FONTE: http://www.politicheagricole.it/

«Sono convinto che la strada intrapresa per difendere le denominazioni, con accurati controlli da parte degli organismi competenti, contribuirà non solo a preservare l’eccellenza del nostro patrimonio enologico, ma anche ad affermare ulteriormente sui mercati internazionali i nostri vini di qualità, come quelli dell’Oltrepò Pavese».

Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia ha commentato la decisione da parte del Comitato vini, riunitosi nei giorni scorsi, di ratificare il “Progetto Oltrepò Pavese”, per la riqualifica dei vini di eccellenza della provincia lombarda. L’assemblea ha anche approvato la modifica dei disciplinari di alcune tipologie di vini di altre Regioni.

Il “Progetto Oltrepò Pavese” prevede l’estrapolazione dai precedenti disciplinari di alcune tipologie di vino legate a prestigiose menzioni tradizionali e a vitigni tipici del territorio, che transitano così al ruolo di DOC autonome. Si tratta dei vini “Bonarda dell’Oltrepò Pavese”, “Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese”, “Buttafuoco dell’Oltrepò Pavese”, “Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese” e “Pinot Grigio dell’Oltrepò Pavese”.
Di conseguenza, è stato modificato il disciplinare dei vini DOC “Oltrepò Pavese”, che regolamenta le restanti tipologie.

Sono state riconosciute, sempre nell’area territoriale dell’Oltrepò Pavese, la DOC autonoma “Casteggio”, riferita ad un particolare tipo di vino rosso e la modifica del disciplinare della IGT dei vini “Provincia Pavia”.

Il Comitato vini ha deciso, inoltre, la modifica dei disciplinari di alcuni vini di eccellenza appartenenti ad altre Regioni del Paese:


Provincia autonoma di Bolzano:

- modifica della DOC “Alto Adige”, con l’introduzione delle tipologie con nome di due vitigni: Chardonnay – Pinot bianco, Chardonnay – Pinot grigio, Pinot bianco – Pinot grigio;

- sono state adeguate anche la resa e il titolo alcolometrico per la tipologia legata al vitigno Kerner della sottozona Valle Isarco ed è stata proposta la riduzione di resa per ettaro per il vitigno Pinot nero della Valle Venosta;

- sono state introdotte le modifiche per la DOC Lago di Caldaro o “Caldaro” e adeguata la base ampelografica per quanto concerne i vitigni complementari, nel limite del 15%;

Friuli Venezia Giulia:

- modifica DOCG “Colli Orientali del Friuli Picolit”, con l’adeguamento dell’estratto riduttore;

Piemonte:

- modifica DOC “Bramaterra”, adeguamento della base ampelografica e introduzione della menzione “riserva”;

- modifica della DOCG “Roero”, variazione della base ampelografia, con l’inserimento di altri vitigni a bacca bianca non aromatici, nel limite del 5%;

- modifica DOC “Freisa di Chieri”, adeguamento della base ampelografia, con l’introduzione, nel limite del 10%, dei vitigni complementari non aromatici.

giovedì 11 marzo 2010

Allarme idraulico: i mezzi della Renana evitano la piena della pianura nord

FONTE: Consorzio della Bonifica Renana (051 295111)


BOLOGNA. Le ultime sono state ore all' insegna della suspence per le squadre della Renana e per la bassa pianura a nord di Bologna. Sono infatti oltre due mesi che le pompe idrovore lavorano a pieno ritmo per contrastare la piena permanente del Reno, quasi mai sceso a livelli tali da consentire lo scolo naturale. Grande attività quindi, dovuta ad un inverno molto piovoso, ma ieri è stata una giornata da brivido e a grave rischio piena: infatti le abbondanti nevicate hanno messo fuori uso la linea Enel che alimenta le pompe degli impianti di Saiarino e Vallesanta. Per intenderci le macchine idrauliche della Renana che pompando acqua nel Reno giorno e notte, mettono in sicurezza idraulica gran parte dei Comuni di pianura. Il pronto intervento del Consorzio ha messo il funzione i generatori della Renana, in grado di far funzionare almeno 2 delle 4 pompe sempre attive da Natale. In 12 ore di funzionamento oltre 500 mila metri cubi d' acqua sono stati sgravati da una rete idrologica già molto stressata e al limite della capacità. Solo in serata l' Enel ha riattivato tralicci e fornitura elettrica; ancora una volta, grazie al pronto intervento delle squadre tecniche e delle attrezzature della Renana possiamo parlare di scampato pericolo piena e allagamento per gli abitati della bassa pianura bolognese. La preoccupazione però riguarda anche le prossime settimane: infatti il previsto aumento delle temperature provocherà lo scioglimento delle nevi appeniniche di questi giorni, incrementando di molto le portate di piena primaverili dei corsi d' acqua, a fronte di una rete idrologica già al limite della sua capacità massima.

AL CONSORZIO DI BURANA SI ATTENDE LO SCIOGLIMENTO DELLA NEVE CON LA MASSIMA ATTENZIONE

FONTE: Consorzio di Burana



Il Consorzio della Bonifica Burana è in pre-allerta: i quaranta centimetri di neve che hanno ricoperto Modena in appena ventiquattr’ore, uniti ai tre metri di neve caduti sul Cimone, richiedono la massima attenzione ai tecnici del Burana.
Se il weekend sembra essere ancora all’insegna delle temperature rigide, infatti, l’Osservatorio Geofisico di Modena parla di temperature attese attorno ai 13-14° in città per metà della settimana prossima. Il che significherebbe una cosa soltanto: il riversamento di grossi carichi idrici in fiumi e canali già gravati dagli eventi piovosi degli ultimi mesi.

Il direttore del Consorzio di Burana, Claudio Negrini, afferma a tal proposito: “si preannuncia un momento delicato per il nostro reticolo idrico, tutti nostri tecnici e guardiani stanno intensificando i controlli poiché le precipitazioni, prima piovose poi nevose, degli ultimi tempi, ci conducono verso la formazione di fenomeni di piena nei canali principali e secondari. Dovremo fare un monitoraggio delicato e continuo delle portate in transito nei canali per scongiurare il pericolo di allagamenti. Soprattutto alla luce dei problemi nel ferrarese sul sostegno di Valpagliaro: dovendo evitare di riversare acqua su quest’ultimo, l’attenzione sulla è necessariamente alta.”

La Botte Napoleonica, infatti, in gestione al , rappresenta l’elemento cardine nel passaggio delle acque nel , una vasta area compresa tra basso mantovano, modenese e ferrarese. Finché il problema del cedimento della fondazione del sostegno Valpagliaro, a valle della Botte Napoleonica, non verrà risolto, il Consorzio della Bonifica Burana dovrà fare i conti con criticità maggiori nella gestione dello scolo, per garantire la sicurezza idraulica di tutto il territorio.
I tecnici del Burana si tengono dunque pronti ad attivare le manovre necessarie per ogni criticità che il sistema di telecontrollo dovesse registrare nei prossimi giorni, grazie anche ai protocolli d’intesa con i Consorzi e gli Enti a monte e a valle, che si troveranno presto riuniti per una prima riunione operativa che garantirà ancora più efficienza nella gestione unitaria del territorio.

Un immenso serbatoio grava sulla pianura: è preallarme all’Emilia Centrale

FONTE: Consorzio di Bonifica dell'Emilia Centrale (0522 443211)


Neve, pioggia, rialzo termico. Marino Zani: “Potremo lavorare anche di notte per far fronte a questo fenomeno”. Situazione monitorata dalla sala di telecontrollo. 50 milioni di metri cubi d’acqua nel bacino di incombono sulla pianura. 40 persone allertate

REGGIO EMILIA E MODENA (11 marzo 2010) – “Siamo in preallarme per una combinazione singolare di fattori dopo la nevicata record. Ci stiamo attivando in queste ore con il nostro personale per smaltire le acque dal comprensorio e, quindi, scongiurare gli allagamenti della pianura”. A parlare è Marino Zani, presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, che illustra la situazione dopo la grande precipitazione nevosa che, sulle vette di crinale, ha toccato anche i 3 metri di neve, raggiungendo i 70/90 centimetri nel medio Appennino e i 40/60 in collina e pianura.
“La combinazione che preoccupa non è solo quella della tanta neve caduta, ma del rialzo termico previsto nelle prossime ore – spiega Vito Fiordaligi, direttore dell’ente consortile –. I terreni, per le precipitazioni invernali, erano già saturi d’acqua. E l'arrivo del clima più mite, data la stagione avanzata, potrebbe mettere a rischio l'intero sistema di scolo in pianura anche se si tratterà inizialmente di pochi gradi in più. E' quasi come se ci fosse un enorme serbatoio d'acqua che incombe sulla pianura che ora dobbiamo monitorare e agevolare nello scolo verso Enza, Crostolo e Secchia e, quindi, in Po”.
Sono previsti 5/6 C gradi per la temperatura massima, 2/3° C la minima e addirittura punte di 11° C nel week end. Enza, Crostolo e Secchia potrebbero non riuscire a ricevere tutta l'acqua in arrivo.
“Ed ecco che nel bacino scolante tra Enza e Secchia, tra pianura e alta pianura, esteso per circa 130mila ettari – spiega Paola Zanetti, dirigente dell’ente consortile – abbiamo calcolato un accumulo di 50 milioni di metri cubi d’acqua circa. In più abbiamo la neve di montagna (caduta almeno in quantità doppia), su un comprensorio che è 1,5 volte più esteso, che finirà direttamente nei fiumi e che, quindi, condizionerà il nostro scolo nella Bassa. Stiamo cercando di valutare come scenderà a valle e in quanto tempo al fine di potere attivare le manovre necessarie per lo smaltimento dell’acqua in sicurezza”.
La stime sono derivata da un calcolo di neve caduta nelle diverse fasce altimetriche e della sua consistenza. “La neve caduta equivale a una pioggia caduta su tutto il comprensorio, mediamente con 38 mm”
Che farà ora il Consorzio di Bonifica?
“Abbiamo la disponibilità di una quarantina di persone a lavorare in turni anche nel week end e di notte e non escludiamo di attivare le pompe negli impianti idrovori - come a Mondine di Moglia, San Siro a San Benedetto Po, il Torrione a Gualtieri e a Boretto - per fare fuoriuscire le acque dal comprensorio”.
La situazione, per un comprensorio che spazia tra 65 comuni e le province di Modena, Reggio e Parma è monitorata in diretta dalla sala di telecontrollo dove giungono dati in tempo reale.

mercoledì 10 marzo 2010

martedì 9 marzo 2010

Gelate in arrivo: il Consorzio di Burana si prepara ad attivare il servizio antibrina per limitare i danni ai frutteti.

FONTE: Consorzio di Bonifica Burana - Tel: 059-416511


Il Consorzio di Burana, come ogni anno, predisporrà la propria attività antibrina a beneficio degli agricoltori della bassa modenese che si approvvigionano di acqua dall’Impianto pluvirriguo Concordia Sud e, ove possibile, dagli altri impianti pluvirrigui della zona.
Nel periodo dal 15 Marzo al 15 Aprile, il Burana si attiverà per assicurare il servizio antibrina a coloro che ne vorranno fare richiesta, in linea con la disponibilità dell’Ente a rispondere, nei limiti del possibile, alle esigenze straordinarie dell’utenza.

Il servizio antibrina risulta essere tanto più atteso in un anno, come questo, caratterizzato dalle temperature rigide e in cui la primavera tarderà ad arrivare per l’ attesa di correnti gelide di origine artica che causeranno un consistente calo delle temperature nei prossimi giorni.
Il servizio antibrina è sempre più richiesto dagli agricoltori poiché si propone di proteggere le colture agricole pregiate, spesso danneggiate da improvvisi abbassamenti della temperatura. A farne le spese sono principalmente le gemme ed i fiori delle coltivazioni frutticole tipiche.

Il servizio prevede l’invaso parziale anticipato della rete dei canali con acqua proveniente dal Fiume Po e quindi l’attivazione, da parte del Burana, di alcuni impianti che distribuiscono acqua in pressione attraverso tubazioni sotterranee. Questo consente ai coltivatori di attivare l’impiantistica aziendale predisposta per proteggere le piante attraverso la tecnica dell’irrigazione antibrina.

La tecnica si basa sul principio di proteggere i fiori e le gemme dall’eccessivo abbassamento della temperatura, mantenendoli a livelli non inferiori ai -2 gradi: in pratica, quando l’acqua spruzzata sopra la pianta gela, questa rilascia calore e ciò permette di creare una coltre protettiva termica che impedisce o riduce fortemente i danni provocati dal gelo.

Le condizioni per le brinate si verificano prevalentemente all’alba, quando la perdita di calore per irraggiamento determina un progressivo raffreddamento dell’aria: un fenomeno ormai noto ai produttori che ogni anno, sempre più numerosi, chiedono che venga attivato questo servizio.

IN CALO LA FRAGOLA ITALIANA

FONTE: Cso

Dalle rilevazioni rese note dal CSO risultano 3.500 ettari a fragola in coltura specializzata per il 2010 in Italia: - 7% rispetto al 2009
Era da prevedere un calo di superfici investite a fragola sul territorio italiano, dopo una annata, come quella del 2009, in cui i prezzi non hanno certamente portato grandi soddisfazioni ai produttori.

Le stime elaborate dal CSO per il 2010 profilano un calo generalizzato della coltura in tutte le regioni d’Italia, ad esclusione della Sicilia, dove le superfici rimangono sostanzialmente stabili.

Nelle regioni del Nord assistiamo ad un vero e proprio crollo della fragolicoltura in l’Emilia Romagna, con un – 18% rispetto allo scorso anno; in Veneto il calo stimato è del – 5% e in Piemonte -4%.

Le regioni del Sud, che negli ultimi anni avevano investito a fragola, come Campania, Calabria e Basilicata riducono le superfici del 10%.

Questa tendenza al ridimensionamento della coltura della fragola, che per l’80% si attua in coltura protetta e per il 20% in piano campo, è tuttavia in linea con le tendenze registratesi anche in Spagna dove dalla campagna 2008-2009 a quella 2009-2010 si sono persi oltre 1.100 ettari di fragola solo a Huelva che è la zona che concentra la massima offerta .

La produzione italiana tuttavia presenta caratteristiche estremamente interessanti e competitive sul fronte della qualità e della diversificazione varietale.

Dall’analisi effettuata dal CSO sulle varietà impiantate per la campagna 2010 emerge uno sforzo di diversificazione varietale e di selezione di varietà con ottime caratteristiche organolettiche che dovrebbero essere premiate dal mercato e dai consumatori.

Il panorama varietale italiano vedrà infatti prevalere la varietà EVA, seguita da Roxana in Veneto. In Emilia Romagna dominerà ancora la varietà Alba, ma sta crescendo Roxana. In Campania, pur essendoci un netto predominio della Camarosa, varietà che ha dominato la produzione del Mediterraneo negli ultimi anni, si sta affermando anche Candonga, dalle ottime caratteristiche qualitative, che in Basilicata oggi è la varietà più coltivata.

Questa differenziazione varietale che consente una presenza sul mercato orientata alla soddisfazione del gusto del consumatore potrebbe essere il punto di forza della fragolicoltura italiana nei prossimi anni.

FRAGOLE - ITALIA: SUPERFICI COLTIVATE in coltura specializzata

Ettari

2009

2010

REGIONI

PIENO CAMPO

COLTURA PROTETTA

TOT

PIENO CAMPO

COLTURA PROTETTA

TOT

PIEMONTE

65

75

140

60

75

135

TRENTO

10

111

121

10

111

121

BOLZANO

80

37

117

100

49

149

VENETO

62

618

681

62

587

649

EMILIA ROMAGNA

272

72

344

226

57

283

CAMPANIA

6

845

851

10

744

754

BASILICATA

19

460

479

12

420

432

CALABRIA

15

270

285

13

244

257

SICILIA

10

302

312

10

305

315

ALTRE REGIONI

229

209

438

207

200

407

TOTALE

768

2.999

3.768

710

2.792

3.502

var su anno precedente

-7

lunedì 8 marzo 2010

AL VIA I FINANZIAMENTI DEL LEADER PER LE PROVINCE DI FERRARA E DI RAVENNA

FONTE: Delta 2000

QUASI 3 MILIONI DI EURO PER LA RIQUALIFICAZIONE DEGLI EDIFICI STORICI E RURALI E L’AMMODERNAMENTO DELLE AZIENDE AGRICOLE


Il GAL DELTA 2000 ha ufficialmente aperto i primi bandi di attuazione del Piano di Azione Locale LEADER ASSE 4 del Delta emiliano-romagnolo di cui al PSR della Regione Emilia-Romagna 2007-2013 a sostegno degli investimenti da parte di aziende agricole e per la riqualificazione di edifici rurali pubblici. Il bando rivolto agli enti pubblici, con la Misura 413 Azione 4 “Attivazione con Approccio LEADER della Misura 322 - Riqualificazione dei villaggi rurali”, interviene nei Comuni dell’area Leader in Provincia di Ferrara ed è rivolto allo sviluppo e al rinnovamento dei villaggi e delle aree rurali, al recupero del patrimonio storico e architettonico, al miglioramento dell’attrattività dei luoghi e delle infrastrutture pubbliche o a valenza pubblica, all’incremento e miglioramento dei servizi essenziali per la popolazione ma anche all’aumento dei fruitori dell’offerta turistica.

Per stimolare il rinnovamento dei villaggi rurali verranno così sostenuti gli interventi dei 13 Comuni dell’area Leader della Provincia di Ferrara volti al recupero e alla valorizzazione dei borghi, edifici rurali tipici e di interesse storico architettonico, architetture tradizionali rurali con valore storico-architettonico testimoniale, fabbricati rurali tipici e strutture ad uso collettivo come storici forni, lavatoi ed altri elementi di interesse comune.

I Comuni che potranno presentare domanda di contributo entro il prossimo 31 maggio, sono quelli che rientrano nell’area LEADER della Provincia di Ferrara - Berra, Codigoro, Goro, Jolanda di Savoia, Lagosanto, Massa Fiscaglia, Mesola, Migliarino, Migliaro, Ostellato e, limitatamente alle zone ammissibili, i Comuni di Argenta, Comacchio e Portomaggiore e potranno contare su contributo pari al 70% della spesa ammissibile a fronte di una dotazione complessiva del bando pari a 1.960.000,00 Euro.

A questi finanziamenti, per il territorio del Delta andranno ad aggiungersi un milione di Euro, che verranno destinati alle aziende agricole dei 19 Comuni del territorio LEADER del Delta emiliano-romagnolo che intendono fare investimenti per l'ammodernamento delle proprie imprese. Possono partecipare al bando le imprese agricole localizzate oltre che nei Comuni Leader della Provincia di Ferrara, i 6 Comuni Leader della provincia di Ravenna: Alfonsine, Bagnacavallo, Cervia, Conselice, Russi e Ravenna.
Il bando Misura 411 Azione 3 “Attivazione con approccio LEADER della Misura 121 Ammodernamento aziende agricole, sarà rivolto al sostegno progetti imprenditoriali finalizzati a migliorare la qualità e la competitività delle produzioni tipiche di eccellenza dell’area deltizia, identificabili nei settore degli ortaggi freschi, patate, ortofrutta ma anche vitivinicolo e zootecnia minore. I progetti delle imprese agricole potranno essere presentati entro il 31 maggio.

I bandi per il rinnovamento dei villaggi e per l’ammodernamento delle aziende agricole rappresentano i primi di una serie di contributi ed opportunità a disposizione del territorio deltizio di cui potranno beneficiare gli enti pubblici e gli imprenditori e in generale tutti i cittadini attraverso il PAL ASSE 4 LEADER, da oggi e fino al 2013. “Con il Piano di Azione Locale LEADER si vuole aumentare la competitività, la qualità, la distintività del territorio del Delta, dell’ambiente e delle sue produzioni, elementi chiave per rafforzare la capacità del nostro territorio di agire e contrastare la crisi economica attraverso la valorizzazione delle eccellenti e peculiari risorse di cui dispone il nostro territorio. Questo obiettivo verrà concretizzato proprio attraverso le risorse del Leader ASSE 4, che ha una dotazione complessiva di 9.545.000 Euro per il periodo 2007-2013, da utilizzare in maniera sinergica con gli altri strumenti che non solo l’Unione Europea ma anche la nostra Regione e le province di Ferrara e Ravenna hanno messo a disposizione per il territorio ” ha affermato il Presidente del GAL Giancarlo Malacarne. “Nei prossimi mesi verranno attivati gli ulteriori interventi previsti dal PAL: progetti a sostegno alla valorizzazione e qualificazione di produzioni locali agroalimentari tipiche, azioni per la qualificazione ambientale e territoriale, interventi per il miglioramento della qualità della vita e diversificazione economica, ma anche dell’offerta e dei servizi per la collettività e per la fruizione turistica del territorio sono solo alcuni delle azioni che verranno realizzate con il PAL da qui al 2013” ha illustrato il Direttore del GAL Angela Nazzaruolo.

Per tutti coloro che quindi fossero interessati alle nuove opportunità offerte dal LEADER ASSE 4 è possibile reperire tutte le informazioni e scaricare i bandi sul sito web www.deltaduemila.net.

Sono inoltre operativi gli sportelli informativi di S.Giovanni di Ostellato Tel. 0533 57693-4; e-mail
deltaduemila@tin.it. e di Alfonsine Tel. 0544 865259.

8 MARZO, ZAIA SCRIVE ALLA MONDINA

INFO: www.politicheagricole.gov.it

“Cara Francesca, tu sei l’8 marzo del lavoro quotidiano, l’8 marzo che si vive e si celebra lavorando tutti i giorni. Per questo, sono ancor più fiero d’averti consegnato l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica: perché rappresenti tutte quelle donne che, lavorando duramente, hanno contribuito al riscatto della dignità dei contadini, senza mai venir meno all’altrettanto importante compito di formazione dei figli. Le donne come te, Francesca, sono la struttura portante dell’impresa agricola moderna, che cresce e si sviluppa mantenendo saldi i valori della tradizione e dell’identità”.

Con queste parole comincia la lettera che il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia ha scritto, in occasione della Festa della donna, a Francesca Paracchini, la mondina ottantunenne della provincia di Novara che lo scorso settembre ha ricevuto, dalle mani del Ministro, l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica italiana.

“Stiamo attraversando un periodo di crisi – ha proseguito Zaia – e bisogna quindi rendere merito quotidianamente, non soltanto in giornate come questa, al lavoro su cui poggia realmente l’economia dei nostri territori e al ritrovato protagonismo dell’imprenditoria femminile. Oggi il mio grazie è per te Francesca, per le migliaia di contadine che si spezzano la schiena nei campi e per quelle imprenditrici agricole che investono con entusiasmo e passione nella nostra terra. Senza tutte voi, non soltanto le nostre tavole, ma la nostra cultura, sarebbe immensamente più povera”.

Adesso parlo B’Io. Biologico, la parola ai Produttori.

FONTE: FEDERBIO

Ad ottobre in programma l’Assemblea Nazionale dei Produttori Biologici

Unire i produttori e dar voce al Biologico italiano: questo l’obiettivo principale dell’Assemblea Nazionale dei Produttori Biologici, prevista per il mese di ottobre. L’idea parte dalla Sezione Soci Produttori di FederBio, che rivolge l’invito a tutte le realtà produttive, per unire l’intero settore, stimolare un sano dibattito e pianificare azioni comuni volte a promuovere la crescita sana del comparto.

“Fino ad oggi abbiamo assistito a divisioni nel mondo del Biologico, più nei suoi vertici che tra le aziende; ora è giunto il momento che parlino i produttori sui temi più importanti, dalle questioni dei prezzi e del mercato ai PSR, dalla lotta agli OGM fino alle questioni tecniche e più in generale sulle politiche per il Biologico - afferma Ignazio Cirronis, produttore, Presidente UNAPROBIO e Coordinatore della Sezione Soci Produttori FederBio. I produttori non si accontentano di essere un anello della filiera biologica, ma chiedono di governarla e per fare questo intendono varare una nuova stagione del Biologico e dell’associazionismo che lo rappresenta; anche per questo, l’Assemblea Nazionale sarà preceduta da decine di assemblee territoriali aperte a tutti i produttori biologici”.

“Due giorni per comprendere le opportunità e le minacce che il settore del Biologico italiano vive – spiega Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio. L’incontro e il confronto tra tutte le realtà che nel nostro Paese producono prodotti biologici diventano fondamentali, necessari. L’Assemblea intende essere un momento dedicato al Biologico italiano, per instaurare una collaborazione duratura nel tempo che abbia come unico e condiviso obiettivo una crescita del comparto su basi ancor più solide”.

Il progetto dell’Assemblea è stato proposto a tutte le Associazioni che si occupano del biologico; hanno già raccolto l’invito della Sezione Soci Produttori di FederBio: AGRIBIO, ANABIO, ANAPROBIO, Associazione Agricoltura Biodinamica, Federazione Agricoltori Bio della Confagricoltura, Terra Sana, UNAPROBIO.

CAMERA DI COMMERCIO: 100.000 EURO PER L’ADOZIONE DI SISTEMI DI QUALITÀ, RESPONSABILITA’ SOCIALE, GESTIONE AMBIENTALE E MARCATURA CE

FONTE: www.fe.camcom.it

L’indagine dell’Ente di Largo Castello: il 97,1% delle imprese ferraresi certificate dichiara che in futuro continuerà ad applicare il sistema qualità, mentre il 95,5% continuerà a mantenere la certificazione

Fino a 6.00 euro a ciascun imprenditore per certificare la propria azienda

Ancora contributi per le imprese ferraresi: 100.000 euro. Li mette a disposizione la Giunta della Camera di Commercio di Ferrara allo scopo di sostenere le imprese che decidano di adottare sistemi di gestione ambientale, di qualità dei processi e dei prodotti e di responsabilità sociale. Saranno ammesse al contributo camerale le spese, sostenute nel periodo compreso tra l’1 gennaio 2010 e il 31 marzo 2012, relative alle consulenze specialistiche esterne, alla formazione del personale ed all’ottenimento della prima certificazione da parte di un organismo accreditato secondo le norme EN 45000.

Ma qual è il giudizio delle imprese ferraresi sui vantaggi dei sistemi di qualità, sulle difficoltà e sui costi della certificazione? A rilevarlo è una recente indagine della Camera di Commercio
E’ netta la diversa percezione delle imprese della provincia nei confronti dell’applicazione dei sistemi di qualità da un lato e della certificazione da parte di un ente esterno dell’altro. Le imprese ferraresi certificate danno all’applicazione dei sistemi qualità un giudizio sostanzialmente positivo, sottolineandone i vantaggi prevalentemente dal punto di vista del miglioramento dell’organizzazione aziendale (53,9%) e dei processi produttivi (19,2%). L’applicazione dei sistemi qualità è vista favorevolmente soprattutto dalle grandi e medie imprese dove i complicati processi produttivi ed organizzativi ricevono spesso un sostanziale beneficio, mentre le piccole imprese sono meno favorevoli in quanto più sensibili agli oneri rappresentati dagli aspetti burocratici (33,7%) e dai costi (19,7%). Per quanto riguarda, invece, la certificazione anche le grandi imprese mostrano maggiore diffidenza: non vi è molta fiducia sulla certificazione stessa (valore medio-basso per quasi il 62%) e ne vengono specificamente dichiarati gli alti costi di gestione e di mantenimento (34%). Bisogna considerare fra l’altro, fanno sapere dalla Camera di Commercio, che la maggior parte delle imprese certificate (78,6%) ha utilizzato una società di consulenza per ottenere la certificazione e in molti casi (60,4%) la consulenza è proseguita anche successivamente nella gestione del sistema qualità.

“Le nostre imprese - ha sottolineato il Presidente della Camera di Commercio, Carlo Alberto Roncarati - esprimono un atteggiamento moderatamente positivo nei confronti della certificazione, evidenziandone alcuni limiti, tra cui i costi e la burocrazia. Resta il fatto – ha proseguito Roncarati - che l’adozione di un sistema qualità è percepita, prima che come vantaggio di immagine dell’azienda, principalmente come un utile strumento per migliorare i processi produttivi al proprio interno. La competizione, soprattutto a livello internazionale, richiede sempre più spesso alle imprese il possesso di adeguate certificazioni, ma l’adozione di un sistema qualità diventa indispensabile oggi innanzitutto perché interviene nel modificare profondamente organizzazioni, persone e modi di lavorare”.

Tra gli elementi vantaggiosi riferiti alla certificazione vi è la percezione positiva (con un valore medio di 6,7), da parte dei responsabili del settore qualità, soprattutto nelle grandi e medie imprese, delle verifiche ispettive, ritenute un incentivo per mantenere alta l’attenzione sul tema stesso della qualità. A fronte di una limitata autonomia delle aziende nella gestione degli aspetti del mantenimento della certificazione (evidenziata dal proseguimento delle consulenze esterne), l’indagine della Camera di Commercio rileva la necessità per il settore dedicato alla qualità di farsi valere all’interno dell’impresa. La certificazione, infine, è legata all’aspetto dell’immagine: la promozione commerciale incentrata sul possesso di una certificazione di qualità non sembra essere un fattore preponderante nelle politiche dell’azienda (l’immagine commerciale viene citata come possibile vantaggio solo dal 20,4% delle aziende certificate). In questo gioca la scarsa credibilità della certificazione percepita dalle imprese, fatto che limita i vantaggi commerciali attesi e conduce le aziende a realizzare una ridotta comunicazione dell’avvenuta certificazione (presente al massimo su carta intestata e sito internet).

I suggerimenti delle imprese
Ecco i suggerimenti segnalati dalle imprese ferraresi per migliorare i sistemi di qualità e la certificazione: diminuire la burocrazia (28%), adeguare i sistemi di qualità alle diverse realtà aziendali (14%), intervenire sulla preparazione e sulla serietà degli enti certificatori (13%), agire sugli aspetti normativi, per rendere i sistemi qualità più flessibili (12%) e coinvolgere il più possibile il personale nell’adozione e nel mantenimento del sistema qualità (10,5%). Per migliorare, infine, la promozione della certificazione presso le imprese, sono stati segnalati i seguenti suggerimenti: maggiore utilizzo dei mezzi di comunicazione per promuovere la cultura della qualità (19,2%), maggiore sensibilizzazione sui valori e sui vantaggi della certificazione (14,1%), maggiore supporto delle imprese certificate sul mercato (13%) e maggiore serietà e credibilità della certificazione (11%), per esempio facendo in modo che solo aziende meritevoli possano ottenerla.

Il futuro
Le imprese ferraresi vedono nell’applicazione dei sistemi qualità un potenziale incentivo alla crescita ed alla competitività nel futuro dell’impresa: il 97,1% delle aziende certificate intervistate dichiara che in futuro continuerà ad applicare il sistema qualità, mentre il 95,5% continuerà a mantenere la certificazione.


I bandi e i moduli per la presentazione delle domande sono scaricabili dal sito della Camera di Commercio di Ferrara
www.fe.camcom.it. Per maggiori informazioni è possibile rivolgersi all’ufficio Marketing del territorio, innovazione e qualità, tel. 0532/783.813-820).

venerdì 5 marzo 2010

MALTEMPO, ZAIA: TRASFERITI AL FSN 36 MILIONI DI EURO

FONTE: Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali

Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia ha annunciato d’aver ricevuto comunicazione, dal Dipartimento della Protezione Civile, che sono state avviate le procedure di trasferimento al Fondo di solidarietà nazionale di 36,465 milioni di euro per gli interventi compensativi dei danni climatici a carico delle produzioni agricole, non assicurabili con polizze agevolate. Gli stanziamenti serviranno a coprire i fabbisogni di spesa dell’anno in corso, in conformità a quanto previsto dall’art. 1, comma 84 della legge n. 311/2004 (legge finanziaria 2005).

Sulla base delle avversità atmosferiche e delle calamità naturali dichiarate eccezionali fino ad oggi, con 29 decreti del Ministro Zaia emessi a partire dal secondo semestre del 2009, e sulla base dei danni accertati dalle Regioni territorialmente competenti, è stata immediatamente avviata dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali la procedura di riparto dello stanziamento, che sarà poi trasferito alle Regioni. Di queste ultime è infatti la competenza di erogare gli aiuti a favore dei produttori agricoli danneggiati.

Le Regioni interessate sono: Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna.

Il riparto, ed il successivo trasferimento alle Regioni delle rispettive quote, sarà disposto d’intesa con la conferenza Stato-Regioni.

AL VIA RURAL4KIDS, IL MONDO RURALE SI APRE AI BAMBINI

FONTE: Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali

“Partirà fra pochi giorni a Roma la fase pilota del progetto Rural4kids, una delle attività della Rete Rurale Nazionale che mira a far scoprire ai bambini della scuola primaria il mondo rurale, le sue prospettive di sviluppo e le sfide che esso deve affrontare utilizzando il web 2.0: un percorso guidato nella rete per discutere con i più giovani di acqua, clima, biodiversità ed energia”.

Con queste parole il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia annuncia l’avvio, il prossimo nove marzo, del progetto Rural4kids, legato alla Rete Rurale Nazionale e che offre agli studenti spazi di apprendimento e confronto sugli aspetti più importanti del mondo agricolo e rurale, con un ampio ventaglio di iniziative formative.

La fase pilota del progetto coinvolgerà tre scuole campione, scelte nell’ambito dell’area urbana di Roma (G. Mazzini – 37° circolo; G. Ronconi – 3° Circolo Didattico; Istituto comprensivo Borsi Saffi). Il prossimo anno, Rural4kids sarà poi esteso alle scuole di tutto il territorio nazionale.
Ulteriori informazioni si trovano sui siti http://www.reterurale.it/ e http://www.rural4kids.it/, che con una grafica in stile cartoon e in modo semplice, consente di approfondire le tematiche ambientali e del mondo rurale.

giovedì 4 marzo 2010

Sciopero generale di 8 ore indetto da Confederazione Generale Italiana dei Lavoratori per il 12 marzo 2010

FONTE: Consorzio della Bonifica Burana

Sciopero generale di 8 ore indetto da Confederazione Generale Italiana dei Lavoratori per il 12 marzo 2010. Attivazione prestazioni da parte del Consorzio di Burana per garantire i servizi minimi essenziali


Si informano i consorziati ed utenti del Consorzio della Bonifica Burana che, in concomitanza con lo sciopero generale indetto dalla CGIL per la giornata di venerdì 12 MARZO p.v., cui aderisce Flai-CGIL anche per tutti i lavoratori dei Consorzi di Bonifica, il Consorzio garantirà l’espletamento delle prestazioni istituzionali indispensabili e dei servizi pubblici essenziali.

mercoledì 3 marzo 2010

SUCCESSO DI PUBBLICO PER LA SESTA EDIZIONE DELLA FIERA LIBERAMENTE

Successo di pubblico per la sesta edizione della Fiera Liberamente di Ferrara, il Salone del tempo libero, del divertimento, e della vita all'aria aperta

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OGM, ZAIA: CHIEDEREMO CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA IN DIFESA DI AGRICOLTURA IDENTITARIA, CULLA DELLA BIODIVERSITÀ

FONTE: MINISTERO POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

“Ribadiamo la nostra ferma contrarietà agli organismi geneticamente modificati. E ci muoveremo in tutte le direzioni a nostra disposizione per far sì che gli Ogm non attentino alla nostra agricoltura identitaria, culla della biodiversità che intendiamo preservare. Per questo avvieremo la procedura per richiedere la clausola di salvaguardia con cui bloccare la commercializzazione e la coltivazione di questi prodotti nei nostri territori. E valuteremo anche l’ipotesi di un referendum per consultare i cittadini: il volere del popolo è sovrano, e a noi risulta che la stragrande maggioranza degli italiani è contraria agli Ogm. Collaboreremo con chiunque vorrà essere al nostro fianco in questa battaglia.”

Lo ha detto il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia durante la conferenza stampa di oggi presso il Ministero, all’indomani della decisione della Commissione europea di dare il via libera alla coltivazione della patata Ogm Amflora.

“Non è vero, come vorrebbero farci credere, che questa coltivazione sarà destinata solo ad usi industriali, visto che verrà utilizzata anche per i mangimi animali. Questo significherebbe introdurre nella nostra catena alimentare gli organismi geneticamente modificati. Per dodici anni la Commissione ha continuato a dire no a queste coltivazioni in modo prudenziale; ora, invece, si decide di aprire la strada agli Ogm. È singolare che finora si sia tenuta una determinata linea, per poi abbandonarla improvvisamente.”

“La nostra non è una presa di posizione ideologica – ha detto il Ministro – bensì il frutto di un’analisi approfondita dei diversi aspetti della questione. Sul fronte economico, l’argomentazione secondo la quale migliorerebbe il reddito degli agricoltori è assolutamente infondata: gli agricoltori sono alle prese con le medesime difficoltà legate alla difficile congiuntura del settore con o senza Ogm, e anzi nelle Borse, come quella di Milano, Ogm-free prodotti come il mais e il grano registrano prezzi più elevati rispetto a Borse, come quella di Chicago, che trattano commodities Ogm. Il problema, semmai, è quello di un mercato asfittico che bisogna rivitalizzare. Verrebbe la tentazione di chiedere una fideiussione sui loro capitali a coloro che raccontano favole agli agricoltori sugli Ogm panacea di tutti i mali. Inoltre, i cibi Ogm diventerebbero i cibi dei poveri, mentre quelli biologici alimenti per i ricchi.”

“Ancora più odiosa è la teoria secondo la quale gli Ogm aiuterebbero a eliminare la fame nel mondo: il problema non è l’aumento della produzione, che può aversi tranquillamente senza Ogm, ma quali politiche mettere in atto per far sì che il cibo arrivi alle popolazioni più sfortunate del pianeta. Tra l’altro, la produzione degli Ogm è destinata perlopiù all’Occidente obeso, non certo a quella parte del mondo che muore di fame”.

“E anche dal punto di vista della salute, la comunità scientifica è divisa, ma diversi studi dimostrerebbero ripercussioni sul sistema immunitario e alcune malattie, anche gravi. Per quanto riguarda l’aspetto ambientale, è opinione diffusa che non vi sia alcuna garanzia assoluta che le coltivazioni Ogm non vadano a intaccare il terreno circostante. Non vogliamo che i nostri territori, che si fondano sulla biodiversità e il rispetto dell’ambiente, siano contaminati da organismi che rischiano di avere impatti devastanti sull’intero ecosistema e di inquinare una agricoltura ricca e diversificata come la nostra”.
“Per questo vogliamo rafforzare il sistema di certificazioni e di etichettatura, per dare il maggior numero di informazioni ai consumatori sulla presenza di tracce di Ogm negli alimenti. E devo dire che anche la soglia dello 0,9, al di sotto della quale non è necessario indicare la presenza di Ogm nelle sementi, non ci convince. A questo punto, apriamo un ragionamento approfondito anche sulla cosiddetta soglia di tolleranza”.

COLDIRETTI: IN EUROPA STOP A MORATORIA O.G.M. MA ITALIA Può VIETARLI

FONTE: Coldiretti Ferrara

Scesi a 6 (su 27) i Paesi UE che li coltivano (meno 12% semine). Ma la Commissione farà decidere i singoli Stati sulla possibilità di coltivazione: “Occorre tenere presente la volontà dei cittadini – dice Coldiretti – che per oltre il 70% sono contrari alle produzioni G.M. in pieno campo, che rischiano di depauperare il valore della nostra agricoltura senza certezza di vantaggi di alcun tipo, se non dare il via ad un pericoloso monopolio delle multinazionali”.

In contrasto con la volontà dei cittadini la Commissione Europea ha deciso di porre fine alla moratoria sulla coltivazione di Organismi Geneticamente Modificati (Ogm), ma anche di presentare entro l’estate una proposta per far decidere liberamente ai singoli Stati membri se coltivarli o meno sul proprio territorio, invertendo l’attuale quadro normativo.
Lo ricorda Coldiretti, nel sottolineare che questo darà finalmente la possibilità all’Italia e alle sedici regioni che si sono già dichiarate ogm free, tra cui l’Emilia-Romagna, di vietare la coltivazione nei loro territori.
Stando cosi le cose l’Europa può autorizzare la coltivazione ma in Italia continueremo a non coltivarli.
E non sarà una posizione isolata o di retroguardia: si tratta di prendere atto della volontà dei cittadini e della particolarità dell’agricoltura italiana, il cui valore è proprio la biodiversità e la ricchezza di produzioni locali tipiche e tradizionali.

Il futuro quadro normativo potrebbe dunque cambiare drasticamente, affermando il diritto di cittadini ed agricoltori a dire NO alle patatine biotech nei campi o sugli scaffali dei supermercati mentre fino ad oggi l’Unione Europea ha sempre contrastato la decisione di Paesi e Regioni di vietare la coltivazione sui propri territori chiedendo al contrario la definizione di un quadro per la coesistenza tra colture ogm e tradizionali, da cui è scaturita in Italia la decisione del Consiglio di Stato del 19 gennaio scorso con la quale si è richiesto al Ministero delle Politiche Agricole di concludere il procedimento di istruzione e autorizzazione alla coltivazione di mais geneticamente modificato.

Dopo il divieto posto anche in Germania nell’aprile 2009, si sono ridotti a soli sei, su ventisette, i Paesi Europei dove - sottolinea la Coldiretti - è possibile coltivare il mais BT geneticamente modificato, l’unico presente nel Vecchio Continente. Peraltro il drastico crollo del 12 per cento nei terreni seminati con organismi geneticamente modificati (ogm) in Europa nel 2009 conferma che - continua la Coldiretti - si è verificata una inversione di tendenza a conferma che fatto che nel coltivare prodotti transgenici non c’è neanche convenienza economica, anche nei Paesi dove è ammesso. Le sei nazioni che hanno coltivato mais BT in ordine di grandezza della superficie coltivata sono Spagna (80 per cento del totale), Repubblica Ceca, Portogallo, Romania, Polonia e Slovacchia. Cali si sono verificati in Spagna (- 4 per cento), in Repubblica Ceca, Romania e Slovacchia, la Polonia - precisa la Coldiretti - ha mantenuto la stessa superficie coltivata, mentre solo per il Portogallo è aumentata, sulla base del rapporto annuale 2009 dell’ “ International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications” (ISAAA) emerge che la superficie ogm in Europa nel 2009 per la prima volta si è drasticamente ridotta da 107719 ettari a 94750 ettari.

La decisione dell’esecutivo comunitario sulla libertà di non seminare per i singoli Stati, dà valore alla scelta lungimirante fatta dall’Italia per una agricoltura libera da ogm grazie all’impegno di un vasto schieramento che comprende Coldiretti, movimenti ambientalisti, consumatori e istituzioni in rappresentanza della maggioranza dei cittadini e agricoltori italiani che sono contrari al biotech nei campi e nel piatto. Giova ricordare che ben il 72% dei cittadini, secondo una recente indagine SWG è contrario ai cibi “G.M.”

Il fatto che, anche dove è possibile la coltivazione, gli agricoltori riducano le semine è la concreta dimostrazione che - sostiene Coldiretti - per gli ogm attualmente in commercio non c’è quella miracolosa convenienza economica che le multinazionali e i loro “tifosi” propagandano. Tutt’altro, a dodici anni dalla loro introduzione in Europa, le coltivazioni biotech sono già in calo e rappresentano molto meno dell’uno per cento del totale perché, di fatto, non sono riuscite a trovare un mercato, vista la persistente contrarietà dei consumatori ad acquistare prodotti geneticamente modificati. Una contrarietà giustificata dai crescenti dubbi sul piano sanitario e ambientale che nel corso del 2009 hanno portato il governo tedesco a vietare il mais Mon 810 (che alcuni vorrebbero seminare in Italia) a seguito di nuove acquisizioni circa gli effetti negativi sull’apparato intestinale, sugli organismi del terreno e sulla dispersione del polline, con contaminazioni derivanti dalla impollinazione incrociata tra coltivazioni transgeniche e non.
La Coldiretti chiede con decisione una etichettatura chiara che permetta di sapere se il cibo che mangiamo contiene, direttamente o indirettamente, organismi geneticamente modificati.