FONTE: REGIONE EMILIA - ROMAGNA
Rabboni: un esempio di sinergia tra pubblico e privato in linea con quanto previsto dalle disposizioni regionali per limitare l'uso delle risorse idriche
Bologna - Nel comune di Medesano (PR), verranno realizzati invasi ad uso irriguo - per una capacità complessiva di circa 2 milioni di metri cubi – per integrare nei mesi estivi le derivazioni dal fiume Taro e fornire acqua ad un’area , quella del comprensorio irriguo Sanvitale, caratterizzata da una rilevante presenza di prati stabili destinati all’alimentazione del bestiame da latte per la produzione di Parmigiano Reggiano.
È quanto prevede l’accordo firmato oggi a Bologna tra Regione Emilia-Romagna, Provincia di Parma, Comune di Medesano e Consorzio della Bonifica Parmense.
La progressiva diminuzione delle disponibilità irrigue rischiava infatti di mettere in crisi, con pesanti ripercussioni economiche, una coltura di grande valore ambientale e storico ma particolarmente idroesigente, che nell’alta pianura reggiana e parmense viene praticata sin dal Medioevo. “E’ un esempio – ha detto l’assessore regionale all’agricoltura, Tiberio Rabboni - di concreta sinergia tra Enti pubblici e privati per la realizzazione di opere di grande interesse per la collettività. I quantitativi di inerti derivanti dallo scavo dei bacini sono previsti nel Piano infraregionale delle attività estrattive della Provincia di Parma e al termine dell’estrazione la cava sarà recuperata come invaso a fini irrigui con costi a carico dei cavatori. Gli Enti pubblici provvederanno alla sola realizzazione delle opere complementari quali la presa dal corso d’acqua nei periodi di piena e il collegamento e scarico nel canale irriguo. A lavori ultimati, il Consorzio della bonifica parmense assumerà la gestione degli invasi e garantirà la successiva manutenzione”.
L’accordo firmato oggi tiene conto di quanto previsto dalle politiche regionali in materia di contenimento del consumo della risorsa idrica. In particolare della necessità di non accentuare lo stress dei prelievi da falda e di annullare, entro il 2016, i prelievi in eccesso rispetto al minimo deflusso vitale stabilito per i corsi d’acqua appenninici.
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