giovedì 20 gennaio 2011
MADE IN ITALY: APPROVATO DDL ETICHETTATURA OBBLIGATORIA
FONTE: COLDIRETTI
TONELLO “CON ETICHETTATURA STOP AI FALSI PRODOTTI ITALIANI”
Il Presidente di Coldiretti Ferrara ricorda i dieci anni di battaglie, quasi sempre solitarie, per arrivare a questo obiettivo, per qualcuno impossibile, per altri scomodo.
Una grande festa in Piazza Montecitorio, organizzata da Coldiretti, ha salutato l’approvazione del decreto legge sull’obbligo di indicazione in etichetta dell’origine dei prodotti alimentari.
“Si conclude così – commenta Mauro Tonello – una vicenda che è durata dieci anni, a partire dal primo caso di mucca pazza nel gennaio del 2001 , che portò all’obbligo di etichettatura per la carne bovina. L’approvazione del decreto corona l’impegno di Coldiretti che in questi dieci anni si è sempre battuta per la trasparenza di ciò che i consumatori portano sulla tavola, per garantire una sicurezza alimentare messa a dura prova dalle emergenze sanitarie che si sono susseguite in questi anni. Ricordo il grande impegno posto proprio nelle piazze ferraresi da Coldiretti con il Patto con il consumatore del dicembre 2000 e le migliaia di firme raccolte negli anni successivi per la legge sull’etichettatura e la difesa delle nostre produzioni, una maggiore trasparenza ed un nuovo modello di sviluppo per il settore. Tutte questioni sulle quali abbiamo sempre raccolto il gradimento dei cittadini ma anche molte contrarietà ed irrisioni da parte di chi invoca a piè sospinto l’unità del cosiddetto mondo agricolo. In attesa di quell’unità non avremmo oggi un bel niente da festeggiare”.
Secondo le anticipazioni del rapporto Coldiretti/Eurispes, divulgate in occasione dell’approvazione definitiva della legge salva Made in Italy, circa un terzo (33 per cento) della produzione complessiva dei prodotti agroalimentari venduti in Italia ed esportati, per un valore di 51 miliardi di euro di fatturato, deriva da materie prime importate, trasformate e vendute con il marchio Made in Italy, in quanto la legislazione, sino ad oggi, lo consentiva, nonostante in realtà esse potessero provenire da qualsiasi punto del pianeta. Gli inganni del finto Made in Italy sugli scaffali riguardano - riferisce la Coldiretti - due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all'estero, ma anche tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro che sono stranieri senza indicazione in etichetta, oltre un terzo della pasta ottenuta da grano che non è stato coltivato in Italia all'insaputa dei consumatori, e la metà delle mozzarelle che sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere.
”L’approvazione della legge – continua Tonello – pone fine ad un grave inganno nei confronti dei produttori italiani e dei consumatori che attribuiscono grande importanza alla provenienza degli alimenti: per quasi un italiano su quattro (23 per cento) il cibo italiano dal campo alla tavola vale almeno il doppio e due italiani su tre (65 per cento) che sono disponibili a pagare dal 10 per cento in su, secondo l’indagine Coldiretti-Swg”.
La fiducia nel Made in Italy rispetto al prodotto straniero è del 91 per cento per gli alimenti, del 66 per cento per i vestiti, del 55 per cento nei mobili, del 49 per cento per la cosmetica, del 39 per gli utensili, del 26 per auto e motorini e del 18 per l’elettronica e cresce nel 2010 in tutti i settori. La superiorità del Made in Italy alimentare è attribuita al rispetto di leggi più severe, alla bontà e freschezza e alla garanzia di maggiori controlli.
La fiducia accordata alle produzioni agricole italiane è giustificata dal primato nei controlli con oltre un milione tra le verifiche e le ispezioni effettuate sul Made in Italy alimentare nel 2010. Tra Agenzie delle Dogane, Nas dei Carabinieri, Istituto Controllo Qualità, Capitanerie di Porto, Corpo Forestale e Carabinieri delle Politiche Agricole, Asl, ai quali si è aggiunta l’attività degli organismi privati, sono stati effettuati nel 2010 - ricorda Coldiretti - oltre un milione di controlli sul Made in Italy, a garanzia delle imprese e dei consumatori.
“Abbiamo già raccolto il consenso dei 27 Paesi della UE per estendere l’etichettara a tutti i tipi di carne, quindi siamo confortati nella nostra azione – conclude Tonello – che deve essere quella di portare l’esperienza italiana nell’ambito europeo, superando inerzie di anni di fronte alle continue emergenze alimentari ed alla richiesta dei cittadini di più sicurezza e più trasparenza. Anche a costo di aprire un contenzioso sulla nuova legge nazionale, con la quale si ribadisce che almeno in questo caso l’Italia e la filiera agricola italiana, sono un passo avanti a tutti e quindi ci sono le condizioni per portare valore aggiunto al settore e confermare la fiducia dei consumatori nel made in Italy agro alimentare”.
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