Fonte: Coldiretti Ferrara
Superati i 34 mld di euro di valore dell’export per il settore. Vino e ortofrutta al top, crescono anche pasta, olio e salumi. La produzione di cibo di qualità bandiera del “made in Italy”. E arrivano investimenti stranieri nei campi italiani.
Il successo del Made in Italy agroalimentare all’estero spinge anche investimenti da parte di stranieri nei nostri campi.
Nel 2013 infatti l’Italia ha fatto segnare il record nel valore delle esportazioni agroalimentari a 34 miliardi di euro per effetto del’aumento del 7 per cento delle esportazioni, secondo i dati Istat relativi ai primi sette mesi dell’anno. Tra i principali settori del Made in Italy alimentare, il prodotto piu’ esportato è il vino che nel 2013 fa segnare il record storico con un valore delle vendite che raggiunge per la prima volta i 5 miliardi di euro per effetto di un aumento del 9 percento degli acquisti oltre confine. I 2/3 del fatturato realizzato all’estero si ottiene con l’esportazione di prodotti agroalimentari verso i paesi dell’Unione Europea che aumentano del 6 per cento, ma il Made in Italy va forte anche nelle Americhe con un aumento +7 per cento e nei mercati emergenti come quelli asiatici dove si è avuto un incremento del 10 per cento, in Africa, in crescita del 15 per cento e in Oceania (+16 per cento).
Tra i principali settori del Made in Italy dopo il vino si classifica l’ortofrutta fresca (+10 per cento). Aumenta però pure la pasta con un +4 per cento, ma anche l’olio d’oliva (+10 per cento), i salumi (+6 per cento) e i formaggi. Tra i vini a realizzare le migliori performance sono stati gli spumanti che mettono a segno un aumento in valore del 18 per cento togliendo anche spazi di mercato allo champagne. Per i vini italiani la maggioranza del fatturato all’estero viene realizzata sul mercato statunitense dove l’export in valore aumenta del 10 per cento mentre al secondo posto – continua la Coldiretti - si classifica la Germania che mette a segno un positivo aumento del 9 per cento. Un aumento del 10 per cento si registra anche in Russia e una crescita record (+23 per cento) anche in Australia. Un datosignificativo se si considera che lo stato oceanico è oggi il primo Paese esportatore di vino tra quelli extraeuropei e il quarto a livello mondiale dopo Francia, Italia e Spagna. Positivo anche il dato sui mercati asiatici, con una crescita complessiva del 3 per cento, con un apprezzabile aumento del 6 per cento in Cina che è il Paese con maggiore crescita dei consumi. Negli Stati Uniti - continua la Coldiretti - sono particolarmente apprezzati il Chianti, il Brunello di Montalcino, il Pinot Grigio, il Barolo e il Prosecco che piace però molto anche in Germania insieme all’Amarone della Valpolicella ed al Collio mentre in Russia sono apprezzati Chianti, Barolo, Asti e Moscato d’Asti ed in Inghilterra Prosecco, Chianti, Barolo.
Questi dati fanno si, che per una maggioranza assoluta del 54 per cento degli italiani la produzione di cibo è la piu’ importante dell’economia italiana seguita dalla moda (18 per cento) e a grande distanza dalle automobili (10 per cento) che nel tempo della crisihanno perso drasticamente la centralità del passato.
E' quanto emerge da una analisi Coldiretti/IXE’ divulgata in occasione dell’Assemblea elettiva nazionale della principale organizzazione degli imprenditori agricoli. Un primato conquistato grazie alla leadership della produzione agroalimentare nazionale nel mondo dove è la piu’ apprezzata e la piu’ imitata. L’Italia è prima nel mondo in termini di sicurezza alimentare con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici oltre il limite (0,3 per cento) che sonorisultati peraltro inferiori di cinque volte a quelli della media europea (1,5 per cento di irregolarità) e addirittura di 26 volte a quelli extracomunitari (7,9 per cento di irregolarità), secondo una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Efsa. L'Italia è peraltro l'unico paese al mondo - continua la Coldiretti - a poter contare su un patrimonio di 4.698 specialità tradizionali alimentari tutte esclusivamente ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni e realizzate con metodiche praticate sul tutto il territorio in modo omogeneo. Il modello agricolo italiano - ha sottolineato la Coldiretti - sulla leadership in Europa con 254 prodotti tipici a denominazione di origine riconosciuti (Dop/Igp), il maggior numero di aziende agricole biologiche (48.269 operatori) e la maggiore biodiversità con 57.468 specie animali e 12mila specie di flora, ma anche nel valore aggiunto per ettaro di terreno ovvero la ricchezza netta prodotta per unità di superficie dall’agricoltura italiana è praticamente il doppio di quella di Francia e Spagna, il triplo di quella inglese e una volta e mezzo quello tedesco. Primati conquistati garantendo le produzioni agricole italiane libere da ogm di cui è vietata la coltivazione a garanzia della identità territoriale dei raccolti. L’Italia - ha continuato la Coldiretti - è il primo esportatore mondiale in quantità di vino, pasta, kiwi, pesche, mele e pere, ma anche ilprincipale produttori di pasta e ortofrutta. Senza contare - conclude la Coldiretti - il record di longevità grazie alla dieta mediterranea, il top di presenze per il turismo enogastronomico e quello ambientale con 871 parchi ed aree protette che coprono il 10 per cento del territorio.
venerdì 15 novembre 2013
COLDIRETTI: RECORD DI ESPORTAZIONI PER L’AGROALIMENTARE ITALIANO
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