...in onda su Telestense Ferrara e Lepida Tv [digitale terrestre] >> orari

giovedì 7 novembre 2013

ACCORDO NESTLÈ-CREMONINI, GUIDI (CONFAGRICOLTURA): “LAVORARE INSIEME E NON IN ANTAGONISMO PER DARE SLANCIO AL MADE IN ITALY”

Fonte: Confagricoltura

“L’accordo Nestlè-Cremonini per le paste ripiene Buitoni, rilancia il made in Italy agroalimentare, dall’allevamento al prodotto sullo scaffale di vendita ed indica un nuovo percorso di filiera che nasce dalle sinergie e dalle reti. Un esempio concreto di come si possa lavorare insieme e non in antagonismo per ridare slancio agli operatori di un comparto come quello bovino (vale il 7% della produzione agricola nazionale ed un quinto della produzione zootecnica)”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura, intervenendo a Milano all'incontro "Le risorse del made in Italy che non ti aspetti”. “Quella realizzata – ha aggiunto Mario Guidi - è un’operazione di indubbio valore che premia l’accostamento della carne bovina ad uno dei prodotti simbolo del made in Italy, la pasta e che riveste un’importanza particolare visto che riguarda un comparto, come quello zootecnico, che da anni mostra segnali di debolezza”. “Finalmente – ha proseguito il presidente di Confagricoltura – emerge l’elevata qualità delle carne bovina nazionale (anche sanitaria visto il recente riconoscimento dell’OIE che ha attribuito al prodotto italiana il livello di massima sicurezza sanitaria rispetto alla BSE)”. Il presidente di Confagricoltura ha quindi ricordato come, negli ultimi dieci anni, la produzione di carne bovina nazionale sia calata in quantità dell’1,6% ogni anno, accumulando una flessione di oltre il 13%; il tasso di autoapprovvigionamento nazionale rimane saldamente ben al di sotto della soglia del 60%. L’Italia importa ormai stabilmente circa 2 miliardi di euro di carne bovina fresca, refrigerata e congelata; praticamente il 5% del totale dell’import agroalimentare complessivo è rappresentato da carne bovina. “Il principale problema rimane la redditività degli allevamenti, stretti nella morsa dei rincari dei mezzi tecnici per la produzione (principalmente i mangimi) e della flessione delle quotazioni. Anche per questo occorre puntare, ancora di più, sulle intese di filiera”.

Nessun commento:

Posta un commento