Il protrarsi del periodo di piogge intense e ripetute ha poi interessato anche le colture prettamente primaverili, mais in particolare, la cui semina, anche in questo caso, è stata o posticipata o sostituita con altre colture. In forte ritardo anche in talune zone della Provincia le semine di sorgo e soia. “Tale susseguirsi di eventi – prosegue il Presidente degli imprenditori agricoli ferraresi - ha inevitabilmente portato ad allungare la stagione delle semine, che ancora non può essere definita conclusa, essendovi ancora superfici significative ancora da seminare. Rimanendo nell’ambito delle colture annuali, occorre inoltre segnalare la preoccupazione delle aziende agricole per il positivo proseguimento dell’annata agraria per le colture cerealicole invernali: le difficoltà di accesso alle colture per lo svolgimento delle normali pratiche concimanti e di difesa, fanno presagire uno stato sanitario delle stesse non ottimale e tale da poter comprometterne in maniera significative le potenzialità produttive. Dobbiamo anche registrare sui cereali attacchi di fusarium, ruggini, afidi e sintomi di asfissia radicale nelle zone a terreno argilloso”.
Situazione analoga, ma ancora ampiamente recuperabile quella relativa alle colture orticole da pieno campo, sempreché l’andamento meteorologico volga finalmente al bel tempo. Seriamente compromesso, di contro, il raccolto delle fragole per il formarsi di muffe dovuto all’eccessiva piovosità. Danni sulle cipolle per ristagno idrico, sul pomodoro difficoltà di completare il trapianto , nelle colture di cocomero e melone causa pioggie difficoltà di aperture dei tunnel e di conseguenza aborto dei frutticini
“Per quanto riguarda la produzione delle pere – prosegue Gherardi - occorre richiamare lo stato di particolare sofferenza degli impianti a Pere Abate, fiore all’occhiello della produzione ferrarese. Pur se in un quadro di variabilità aziendale, l’allegagione della coltura è stata considerata ordinaria. I problemi si sono evidenziati successivamente, e perdurano tuttora, dal momento che pressoché tutti gli impianti sono stati e sono tuttora interessati da vistosi e anomali fenomeni di “cascola” dei giovani frutticini. Le cause non sono facilmente individuabili, ma i pareri più accreditati inducono a ritenere che siano diretta conseguenza dell’andamento atmosferico. Da un lato per il quadro fitosanitario non positivo e dall’altro,per una situazione di particolare debilitazione della coltura. Il fenomeno, che pare essere riscontrabile anche nelle vicine province di Bologna, Modena e Mantova, è di entità tale che le prime stime inducono a ritenere il calo produttivo atteso nell’ordine del 40%”. “ Ancora presto per esprimere valutazioni sulla produzione di mele, ma se la stagione non volgerà presto e definitivamente al bello, si teme un calo produttivo intorno al 30%”. “Non da ultimo – conclude il Presidente di Confagricoltura Ferrara – il maltempo sta compromettendo grandemente lo stato degli alveari e la produzione di miele; le api non escono dagli alveari e sono ridotte alla fame anche a causa delle escursioni termiche notturne. Ad oggi si registra un calo produttivo intorno all’80%, che in parte potrà essere recuperato solo se le condizioni del tempo miglioreranno stabilmente”.
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