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mercoledì 4 giugno 2014

DDL LAVORO, CONFAGRICOLTURA ALL’AUDIZIONE AL SENATO: “IL PROVVEDIMENTO DOVRÀ TENER CONTO DELLA SPECIFICITÀ DEL SETTORE AGRICOLO”

Fonte: Confagricoltura

“I principi ispiratori del disegno di legge delega sul lavoro, presentato dal governo, contengono elementi positivi, anche se per una definitiva valutazione bisognerà attendere i decreti attuativi. In ogni caso è necessario che vengano salvaguardate le specificità del settore agricolo”. Lo ha sottolineato ieri Confagricoltura nell’audizione sul Ddl in Commissione Lavoro del Senato. L’occupazione nel settore agricolo sostanzialmente sta reggendo (nel primo trimestre, secondo i dati odierni di Istat, è diminuita dello 0,2%, a fronte di -1,8% nel IV trimestre 2013) “ma proprio per questo – ha detto Confagricoltura - servono misure appropriate”. Per quanto riguarda la delega in materia di ammortizzatori sociali (cassa integrazione e ASPI) Confagricoltura raccomanda che la riforma preservi gli specifici strumenti settoriali (disoccupazione, ecc.) che sono calibrati sul lavoro agricolo, caratterizzato da discontinuità e stagionalità. Sul riordino delle forme contrattuali, Confagricoltura - pur condividendo l’intento di semplificare e razionalizzare le disposizioni di legge che riguardano l’occupazione (Codice del lavoro) – ha messo in guardia sull’eccessiva riduzione delle tipologie contrattuali disponibili, giacché l’ampia gamma di strumenti contrattuali esistenti rappresenta un elemento positivo per i datori (si pensi al contratto a tempo determinato ed al lavoro accessorio–voucher). L’Organizzazione degli imprenditori agricoli ha valutato positivamente la norma sugli incentivi e la semplificazione degli adempimenti per le assunzioni. “Sarà importante che queste disposizioni siano applicabili anche ai rapporti di lavoro a termine che, per le particolarità del settore primario, sono quelli maggiormente utilizzati in agricoltura”. Assoluta contrarietà invece sulla norma che prevede l’introduzione di una retribuzione minima oraria per legge. “Così – ha concluso Confagricoltura - si rischia di svuotare la contrattazione collettiva tra le parti sociali per la definizione dei livelli retributivi, un sistema che fino ad oggi ha funzionato a dovere”.

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