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giovedì 8 agosto 2013

QUOTE LATTE, CONFAGRICOLTURA E CIA: NON PRIVILEGIARE 650 SOGGETTI CHE HANNO OPERATO A DISPETTO DELLE REGOLE

Fonte: Confagricoltura

La proposta avanzata dagli assessori all’Agricoltura di Lombardia, Veneto e Piemonte di rivedere la normativa in materia di quote latte, riducendo l’entità del prelievo mensile in caso di ‘fuori quota’, lascia fortemente perplessi gli allevatori di Confagricoltura e Cia, che trovano inaccettabile usare la situazione di crisi economico-finanziaria generalizzata come scusa per continuare a tutelare situazioni di illegalità. “L’iniziativa degli Assessori - è il secco commento di Confagricoltura e Cia - è intempestiva e inopportuna. La deroga prevista dalla legge del 2009, infatti, serviva per agevolare il progressivo riequilibrio tra quote assegnate e produzione. Intempestiva perché, in quel preciso momento storico e non più attuale, veniva prevista una nuova assegnazione di quote ai produttori. Inopportuna in quanto chiaramente indirizzata a una precisa categoria di allevatori. Sono solo 650 che hanno operato, sinora, a dispetto delle norme, non hanno colto le opportunità di regolarizzare le loro posizioni con le rateizzazioni e che oggi, magari anche a causa della revoca delle quote aggiuntive loro assegnate, rischiano di ‘splafonare’ e di vedersi imporre nuovi oneri finanziari relativi alle trattenute mensili.” “I problemi di liquidità degli agricoltori -proseguono Confagricoltura e Cia- vanno affrontati con provvedimenti generali che facilitino l’accesso al credito. Certamente non possono essere risolti cambiando le regole per la gestione delle quote. Questa partita è già costata tanto, troppo, all’Erario, con un esborso complessivo che la Corte dei Conti valuta in 4,4 miliardi di euro”. “Pur comprendendo le ragioni di chi intende interpretare la spinta delle imprese a produrre -concludono Confagricoltura e Cia- non possiamo sostenere un intervento che penalizzerebbe, ancora una volta, gli allevatori che hanno operato rispettando le regole comunitarie ed il regime delle quote, provocando così, a loro danno, inaccettabili distorsioni di concorrenza”.

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