Serve
un’integrazione sempre maggiore per sostenere la filiera del pomodoro da
industria. E la strada per perseguirla è quella di una costante valorizzazione
del ruolo dell’Organizzazione interprofessionale Distretto del Pomodoro da
Industria del Nord Italia che, proprio nel corso della campagna 2013,
ha
iniziato a svolgere l’attività di verifica come ente terzo per un monitoraggio
della corretta applicazione delle direttive tecniche stabilite all’interno
della stessa filiera.
E’
questo il messaggio che ha accompagnato la giornata di incontro con il
Distretto del Pomodoro del Nord Italia da parte dell’assessore regionale
all’Agricoltura dell’Emilia Romagna Tiberio Rabboni che ha visitato due aziende
di trasformazione del Piacentino: la
Steriltom srl di Casaliggio di
Gragnano che trasforma 150mila tonnellate di pomodoro all’anno e la cooperativa
ARP di Gariga di Podenzano che ne trasforma 195mila.
Rabboni: “La Regione crede in questo comparto e sta investendo”
Una
campagna che – come spiega il Distretto – è stata fortemente condizionata dal
maltempo primaverile che ha fatto slittare i trapianti di un mese. Ora ci si
prepara alla fase decisiva, nelle prossime settimane, visto che al momento
attuale è stato raccolto soltanto all’incirca il 20% del pomodoro. Determinanti
saranno le condizioni climatiche di settembre. .
Poi
Rabboni si è rivolto ai rappresentanti della filiera. la Regione ha dimostrato di
credere nella coltura del pomodoro stanziando, tramite i bandi di sviluppo
rurale 25 milioni di euro per sostenere l’innovazione e la ricerca. Proprio per
l’innovazione, tra l’altro, abbiamo ottenuto il finanziamento del progetto Life
per analizzare azioni che possano adeguare la filiera al cambiamento climatico,
mentre in stretta sinergia con il Distretto stiamo per autorizzare un progetto
con il Centro Ricerche Produzioni Vegetali per ottenere varietà che siano
sempre più produttive>.
Tanti
i temi affrontati da Rabboni nel corso dell’incontro con i vertici di Steriltom
e Arp, alla presenza di alcuni rappresentanti delle O.P. (Organizzazioni
Produttori) Tra gli argomenti caldi quello dell’approvvigionamento dell’acqua.
<La
Regione
sta lavorando – ha aggiornato Rabboni – per stabilizzare la disponibilità
irrigua in relazione ai fabbisogni della coltura del pomodoro. Per questo
stiamo operando in tre direzioni che potrebbero far recuperare circa 200
milioni di metri cubi d’acqua. La prima è quella che porta ad un uso plurimo
delle acque che già sono disponibili, la seconda intende favorire la
realizzazione di invasi d’acqua tramite due azioni come lo stanziamento di 10
milioni di euro con i Psr per realizzare invasi interaziendali e la possibilità
di creare invasi nelle cave di estrazione delle ghiaie. Terza strada è quella
di rendere efficienti gli impianti e le reti irrigue. Per questo obiettivo ci
sono 200milioni di euro, finanziati dal Ministero, per l’ammodernamento degli
impianti di bonifica, un progetto regionale come Irrinet che già oggi consente
un risparmio idrico del 20% e l’intenzione di favorire il ricorso all’uso delle
nuove tecnologie irrigue>. Tra le questioni poste dalla Steriltom anche
quella dell’uso dei sottoprodotti della trasformazione del pomodoro per la
produzione di energia negli impianti a biogas.
Il ruolo fondamentale
del Distretto
Rabboni
ha poi speso parole di elogio per il Distretto: .
Un
messaggio condiviso dal presidente del Distretto Pier Luigi Ferrari: . Anche Ferrari ha poi trattato il tema dell’acqua: .
Il nuovo ruolo del
Distretto come ente terzo di controllo
A
testimoniare l’importanza del ruolo del Distretto del Pomodoro da Industria del
Nord Italia, dall’avvio della campagna 2013 l’Oi ha iniziato a svolgere
l’attività di verifica come ente terzo per l’applicazione delle direttive
tecniche come stabilito dal Contratto quadro d’area per la gestione del
conferimento e delle modalità di determinazione delle caratteristiche
qualitative della materia prima conferita negli stabilimenti.
Le
verifiche sono eseguite, senza necessità di preavviso, direttamente nei centri
di controllo di tutte le imprese di trasformazione, seguendo una check list
predefinita. Si svolgono verifiche anche su segnalazione e si interviene su
richiesta di una delle parti. L’organismo di controllo riferisce al Comitato di
coordinamento dell’Oi le eventuali problematiche riscontrate per i conseguenti
provvedimenti, senza citare la denominazione dell’impresa di trasformazione, in
maniera da garantire trasparenza e imparzialità di valutazione.
A
fine campagna verrà presentata una relazione sull’andamento delle verifiche e
verranno forniti suggerimenti per il miglioramento della gestione della
campagna successiva. Ad oggi sono state effettuate 15 visite in stabilimenti
pari a circa la metà degli impianti presenti nel Nord Italia.
Nessun commento:
Posta un commento