Fonte: Coldiretti Ferrara
Gulinelli: “Terreni ormai al collasso, cresce la preoccupazione per le difficoltà di accesso alle aziende per le semine ed i lavori nei campi ed alle coltivazioni in atto”. A Ferrara in tre mesi il triplo di pioggia della media.
Anche il mese di Aprile è iniziato con gli ombrelli aperti dopo che nel mese di marzo è caduto il 60 per cento di pioggia in piu’ rispetto alla media, con punte che vanno dal 150 per cento in piu’ nel Nord Italia, sino al 300 per cento in più in alcune zone del Nordest.
E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base delle rilevazioni Isac Cnr rispetto alla media di riferimento 1971-2000. Una situazione che - sottolinea la Coldiretti - oltre a rovinare i weekend degli italiani sta creando gravissimi problemi all’agricoltura con i trattori che rimangono impantanati dal fango nei terreni senza riuscire a svolgere le normali operazioni colturali in molte aree del Paese. Niente semine primaverili nei campi allagati dalle straordinarie precipitazioni che – precisa la Coldiretti - hanno impedito anche altre attività come il diserbo e la concimazione del frumento o la preparazione del letto di semina per colture importanti come le bietole da seme. L’anomalia del mese di marzo è evidente anche per - conclude la Coldiretti - una temperatura che è stata in linea con la media (+0,07 gradi) ma con profonde differenze tra Nord e Sud della Penisola: la colonnina di mercurio a marzo è risultata infatti di circa un grado inferiore alla media nelle regioni del settentrione mentre nel meridione è stata di quasi due gradi superiore.
“Anche in provincia di Ferrara – sottolinea il presidente Sergio Gulinelli – la situazione è in gran parte del territorio piuttosto critica. La quantità di pioggia che da molte settimane cade a più riprese è decisamente oltre la media e purtroppo i terreni sono talmente saturi che non riescono più ad assorbire altra acqua, che dunque ristagna e non trova via di sfogo attraverso le reti di affossature e di canalizzazioni. Tra l’altro ricordiamoci che molta parte del territorio ferrarese è al di sotto del livello del mare, in sostanza un grande bacino dal quale l’acqua deve essere allontanata forzatamente, e che grazie al grande lavoro degli impianti di Bonifica, sino ad ora riesce a raggiungere, sia pure con difficoltà il mare.”
“La vasta rete dei canali di bonifica e gli impianti idrovori che lavorano a regime praticamente pieno da settimane, stanno evitando allagamenti di dimensioni enormi, ma i problemi ci sono e sono in aumento, via via che la stagione avanza e non riusciamo a svolgere le normali operazioni colturali. I dati della piovosità a Ferrara registrano per i mesi da gennaio a febbraio una quantità d’acqua di quasi tre volte la media storica di questi mesi (ben 170 mm rispetto ad una media di 66). Non capiamo quindi il senso della lettera pubblicata nei giorni scorsi su un quotidiano locale, nella quale pare che gli agricoltori siano degli incoscienti che chiudono apposta i loro fossi e canali per avere poi motivo di lamentarsi e chiedere chissà quali provvedimenti o addirittura aumento dei prezzi. Del tutto fuori luogo poi invocare più vanghe e meno computer o antichi sistemi di sistemazione dei terreni in voga molti decenni fa, a misura di quell’agricoltura fatta a sola forza di braccia e con sistemi di lavoro improponibili oggi. La progressiva tropicalizzazione del clima sta mettendo in crisi i sistemi idraulici, specie in un sistema assolutamente peculiare e delicato come quello ferrarese. Nel quale, stia pur certo il critico lettore, che lamenta la mancanza e l’incuria di manutenzione ai fossi, gli agricoltori ci tengono per primi a stare all’asciutto e poter accedere ai propri terreni senza problemi e dunque a regimare sia il piano di coltivazione, che scoli ed affossature in modo tale da consentire l’operatività con le macchine ed attrezzature che si usano oggi (anche computerizzate a volte), sia il corretto allontanamento dell’acqua in situazioni ordinarie, cosa che oggi non è, dovendo affrontare una somma cumulata di precipitazioni ben al di sopra della norma. Non conosciamo la professione di quel lettore e quindi la sua competenza a sindacare dalle sole fotografie pubblicate sul giornale, dello stato dei fossi e dei canali, che peraltro oggi hanno dimensioni e portate ben diverse dal passato, e che purtroppo devono fare i conti anche con le frane favorite in molte zone del ferrarese dalle tane delle nutrie e dei gamberi “killer” che indeboliscono la staticità delle sponde, ma crediamo che generalizzare in una situazione, si ripete, non ordinaria, denunciando la quale nulla viene in tasca agli agricoltori, ma che è bene sia conosciuta non solo dagli addetti ai lavori, visto che ci reputiamo e siamo parte integrante del tessuto economico e sociale, sia quantomeno ingeneroso e scorretto. Se non piovesse da mesi, anche i fossi visti in fotografia probabilmente sarebbero stati più puliti!”.
venerdì 5 aprile 2013
COLDIRETTI: SONO GIORNI DI PIOGGIA ECCEZIONALE. LO CERTIFICANO GLI ENTI DI RICERCA, CON INCREMENTI RISPETTO ALLA MEDIA ANCHE DEL 300%
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