Si riducono le superfici
coltivabili italiane, cresce la sensibilitàambientale dei cittadini che ogni
giorno sostengono la spesa a Km zero. Serve la “cultura del territorio” per
difendere la terra fertile dalla cementificazione e dall’abbandono, per un
modello di sviluppo diverso e più sostenibile.
L’Italia ha perso negli
ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata per effetto della
cementificazione e dell’abbandono che ha tagliato del 15 per cento le campagne
colpite da un modello di sviluppo sbagliato che ha costretto a chiudere 1,2
milioni di aziende agricole nello stesso arco di tempo. E’ l’allarme lanciato
dalla Coldiretti in occasione dell’Earth day, la “giornata della Terra” al
quale partecipa attivamente quest’anno la Fondazione Campagna Amica alla quale
fa riferimento la rete di settemila aziende, mercati degli agricoltori e
botteghe che offrono cibi e bevande a chilometri zero e annullano l’impatto
negativo sul clima provocato dai trasporti.
Ogni giorno viene sottratta
terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) con
il risultato che in Italia - sottolinea la Coldiretti - oltre 5 milioni di
cittadini si trovano in zone esposte al pericolo di frane e
alluvioniche riguardano ben il 9,8 per cento dell’intero territorio nazionale.
Ad aumentare è anche - precisa la Coldiretti - la dipendenza degli italiani
all’estero per l’approvvigionamento alimentare con la produzione nazionale che
nel 2012 è stata in grado di garantire appena il 75 per cento del fabbisogno
alimentare degli italiani. Il rischio in questo caso - denuncia la Coldiretti -
è quello di un aumento delle importazioni con effetto sull’ambiente per
l’impatto climatico dei trasporti ma anche sulla salute dei cittadini con
l’arrivo di alimenti di diversa qualità spesso spacciati come Made in
Italy.
Per proteggere il
territorio ed i cittadini che vi vivono e garantirsi una adeguata disponibilità
di cibo nel tempo l’Italia - sostiene la Coldiretti - deve difendere il proprio
patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile dalla
cementificazione nelle città e dall’abbandono nelle aree marginali con un
adeguato riconoscimento dell’attività agricola. Se nella classe dirigente è
mancata la cultura del valore dell'agroalimentare, della salvaguardia del
territorio e del cibo che è una delle poche leve per tornare a crescere,
lasensibilità negli ultimi anni è profondamente cresciuta tra i cittadini che –
sostiene la Coldiretti - sempre piu’ spesso sostengono con le proprie scelte di
acquisto l’agricoltura ed i prodotti locali del territorio.
Sono ventuno milioni gli
italiani che nell’ultimo anno hanno fatto la spesa “salva clima” nei mercati
degli agricoltori di Campagna Amica dove sono stati acquistati prodotti a
chilometri zero prodotti del territorio, messi in vendita direttamente
dall’agricoltore nel rispetto di precise regole comportamentali e di un codice
etico ambientale, sotto la verifica di un sistema di controllo di un ente terzo.
Nei mercati di campagna Amica vengono contenuti gli sprechi diimballaggi con
l’offerta, ad esempio, di latte sfuso, sono banditi gli ogm e sono messi a
disposizione spesso servizi di consegna a domicilio soprattutto per gli anziani.
La spesa “salva clima” degli italiani nei mercati degli agricoltori ha ridotto
di 98 milioni di chili l’anidride carbonica ad effetto serra emessa
nell’atmosfera.
“Fermare la
cementificazione e il degrado del territorio, impedire la contaminazione
transgenica e l’inquinamento industriale, offrire alimenti sicuri e genuini ma
soprattutto affermare e trasmettere alle nuove generazioni un modello di
sviluppo diverso e piu' sostenibile è l’impegno degli agricoltori italiani per
la giornata della terra" E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti
Sergio Marini nel sottolineare che "a preservare la gran parte della superficie
territoriale italiana ci sono le aziende agricole, prime al mondo per rispetto
ambientale, sostenibilità sociale e per sicurezza
alimentare.”
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