Fonte: Coldiretti Ferrara
Tra le idee innovative presentate a Roma alla prima assise dei Giovani di Coldiretti anche l’esperienza del delegato ferrarese, Sergio Gulinelli, che ha applicato nella sua aziende la multifunzionalità e punta alla crescita nonostante i problemi del settore.
C’è chi realizza tetti fatti di piante per migliorare l’efficienza energetica delle case, chi ospiterà nel proprio agriturismo anziani che hanno preferito la campagna alle case di riposo, chi fa da “incubatrice” per giovani licenziati che vogliono reinventarsi imprenditori e chi ha rinunciato allo studio di famiglia per salvare una varietà di agnello in estinzione. Sono le storie di successo di alcuni dei giovani imprenditori della Coldiretti riuniti a Roma nella prima grande assise degli agricoltori under 30, con duemila ragazzi provenienti da tutte le regioni italiane, per affermare la necessità di puntare sul ricambio generazionale allo scopo di rinnovare e rilanciare il Paese. Vittorio Sangiorgio 28 anni è il delegato nazionale di Coldiretti Giovani Impresa. Imprenditore salernitano – spiega la Coldiretti - ha avviato un processo di riconversione dell’azienda di famiglia che l’ha portato ad offrire servizi come allestimenti floreali per eventi pubblici e privati ma anche a creare una divisione specializzata nel “verde tecnologico”, mettendosi al servizio della riqualificazione urbanistica attraverso la realizzazione di tetti verdi, vere e proprie coperture fatte di piante che migliorano l’efficienza energetica degli immobili e garantiscono un deflusso delle acque piovane, evitando l’allagamento delle strade. Nella sua azienda Sangiorgio ha inoltre avviato la realizzazione di un parco floro-energetico dove si coniugherà la produzione di fiori alla produzione di energia. Ilse De Matteis, 25 anni, è, invece, la titolare di un agriturismo, La Villa, a pochi chilometri dal centro della città di L’Aquila (Abruzzo). Il terremoto – sottolinea la Coldiretti - del 2009 ha gravemente danneggiato l’azienda, ma la venticinquenne non si è persa d’animo e ha deciso di puntare su una nuova forma di ospitalità sociale, realizzando alloggi da destinare a turisti “speciali”: anziani che sceglieranno la campagna per permanenze medio-lunghe. Impegno sociale anche per Roberto Moncalvo, 30 anni di Settimo Torinese. Brillante laureato in ingegneria meccanica al Politecnico di Torino, ha deciso di dare un calcio a un posto sicuro in un grande gruppo per tuffarsi nella sfida di riconvertire l'azienda agricola fondata dai bisnonni. Al posto dei cereali, pianta ortaggi e frutta, vara il biologico e - insieme alla sorella Daniela, 26 anni, laureanda in psicologia dell'educazione - caratterizza l'azienda di 15 ettari, specializzandola in fattoria didattica e nella fornitura di prodotti e servizi (come la spesa a domicilio) col progetto “SettimoMiglio”. Ma Moncalvo ospita – ricorda la Coldiretti - anche in azienda un rifugiato politico somalo di 22 anni e un giovane disabile che aiuta nella raccolte delle fragole. Da appena due anni ha avviato la sua impresa Sergio Gulinelli 28 anni, da Corlo (Ferrara). Ventiquattro mesi che gli sono bastati per passare da una piccola azienda in affitto a una di trentasei ettari, tra frutta, ortaggi e la cura del verde pubblico. E ora Gulinelli ha deciso di ospitare in azienda tre dipendenti in cassa integrazione di una fabbrica vicina, che saranno formati come giovani imprenditori agricoli, restituendo le possibilità di una futura occupazione a chi l'aveva perduta. Davide Bortoluzzi, venticinque anni da Belluno, era pronto, invece, a rilevare lo studio di geometra di famiglia, quando ha deciso che, a progetti e tavoli tecnici, preferiva piuttosto un gregge di cinquecento tra pecore, muli e cani da condurre in solitaria nei pascoli sulle Tre Cime di Lavaredo. Davide ha pensato bene anche di salvare dall’estinzione una particolare e apprezzata razza ovina, l’agnello di Alpagoto, affermandosi di fatto come “pastore professionista”. Neppure Maria Letizia Gardoni, ventidue anni di Osimo (Ancona), aveva una famiglia nel settore agricolo – evidenzia la Coldiretti - ma ciò non l’ha distolta dal sogno di aprire un’azienda tutta sua, dove ora coltiva ortaggi secondo le tecniche della “Policoltura ma-pi”, che, oltre all’assenza di sostanza chimiche, prevedono la collocazione di diverse colture sullo stesso terreno, recuperando antiche varietà. Con i suoi prodotti ora rifornisce i punti macrobiotici della provincia di Ancona. Nel frattempo ha avviato un progetto con l’Università per il recupero delle erbe spontanee. E’ partita, invece, da un piccolo terreno di 6 ettari Elisa Bindi, imprenditrice di Arcidosso (Grosseto), alle pendici del Monte Amiata. Dopo studi mirati e un apprendistato nell’azienda di famiglia, Elisa ha deciso di aprire una sua attività puntando tutto sulla filiera corta, a cominciare dall’esperienza dei Mercati di Campagna Amica. Un successo travolgente che, unito ad investimenti in marketing, macchinari ed attrezzature, l’ha portata ad ingrandire la sua impresa incorporando la stessa realtà aziendale familiare.
martedì 17 maggio 2011
COLDIRETTI, DA AGRIOSPIZIO A PIANTE SUI TETTI LE IDEE GIOVANI PER LA NUOVA AGRICOLTURA
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento