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mercoledì 21 gennaio 2015

PRODUZIONE AGRARIA FERRARESE: UN 2014 CHE SI È CHIUSO CON UN BILANCIO NEGATIVO

Fonte: Ufficio Stampa Provincia di Ferrara  

Bonaccini: agricoltura torna alla Regione

Sono dati negativi quelli che il vicepresidente della Provincia, Nicola Rossi, presenta per quanto riguarda l’agricoltura ferrarese nel 2014. Crisi economica, clima e volatilità dei mercati, sono i principali responsabili di una flessione pressoché generalizzata del settore primario estense. Nella criticità della situazione, però, Rossi dà una notizia di certezza per l’amministrazione che ha sede in Castello Estense: “Il presidente Stefano Bonaccini ha annunciato che la delega dell’Agricoltura presto tornerà in Regione”. Occorrerà vedere tempi e modi coi quali prenderà corpo l’operazione, ma intanto i diretti interessati a questo annuncio sono la cinquantina di dipendenti che in Castello Estense svolgono attualmente questa funzione. Per il vicepresidente si tratta comunque di una prospettiva dai contorni decisamente positivi, per un settore economico che per Ferrara è primario in tutti i sensi. In primo luogo l’agricoltura locale rientrerà negli interessi diretti di Viale Aldo Moro, con tutto quello che ne consegue in termini di relazioni istituzionali che la Regione ha con l’Ue. In secondo luogo, Ferrara può giocare un ruolo importante in un futuro di aree vaste, essendo già fra le province tradizionalmente agricole più forti in Emilia-Romagna. La situazione agricola in cifre, invece, è stata presentata dal responsabile del servizio, Renato Finco, con Sandro Corradi. Le temperature basse della scorsa primavera e in seguito l’eccesso di piovosità hanno lasciato il segno sul 2014. Il risultato, in termini generali, è stato un meno tre per cento della produzione lorda vendibile (in sostanza la ricchezza prodotta) rispetto al 2013. Anche se non mancano i segni positivi: aglio più due per cento, asparago più tre e grano duro addirittura più 86 per cento.Restando in terreno prodotti Igp, non altrettanto bene il 2014 si è chiuso per la pera (meno 35 per cento) e la carota (meno 70 per cento). In calo anche la dinamica dei prezzi, tenuto però conto, come ribadito da Finco e Corradi, che essi sono ormai determinati su scale nazionali o addirittura nei grandi mercati mondiali.

Qui maggiori dati sulle varie colture: http://www.provincia.fe.it/?nav=2&news=3BA53E746BE87E2CC1257DD30047F49B

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