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giovedì 15 gennaio 2015

COLDIRETTI: NIENTE IMPORTAZIONI DI MAIALI DALLA CINA, MA IL PAESE ASIATICO E’ AL PRIMO POSTO PER LA COMMERCIALIZZAZIONE DI CIBO A RISCHIO PER LA SALUTE

Fonte: Coldiretti Ferrara


Nuovo scandalo legato alla commercializzazione di carni provenienti da animali ammalati provenienti dalla Cina: effetto di un mercato senza regole, dove conta solo il profitto e la competizione sui prezzi. Gulinelli “l’indicazione dell’origine e maggiori controlli sono necessari a tutelare i consumatori ed i produttori onesti”. Giovedì 15 gennaio la presentazione del rapporto Agromafie 2015.

L’Italia non ha importato carni di maiale fresche, refrigerate, congelate e neanche salami o frattaglie dalla Cina che si conferma essere il Paese con maggiori rischi per la sicurezza alimentare. E’ quanto emerge da un analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi all’ultimo anno, in riferimento all’ultimo scandalo alimentare in Cina che ha portato ad oltre 110 arresti per a vendita di carne di maiale contaminata proveniente da animali morti per malattia. La spinta verso la crescita dell’economia cinese ha determinato conseguenze sul piano della sicurezza alimentare ed ambientale i cui effetti si fanno sentire. Lo scandalo della carne di maiale che segue di qualche anno quello della presenza di melamina nel latte che ha portato morti per avvelenamento e paura nei diversi continenti, è la conseguenza di una politica di contenimento esasperato dei costi, legittimati sull’altare di un libero mercato senza regole. Le importazioni di prodotti agricoli ed alimentari cinesi in Italia sono stimate in oltre mezzo miliardo di euro nel 2014 e riguardano tra l’altro concentrato di pomodoro, miele, riso ed aglio. Secondo i dati del sistema di allerta comunitario, il gigante asiatico si classifica al primo posto nella commercializzazione di cibi a rischio per la salute con ben 446 allerte pari al 14 per cento del totale. “Sono dati piuttosto allarmanti – commenta Sergio Gulinelli, presidente di Coldiretti Ferrara – che rendono perfettamente l’idea di quanto sia sbagliato pensare che senza regole il mercato sia più libero. Non solo non è più libero, ma un modello di sviluppo basato sulla competizione al ribasso dei prezzi dei prodotti, inclusi quelli alimentari, è evidentemente anche un pericolo oltre che per i nostri produttori, anche per la salute dei consumatori. Al di sotto di certi costi, trovare prodotti apparentemente analoghi, con prezzi esageratamente inferiori, può purtroppo significare il ricorso a tecniche di produzione non attente né alla sostenibilità, né alla salute ed alla sicurezza, quanto addirittura alla frode alimentare. La più corretta e completa possibile indicazione dell’origine – conclude Gulinelli – di tutti i prodotti agro alimentari, è una delle poche opportunità di dare ai consumatori uno strumento di scelta. Accanto ovviamente ad un sistema di controllo e repressione di cui fortunatamente l’Italia è dotata, in grado di prevenire e reprimere comportamenti delittuosi, come Coldiretti ha presentato proprio oggi, 15 gennaio, l’annuale rapporto sulle agromafie e la criminalità agro alimentare, dove nella sede della nostra associazione è stata anche allestita la mostra “collezione degli orrori on line”, a rappresentare i rischi degli acquisti in rete di prodotti ingannevoli e truffaldini”.

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