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lunedì 15 dicembre 2014

COLDIRETTI: DAL 13 DICEMBRE LE NUOVE ETICHETTE PER GLI ALIMENTI, MA IL 50% DELLA SPESA RESTA ANONIMA

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Cosa c’è e cosa manca nelle norme in vigore per gli alimenti. “E’ un passo avanti importante – evidenzia Sergio Guinelli, presidente di Coldiretti Ferrara – ma resta ancora molto da fare. Evitare prima di tutto che siano solo aggravi burocratici, e che invece siano strumenti di trasparenza e garanzia per i consumatori e produttori. Ci sono ancora troppe contraddizioni nelle norme europee e tra Commissione e Parlamento”

Oltre la metà della spesa resta anonima per colpa delle contraddittoria normativa comunitaria che obbliga ad indicare la provenienza nelle etichette per la carne bovina, ma non per i prosciutti, per l’ortofrutta fresca ma non per i succhi di frutta, per le uova ma non per i formaggi,  per il miele ma non per il latte. E’ quanto denuncia la Coldiretti nel commentare l’entrata in vigore delle norme europee sulla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori (Reg. UE 1169/2011) che prevedono nuove etichette per i prodotti alimentari in vendita che devono essere piu’ scritte con caratteri più chiari e grandi ma anche riportare piu’ informazioni: da una maggiore evidenza sulla presenza di sostanze allergizzanti o che procurano intolleranze all’indicazione del tipo di oli e grassi utilizzati, dalla data di congelamento  alle informazionisullo stato fisico degli ingredienti utilizzati in modo ad esempio da non poter utilizzare il termine “latte”, se si usa latte in polvere o proteine del latte.

Un passo in avanti importante che tuttavia - sottolinea la Coldiretti - non impedisce gli inganni del finto Made in Italy sugli scaffali: riguardano due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all'estero, ma anche tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro che sono stranieri senza indicazione in etichetta, oltre un terzo della pasta ottenuta da grano che non è stato coltivato in Italia all'insaputa dei consumatori e la metà delle mozzarelle che sono fatte con latte straniero o addirittura semilavorati industriali (cagliate) provenienti dall’estero. In altre parole – precisa la Coldiretti - contiene materie prime straniere circa un terzo (33 per cento)della produzione complessiva dei prodotti agroalimentari venduti in Italia ed esportati con il marchio Made in Italy, all’insaputa dei consumatori ed a danno delle aziende agricole. 

Anche se si procede con lentezza per l’azione delle lobbies, grazie al pressing della Coldiretti in Italia ed in Europa il nuovo regolamento comunitario prevede che a partire dal prossimo  1 aprile 2015 dovranno essere indicate in etichetta luogo di allevamento e di macellazione di carni suine e ovi-caprine mentre per le carni diverse come quella di coniglio e per il latte e formaggi tale data rappresenta solo una scadenza per la presentazione di uno studio di fattibilità. Ad oggi, quindi, in Europa è in vigore l’obbligo di indicare l’origine della carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza mentre dal 2003 è d'obbligo  indicare varietà, qualità e provenienza nell'ortofrutta fresca, dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova, a partire dal primo agosto 2004 l'obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto e dal 1° luglio 2009 l’obbligo di indicare anche l’origine delle olive impiegate nell’olio. Ma l’etichetta - precisa la Coldiretti -  resta anonima oltre che per gli altri tipi di carne anche per i salumi, i succhi di frutta, la pasta ed i formaggi. L’Italia sotto il pressing della Coldiretti è all’avanguardia in questo percorso: il 7 giugno 2005 è scattato l’obbligo di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco; dal 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy per effetto dell'influenza aviaria; a partire dal 1 gennaio 2008 l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro.
“Libertà e consapevolezza di scelta per i consumatori  - conclude Sergio Gulinelli, presidente di Coldiretti Ferrara – devono diventare un tutt’uno con il valore delle nostre produzioni, in un percorso che necessariamente deve rendere obbligatoria l’indicazione dell’origine per tutti gli alimenti, in Italia ed in Europa, specialmente in un momento difficile per l’economia, per combattere la concorrenza sleale a danno delle nostre imprese”.

LA META’ DELLA SPESA DEGLI ITALIANI RESTA ANONIMA
Cibi con l'indicazione
di provenienza
E quelli senza
Carne di pollo e derivati
Pasta
Carne bovina
Carne di maiale e salumi
Frutta e verdura fresche
Carne di coniglio
Uova
Frutta e verdura trasformata
Miele
Derivati del pomodoro diversi da passata
Passata di pomodoro
Formaggi
Latte fresco
Derivati dei cereali (pane, pasta)
Pesce
Carne di pecora e agnello
Extravergine di oliva
Latte a lunga conservazione
Concentrato di pomodoro e sughi pronti
 

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