Cosa c’è e cosa manca nelle norme in vigore per gli alimenti. “E’ un passo avanti importante – evidenzia Sergio Guinelli, presidente di Coldiretti Ferrara – ma resta ancora molto da fare. Evitare prima di tutto che siano solo aggravi burocratici, e che invece siano strumenti di trasparenza e garanzia per i consumatori e produttori. Ci sono ancora troppe contraddizioni nelle norme europee e tra Commissione e Parlamento”
Oltre
la metà della spesa
resta anonima per colpa delle contraddittoria normativa comunitaria che
obbliga
ad indicare la provenienza nelle etichette per la carne bovina, ma non
per i
prosciutti, per l’ortofrutta fresca ma non per i succhi di frutta, per
le uova
ma non per i formaggi, per il miele ma non per il latte. E’ quanto
denuncia la Coldiretti nel commentare l’entrata in vigore delle norme
europee
sulla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori (Reg. UE
1169/2011) che prevedono nuove etichette per i prodotti alimentari in
vendita
che devono essere piu’ scritte con caratteri più chiari e grandi ma
anche
riportare piu’ informazioni: da una maggiore evidenza sulla presenza di
sostanze allergizzanti o che procurano intolleranze all’indicazione del
tipo di
oli e grassi utilizzati, dalla data di congelamento alle
informazionisullo stato fisico degli ingredienti utilizzati in modo ad
esempio da non poter
utilizzare il termine “latte”, se si usa latte in polvere o proteine del
latte.
Un
passo in avanti importante che tuttavia - sottolinea la Coldiretti - non
impedisce gli inganni
del finto Made in Italy sugli scaffali: riguardano due prosciutti su tre
venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all'estero, ma
anche
tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro che sono stranieri
senza
indicazione in etichetta, oltre un terzo della pasta ottenuta da grano
che non
è stato coltivato in Italia all'insaputa dei consumatori e la metà delle
mozzarelle che sono fatte con latte straniero o addirittura semilavorati
industriali (cagliate) provenienti dall’estero. In altre parole –
precisa la
Coldiretti - contiene materie prime straniere circa un terzo (33 per
cento)della produzione complessiva dei prodotti agroalimentari venduti
in Italia ed
esportati con il marchio Made in Italy, all’insaputa dei consumatori ed a
danno
delle aziende agricole.
Anche
se si procede con
lentezza per l’azione delle lobbies, grazie al pressing della Coldiretti
in
Italia ed in Europa il nuovo regolamento comunitario prevede che a
partire dal
prossimo 1 aprile 2015 dovranno essere indicate in etichetta luogo
di allevamento e di macellazione di carni suine e ovi-caprine mentre per
le carni
diverse come quella di coniglio e per il latte e formaggi tale data
rappresenta
solo una scadenza per la presentazione di uno studio di fattibilità. Ad oggi,
quindi, in Europa è in vigore l’obbligo di indicare l’origine della carne
bovina dopo l’emergenza mucca pazza mentre dal 2003 è d'obbligo indicare
varietà, qualità e provenienza nell'ortofrutta fresca, dal primo gennaio 2004
c’è il codice di identificazione per le uova, a partire dal primo agosto 2004
l'obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato
raccolto e dal 1° luglio 2009 l’obbligo di indicare anche l’origine delle olive
impiegate nell’olio. Ma l’etichetta - precisa la Coldiretti - resta
anonima oltre che per gli altri tipi di carne anche per i salumi, i succhi di
frutta, la pasta ed i formaggi. L’Italia sotto il pressing della Coldiretti è
all’avanguardia in questo percorso: il 7 giugno 2005 è scattato l’obbligo di
indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco;
dal 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy per
effetto dell'influenza aviaria; a partire dal 1 gennaio 2008 l’obbligo di
etichettatura di origine per la passata di pomodoro.
“Libertà e consapevolezza
di scelta per i consumatori - conclude
Sergio Gulinelli, presidente di Coldiretti Ferrara – devono diventare un tutt’uno
con il valore delle nostre produzioni, in un percorso che necessariamente deve
rendere obbligatoria l’indicazione dell’origine per tutti gli alimenti, in
Italia ed in Europa, specialmente in un momento difficile per l’economia, per
combattere la concorrenza sleale a danno delle nostre imprese”.
LA META’ DELLA SPESA DEGLI
ITALIANI RESTA ANONIMA
Cibi con l'indicazione
di provenienza
|
E quelli senza
|
Carne di pollo e derivati
|
Pasta
|
Carne bovina
|
Carne di maiale e salumi
|
Frutta e verdura fresche
|
Carne di coniglio
|
Uova
|
Frutta e verdura trasformata
|
Miele
|
Derivati del pomodoro
diversi da passata
|
Passata di pomodoro
|
Formaggi
|
Latte fresco
|
Derivati dei cereali
(pane, pasta)
|
Pesce
|
Carne di pecora e agnello
|
Extravergine di oliva
|
Latte a lunga
conservazione
Concentrato di pomodoro e
sughi pronti
|
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