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lunedì 30 settembre 2013

COLDIRETTI: PER L’ORTOFRUTTA E’ NECESSARIO RAGGIUNGERE NUOVI MERCATI



Fonte: Coldiretti Ferrara (24 settembre 2013)

L’Italia esporta oggi mediamente il 30 per cento della propria produzione di mele ed il 20 per cento della propria produzione di pere. La firma del piano operativo finalizzato all’esportazione di mele e pere italiane è quindi sicuramente un fatto positivo, la cui portata è però tutta da verificare. È positivo il fatto che si riescano finalmente a superare le barriere fitosanitarie finora frapposte dagli Stati Uniti, è positivo il fatto che si apra il mercato Usa, già così importante per altri nostri prodotti agroalimentari, ma per mele e pere italiane la “vita” non sarà così semplice, anche se la speranza è che il traino positivo degli altri prodotti agroalimentari italiani le “aiuti” in qualche modo.
Gli Stati Uniti sono il secondo produttore mondiale di mele, dopo la Cina (35.985.000 tonnellate), con 4.275.108 tonnellate (la produzione italiana è pari a 2.411.201 tonnellate, dati Fao 2011) e sono il terzo paese esportatore di mele con 833.249 tonnellate, dopo la Cina 1.034.635 e l’Italia 976.131 (dati Fao 2011). Gli Usa sono nell’emisfero nord come l’Italia; quindi i raccolti di mele e di pere avvengono nello stesso periodo. Attualmente importano 147.789 tonnellate di mele all’anno, mentre l’Italia ne importa 36.700 tonnellate e la Germania, la principale destinazione delle mele italiane (51 per cento delle nostre esportazioni di mele), ne importa 665.662 tonnellate.
Per quanto riguarda invece le pere, gli Stati Uniti ne producono 876.086 tonnellate, terzi dopo la Cina (15.945.023 tonnellate) e l’Italia (926.542 tonnellate). L’export di pere degli Usa è pari a 178.222 tonnellate, quello italiano è pari a 162.786 tonnellate. Gli Stati Uniti importano 77.610 tonnellate di pere, mentre l’Italia ne importa 126.375 tonnellate. La notizia veramente positiva è la possibilità per il sistema Italia di superare finalmente le barriere fitosanitarie fuori dall’Unione Europea. Ci sono ancora tanti mercati importanti e promettenti, in paesi non produttori di ortofrutta, che ci sono inaccessibili o complicati per problematiche fitosanitarie. La strada tracciata con gli Usa per mele e pere è la testimonianza di un percorso che dobbiamo riuscire a replicare anche per altri prodotti e/o altri mercati che potrebbero essere anche più recettivi di quello statunitense. Come il Giappone, la Cina, il Messico, ma anche quelli dell’altro emisfero.

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