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mercoledì 30 maggio 2012

TERREMOTO, CONFAGRICOLTURA: “MISURE CERTE E SUBITO PERCHE’ LE IMPRESE POSSANO RIPARTIRE, NELLE PROVINCE DI MODENA E FERRARA LA PRODUZIONE AGRICOLA VALE 1,2 MILIARDI DI EURO”

Fonte: Confagricoltura

 “Le 41 nuove scosse sismiche che si sono susseguite durante la notte non piegano lo spirito degli agricoltori emiliani che chiedono una cosa sopra tutte: poter riprendere al più presto il lavoro nelle loro imprese”, questo il bollettino del day after che arriva dalle sedi di Confagricoltura delle province di Modena e Ferrara. Quasi una sfida al terremoto che ha squassato le loro case, stalle, magazzini devastandoli. I danni appaiono di ora in ora più gravi e per quantificarli in maniera corretta bisognerà effettuare una puntuale ricognizione degli edifici distrutti, delle aree coltivate inghiottite dalle gigantesche fenditure che si sono aperte improvvisamente nel terreno. “Ma quel che non può aspettare – sottolinea Confagricoltura – è la ripresa delle attività agricole che devono seguire il loro corso, pena ulteriori danni a quella terra che viene identificata come il cuore del sistema agroalimentare italiano”. Basta qualche cifra per rendersene conto: nelle sole province di Ferrara e Modena il valore della produzione lorda vendibile agricola tocca 1,2 miliardi di euro (pari ad oltre un quarto di quella di tutta la regione) ed il settore impiega circa 30.000 addetti. Per quanto riguarda la filiera agroindustriale, sempre nel territorio delle due province più colpite dal sisma, il fatturato sfiora i 6,3 miliardi di euro (anche qui poco meno di un quarto del settore a livello regionale), mentre l’occupazione si avvicina ai 14.000 addetti. Una macchina che non si può inceppare perché si metterebbe a rischio, oltre le produzioni, una grossa fetta dell’export made in Italy, di cui l’agroalimentare è una delle principali locomotive. “Quel che serve va fatto subito – dice il presidente di Confagricoltura Guidi – l’agricoltura non può essere dimenticata. Oltre allo slittamento dell’Imu va congelata ogni forma di onere fiscale e contributivo, ma soprattutto non bisogna affliggere chi sta combattendo coraggiosamente contro la fatalità del terremoto con modulistiche e assurdità burocratiche. Vogliamo vedere uno Stato vicino ed amico, occorre subito dare respiro e certezze a chi è stato colpito, non seppellire sotto le scartoffie chi non è stato sepolto dalle rovine della propria casa”. Intanto l’aggiornamento del disastro continua: si contano oltre 400.000 forme di Parmigiano e Grana Padano danneggiate, in molti allevamenti suinicoli centinaia di animali che non possono più essere ricoverati nelle strutture inagibili vengono venduti anticipatamente (e in molte zone cresce l’urgenza di bonificare le aree terremotate dalle carcasse di altre centinaia di animali morti nei crolli). Per l’allevamento i problemi non finiscono qui, nelle aree più a rischio i mangimifici sono chiusi, come quello di Ostiglia, presso Mantova, così pure lo Stabilimento della Granarolo. Senza contare che nelle aziende manca l’elettricità e le operazioni di mungitura possono spessa essere eseguite solo grazie a gruppi elettrogeni d’emergenza”.

lunedì 21 maggio 2012

COLDIRETTI: TERREMOTO, PRIMA CONTA DEI DANNI NEL FERRARESE. GIU’ CAPANNONI E CASE INAGIBILI

Fonte: Coldiretti Ferrara

Case lesionate, capannoni crollati, attrezzature sepolte dai calcinacci:è un quadro desolante quello che appare ai primi riscontri in atto sul territorio dell’alto ferrarese


Tra i comuni di Bondeno, Sant’Agostino, Vigarano Mainarda, Mirabello, sono centinaia i soci di Coldiretti Ferrara che a seguito del forte terremoto del 20 maggio, hanno subito danni rilevanti all’attività agricola oltre che in molti casi alle proprie abitazioni, lesionate o addirittura inagibili. Già ieri i funzionari dell’associazione estense hanno battuto le aziende dei soci per rilevare i principali problemi, sia per la parte abitativa che soprattutto per le attività aziendali. “E’ prematuro fare cifre in questo momento – racconta il presidente di Coldiretti Ferrara, Mauro Tonello -, stiamo contattando da stamattina i nostri soci dei comuni interessati, con i nostri tecnici che vanno di casa in casa. Abbiamo istituito una nostra unità operativa che coordina i rilievi dei danni che stiamo facendo in queste ore per poter avere un quadro più preciso delle necessità più urgenti e della situazione delle tante aziende interessate. In questa zona abbiamo circa un migliaio di aziende nostre associate e da quanto stiamo vedendo in campo e dalle tantissime telefonate con i soci emerge un numero rilevante di situzioni anche gravi: da chi ha subito il crollo del capannone, a chi ha perso trattori ed attrezzi sotto le macerie, a chi deve rimanere fuori dalla propria abitazione dichiarata inagibile. Situazione particolarmente pesante nel comune di Sant’Agostino, territorio verso il modenese, epicentro del sisma”. Secondo l’organizzazione agricola serviranno comunque alcuni giorni per avere dati che possano indicare l’entità dei danni e cosa effettivamente sarà necessario fare od opportuno mettere in campo per favorire il ripristino degli immobili laddove possibile o verificare la ripresa delle normali attività lavorative. “Abbiamo dato la nostra disponibilità per portare aiuto dove sia necessario – conclude il direttore di Coldiretti Ferrara Luigi Zepponi – anche per fornire generi alimentari e comunque per dare un aiuto concreto a chi è stato colpito da questo evento. Noi stessi abbiamo difficoltà operative in alcuni uffici che sono inagibili o con necessità di essere verificati riguardo danni strutturali, ma siamo al fianco dei nostri soci e stiamo passando nelle aziende per portare la nostra vicinanza e capire i danni subiti in modo da poterli comunicare nel miglior modo alle istituzioni per favorire tutti gli interventi possibili”.

TERREMOTO, COLPITA UNA PARTE VITALE DEL SISTEMA AGRICOLO ITALIANO

Fonte: Confagricoltura Ferrara

Sono oltre cento le imprese agricole associate che nella mattinata odierna hanno contattato la Sede o gli uffici di Delegazione di Confagricoltura Ferrara per segnalare danni patiti a seguito del terremoto che dall’alba di domenica sta interessando anche e soprattutto la provincia di Ferrara. “Molte abitazioni rurali sono lesionate ed è ancor maggiore il numero di strutture aziendali gravemente danneggiate o distrutte – rileva con amarezza ed inquietudine il Presidente di Confagricoltura Ferrara, Nicola Gherardi. In molti casi è difficile riuscire a fare una stima dei danni, in quanto i proprietari non sono potuti entrare negli edifici perché inagibili o pericolanti. Bisognerà attendere i prossimi giorni, quando il pericolo di ulteriori scosse sarà cessato, per fare eseguire accurate verifiche tecniche sugli stabili. Il conto del terremoto per le imprese agricole ferraresi appare in ogni caso, sin dalle prime relazioni, molto pesante: capannoni, ricoveri, macchinari agricoli, attrezzature, serre, stalle, impianti fotovoltaici distrutti e compromissione dello stato agronomico dei terreni con fuoriuscite anomale di materiale fangoso, con gravissime perdite per il patrimonio e l’attività aziendale”. “Come per le abitazioni e gli edifici monumentali – prosegue il Presidente dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli ferraresi - le scosse non hanno colpito uniformemente un’area, ma si sono concentrate in alcuni punti e dove questo è avvenuto le aziende agricole sono state praticamente distrutte. I Comuni più interessati dal sisma sono tutti quelli compresi nell’Alto Ferrarese, cioè Bondeno, Cento, Mirabello, Poggio Renatico e Sant’Agostino. Abbiamo invitato tutti gli associati a trasmetterci le planimetrie delle zone interessate dal sisma con relative foto attestanti i danni riportati al fine di avviare con i competenti uffici pubblici le necessarie pratiche per la delimitazione delle aree colpite per l’attivazione delle procedure legislative”. “Serve un atto di solidarietà nazionale per queste zone così duramente colpite e per un’agricoltura che di questa terra è tra le principali risorse- conclude Nicola Gherardi. Serve un intervento straordinario dello Stato attraverso i canali normativi esistenti, se sufficienti, sul versante fiscale e finanziario per dare continuità aziendale, oltre alla ricostituzione del patrimonio di beni strumentali andato perduto”.