Prodotti e varietà a minor costo, niente primizie o prodotti che costano troppo, ricerca di punti vendita più economici. È la fotografia dei consumi di frutta e verdura al tempo della crisi che emerge da una indagine Coldiretti/Ixé presentata al Macfrut, rassegna internazionale del settore ortofrutticolo in programma da oggi fino venerdì 26 settembre a Cesena.
Esplicitamente interrogati sulla crisi economica spiega – Coldiretti Emilia
Romagna – quasi la metà
delle famiglie (47%) dichiara un effetto negativo sui propri consumi. Oltre alla
riduzione dei quantitativi (23%), il 21% degli intervistati acquista prodotti e
varietà che costano meno, il 16% rinuncia a prodotti che costano troppo (dalle
ciliegie ai frutti di bosco), il 13% è andato alla ricerca di punti vendita con
prezzi più bassi.
La crisi economica in particolare ha condizionato gli acquisti di frutta e verdura del 68% delle famiglie appartenenti alle classi sociali basse e il 31% delle fasce sociali alte o medio-alte.
La crisi economica in particolare ha condizionato gli acquisti di frutta e verdura del 68% delle famiglie appartenenti alle classi sociali basse e il 31% delle fasce sociali alte o medio-alte.
Secondo l’indagine – informa Coldiretti – nell’ultimo periodo
le famiglie italiane
dichiarano un consumo di ortofrutta che si può definire “discreto”: in media
mangiano frutta due volte al giorno e verdura con una frequenza poco inferiore
(1,7 volte al giorno).
Ma la crisi ha comunque lasciato il segno: anche se la
maggioranza degli intervistati (54%) dichiara di aver
mantenutonegli ultimi
tempi sostanzialmente
stabili i consumi, o addiritturaaumentati (40%), il 16% delle famiglie appartenenti alla fascia economica
medio-bassa dichiara di aver diminuito i quantitativi portati in tavola e per le fasce sociali basse e
medio-basse il consumo
giornaliero è di 1,8
volte al giorno per la frutta e di 1,5 volte per la verdura. Come già Coldiretti ha denunciato da
tempo, nell’ortofrutta gli acquisti degli italiani nel 2014 sono
scesi al di sotto del chilo al giorno per famiglia, con un valore inferiore a
quelli raccomandati dal
Consiglio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, mettendo a rischio le
imprese e la salute consumatori ed il reddito delle
imprese
Ne sono ben coscienti gli stessi consumatori che, secondo
l’indagine Coldiretti/Ixé, al primo posto tra i motivi per
consumare frutta è
verdura mettono proprio la salute. In una domanda a risposta multipla, il 65%
degli intervistati dichiara infatti di consumare ortofrutta per la salute in
generale, il 44% per la presenza di vitamine, il 34% per la presenza di fibre
utili all’intestino. Non manca un 52% che scegli frutta e verdura semplicemente
perché “mi piace” e il 15% perché aiutano a mantenere la
linea.
Riprova della coscienza con cui i consumatori scelgono di
consumare frutta e verdura – commenta Coldiretti Emilia Romagna – sono anche i motivi di scelta negli acquisti:
per l’80% è molto importante che l’ortofrutta acquistata sia di stagione, per il 79% che sia italiana e per il 62% che
sia di provenienza locale. Con riferimento alla stagionalità, la stragrande
maggioranza dei consumatori (82%) si sente adeguatamente informata e la
sicurezza maggiore in merito e dimostrata dagli anziani, dai più scolarizzati e da chi ha figli in
età scolare.
I consumatori dichiarano un acquisto poco frequente
di primizie
(il 46% dichiara di acquistarli raramente, il 28% mai),
di prodottiimportati (51%
e 29%) e di frutta esotica (59% e 27%). Il
principale luogo di acquisto è rappresentato dalla Gdo, cui ricorre il 66% dei consumatori, in particolare quelli del Nord e del
Centro Italia. In seconda
posizione, con un certo
distacco, si segnala il fruttivendolo tradizionale (41%), punto
venditaprincipale per le
famiglie del Mezzogiorno.
Un consumatore su quattro compra frutta e verdura alla bancarella del mercato e
una quota analoga ricorre alla vendita diretta, o nel farmer’s market (14%) o
presso le aziende agricole (13%), canale più utilizzato nel sud e nelle
isole. Gli
altri punti vendita hanno un ruolo più contenuto: il discount, canale generalmente rafforzato in questi anni di
crisi, viene poco utilizzato (10%) per l’acquisto di
ortofrutta.
Una cosa è ben chiara
nella percezione dei consumatori: del prezzo finale della frutta, solo una
minima parte va al produttore in campagna. Secondo l’indagine – rileva
Coldiretti Emilia Romagna – mediamente i consumatori pensano che all’agricoltore
vadano il 22,7 centesimi per ogni euro pagato al consumo, ma ben il 27% degli
intervistati ritiene che a chi produce vadano solo 10 centesimi del prezzo
finale e il 21% tra 10 e 20 centesimi e il 15% tra 21 e 30
centesimi.
Nessun commento:
Posta un commento