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lunedì 29 settembre 2014

CIA FERRARA: PASSARE AL BIOLOGICO, UNA RICONVERSONE AZIENDALE ANTI - CRISI

Fonte: CIA Ferrara


Cia Ferrara fa il punto sull’agricoltura biologica, un settore che continua a registrare un aumento della richiesta da parte dei consumatori e può diventare una delle opportunità per superare la crisi

FERRARA – In una situazione di crisi generalizzata dei consumi e di grande difficoltà del settore agricolo - con prodotti ortofrutticoli e seminativi che continuano a registrare prezzi alla produzione che non coprono i costi sostenuti dalle aziende – il settore biologico segna un deciso segno positivo. Nei primi 5 mesi del 2014 i consumi di prodotti biologici nella GDO sono cresciuti del 17% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente - dati Ismea e Consumer Survey di Nomisma.
Un trend di crescita che non si è mai arrestato dal 2005 e che, secondo Cia Ferrara, indica la forza di un comparto forte, che rappresenta una grande opportunità per i produttori agricoli. Sempre secondo l’Osservatorio dei Consumi di Nomisma, il paniere alimentare nel suo complesso è in calo dell’1,5%, ma i consumatori non rinunciano ad acquistare i prodotti biologici, tanto che il 59% delle famiglie italiane ha acquistato almeno un prodotto bio nell’arco di 12 mesi. Gli agricoltori dovrebbero dunque sfruttare subito questa tendenza e considerarla come una delle possibili vie per superare la crisi che quest’anno è diventata insostenibile. Eppure l’agricoltura biologica sembra non riuscire a “sfondare”, ci sono ancora resistenze e perplessità, anche se produrre in questo regime non è tecnicamente più complicato, ormai, del farlo in maniera tradizionale. Richiede, certo, un impegno diverso, in alcuni casi maggiore – pensiamo, ad esempio, al diserbo meccanico -  ma non crediamo che sia questa diversità a frenare gli agricoltori verso il bio. Per cogliere l’opportunità di questa modalità di coltivare occorre, infatti, una vera e propria “riconversione dell’attenzione”. Un cambio di prospettiva, insomma, che prevede l’abbandono delle abitudini consolidate e nuovo slancio per buttarsi in una nuova avventura imprenditoriale a tutti gli effetti. Una riconversione più culturale che tecnica. A rendere appetibile il biologico ci sono anche le considerevoli risorse, oltre 1,5 miliardi di euro, che arriveranno per il settore nei prossimi 7 anni dal Piano di Sviluppo Rurale e i prezzi di mercato che per i prodotti bio sono più alti e consentono ancora una marginalità. Due ottime ragioni, secondo Cia Ferrara, per pensare al biologico, alle quali se ne aggiunge un’altra di pari importanza: il rispetto dell’ambiente e la salute delle future generazioni che hanno il diritto di respirare aria meno inquinata e mangiare prodotti salubri e di qualità. Certo ci sono ancora innumerevoli passi da fare a livello di sperimentazione per mettere a disposizione prodotti adeguati per i trattamenti colturali, in particolare per i seminativi dove la ricerca è ancora molto indietro. Ma riconvertire un’azienda in senso biologico, soprattutto se già si è in un regime di agricoltura integrata, è una delle soluzioni anti-crisi, una soluzione che si può tentare, soprattutto se l’alternativa è la chiusura dell’azienda agricola e la perdita graduale, ma inesorabile, del patrimonio rurale del nostro territorio.



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