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giovedì 15 maggio 2014

CONFAGRICOLTURA ADERISCE AL “CLUSTER” DELLA CHIMICA VERDE PER LO SVILUPPO DELLA BIOINDUSTRIA ITALIANA

Fonte: Confagricoltura

Nel ‘Cluster’ tecnologico nazionale della chimica verde c’è anche Confagricoltura. L’iniziativa è stata presentata oggi a Milano ed è promossa dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per identificare le realtà - aggregazioni organizzate di imprese, Università, Istituzioni pubbliche e private di ricerca e soggetti attivi nel campo dell'innovazione - in grado di promuovere una crescita economica sostenibile, in linea con le priorità dettate dal Programma Quadro per la Ricerca Europea Horizon 2020. Il Cluster, fondato da Biochemtex, Novamont, Versalis e da Federchimica, e che opera lungo tutta la filiera, dall’agricoltura alla ricerca a favore della chimica da fonti rinnovabili e biotecnologie industriali, alla realizzazione di materiali e bioprodotti, all’industria di trasformazione e infine alla fase di smaltimento, è – sottolinea Confagricoltura - uno strumento molto importante per promuovere la bioeconomia ed in particolare la chimica da biomasse facendo leva sulla ricerca. “La chimica verde - spiega Confagricoltura - rappresenta infatti per il settore agricolo un'opportunità di diversificazione della propria attività e di valorizzazione di biomasse residuali e colture a basso input energetico, chimico ed idrico, da cui è possibile ricavare diversi prodotti utilizzando integralmente la coltura, con evidenti vantaggi ambientali ed economici e soprattutto valorizzando terreni marginali o abbandonati che contano in Italia circa un milione e mezzo di ettari”. E’ fondamentale la collaborazione tra imprese ed enti di ricerca anche al fine di sensibilizzare le Istituzioni, affinché siano previste adeguate politiche di sostegno a questo settore innovativo. “Occorre infatti lavorare – conclude l’Organizzazione degli imprenditori agricoli - per avere specifici strumenti normativi a sostegno della produzione e commercializzazione delle biomasse a minor valore economico, tali da favorire l'aggregazione dell'offerta. In questa direzione la prossima programmazione 2014-2020 può fornire un valido supporto, anche attraverso le misure previste nei piani di sviluppo rurale”.

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