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lunedì 10 febbraio 2014

AGRINSIEME FERRARA: ELIMINARE LO SPESOMETRO PER LE PICCOLE AZIENDE

Fonte: Ufficio Stampa Cia Ferrara  

L’obbligo delle comunicazioni ai fini fiscali esteso alle piccole aziende agricole è una misura che penalizza fortemente il settore

Tares, Imu e la reintroduzione dello Spesometro anche per i piccoli produttori agricoli. La nuova annata agraria inizia all’insegna delle tasse e delle scadenze fiscali per il settore e ad essere colpite sono, in particolare, le realtà economiche minori. Il cosiddetto Spesometro - reintrodotto lo scorso dicembre con la Legge di Stabilità – obbliga, infatti, a comunicare all’Amministrazione finanziaria entro il prossimo 20 aprile, tutte le operazioni ai fini di IVA anche per quelle aziende che non superano i 7 mila euro di vendite l’anno. Per Agrinsieme Ferrara - il coordinamento provinciale nato nel gennaio 2013 tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative Italiane del settore agroalimentare (Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare) - si tratta di una misura fortemente penalizzante che avrà effetti negativi preoccupanti. « Lo Spesometro – denuncia Agrinsieme - non fa altro che accrescere la burocrazia e aumentare i costi rischiando, dunque, di mettere in ginocchio le piccole imprese. Siamo in presenza di un ulteriore e gravoso adempimento burocratico che si aggiunge alle tasse e agli altri balzelli che già devono sostenere i produttori. Le piccole aziende agricole saranno costrette a registrare tutte le fatture d’acquisto e le autofatture di vendita, con l’aggravante di dover inviare in modo telematico l’elenco di tali operazioni. Questo comporterà, inevitabilmente, spese aggiuntive da parte degli agricoltori per le pratiche che non potranno essere gestite in modo autonomo dall’azienda. Uno dei più grandi problemi del nostro settore, composto soprattutto da medie e piccole aziende – sottolinea il coordinamento ferrarese di Agrinsieme – rimane ancora la burocrazia. Per capire quanto sia il suo peso reale sulla vita quotidiana e il lavoro, basti pensare che un’azienda agricola italiana per assolvere a tutti gli adempimenti burocratici imposti spende, in media, 2 euro ogni ora di lavoro. Occorrono, inoltre, otto giorni al mese per riempire le carte richieste dalla Pubblica amministrazione centrale e locale, tempo sottratto al lavoro in azienda. Lo Spesometro - già previsto e poi eliminato lo scorso anno dal decreto sviluppo - finirà per peggiorare ulteriormente la situazione delle piccole realtà aziendali agricole, finora esonerate da tutti gli obblighi contabili. A ribadire la gravità della situazione è Lorenzo Boldrini, coordinatore provinciale di Agrinsieme. «Le motivazioni che hanno spinto alla reintroduzione di tale penalizzante provvedimento, non rispondono assolutamente ad una logica di trasparenza e tracciabilità, perché se così fosse saremmo i primi a promuoverne l’assoluta necessità. Tale norma non contribuirà in maniera significativa a prevenire i fenomeni di evasione fiscale ed avrà, come unico risultato, il lievitare dei costi a discapito di tanti piccoli agricoltori. In gioco c’è la sopravvivenza stessa delle imprese e la loro capacità di reinvestire, crescere e diventare competitive sul mercato.»

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