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mercoledì 4 luglio 2012

COLDIRETTI: CON MENO 70% DI PIOGGIA E’ ALLARME SICCITA’. SOTTO STRESS LE PIANTE MA ANCHE GLI ANIMALI

Fonte: Coldiretti Ferrara
  
Il grande caldo e la riduzione delle piogge sta provocando danni alle coltivazioni ed agli allevamenti anche nella nostra provincia.
 
Il grande caldo è stato accompagnato dalla caduta del 70 per cento di pioggia in meno rispetto alla media che ha provocato una preoccupante siccita’ nelle campagne in molte aree del Paese. Coldiretti evidenzia l’anomalia che classifica il mese di giugno al quarto posto tra i
più secchi degli ultimi due secoli secondo le rilevazioni Isac-Cnr. L’intera primavera è stata siccitosa – sottolinea la Coldiretti - con il 6 per cento di precipitazioni in meno, rispetto alla media del periodo di riferimento 1970-2000 anche se il livello dei laghi al nord è ancora nella media, ma nel centro Italia e nelle regioni settentrionali ci sono situazioni preoccupanti. Soprattutto nel nord est - precisa la Coldiretti - è allarme per le scarse precipitazioni registrate nei mesi scorsi che hanno impedito l'accumulo di riserve idriche a monte. Il risultato è che nelle campagne le piante soffrono per la mancanza di acqua e il grande caldo. Sopra i 30 gradi - sottolinea la Coldiretti – vanno in stress anche le piante di pomodoro che non riescono piu' a lavorare e si fermano, nonostante l'irrigazione che non riesce a sopperire neanche al fabbisogno idrico delle coltivazioni di granoturco che al nord hanno cominciato ad appassire. Le coltivazioni - precisa la Coldiretti - in questa fase stagionale si trovano in un momento critico di sviluppo e hanno bisogno dell’acqua per completare il ciclo produttivo. Infatti la perdita di acqua delle piante e del terreno, la cosiddetta evapotraspirazione, con le temperature bollenti di questi giorni ha raggiunto livelli che - conclude la Coldiretti - si registrano normalmente a fine luglio/agosto. Un problema che si sta manifestando nella provincia di Ferrara in modo molto evidente, con scarse produzioni di cereali, problemi a mais e bietole, stress per mele e pere che hanno ridotto mediamente la presenza di frutti sulle piante con preoccupazioni sulle future produzioni e sul notevole aggravio di costi per le continue irrigazioni di soccorso, dato l’elevato costo del carburante con cui far funzionare i trattori che azionano le pompe di irrigazione. Ma non solo solo le piante a soffrire per questo clima infuocato. Le api stremate dal caldo non svolgono piu’ adeguatamente il prezioso lavoro di trasporto del polline e del nettare per l’effetto negativo del clima, mentre nelle stalle si registra un crollo delle produzioni del 10 per cento per effetto dello stress a cui sono sottoposte le mucche Il caldo ha pesanti effetti - sottolinea la Coldiretti - nel mondo animale con le api che non riescono a prendere il polline e il nettare mettendo a rischio la produzione di miele dopo che l'estremizzazione delle temperature medie invernali, con un febbraio di forte gelo perdurante e poi un marzo con punte di calore estive, non ha certo favorito l'uscita dall'inverno degli allevamenti apistici. Ma l'afa e le temperature - continua la Coldiretti - hanno tolto l'appetito anche ai maiali che stanno consumando fino al 40 per cento in meno della consueta razione giornaliera di 3,5 chili di mangime, mentre le mucche nelle stalle sono stressate e producono fino al 10 per cento di latte in meno, rispetto ai circa 30 litri al giorno che vengono munti in periodi normali. La situazione - precisa la Coldiretti è aggravata dall'umidità che, come per le persone, aumenta la sensazione di caldo anche per le mucche. In soccorso nelle stalle sono state allestite - riferisce la Coldiretti - doccette, ventole e condizionatori e utilizzati integratori specifici a base di sali di potassio nell'alimentazione preparata dagli allevatori.

mercoledì 23 maggio 2012

COLDIRETTI: CON SCOSSE TERREMOTO NON STOP STRESS PER MUCCHE, MENO 10% LATTE



FONTE: COLDIRETTI

Non solo cose e persone interessate dall’evento sismico di questi giorni, anche gli animali colpiti dai continui movimenti del suolo.
 
Lo stress delle mucche con una riduzione della produzione di latte del 10 per cento è solo uno degli effetti provocati dalle continue scosse che non si arrestano e fanno paura ad animali e persone ed  impediscono il ritorno alla normalità ed anche la ripresa dell’attività produttiva. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che ai danni materiali stimati in 200 milioni di euro per il settore agroalimentare si aggiungono quelli causati dal fermo dell’attività lavorativa. I ritmi fisiologici degli animali allevati, - sottolinea la Coldiretti - sono scombussolati dallo sciame sismico, mucche e maiali, importantissimi per la ripresa economica del territorio con la produzione di prosciutto e parmigiano Made in Italy, a causa del terrore delle scosse rifiutano di alimentarsi adeguatamente e non riescono neanche a dormire.
Il terremoto oltre ad avere provocato danni diretti alle imprese ha di fatto bloccato l’attività produttiva che – continua la Coldiretti - fa salire notevolmente il conto dei danni nel settore agroalimentare, stimati già in 200 milioni di euro se si tiene conto anche di crolli e lesioni degli edifici rurali (case, stalle, fienili e serre), danni ai macchinari e perdita degli animali sotto le macerie. Le aziende agricole della zona sono - precisa la Coldiretti - il fulcro di un sistema produttivo che ha dato origine ed alimenta la Food valley italiana dalla quale partono verso l’Italia ed il resto del mondo le piu’ prestigiose produzioni agroalimentari nazionali, dal Parmigiano Reggiano all’aceto balsamico di Modena, dal prosciutto di Parma fino al Lambrusco. Nelle sole province di Ferrara, Modena e Mantova si realizza - continua la Coldiretti - il 6 per cento del valore della produzione agricola nazionale.
Una produzione a rischio se si considera anche che le aziende che si trovano nell’ area interessata dal sisma dovranno pagare entro giugno almeno 150 milioni di euro di tasse tra l’Iva, l’acconto 2012 e il saldo dell’Irpef o dell’Ires, l’Irap, i contributi Inps e Imu oltre a rate di prestiti e mutui in scadenza, secondo una analisi della Coldiretti che giudica insufficiente la proposta del presidente del Consiglio Mario Monti di rinviare il pagamento dell’imu solo per le strutture inagibili.