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venerdì 19 dicembre 2014

ANCHE PER IL PAMPAPATO/PAMPEPATO DI FERRARA BUONA LA PRIMA. LA PUBBLICA AUDIZIONE METTE TUTTI D'ACCORDO

Fonte: Camera di Commercio di Ferrara  

Govoni: “La presenza così estesa di produzioni tipiche è legata alla particolarità del territorio e della storia ferrarese, che ha permesso la creazione e il mantenimento nel tempo di tradizioni produttive, gastronomiche e culturali molto diversificate”

Ministero delle Politiche Agricole e Regione Emilia-Romagna sono ormai di casa in Camera di commercio. C’era molta attesa per l’esito della riunione di “pubblico accertamento” (la decima dopo quelle relative all'aglio di Voghiera, all'asparago verde di Altedo, alla coppia ferrarese, al melone mantovano, alla pera dell'Emilia-Romagna, alla pesca e nettarina di Romagna, al riso del Delta del Po, al vino del Bosco Eliceo, alla salama da sugo e ai cappellacci di zucca ferraresi) per la proposta di Indicazione Geografica Protetta (IGP) - ovvero il marchio che tutela l'area di produzione - dei “Cappellacci di zucca ferraresi”. Nel corso dell'audizione, svoltasi nella sede dell'Ente di Largo Castello giovedì 11 dicembre, Ministero delle Politiche Agricole e Regione Emilia-Romagna hanno letto per filo e per segno il disciplinare di produzione, che ha trovato tra gli imprenditori presenti ampia condivisione. A darne notizia la stessa Camera di commercio, convinta che le produzioni tipiche, se lette come simboli locali di storia, tradizioni e costumi, diventano straordinaria fonte di attrazione turistica. Il prossimo passaggio dell’iter voluto dall'Unione Europea, la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.

 Il pampapato/pampepato e la sua storia
Nel '600 – ricorda la Camera di commercio - le monache del Monastero del Corpus Domini di Ferrara, traendo ispirazione da un’antica ricetta del grande cuoco rinascimentale Cristoforo da Messisbugo, crearono un dolce da inviare alle grandi personalità dell’epoca. Il cacao, appena giunto in Europa nelle mani di Cortes, era infatti un bene di lusso, destinato a pochi e veniva aggiunto come fosse un gioiello, polvere preziosa. A forma di zuccotto, il Pampepato/Pampapato è impreziosito da mandorle o nocciole finissime, da gustosi canditi ed è insaporito con spezie profumate; la calotta è ricoperta infine di cioccolato fondente. Così il ricco dolce diventa il Pan del Papa. Facile comprendere a chi era dedicata questa meraviglia! Una lingua antica, poetica e perduta lo trasforma in Pampapato e Pampepato. Da secoli i due nomi convivono e la sostanza non cambia. E’ il dolce del Natale, delle feste, è il dolce che meglio rappresenta la ricchezza e la raffinatezza di Ferrara. E’ il dolce che con il suo gusto intenso e il suo profumo delizioso richiama la tradizione di un territorio dai tanti racconti e sapori.

martedì 9 dicembre 2014

INDETTA DAL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI LA PUBBLICA AUDIZIONE PER PORTARE IL “PAMPAPATO DI FERRARA /“PAMPEPATO DI FERRARA” A MARCHIO IGP

Fonte: Camera di Commercio di Ferrara

La pubblica audizione indetta dal Ministero delle Politiche agricole e forestali per portare il pampapato di Ferrara a marchio IGP si svolgerà giovedì 11 dicembre, alle ore 10.00, nella sede della Camera di commercio. C’è molta attesa tra operatori e imprese per l’esito della riunione, passo importante per l'attribuzione del marchio che tutela l'area di produzione del “Pampapato di Ferrara” / “Pampepato di Ferrara”. Regione Emilia-Romagna e Ministero delle Politiche Agricole hanno, dunque, riconosciuto degni di attenzione i documenti presentati a sostegno del riconoscimento del marchio IGP per il gustoso e noto prodotto tipico ferrarese convocando un'apposita audizione che, così come prevedono le procedure di registrazione delle Indicazioni Geografiche, ha lo scopo di verificare la rispondenza del disciplinare proposto agli usi leali e costanti previsti dallo stesso e sarà presieduta dallo stesso Ministero, quale Autorità competente in materia. A darne notizia la Camera di Commercio, che, assieme alle associazioni di categoria ed agli imprenditori del settore, ha fermamente creduto nel progetto ben sapendo che la differenziazione delle produzioni basata sull’origine territoriale rientra tra le leve cui le imprese guardano per favorire la penetrazione su nuovi mercati e canali commerciali, nonché per mantenere quote di mercato. Nel XIV secolo – ricorda la Camera di commercio - le monache del Monastero del Corpus Domini di Ferrara, traendo ispirazione da un’antica ricetta del grande cuoco rinascimentale Cristoforo da Messisbugo, crearono un dolce da inviare alle grandi personalità dell’epoca. Il cacao, appena giunto in Europa nelle mani di Cortes, era infatti un bene di lusso, destinato a pochi e veniva aggiunto come fosse un gioiello, polvere preziosa. A forma di zuccotto, il Pampepato/Pampapato è impreziosito da mandorle e nocciole finissime, da gustosi canditi ed è insaporito con spezie profumate; la calotta è ricoperta infine di cioccolato fondente. Così il ricco dolce diventa il Pan del Papa. Facile comprendere a chi era dedicata questa meraviglia! Una lingua antica, poetica e perduta lo trasforma in Pampapato e Pampepato. Da secoli i due nomi convivono e la sostanza non cambia. E’ il dolce del Natale, delle feste, è il dolce che meglio rappresenta la ricchezza e la raffinatezza di Ferrara. E’ il dolce che con il suo gusto intenso e il suo profumo delizioso richiama la tradizione di un territorio dai tanti racconti e sapori. “La presenza così estesa di produzioni tipiche – ha commentato il presidente della Camera di commercio di Ferrara, Paolo Govoni - è legata alla particolarità del territorio e della storia ferrarese, che ha permesso la creazione e il mantenimento nel tempo di tradizioni produttive, gastronomiche e culturali molto diversificate. Un patrimonio, quello agroalimentare, che ricopre un ruolo fondamentale non solo a livello economico, ma anche a livello sociale: contribuisce allo sviluppo di settori correlati, come il turismo; è un settore in cui la dimensione locale è estremamente importante, non solo in termini di consumo, ma anche in termini di produzione (la delocalizzazione è più difficile che in altri settori); rappresenta, a livello locale, un importante strumento di integrazione sociale e di coesione territoriale. Il disciplinare di produzione è scaricabile dal sito della Camera di commercio di Ferrara www.fe.camcom.it