Fonte: Confagricoltura
Il Parlamento europeo ha approvato la proposta di risoluzione che invita la Commissione a ritirare il regolamento sull’etichettatura di origine delle carni suine, ovicaprine ed avicole, ed ha chiesto che venga prevista l'indicazione obbligatoria del luogo di nascita.
Confagricoltura apprezza e sostiene l’intervento del Parlamento europeo e si augura che la Commissione ritiri il regolamento in questione, che contiene disposizioni che si rivelano confuse e poco trasparenti.
“Abbiamo chiesto da sempre - conclude Confagricoltura - di rendere obbligatoria l’indicazione del luogo di nascita, allevamento e macellazione dell’animale, in analogia con quanto previsto da diversi anni per la carne dei bovini. Per assegnare l’origine l’animale deve essere nato, allevato e macellato nello stesso Stato membro. Se non cambierà il regolamento sarà possibile 'nazionalizzare' suini presenti in allevamento solo per 120 giorni”.
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giovedì 6 febbraio 2014
giovedì 5 dicembre 2013
AVIARIA: AL VIA I RISARCIMENTI AGLI ALLEVAMENTI (IN PROVINCIA DI BOLOGNA, FERRARA E RAVENNA) CHE HANNO AVUTO ANIMALI, UOVA E MANGIMI DISTRUTTI. SI TRATTA COMPLESSIVAMENTE DI 9 MILIONI DI EURO.
Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione
Lusenti e Rabboni: un primo passo importante. I pagamenti dovrebbero concludersi entro la fine di dicembre. Continua il nostro impegno per ottenere anche il riconoscimento dei danni indiretti
Al via il pagamento degli indennizzi agli allevatori che a causa dell’epidemia di influenza aviaria hanno avuto animali abbattuti, così come uova e mangimi distrutti. I primi mandati di pagamento sono già partiti. Complessivamente si tratta di risorse per oltre 9 milioni di euro e i risarcimenti interessano sia le aziende in cui sono stati riscontrati focolai del virus, sia quelle in cui gli abbattimenti sono stati realizzato solo a scopo precauzionale, per arginare il contagio. “A circa due mesi dalla conclusione dell’emergenza – commentano gli assessori regionali alle politiche della salute Carlo Lusenti e all’agricoltura Tiberio Rabboni - gli uffici regionali competenti stanno lavorando a pieno ritmo per erogare i risarcimenti, che dovrebbero pertanto concludersi entro la fine di dicembre. Come ben sappiamo, l’epidemia di aviaria, oltre all’impatto sanitario, ha avuto gravi ricadute a livello economico. Si tratta di un primo passo importante per sostenere un settore produttivo così significativo, come quello avicolo. Contemporaneamente continua il nostro impegno nei confronti del Governo e della Ue per ottenere il riconoscimento anche dei danni indiretti”. E’ la Regione che in base alla normativa che regola tale tipo di risarcimenti, liquida agli allevatori le risorse, stanziate da Stato e Unione europea. Il calcolo dei danni diretti subiti dagli allevatori viene fatto sulla base dei listini ufficiali indicati dalle disposizioni in materia. Sono invece direttamente a carico del Servizio sanitario regionale i costi, intorno ai 5 milioni di euro, sostenuti dalle Aziende sanitarie per le operazioni di abbattimento e di disinfezione degli allevamenti. Le aziende che riceveranno gli indennizzi sono 19 e sono tutte concentrate tra Ravenna, Ferrare e Bologna. Particolarmente interessata l’area dell’Imolese con ben 10 allevamenti, cui andranno risorse per oltre 6 milioni di euro. Sei invece le aziende in provincia di Ravenna che riceveranno complessivamente 841 mila euro, mentre ai tre allevamenti in provincia di Ferrara andranno 2 milioni e 400 mila euro. Diverso e inevitabilmente più complesso l’iter per il riconoscimento dei cosiddetti danni indiretti, legati alla mancata movimentazione e dunque commercializzazione degli animali e delle uova, esito delle misure precauzionali adottate per contrastare la diffusione del virus H7N7. La stima di tali danni , tra cui il mancato reddito, emersa in seguito alla consultazione delle Associazioni di categoria si aggira intorno ai 15 milioni di euro. Ora tali dati devono essere valutati dal ministero delle Politiche agricole e poi inviati a Bruxelles, cui spetta l’ultima parola. In occasione della precedente epidemia di aviaria che ha colpito l’Emilia-Romagna nel 2006 anche tale tipo di danno ottenne un riconoscimento.
Lusenti e Rabboni: un primo passo importante. I pagamenti dovrebbero concludersi entro la fine di dicembre. Continua il nostro impegno per ottenere anche il riconoscimento dei danni indiretti
Al via il pagamento degli indennizzi agli allevatori che a causa dell’epidemia di influenza aviaria hanno avuto animali abbattuti, così come uova e mangimi distrutti. I primi mandati di pagamento sono già partiti. Complessivamente si tratta di risorse per oltre 9 milioni di euro e i risarcimenti interessano sia le aziende in cui sono stati riscontrati focolai del virus, sia quelle in cui gli abbattimenti sono stati realizzato solo a scopo precauzionale, per arginare il contagio. “A circa due mesi dalla conclusione dell’emergenza – commentano gli assessori regionali alle politiche della salute Carlo Lusenti e all’agricoltura Tiberio Rabboni - gli uffici regionali competenti stanno lavorando a pieno ritmo per erogare i risarcimenti, che dovrebbero pertanto concludersi entro la fine di dicembre. Come ben sappiamo, l’epidemia di aviaria, oltre all’impatto sanitario, ha avuto gravi ricadute a livello economico. Si tratta di un primo passo importante per sostenere un settore produttivo così significativo, come quello avicolo. Contemporaneamente continua il nostro impegno nei confronti del Governo e della Ue per ottenere il riconoscimento anche dei danni indiretti”. E’ la Regione che in base alla normativa che regola tale tipo di risarcimenti, liquida agli allevatori le risorse, stanziate da Stato e Unione europea. Il calcolo dei danni diretti subiti dagli allevatori viene fatto sulla base dei listini ufficiali indicati dalle disposizioni in materia. Sono invece direttamente a carico del Servizio sanitario regionale i costi, intorno ai 5 milioni di euro, sostenuti dalle Aziende sanitarie per le operazioni di abbattimento e di disinfezione degli allevamenti. Le aziende che riceveranno gli indennizzi sono 19 e sono tutte concentrate tra Ravenna, Ferrare e Bologna. Particolarmente interessata l’area dell’Imolese con ben 10 allevamenti, cui andranno risorse per oltre 6 milioni di euro. Sei invece le aziende in provincia di Ravenna che riceveranno complessivamente 841 mila euro, mentre ai tre allevamenti in provincia di Ferrara andranno 2 milioni e 400 mila euro. Diverso e inevitabilmente più complesso l’iter per il riconoscimento dei cosiddetti danni indiretti, legati alla mancata movimentazione e dunque commercializzazione degli animali e delle uova, esito delle misure precauzionali adottate per contrastare la diffusione del virus H7N7. La stima di tali danni , tra cui il mancato reddito, emersa in seguito alla consultazione delle Associazioni di categoria si aggira intorno ai 15 milioni di euro. Ora tali dati devono essere valutati dal ministero delle Politiche agricole e poi inviati a Bruxelles, cui spetta l’ultima parola. In occasione della precedente epidemia di aviaria che ha colpito l’Emilia-Romagna nel 2006 anche tale tipo di danno ottenne un riconoscimento.
mercoledì 11 settembre 2013
AVIARIA: POSITIVO UN TERZO LAVORATORE
Fonte: Regione Emilia - Romagna
http://www.regione.emilia-romagna.it/notizie/primo-piano/aviaria-positivo-un-terzo-lavoratore
http://www.regione.emilia-romagna.it/notizie/primo-piano/aviaria-positivo-un-terzo-lavoratore
venerdì 6 settembre 2013
COLDIRETTI, AVIARIA: PREOCCUPAZIONE PER GLI ALLEVATORI, DANNI PER DECINE DI MILIONI.
Fonte: Coldiretti Ferrara
Occorrono misure urgenti per evitare la chiusura degli allevamenti. Provvedimenti di prevenzione della diffusione dei focolai, ma anche sostegno alle imprese in un comparto che vale quasi 6 miliardi di euro.
A preoccupare gli allevatori sono soprattutto i danni economici che rischiano di far chiudere le aziende e per questo serve intervenire urgentemente con misure eccezionali di sostegno al settore che potrebbe subire perdite per alcune decine di milioni di euro anche a seguito dei numerosi vincoli alla movimentazione dei prodotti avicoli che hanno praticamente bloccato la produzione e il mercato nelle aree delimitate. E’ quanto chiede la Coldiretti nel commentare il sesto focolaio individuato a Bondeno che sulla base dei protocolli operativi per la prevenzione della diffusione del virus rende necessario istituire una nuova zona di protezione e sorveglianza. Si tratta di difendere uno dei pochi comparti in cui l’Italia è praticamente autosufficiente che produce 1,3 milioni di tonnellate di carni avicole e oltre 12 miliardi di uova con fatturato di settore pari a 5,7 miliardi di euro (dati 2012) e circa centomila addetti, tra dipendenti ed indotto. Va ricordato peraltro che - conclude la Coldiretti - in un momento difficile di crisi con un forte calo dei consumi alimentari, l’unica voce ad aumentare nel primo semestre dell’anno è la spesa per le uova (+4 per cento) e per la carne di pollo naturale (+6 per cento) con un consumo annuo di oltre 19 chili di prodotti avicoli a testa che garantisce alle famiglie il necessario apporto proteicoadeguato nell'alimentazione a prezzi piu’ contenuti. Per limitare il diffondersi di focolai dell’infezione, in vista della ripresa dell’attività venatoria la Regione Emilia-Romagna ha disposto il divieto di utilizzo di richiami vivi per la caccia, e riguarda gli uccelli appartenenti agli ordini degli anseriformi e caradriformi. Per quanto riguarda le altre misure che interessano direttamente gli allevamenti e le movimentazione di avicoli, la Regione ha disposto una stretta sorveglianza e provvedimentirelativi alle diverse zone in funzione del rischio potenziale. Individuate zone di protezione (Ostellato e Portomaggiore per la nostra provincia ad oggi), ovvero dove sono stati riscontrati i focolai con l’applicazione dei provvedimenti maggiormente restrittivi (abbattimento dei volatili, divieto di commercializzare partite di pollame vivo, pulcini e uova da cova verso altri Stati); zone di sorveglianza (comuni ferraresi di Argenta, Comacchio, Migliarino, Migliaro, Tresigallo), con misure di prevenzione meno restrittive; zone di sicurezza/controllo temporaneo (per i comuni di Berra, Codigoro, Goro, Jolanda di Savoia, Lagosanto, Massa Fiscaglia, Mesola), con ancora minori vincoli (ad esempio i pulcini e le uova da cova possono essere commercializzate verso Stati membri o Paesi Terzi, a condizione che essi li accettino). Nei comuni della nostra provincia su indicati (ed in tutti gli altri della nostra regione e del Veneto individuati dalle ordinanze regionali e nazionali) è comunque vietato lo spandimento a fini agronomici delle lettiere e polline sono al 22 settembreprossimo, salvo proroga dei termini o individuazione di altri focolai in altre zone. In ogni caso, conclude Coldiretti, il vero pericolo e problema è relativo al pollame delle specie avicole ed allo stato, sulla base di quanto rilevato dalle autorità sanitarie, il ceppo di influenza osservato non è pericoloso per le persone o per altrespecie animali. Peraltro il sistema di sorveglianza sanitario sta reagendo con la necessaria sollecitudine e le misure di prevenzione dell’ulteriore diffondersi del virus sono adeguate a limitare il danno in termini di animali colpiti ed in nessun caso il consumo di uovo e carni avicole può avere conseguenze per le persone.
Occorrono misure urgenti per evitare la chiusura degli allevamenti. Provvedimenti di prevenzione della diffusione dei focolai, ma anche sostegno alle imprese in un comparto che vale quasi 6 miliardi di euro.
A preoccupare gli allevatori sono soprattutto i danni economici che rischiano di far chiudere le aziende e per questo serve intervenire urgentemente con misure eccezionali di sostegno al settore che potrebbe subire perdite per alcune decine di milioni di euro anche a seguito dei numerosi vincoli alla movimentazione dei prodotti avicoli che hanno praticamente bloccato la produzione e il mercato nelle aree delimitate. E’ quanto chiede la Coldiretti nel commentare il sesto focolaio individuato a Bondeno che sulla base dei protocolli operativi per la prevenzione della diffusione del virus rende necessario istituire una nuova zona di protezione e sorveglianza. Si tratta di difendere uno dei pochi comparti in cui l’Italia è praticamente autosufficiente che produce 1,3 milioni di tonnellate di carni avicole e oltre 12 miliardi di uova con fatturato di settore pari a 5,7 miliardi di euro (dati 2012) e circa centomila addetti, tra dipendenti ed indotto. Va ricordato peraltro che - conclude la Coldiretti - in un momento difficile di crisi con un forte calo dei consumi alimentari, l’unica voce ad aumentare nel primo semestre dell’anno è la spesa per le uova (+4 per cento) e per la carne di pollo naturale (+6 per cento) con un consumo annuo di oltre 19 chili di prodotti avicoli a testa che garantisce alle famiglie il necessario apporto proteicoadeguato nell'alimentazione a prezzi piu’ contenuti. Per limitare il diffondersi di focolai dell’infezione, in vista della ripresa dell’attività venatoria la Regione Emilia-Romagna ha disposto il divieto di utilizzo di richiami vivi per la caccia, e riguarda gli uccelli appartenenti agli ordini degli anseriformi e caradriformi. Per quanto riguarda le altre misure che interessano direttamente gli allevamenti e le movimentazione di avicoli, la Regione ha disposto una stretta sorveglianza e provvedimentirelativi alle diverse zone in funzione del rischio potenziale. Individuate zone di protezione (Ostellato e Portomaggiore per la nostra provincia ad oggi), ovvero dove sono stati riscontrati i focolai con l’applicazione dei provvedimenti maggiormente restrittivi (abbattimento dei volatili, divieto di commercializzare partite di pollame vivo, pulcini e uova da cova verso altri Stati); zone di sorveglianza (comuni ferraresi di Argenta, Comacchio, Migliarino, Migliaro, Tresigallo), con misure di prevenzione meno restrittive; zone di sicurezza/controllo temporaneo (per i comuni di Berra, Codigoro, Goro, Jolanda di Savoia, Lagosanto, Massa Fiscaglia, Mesola), con ancora minori vincoli (ad esempio i pulcini e le uova da cova possono essere commercializzate verso Stati membri o Paesi Terzi, a condizione che essi li accettino). Nei comuni della nostra provincia su indicati (ed in tutti gli altri della nostra regione e del Veneto individuati dalle ordinanze regionali e nazionali) è comunque vietato lo spandimento a fini agronomici delle lettiere e polline sono al 22 settembreprossimo, salvo proroga dei termini o individuazione di altri focolai in altre zone. In ogni caso, conclude Coldiretti, il vero pericolo e problema è relativo al pollame delle specie avicole ed allo stato, sulla base di quanto rilevato dalle autorità sanitarie, il ceppo di influenza osservato non è pericoloso per le persone o per altrespecie animali. Peraltro il sistema di sorveglianza sanitario sta reagendo con la necessaria sollecitudine e le misure di prevenzione dell’ulteriore diffondersi del virus sono adeguate a limitare il danno in termini di animali colpiti ed in nessun caso il consumo di uovo e carni avicole può avere conseguenze per le persone.
martedì 3 settembre 2013
AVIARIA, POTIVO UN DIPENDENTE DELL'ALLEVAMENTO DI MORDANO
Fonte: Regione Emilia - Romagna
Un secondo caso sospetto in fase di accertamento. Confermati ad oggi quattro focolai in Emilia-Romagna
E’ risultata positiva al virus dell’influenza aviaria H7N7 una persona affetta da congiuntivite ed esposta per motivi professionali a volatili malati appartenenti a un allevamento di Mordano, in Emilia-Romagna. Si tratta di un operaio, impiegato con mansione di raccoglitore di uova e pollina. C’è un secondo caso sospetto, in fase di accertamento: è un operaio che lavora sempre nello stesso allevamento. La Regione Emilia-Romagna, in accordo col ministero della Salute, in seguito all’identificazione dei focolai animali, ha adottato immediatamente tutte le procedure necessarie per porre sotto controllo l’infezione. Complessivamente il personale esposto per motivi professionali al rischio di contrarre il virus – e sottoposto a controllo – è di circa 110 unità, tra dipendenti degli allevamenti e operatori attivati per le operazioni di abbattimento. Di questi, 61 lavoratori, tra Ferrara e Mordano, sono sottoposti a sorveglianza sanitaria attiva (cioè a monitoraggio e controllo quotidiano), in quanto esposti prima dell’individuazione del focolaio. “Come ci è stato riconosciuto anche dalla Comunità europea, e alla luce della situazione attuale – sottolinea l’assessore alle Politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna Carlo Lusenti –, possiamo dire di aver gestito al meglio la situazione dei focolai che si sono sviluppati”. Il virus H7N7 non si trasmette facilmente all’uomo, che può infettarsi solo se viene a trovarsi a contatto diretto con l’animale malato o morto. A differenza di altri virus aviari (per esempio l’H7N9 o l’H5N1), l’H7N7 tende a dare nell’uomo una patologia di lieve entità (come la congiuntivite), come è già stato osservato in un’epidemia verificatasi anni fa in Olanda, dove il 7-8% del personale a stretto contatto con gli animali ha sviluppato una congiuntivite, e circa il 2% una sindrome influenzale. Fatta eccezione per la congiuntivite, la trasmissione da persona a persona è eccezionale, per cui il rischio di comunità è estremamente basso o addirittura irrilevante. Su indicazione dei Dipartimenti di anità pubblica (Dsp) delle due aree interessate, coordinati dal Servizio sanità pubblica regionale, è stata disposta la sorveglianza sanitaria per i lavoratori esposti con indicazione di visita giornaliera da parte del medico competente di tutti i lavoratori per un periodo di 10 giorni dall’ultima esposizione (massimo del periodo di incubazione). I controlli negli allevamenti proseguono senza sosta e allo stato attuale non è emersa nessun altra positività. A oggi si confermano quattro focolai, di cui l’ultimo individuato è quello di Mordano. Le operazioni di abbattimento dei volatili, già terminate in due allevamenti (Ostellato e Portomaggiore), verranno completate e concluse nella serata di mercoledì 4 settembre.
Un secondo caso sospetto in fase di accertamento. Confermati ad oggi quattro focolai in Emilia-Romagna
E’ risultata positiva al virus dell’influenza aviaria H7N7 una persona affetta da congiuntivite ed esposta per motivi professionali a volatili malati appartenenti a un allevamento di Mordano, in Emilia-Romagna. Si tratta di un operaio, impiegato con mansione di raccoglitore di uova e pollina. C’è un secondo caso sospetto, in fase di accertamento: è un operaio che lavora sempre nello stesso allevamento. La Regione Emilia-Romagna, in accordo col ministero della Salute, in seguito all’identificazione dei focolai animali, ha adottato immediatamente tutte le procedure necessarie per porre sotto controllo l’infezione. Complessivamente il personale esposto per motivi professionali al rischio di contrarre il virus – e sottoposto a controllo – è di circa 110 unità, tra dipendenti degli allevamenti e operatori attivati per le operazioni di abbattimento. Di questi, 61 lavoratori, tra Ferrara e Mordano, sono sottoposti a sorveglianza sanitaria attiva (cioè a monitoraggio e controllo quotidiano), in quanto esposti prima dell’individuazione del focolaio. “Come ci è stato riconosciuto anche dalla Comunità europea, e alla luce della situazione attuale – sottolinea l’assessore alle Politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna Carlo Lusenti –, possiamo dire di aver gestito al meglio la situazione dei focolai che si sono sviluppati”. Il virus H7N7 non si trasmette facilmente all’uomo, che può infettarsi solo se viene a trovarsi a contatto diretto con l’animale malato o morto. A differenza di altri virus aviari (per esempio l’H7N9 o l’H5N1), l’H7N7 tende a dare nell’uomo una patologia di lieve entità (come la congiuntivite), come è già stato osservato in un’epidemia verificatasi anni fa in Olanda, dove il 7-8% del personale a stretto contatto con gli animali ha sviluppato una congiuntivite, e circa il 2% una sindrome influenzale. Fatta eccezione per la congiuntivite, la trasmissione da persona a persona è eccezionale, per cui il rischio di comunità è estremamente basso o addirittura irrilevante. Su indicazione dei Dipartimenti di anità pubblica (Dsp) delle due aree interessate, coordinati dal Servizio sanità pubblica regionale, è stata disposta la sorveglianza sanitaria per i lavoratori esposti con indicazione di visita giornaliera da parte del medico competente di tutti i lavoratori per un periodo di 10 giorni dall’ultima esposizione (massimo del periodo di incubazione). I controlli negli allevamenti proseguono senza sosta e allo stato attuale non è emersa nessun altra positività. A oggi si confermano quattro focolai, di cui l’ultimo individuato è quello di Mordano. Le operazioni di abbattimento dei volatili, già terminate in due allevamenti (Ostellato e Portomaggiore), verranno completate e concluse nella serata di mercoledì 4 settembre.
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