FONTE: Giunta Regionale Emilia Romagna
Ogm: le Regioni, su proposta dell'Emilia-Romagna, rinviano il provvedimento sulla coesistenza delle colture e avviano una grande consultazione. Rabboni: la migliore risposta alle insinuazioni di chi in questi giorni ha accusato questa Regione di essere favorevole all'introduzione degli organismi geneticamente modificati.
Bologna - Su proposta dell’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni è stato deciso oggi a Roma dalle Regioni il ritiro del documento di indirizzi sulla coesistenza tra ogm e colture tradizionali, che era all’esame in adempimento di un’indicazione dell’Unione europea. La riunione odierna, cui hanno partecipato gli assessori regionali alla sanità e il sottosegretario all’agricoltura Antonio Buonfiglio, era in preparazione della conferenza Stato - Regioni in programma nei prossimi giorni.
“Come rappresentante di una Regione Ogm free – ha spiegato Rabboni - ho chiesto che prima di procedere all’esame del documento di indirizzi venga avviata una grande consultazione con i rappresentanti del mondo agricolo italiano, dei produttori biologici, degli ambientalisti e dei consumatori. Solo dopo questo confronto le Regioni decideranno il da farsi in sintonia con l’opinione pubblica italiana.“
“Quanto avvenuto oggi – ha concluso ancora Rabboni – è la migliore risposta alle insinuazioni di chi in questi giorni ha voluto pretestuosamente scorgere nella posizione della Regione Emilia-Romagna un atteggiamento di apertura verso la coltivazione di organismi geneticamente modificate in Italia. La realtà è esattamente l’opposto di quanto viene rappresentato, dal momento che nel 2004 è stato il Governo Berlusconi a legiferare sulla coesistenza e contro quella legge le Regioni hanno fatto ricorso alla Corte costituzionale, vincendolo”.
“Come rappresentante di una Regione Ogm free – ha spiegato Rabboni - ho chiesto che prima di procedere all’esame del documento di indirizzi venga avviata una grande consultazione con i rappresentanti del mondo agricolo italiano, dei produttori biologici, degli ambientalisti e dei consumatori. Solo dopo questo confronto le Regioni decideranno il da farsi in sintonia con l’opinione pubblica italiana.“
“Quanto avvenuto oggi – ha concluso ancora Rabboni – è la migliore risposta alle insinuazioni di chi in questi giorni ha voluto pretestuosamente scorgere nella posizione della Regione Emilia-Romagna un atteggiamento di apertura verso la coltivazione di organismi geneticamente modificate in Italia. La realtà è esattamente l’opposto di quanto viene rappresentato, dal momento che nel 2004 è stato il Governo Berlusconi a legiferare sulla coesistenza e contro quella legge le Regioni hanno fatto ricorso alla Corte costituzionale, vincendolo”.
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