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martedì 31 marzo 2015

MOBILITAZIONE DI AGRINSIEME: “IL CARICO FISCALE SULLE IMPRESE AGRICOLE TRIPLICATO IN POCO TEMPO. UN ONERE INSOPPORTABILE PER UN SETTORE FONDAMENTALE PER LA CRESCITA E L’OCCUPAZIONE”

Fonte: Agrinsieme

Roma, 31 marzo 2015 - Con tre partecipati sit-in a Roma, presso i luoghi simbolo dell’attività parlamentare e governativa (la Camera dei Deputati, il ministero dell’Economia e delle Finanze e quello delle Politiche agricole), e migliaia di agricoltori provenienti da ogni parte d’Italia, si è conclusa la mobilitazione sul territorio di Agrinsieme, diretta a sensibilizzare le forze politiche, le istituzioni, i media e l’opinione pubblica sul ruolo dell’agricoltura e dell’agroalimentare per la crescita e l’occupazione del Paese. Al termine della mobilitazione i rappresentanti di Agrinsieme hanno incontrato la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli, il ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina, il consigliere della presidente della Camera Carlo Leoni, il presidente della Commissione Agricoltura di Montecitorio Luca Sani, i rappresentanti della Commissione Agricoltura, della Conferenza delle Regioni e del ministero dell’Economia e delle Finanze, a cui è stato consegnato un articolato documento con proposte e priorità del mondo agricolo. Domani poi Agrinsieme incontrerà i rappresentanti della Commissione Agricoltura del Senato. Per quanto riguarda la partita dell' Imu agricola, se, come ha detto il ministro Martina, è aperta, noi la vogliamo giocare – ha detto Agrinsieme - . Le misure tampone decise sono assolutamente insufficienti per lenire gli effetti di una tassazione che grava in maniera pesantissima sui fattori di produzione. Oltre tutto c’è stata una progressione che ha visto quasi triplicare il carico fiscale: la vecchia Ici era di 350 milioni di euro, oggi siamo a 900 milioni di euro. Ma soprattutto è stato sbagliato il modo con cui è stato fatto questo provvedimento, per questo occorre fermarsi subito”. Al di là della questione Imu Agrinsieme ha quindi evidenziato tutta una serie di “priorità”: accelerare l’applicazione della riforma della PAC superando alcune recenti decisioni negative e non in linea con le aspettative delle imprese e garantire massima flessibilità e tolleranza per il non rispetto del “greening”; approvare rapidamente i PSR e partire quanto prima con i bandi; intervenire sui gap strutturali che minano la redditività agricola, inferiore al 2005; definire rapidamente le forme dell’organizzazione economica (le organizzazioni di prodotto e l’interprofessione); applicare le normative ambientali e sanitarie tenendo conto delle esigenze delle imprese, dei processi produttivi e della competitività; spingere con convinzione sulla diversificazione ed in particolare sulla produzione di energia da fonti rinnovabili; puntare sul “lavoro vero” in agricoltura (con misure specifiche per il settore e riducendo il cuneo fiscale); incentivare l’attività agricola come strumento di gestione del territorio per evitare il dissesto. Il coordinamento tra Cia, Confagricoltura ed Alleanza delle Cooperative agroalimentari, infine, ha chiesto di intervenire sui mercati in crisi che subiscono i contraccolpi dovuti ai problemi produttivi, ma anche a quelli legati agli andamenti climatici, alle fitopatie, ai cali dei consumi ed all’export: ortofrutta, praticamente tutte le produzioni zootecniche, olio e vino. Ad avviso di Agrinsieme “occorre promuovere i consumi interni ed esteri, rinsaldare le filiere ‘dalla terra alla tavola’ e rilanciare l’aggregazione, come fattore di competitività e redditività”.

LATTE, MARTINA: CON FINE QUOTE STAGIONE NUOVA, RIPARTIAMO DA QUALITA’ E TIPICITA’ DEL PRODOTTO ITALIANO

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che il Ministro Maurizio Martina è intervenuto oggi a Roma alla manifestazione degli allevatori, organizzata dalla Coldiretti, in occasione della fine del regime delle quote latte. “Dobbiamo prepararci ad un cambio di fase – ha detto il Ministro Martina – e lo stiamo facendo in sinergia con le associazioni, le imprese e la grande distribuzione, mettendo in campo diversi strumenti. Mi riferisco ad esempio al logo unico per il latte italiano e al Fondo per la qualità del latte, previsto nell'ultima Legge di Stabilità, con una dotazione di 108 milioni di euro. Oggi – ha aggiunto Martina – entriamo in una stagione nuova che deve innanzitutto partire da una migliore strategia di posizionamento e di rafforzamento della nostra tipicità, dell'esperienza e del valore del latte fresco italiano, dei nostri formaggi Dop, della tracciabilità e della qualità dei nostri prodotti. Su queste partite abbiamo già aperto una serie di battaglie anche in sede europea, dove abbiamo già ottenuto la rateizzazione senza interessi per le multe della campagna 2014/2015. Andremo avanti su questa strada per tutelare il reddito dei nostri allevatori e promuovere al meglio il nostro latte”.

IL PIANO STRAORDINARIO PER IL LATTE ITALIANO

Per affrontare la fine del regime delle quote latte il Ministero delle politiche agricole ha messo a punto azioni strategiche per il comparto lattiero caseario. Il Piano straordinario poggia su due pilastri fondamentali: dare una risposta immediata agli oltre 35mila allevatori italiani nei mesi a ridosso della cessazione del regime delle quote latte e provvedere a un urgente riordino delle relazioni commerciali nella filiera.

I principali interventi:
• FONDO LATTE DI QUALITA’, istituito con la Legge di stabilità 2015
• LOGO “100% LATTE ITALIANO”
• INTERVENTO SUI RAPPORTI DI FILIERA E INTERPROFESSIONE
• CONTRASTO ALLE PRATICHE DI MERCATO SLEALI IN COLLABORAZIONE CON ANTITRUST
• PROMOZIONE E EDUCAZIONE ALIMENTARE CON LATTE NELLE SCUOLE NEL 2016
• SOSTEGNO ALL'EXPORT E TUTELA DALLA CONTRAFFAZIONE DEI GRANDI FORMAGGI DOP

FONDO LATTE DI QUALITÀ
Con la Legge di stabilità 2015 è stato istituito un Fondo Latte di Qualità per gli investimenti nel settore lattiero caseario, attraverso il sostegno alla produzione, con una dotazione finanziaria di 108 milioni di euro nel triennio 2015-2017. Gli obiettivi: incremento della longevità; miglioramento degli aspetti relativi al benessere animale; studio della resistenza genetica alle malattie; rafforzamento della sicurezza alimentare; riduzione dei trattamenti antibiotici. Agli allevamenti e alle imprese che aderiscono al piano verrà concesso un contributo per gli investimenti secondo le regole del de minimis, quindi fino ad un massimo di 15.000 euro per le aziende agricole e fino ad un massimo di 200.000 euro per le aziende che, oltre alla produzione primaria, operano anche nella trasformazione e commercializzazione. I contributi sono destinati a coprire le garanzie concesse da ISMEA e/o parte della quota interessi per prestiti finalizzati al miglioramento della qualità del latte. Il mix tra le due componenti (garanzia o abbattimento interessi) è lasciato alla scelta di ciascun beneficiario. Il decreto attuativo è stato già condiviso con la filiera e le Regioni ed è in via di emanazione.
LOGO 100% LATTE ITALIANO
Il nuovo logo “Latte 100% italiano” è un marchio chiaro e omogeneo per indicare la zona di mungitura del latte fresco con un’informazione semplice e ben identificabile da parte del consumatore. Sarà utilizzabile anche per il prodotto UHT italiano. Il simbolo è promosso dal Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina, che lo ha inserito tra le azioni strategiche per accompagnare il settore dopo la fine del regime delle quote latte prevista per fine mese. Un logo che sarà privato e facoltativo, ma che ha già trovato il favore delle aziende lattiere e dei rappresentanti della grande distribuzione organizzata e che si troverà sul mercato nelle prossime settimane.
INTERVENTO SUI RAPPORTI DI FILIERA E INTERPROFESSIONE I
l Governo è al lavoro per introdurre un meccanismo di interprofessione in cui siano chiaramente regolate gli ambiti d'intervento e le modalità di partecipazione e funzionamento. La mancanza dell’interprofessione, infatti, rappresenta uno dei punti più deboli del sistema lattiero italiano. In Spagna e Francia, invece, esistono già modelli simili che consentono un intervento più strutturato sulla filiera, anche in merito alla formazione del prezzo. Per questo si sta lavorando sul riordino delle relazioni commerciali nel settore del latte, attraverso l’adeguamento della normativa interna a quella europea in materia di organizzazioni interprofessionali, rafforzando anche le ipotesi di estensione erga omnes delle regole.
CONTRASTO ALLE PRATICHE DI MERCATO SLEALI IN COLLABORAZIONE CON ANTITRUST
Per il rafforzamento dell’equilibrio nelle relazioni contrattuali, si prevede un intervento attraverso norme più stringenti per l’attuazione dell’obbligo della forma scritta, con la previsione espressa di una durata minima di un anno e la previsione di un monitoraggio dei costi di produzione. Il Mipaaf, infatti, provvederà a un monitoraggio periodico sull'andamento dei costi medi di produzione, dei prezzi dei prodotti pagati ai produttori agricoli e dei prezzi dei prodotti praticati al consumatore. Laddove si riscontrassero, anche nel settore del latte, delle pratiche sleali verranno attivate le dovute segnalazioni all'Autorità garante per il mercato e la concorrenza. Il Ministero delle politiche agricole quindi rafforzerà l’applicazione dell’art. 62 legge 27/2012 che prevede l’obbligo di pagamento a 30 giorni dei prodotti agroalimentari deperibili, in modo da poter tutelare gli allevatori, anello debole della filiera.
PROMOZIONE E EDUCAZIONE ALIMENTARE CON LATTE NELLE SCUOLE NEL 2016
Per invertire la tendenza che vede i consumi di latte e formaggi in calo nel nostro Paese, il Governo sta studiando una campagna di comunicazione istituzionale sul latte fresco, per far crescere la conoscenza delle qualità nutrizionali del prodotto. Allo stesso tempo il Ministero delle politiche agricole ha già previsto di avviare il progetto "Latte nelle scuole" nel 2016, che coinvolgerà oltre 1 milione di bambini.
SOSTEGNO ALL'EXPORT E TUTELA DALLA CONTRAFFAZIONE DEI GRANDI FORMAGGI DOP
Il 50% del latte italiano si trasforma in grandi formaggi Dop. Questi prodotti saranno centrali, nel Piano internazionalizzazione del Made in Italy che il Ministero dello Sviluppo economico e il Ministero delle politiche agricole stanno portando avanti per la prima volta insieme. L’obiettivo è la promozione dell'origine e la riconoscibilità dei formaggi di qualità italiani, così come è prevista una forte azione di contrasto alla contraffazione anche a livello internazionale. In Europa l’Italia ha saputo attuare meglio di altri la protezione “ex officio” che consente di proteggere i prodotti a denominazione e indicazione geografica protette, facendo togliere dal mercato, anche internet, cheese kit, falso parmigiano e grana e tante altre imitazioni.

QUOTE LATTE : OGGI ULTIMO GIORNO, IN EMILIA ROMAGNA SOPRAVVISSUTA 1 STALLA SU 4

Fonte: Coldiretti Emilia - Romagna

Oggi è l’ultimo giorno delle quote latte, il sistema che per trent’anni ha regolamentato la produzione delle stalle in Emilia Romagna, in Italia ed Europa. In Emila Romagna solo 1 stalla su 4 è sopravvissuta al sistema delle quote. Lo ricorda Coldiretti Emilia Romagna in occasione della mobilitazione degli allevatori di Coldiretti presenti a Roma in piazza del Foro di Traiana.
Nel 1984, anno dell’inizio del regolamento europeo - sottolinea Coldiretti Emilia Romagna – le stalle da latte nella nostra regione erano 16 mila con 380 mila capi, mentre oggi ne restano 4.200 con 240 mila capi. Sono le stalle degli allevatori onesti che hanno resistito a disattenzioni, errori, ritardi e compiacenze che si sono ripetuti in questi decenni. All’inizio delle regime delle quote latte nel 1984 il latte veniva pagato in media agli allevatori 0,245 euro al litro mentre i consumatori lo pagavano 0,40 euro al litro (780 lire), con un ricarico quindi del 63 per cento dalla stalla alla tavola. Nel 2000 agli allevatori il latte veniva pagato 0,32 euro al litro mentre i consumatori lo pagavano un euro al litro (1.930 lire), con un aumento del 213 per cento dalla stalla alla tavola. Oggi la forbice si è ulteriormente allargata e – continua Coldiretti Emilia Romagna – il prezzo del latte fresco moltiplica più di quattro volte dalla stalla allo scaffale, con un ricarico del 317 per cento con il latte che viene pagato agli allevatori in media 0,36 centesimi al litro mentre al consumo il costo medio per il latte di alta qualità è di 1,5 euro al litro.
In altre parole il prezzo pagato agli allevatori è aumentato di poco più 10 centesimi mentre il costo per i consumatori è cresciuto di 1,1 euro al litro, a valori correnti. In altre parole – commenta Coldiretti Emilia Romagna – oggi gli allevatori devono vendere tre litri di latte per bersi un caffè al bar, quattro litri per un pacchetto di caramelle, quattro litri per una bottiglietta di acqua al bar mentre quasi 15 litri per un pacchetto di sigarette. Ma soprattutto il prezzo riconosciuto agli allevatori – sottolinea Coldiretti Emilia Romagna – non copre neanche i costi per l’alimentazione degli animali con effetti sull’occupazione, sull’economia, sull’ambiente e sulla sicurezza alimentare degli italiani. “Questa situazione è determinata dal fatto che in Italia esiste un evidente squilibrio contrattuale tra le parti lungo la filiera che determina un abuso, da parte dei trasformatori, della loro posizione economica sul mercato, dalla quale gli allevatori dipendono” ha affermato il presidente di Coldiretti Emilia Romagna nel denunciare che “questa situazione rischia di aggravarsi con la fine del regime delle quote latte e non è un caso che nel mese di marzo comportamenti scorretti nel pagamento del latte agli allevatori hanno portato prima in Spagna e poi in Francia alla condanna da parte dell’Antitrust delle principali industrie lattiero casearie, molte delle quali, peraltro, operano anche sul territorio nazionale dove invece c’è un “silenzio assordante” da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del mercato”. In Francia l’Antitrust il 12 marzo ha multato per un importo di 193 milioni di euro 11 industrie lattiero casearie tra le quali Lactalis, Laita, Senagral e Andros’s Novandie per pratiche anticoncorrenziali dopo che il 5 marzo scorso – sottolinea Coldiretti Emilia Romagna – era intervenuto anche l’Antitrust iberico che aveva annunciato multe per un totale di 88 milioni di euro a gruppi come Danone (23,2 milioni), Corporation Alimentaria (21,8 milioni), Gruppo Lactalis Iberica (11,6 milioni). Per questo la Coldiretti e il Codacons – conclude Tonello – hanno chiesto con un esposto di fare luce sugli abusi di dipendenza economica a danno dei produttori di latte fresco all’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm).
Nell’ultimo anno di attuazione del regime delle quote latte – rileva Coldiretti Emilia Romagna – c’è il rischio concreto dell’arrivo di nuove multe, stimate attorno ai 40 milioni in Italia. Multe che in Emilia Romagna riguardano una ottantina di allevamenti sui 4.200 che producono latte a livello regionale. E’ una multa che arriva dopo quattro anni in cui nessuna sanzione è stata dovuta dagli allevatori italiani. Il superamento delle quote assegnate nella campagna 2014/2015 è dimostrato – sottolinea Coldiretti – dal trend di aumento del 3 per cento rispetto allo scorso anno registrato dall’Agea tra aprile 2014 e gennaio 2015. Quello che si preannuncia – precisa Coldiretti – è quindi il primo sforamento dopo l’introduzione della legge 33 del 2009 la quale prevede la possibilità di compensazione solo agli allevamenti di montagna e delle zone svantaggiate, a quegli allevamenti che non hanno superato il livello produttivo 2007-2008 e, ultimi in ordine prioritario, a quegli allevamenti che producono entro e non oltre il 6 per cento della quota loro assegnata. Dopo la mobilitazione degli allevatori di Coldiretti è arrivato il regolamento comunitario per permettere di rateizzare le multe di quest'anno a carico degli allevatori per un massimo di tre anni e senza interessi, pubblicato in Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea, serie l numero 82 del 27 marzo 2015. Occorre però – precisa Coldiretti – individuare soluzioni a livello nazionale di carattere strutturale per recuperare i ritardi accumulati e introdurre l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza del latte a lunga conservazione e di quello impiegato nei formaggi e latticini.


IL LATTE IN ITALIA NEL TEMPO DELLE QUOTE LATTE - Euro/Litro
                                                           1984            2000           2015
Prezzo pagato agli allevatori                 0,245             0,32           0,36
Prezzo pagato dai consumatori             0,4                1                1,5
RICARICO                                           +63%           +213%        +317%
Fonte: Elaborazioni Coldiretti



NELLA FOTO: L’ORIGINALE MUCCA ONESTINA AD UNA MANIFESTAZIONE COLDIRETTI A BRESCIA

COLDIRETTI: IL PAGAMENTO DEL SALDO PER LE POLIZZE DEL CONDIFESA SLITTA AL 11 MAGGIO 2015, CON POSSIBILE RATEIZZAZIONE

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Coldiretti ricorda che a seguito dell’intenso lavoro svolto nei confronti del ministero e della comunità europea da parte di ASNACODI, i termini per il pagamento del saldo dei premi assicurativi attraverso i consorzi di difesa è stato posticipato e che sarà possibile applicare una forma di rateizzazione per sopperire alla possibile scarsa liquidità aziendale.

Con circolare di Agea del 25 marzo, viene dettagliata la tempistica del pagamento del saldo assicurazione 2014 dei MAV Condifesa , per i quali era fissata la data del 17 aprile 2015 per il pagamento, a saldo delle polizze campagna 2014 da parte dei produttori ai Consorzi di difesa; in particolare con detta circolare vengono prorogati i termini all’11 maggio 2015. Inoltre vi può essere la possibilità di derogare alla scadenza dell’11 maggio 2015 per i soli agricoltori che abbiano concordato con il Condifesa , con atto scritto, un piano di rimborso rateale delle somme che devono essere rimborsate al medesimo Organismo ed in presenza di specifica dichiarazione con la quale l’Organismo collettivo di Difesa si impegna a tenere indenne il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali dei maggiori oneri sostenuti per effetto dei recuperi eseguiti che hanno determinato una maggiore partecipazione delle spese nazionali ; tale piano deve prevedere di effettuare il pagamento complessivo entro la data del 30 settembre 2015 . Questa ultima condizione obbliga i Condifesa a comunicare agli Organismi Pagatori, gli elenchi degli agricoltori che hanno sottoscritto l’atto di rimborso rateale delle somme, unitamente alla dichiarazione sopra esplicitata, entro la data del 18 maggio 2015. In ogni caso il mancato pagamento nei termini fissati comporterà l’annullamento dell’erogazione degli aiuti spettanti in virtù dell’art. 68 per il 2014. Positivo il commento di Coldiretti Ferrara, che sottolinea l’intenso lavoro nelle sedi più opportune e decisive svolte nei mesi scorsi per consentire una gestione della situazone che non penalizzasse gli agricoltori, ridando fiducia nel sistema assicurativo quale strumento indispensabile della tutela del reddito delle imprese agricole, consapevoli che molto rimane da fare per applicare correttamente ed in pieno tutti gli strumenti che la normativa comunitaria mette a disposizione per questo tipo di intervento. Gli uffici Coldiretti sono a disposizione per maggiori dettagli ed informazioni.

lunedì 30 marzo 2015

CONSUMI: SCATTA OBBLIGO ETICHETTA ORIGINE CARNI, DA MAIALE A AGNELLO

Fonte: Coldiretti Emilia - Romagna  

Dopo scandali carne di maiale alla diossina tedesca e agnelli ungheresi spacciati per italiani

Finalmente non sarà più anonima la provenienza della carne fresca di maiale, di agnello e capretto grazie all’entrata in vigore dal primo aprile anche in Italia del nuovo Regolamento che impone l’indicazione del paese di origine o del luogo di provenienza delle carni fresche, refrigerate o congelate di animali della specie suina, ovina, caprina e di volatili. E’ questo il risultato della lunga battaglia della Coldiretti per la trasparenza, con la maggioranza degli operatori che si sta adeguando per rispettare la scadenza già nel fine settimana. Per essere certi di portare a casa prodotto al 100 per 100 tricolore – spiega Coldiretti Emilia Romagna – occorrerà scegliere la carne con la scritta “origine Italia” poiché sta a significare che tutte le fasi, dalla nascita all’allevamento fino alla macellazione si sono svolte sul territorio nazionale. Una storica novità che – sottolinea Coldiretti – giunge dopo gli scandali della carne di maiale tedesca alla diossina venduta in tutta Europa e degli agnelli ungheresi spacciati per italiani. Si completa un percorso – precisa la Coldiretti - iniziato circa 15 anni dall’obbligo di etichettatura di origine per la carne bovina fresca, introdotta sotto la spinta dell’emergenza “mucca pazza” con il regolamento Ce 1760/2000 che impose l’obbligo di indicare anche il luogo di nascita, oltre a quello di allevamento e macellazione. Dalla nuova norma restano ingiustamente escluse la carne di coniglio, particolarmente diffusa a livello nazionale, e quella di cavallo oggetto del recente scandalo, ma anche le carni di maiale trasformate in salumi. Una carenza particolarmente grave che va colmata al più presto in una situazione in cui in Italia – denuncia Coldiretti Emilia Romagna – due prosciutti su tre sono fatti da maiali stranieri ma il consumatore non lo può sapere, e la situazione non è certo migliore per salami, soppressate, coppe o pancette. Su questi prodotti come su altri l’eventuale obbligo dell’origine dipenderà dagli studi di impatto che la Commissione Europea sta realizzando, con un certo ritardo sui tempi previsti dal Regolamento 1169/2011, nonché dalle successive valutazioni politiche degli Stati membri. Braciole e arista di maiale come pure cosciotti e carré di agnello avranno dunque d'ora in poi la carta di identità e non potranno più circolare confezioni anonime. Con l’entrata in vigore del Regolamento Ue 1337/2013 dal primo aprile 2015 sull’etichetta delle carni di suino, ovino, caprino e volatili in vendita, dovrà comunque essere riportata – precisa Coldiretti – una delle due seguenti indicazioni:
1. “Allevato in…” seguito dal nome dello Stato membro o del Paese terzo e poi “Macellato in…” (seguito dal nome dello Stato membro o del Paese terzo, oppure si può indicare
2. “Origine…” seguito dal nome dello Stato membro o del Paese terzo ma solo se l’animale è nato, allevato e macellato in un unico Stato membro o Paese terzo. Il regolamento – precisa Coldiretti Emilia Romagna – prevede specifiche casistiche sui tempi di permanenza in un determinato Paese e di peso raggiunto dall’animale, per poter indicare in etichetta qual è il luogo di allevamento e di macellazione.

“Questa positiva novità introdotta dall’Europa è una tappa di un lungo percorso per garantire scelte di acquisto consapevoli ai consumatori” ha affermato il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello nel sottolineare però che “la battaglia continua perché in una situazione di difficoltà economica bisogna portare sul mercato il valore della trasparenza a vantaggio dei consumatori e dei produttori agricoli”. L’Italia che nell’alimentare ha conquistato primati qualitativi e sanitari – ha precisato Tonello - deve essere capofila nell’Unione Europea nel sostenere le politiche di tutela della sicurezza alimentare che sono al centro dei lavori dell’Expo. L’obbligo per gli operatori di indicare in etichetta il luogo di allevamento e di macellazione delle carni di maiale, capra e pecora rappresenta un nuovo passo avanti del cammino iniziato a livello comunitario dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d'obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell'ortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l'obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto. Il 1° luglio 2009 è scattato l’obbligo di indicare anche l’origine delle olive impiegate nell’olio. Ma l’etichetta - precisa la Coldiretti - resta anonima oltre che per i salumi, i succhi di frutta, la pasta ed i formaggi. L’Italia sotto il pressing della Coldiretti è all’avanguardia in questo percorso: il 7 giugno 2005 è scattato l’obbligo di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco; dal 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy per effetto dell'influenza aviaria; a partire dal 1° gennaio 2008 l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro.

COLDIRETTI: IL CONSORZIO DI DIFESA DI FERRARA HA APERTO LA CAMPAGNA ASSICURATIVA 2015

Fonte: Coldiretti Ferrara  

E’ già possibile porre in atto le coperture assicurative per il 2015 per le colture della nuova annata. Hanno aderito sino ad oggi 8 Compagnie di assicurazione, con diverse combinazioni dei rischi singoli o plurimi. Prima scadenza per le polizze alle colture autunno-invernali e per frutta e uva al 20 aprile 2015.

A partire dal 26 marzo è possibile per gli agricoltori ferraresi porre in atto le polizze assicurative per le produzioni del nuovo anno. Ne dà notizia il Consorzio di Difesa di Ferrara che ha pubblicato sul proprio sito internet le principali condizioni di accesso alla copertura del rischio con le compagnie che sino ad ora hanno aderito, ovvero Generali, Assitalia, Toro, FATA, Cattolica, Unipol, VH Italia, Ara 1857. Le diverse combinazioni di copertura, che potranno usufruire anche del contributo previsto dalla PAC, sono differenziate a seconda della compagnia e possono essere multirischio, con più o meno eventi dannosi, con riduzione proporzionale rispetto al periodo di chiusura della polizza, e diverse altre condizioni che ciascuna azienda dovrà valutare singolarmente tenendo conto da un lato del costo, dall’altro del contributo e comunque della assenza di strumenti alternativi di risarcimento del danno diversi dal sistema assicurativo. Il consorzio ricorda anche per le strutture aziendali (serre e reti antigrandine) le coperture erano già attivabili dal 1 gennaio 2015, così come per gli allevamenti. Nel sito del Condifesa sono disponibili le principali informazioni sulle combinazioni di copertura per i diversi eventi a seconda come detto, della compagnia assicuratrice di riferimento, nonché le tariffe per comune e per prodotto ed i prezzi 2015 sui quali sono costruiti i parametri di operatività.

venerdì 27 marzo 2015

AGRINSIEME: AGRICOLTORI IN ARRIVO DA TUTTA ITALIA PER CHIEDERE PIÙ ATTENZIONE PER IL SETTORE

Fonte: Agrinsieme

Martedì prossimo 31 Marzo tre sit-in organizzati a Roma nella mattinata: alla Camera dei Deputati, al ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali ed al ministero dell’Economia e delle Finanze

Contro l’introduzione dell’IMU sui terreni, ma non solo, gli agricoltori italiani rappresentati da Agrinsieme, il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, manifesteranno martedì prossimo a Roma. La mobilitazione del settore, che va avanti da settimane, con civili proteste su tutto il territorio nazionale e decine di migliaia di produttori coinvolti, approda nella Capitale. Saranno tre i luoghi dei sit-in, che inizieranno alle ore 9 davanti alla Camera dei Deputati, al ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali e a quello dell’Economia e delle Finanze. Questa manifestazione - spiega il Coordinamento - ha un obiettivo chiaro: l’agricoltura vuole farsi sentire, chiede la giusta attenzione del Governo e delle Istituzioni per potersi sviluppare, creare lavoro, produrre cibo di qualità e benessere per la collettività. Ma questo non è possibile senza interventi legislativi lungimiranti ed investimenti mirati. È necessario fare un ulteriore passo avanti per alleggerire il settore dal peso della burocrazia e della fiscalità, scongiurando una nuova iniqua tassa, come quella dell’Imu.

LE DOP E IGP DELL'EMILIA-ROMAGNA PROTAGONISTE A BRUXELLES. CASELLI: L'EUROPA COMPATTA SULLA PROMOZIONE DEI PROPRI PRODOTTI DI QUALITÀ E CONTRO LE CONTRAFFAZIONI

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione

Il Parmigiano Reggiano e le altre eccellenze enogastronomiche dell’Emilia-Romagna sono stati protagonisti a Bruxelles di un evento dedicato alla valorizzazione dei prodotti alimentari di qualità. L’iniziativa, rivolta ad oltre 400 parlamentari europei, ha visto la partecipazione dei rappresentanti di 40 regioni europee e per l’Emilia-Romagna dell’assessore all’agricoltura Simona Caselli, con l'intervento del Commissario europeo all’agricoltura Phil Hogan, che ha visitato per primo lo spazio della Regione Emilia-Romagna dove ha anche potuto assistere all'apertura di una forma di Parmigiano Reggiano. Tra le Dop e le Igp made in Emilia-Romagna in degustazione oltre al “re dei formaggi” anche il Prosciutto di Parma, l’Aceto balsamico tradizionale di Modena, la Pera Abate Fetel e tra i vini i Lambruschi Doc. Caselli ha ricordato che l’Emilia-Romagna, con 41 Dop e Igp, è la regione ledaer in Europa per prodotti a indicazione d’origine. “Si tratta di produzioni straordinarie che in tutto il mondo significano qualità, genuinità, rigorosi disciplinari di produzione – ha sottolineato – prodotti che rappresentano anche uno straordinario fattore di competizione sui mercati globali. L’Europa deve lavorare compatta per valorizzare le proprie eccellenze e contrastare la piaga delle contraffazioni, a partire dalle trattative per il Trattato di libero scambio con gli Usa”. All’iniziativa , promossa da Arepo (l’associazione europea delle Regioni con prodotti Dop e Igp) e Areflh (che riunisce invece le Regioni dell’ortofrutta) è intervenuto anche Paolo De Castro, relatore permanente sul Ttip per la Commissione agricoltura del Parlamento europeo. In Europa i prodotti Dop e Igp parlano italiano ed emiliano-romagnolo. Su un totale di 1.249 produzioni certificate infatti, 269 sono italiane e 41 emiliano-romagnole. Un comparto che in Italia vale 6,6 miliardi alla produzione, 13 miliardi al consumo e 2,4 sui mercati esteri (Rapporto Qualivita-Ismea). La presenza emiliano-romagnola è importante non solo per numero di prodotti, ma anche in valore: il 46% del fatturato complessivo delle prime dieci denominazioni italiane viene realizzato tra Rimini e Piacenza.

Nella foto: da sx il commissario europeo all’agricoltura Phil Hogan e al suo fianco l’assessore Simona Caselli durante la degustazione del Parmigiano Reggiano

COLDIRETTI: IMPORTAZIONI RECORD DI VINO DALL’ESTERO (+46%), E’ ALLARME PER LA REALE DESTINAZIONE

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Nonostante il vino italiano continui ad essere uno dei prodotti di punta dell’export agroalimentare nazionale, i dati ISTAT segnalano nel 2014 un incremento straordinario delle importazioni di vino sfuso dall’estero che non si sa esattamente dove venga destinato, con timori di inganni e concorrenza sleale.

Non era mai arrivato così tanto vino straniero in Italia come nel 2014 che fa segnare il record storico delle importazioni con 278 milioni di chili, in aumento del 46 per cento dall’inizio della crisi nel 2008. E’ quanto emerge da una analisi su dati Istat presentata al Vinitaly dalla Coldiretti che esprime preoccupazione per il fatto che ben 228 milioni di chili (82 per cento) arriva sfuso in cisterne delle quali non si conosce la reale destinazione. La provenienza invece è soprattutto spagnola con l’arrivo di ben 154 milioni di chili di vino dalla penisola iberica e dagli Usa da dove sono sbarcati in Italia 47 milioni di chili di vino, la quasi totalità sfusi in recipienti superiori a 2 litri. Occorre fare chiarezza sulle destinazioni finali di queste produzioni a chilometro illimitato - sottolinea la Coldiretti - per evitare il rischio di frodi ed inganni a danno del Made in Italy come testimonia l’Osservatorio sulla criminalità in agricoltura promosso dalla Coldiretti con l’ex procuratore Giancarlo Caselli alla guida del comitato scientifico che ha piu’ volte puntato il dito sul pericolo di inganni che si nasconde dietro la mancanza di trasparenza nell’importazione massiccia di materie prime agricole. Il timore è che un quantitativo elevato venga probabilmente imbottigliato in Italia e senza una adeguata tracciabilità finisca per fare concorrenza sleale ai produttori nazionali e ingannare i consumatori. Per questo occorre rendere pubblici i nomi delle aziende che importano vino sfuso per consentire ai consumatori piena libertà di scelta. Si tratta di togliere il segreto di Stato sui flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero al fine di contrastare le aggressioni al Made in Italy conseguenti alla lavorazione nel nostro Paese di prodotti alimentari oggetto di importazione o di scambio intracomunitario e la successiva messa in commercio come prodotti “autenticamente” italiani ma di origine in realtà ben diversa. Finora, infatti, una complessa normativa doganale ha impedito l’accessibilità dei dati senza significative ragioni legate alla tutela della riservatezza – come testimoniato dallo scandalo della carne di cavallo - provocando gravi turbative sul mercato ed ansia e preoccupazione dei consumatori, a fronte all’impossibilità di fare trasparenza sulla provenienza degli alimenti. In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato – conclude il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo - il valore aggiunto della trasparenza e lo stop al segreto sui flussi commerciali. Nonostante il boom di vino dall’estero, il fatturato del vino e degli spumanti in Italia cresce comunque dell’uno per cento e raggiunge nel 2014 il valore record di 9,4 miliardi per effetto soprattutto delle esportazioni, salite a quota 5,1 miliardi (+1,4 per cento) mentre è risultato praticamente stagnante il valore delle vendite sul mercato nazionale che sono risultate attorno ai 4,3 miliardi. Vendite in aumento dagli Stati Uniti (+4,4 per cento) che si consolidano come principale mercato di sbocco alla Gran Bretagna (+6,1 per cento) che si classifica al terzo posto dietro alla Germania dove invece si registra una preoccupante flessione del 4,4 per cento. Preoccupante il flop registrato in Russia dove le esportazioni calano del 10,4 per cento anche per effetto delle tensioni politiche e commerciali nonostante il vino non rientri tra i prodotti colpiti dall’embargo.

CREDITO, GUIDI (CONFAGRICOLTURA): NUOVI STRUMENTI FINANZIARI PIU’ VICINI ALLE ESIGENZE DELLE IMPRESE

Fonte: Confagricoltura

“Per superare le difficoltà di accesso al credito per le imprese agricole servono innanzitutto più efficaci strumenti finanziari”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi intervenendo alla tavola rotonda “Finanza, agricoltura e industria: minibond e nuovi strumenti finanziari per le imprese agricole”, organizzata al Salone del Risparmio, a Milano. “La qualità del credito alle imprese agricole – ha detto Guidi - in questi anni è molto peggiorata. Ne è testimonianza l’aumento dei finanziamenti a breve termine a discapito di quelli a medio-lungo, solitamente destinati agli investimenti. Oltre al perdurare della crisi economica e alla mancanza di crescita del sistema produttivo, influiscono problematicità legate alle caratteristiche intrinseche del settore, che spesso si traducono in una richiesta da parte delle banche di garanzie suppletive.” Ad oggi gli impieghi creditizi sull’agricoltura ammontano a più di 44 miliardi di euro, con un trend crescente negli ultimi dieci anni; ma dal 2012 al 2014 la crescita è stata molto bassa, quasi stagnante, non superando l’1%. “C’è la necessità di dare vita ad un sistema più semplice e più snello soprattutto nei riguardi degli strumenti di garanzia pubblica – ha sostenuto Guidi – ma c’è soprattutto l’esigenza di creare prodotti dedicati, accompagnati da servizi di assistenza e consulenza più specializzati, cioè più vicini alle esigenze del’impresa nell’affrontare le problematiche di un mercato che negli ultimi anni è uscito dai confini nazionali”. Alcuni strumenti finanziari come il leasing o il factoring, più utilizzati in altri settori, hanno trovato finora scarso successo in agricoltura, ma anche il “private equity”, il cui limitato uso è legato alla scarsa presenza di società di capitali. Ma stesso discorso vale per i “mini bond” o per altri strumenti finanziari di cartolarizzazione. “Una loro rivisitazione a trecentosessanta gradi è sicuramente da affrontare – ha ribadito il presidente di Confagricoltura - per fare in modo che tali strumenti possano entrare in un offerta di prodotti finanziari di interesse per le imprese del settore agricolo”. “Un campo di prova importante - ha aggiunto Guidi - potrebbe essere rappresentato dalle “reti di impresa”, che oramai stanno crescendo anche in agricoltura a livello quantitativo e qualitativo, su cui, al di là delle enunciazioni, ancora si è fatto molto poco soprattutto in tema di interventi creditizi e finanziari”. D’altra parte, è da tener presente che se persiste l’attuale situazione di chiusura al credito, in un futuro molto prossimo servirà una nuova finanza per le imprese. Per tornare a crescere, infatti, le aziende devono far ripartire gli investimenti e quindi hanno bisogno di risorse finanziarie; non è rilevante che queste siano di patrimonio generato dalla gestione o immesso, ovvero di debiti bancari o di altro tipo. E’ sufficiente riflettere sui PSR che dal 2015, per il solo settore agricolo, metteranno a disposizione 10,4 miliardi di euro. Questo significa che nei prossimi 6 anni di programmazione il sistema produttivo dovrà reperire altrettante risorse, che probabilmente avranno una provenienza bancaria. “Ho accolto con interesse– ha concluso il presidente Guidi – la proposta del presidente Luigi Abete – di costituire un tavolo tecnico per discutere di un nuovo modello di credito ed assicurazioni per il settore agricolo.”



Impieghi creditizi per agricoltura (000.000€)

Credito agricoltura
2010
2011
2012
2013
2014
Impieghi credito per agricoltura in milioni €

40.890
43.790
44.210
44.091
44.420
Sofferenze credito agric. in milioni €
2.720
3.654
4.146
4.879
5.575

2010
2011
2012
2013
2014

Var.% Impieghi crediti agricoltura
5,7
7,1
1
-0,3
0.07

Var.% Impieghi crediti TOTALI
3
2,8
-3,5
-5,3
-0,9

Rapporto % sofferenze/Impieghi agricoltura
6,65
8,34
9,38
11,07
12,55

Rapporto % sofferenze/impieghi TOTALI
6,11
8,09
9,89
13,38
16,17

AGRINSIEME AL PARLAMENTO: “PER LE IMPRESE AGRICOLE E LE COOPERATIVE OCCORRE RENDERE PIU’ SEMPLICE L’ACCESSO AL CREDITO”

Fonte: Agrinsieme

“L’accesso al credito, la principale fonte di finanziamento per le imprese agricole, continua ad essere molto difficile, eccezion fatta per iniziative specifiche messe in atto dalla finanza di sistema cooperativo a beneficio delle aziende agroalimentari cooperative". Lo ha sottolineato ieri, in occasione dell’audizione alla Camera sul sistema di finanziamento delle imprese agricole, Agrinsieme, il coordinamento delle organizzazioni e delle cooperative agricole costituito da Confagricoltura, Cia, e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari. Agrinsieme ha, infatti, presentato al Parlamento le proprie proposte, con l’obiettivo di fornire una ricognizione sulle principali criticità a cui le imprese che operano nel settore agricolo - comprese le cooperative - trovano nel reperimento delle risorse finanziarie necessarie per la loro attività. “Le difficoltà dell’attuale contesto economico e finanziario – ha messo in evidenza Agrinsieme – sono superabili con soluzioni concretizzabili in tempi brevi e senza richieste di risorse aggiuntive. Intendiamo migliorare gli strumenti creditizi e finanziari per l’agricoltura di domani, ma anche rendere l’accesso al credito più semplice, più equilibrato e soprattutto più tempestivo per aziende agricole e per le loro associazioni. In particolare, occorre sviluppare modelli di rating per le imprese agricole ed agroalimentari anche in forma cooperativa, che tengano conto della loro peculiarità nella corretta lettura dei relativi bilanci. Sul tema delle garanzie sul credito per l’agricoltura vi è, invece, la necessità di creare un sistema più semplice e più snello di accesso agli strumenti di garanzia pubblica”. “Infine – ha concluso il coordinamento tra Confagricoltura, Cia, e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari - sarà indispensabile garantire all’agricoltura l’accesso ai fondi messi a disposizione dalla BCE e dalla BEI, ma anche dalla Cassa Depositi e Prestiti, che finora sono stati utilizzati settore poco, o quasi per niente, per il settore agricolo”.

martedì 24 marzo 2015

MIPAAF, GUARDIA COSTIERA SEQUESTRA PRODOTTI ITTICI NON ETICHETTATI E SCADUTI PER OLTRE 105 MILA EURO

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che la Guardia Costiera di Chioggia, in collaborazione con il Comando Carabinieri Tutela per la Salute NAS di Padova, ha sequestrato per un valore di oltre 105 mila euro, circa 17 tonnellate di prodotti ittici evitando l’immissione sul mercato di alimenti non tracciati e scaduti e dunque dannosi per la salute. Gli alimenti rinvenuti presso uno stabilimento di ingrosso e lavorazione di prodotti ittici di Porto Viro (RO), nell’ambito dei controlli lungo la filiera ittica riguardano: vongole congelate prive di etichettatura data di scadenza e tracciabilità, seppie indo pacifiche scadute e prive di rintracciabilità, salmone in filetti congelato privo di etichettatura e orate congelate prive di tracciabilità. L’operazione si è conclusa lo scorso 19 marzo, proprio mentre si svolgeva il Forum internazionale sulla tutela del cibo vero, organizzato dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali presso il Parco Tecnologico Padano di Lodi e che ha riunito oltre 150 esperti nazionali ed internazionali tra forze di polizia e ispettori addetti al controllo, rappresentanti degli agricoltori e dei produttori alimentari, consorzi e associazioni.

SEMPLIFICAZIONE, MIPAAF: AL VIA "AGRICOLTURA 2.0" CON LA PRIMA DOMANDA PAC PRECOMPILATA ONLINE PER 1,5 MILIONI DI AGRICOLTORI

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali  

MARTINA: INNOVIAMO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E TAGLIAMO BUROCRAZIA PER RENDERE COMPETITIVE LE IMPRESE

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che è stato presentato oggi a Verona l'avvio del piano "Agricoltura 2.0", con l'invio della prima domanda precompilata online per gli aiuti comunitari della Politica agricola comune. Parte così un programma di digitalizzazione del rapporto tra Amministrazione e imprese agricole, che renderà la vita più semplice per un milione e mezzo di agricoltori. La prima domanda è stata inviata all'Agea alla presenza del Ministro Maurizio Martina, del Presidente di Ismea Ezio Castiglione, del Direttore di Agea Stefano Antonio Sernia, di Fabrizio Stella per l'organismo pagatore del Veneto e di Alessandro Trombetti dell'Agenzia Italia digitale.
Il piano prevede:
* Domanda Pac precompilata dal 23 marzo 2015 - Già disponibile on-line sul sito di Agea e degli organismi pagatori regionali il sistema con il quale gli agricoltori (autonomamente o assistito dal CAA) potranno dare semplice conferma dei dati pre-inseriti con un click o integrare e completare le informazioni.
* Anagrafe Unica delle Aziende Agricole - Istituzione di un database federato degli Organismi Pagatori (cloud) che integra e rende disponibili tutte le informazioni aggiornate su base territoriale.
* Un solo Fascicolo Aziendale - Viene messo insieme quello che era gestito in modo separato: il piano colturale, il piano assicurativo individuale e il quaderno di campagna. Le imprese faranno una sola dichiarazione che sarà poi condivisa tra amministrazioni. Si devono dichiarare il 50% di dati in meno rispetto a prima. Meno oneri burocratici e informazioni coerenti ed omogenee sulle quali basare tutti gli aiuti all'azienda, con un duplice risultato: semplificazione per l'agricoltore e maggiore efficienza dei controlli a carico dell'Amministrazione.
* Introduzione Pagamento anticipato a giugno 2016 - Sarà possibile erogare l'anticipo dei pagamenti Pac fino al 100% dell'importo dovuto per le aziende che ne faranno richiesta all'atto della domanda, direttamente a giugno, invece che a dicembre, tramite accesso al credito bancario. Si tratta di una platea potenziale di circa 1 milione di aziende per oltre 4 miliardi di euro di pagamenti Pac.
* Banca dati Unica dei Certificati - Viene coordinata a livello nazionale la raccolta, la durata e la validità delle certificazioni (antimafia, DURC, ecc.), evitando alle aziende di presentare la stessa documentazione a diverse Amministrazioni ovvero più volte in base alle domande presentate.
* Domanda Unificata - A partire dal 2016 ciascuna azienda potrà presentare, autonomamente o recandosi presso qualsiasi struttura di assistenza (CAA) presente sul territorio nazionale, un'unica domanda di aiuto, che accorpi le richieste Pac, Uma, Psr, Assicurazioni, ecc.
"Con 'Agricoltura 2.0' diamo una forte spinta all'innovazione e alla semplificazione per un milione e mezzo di imprese agricole italiane, contribuendo a renderle sempre più competitive. Una tappa fondamentale perché non dobbiamo subire i processi, ma diventarne i protagonisti. Siamo ad un punto di svolta, con l'Amministrazione che realmente si mette al servizio degli agricoltori, eliminando la burocrazia inutile. Ringrazio gli organismi pagatori regionali per aver creduto in questa scommessa e le Regioni, che hanno tenuto il passo di un'agenda così fitta. In soli 4 mesi siamo riusciti a completare tutte le procedure che ci consentono ora di essere pronti e di rendere la vita facile alle nostre aziende. La Pubblica amministrazione cambia approccio non chiedendo più lo stesso documento mille volte, ma mettendolo in condivisione tra i vari enti. Il Governo è pronto a andare avanti come dimostra l'inserimento dell'agricoltura nell'Agenda per la Crescita digitale italiana. Vogliamo dare futuro a questo settore strategico liberandolo da lacci burocratici che lo frenano da troppi anni".

lunedì 23 marzo 2015

REGIONE EMILIA-ROMAGNA E CASA ARTUSI INSIEME PER LA VALORIZZAZIONE DEI PRODOTTI TIPICI E DEL TERRITORIO RURALE.

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione

Assessorato all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna e Casa Artusi: tre anni insieme(2015-2017) all’insegna del “buono” e del “bello”. Sarebbe di certo piaciuto al padre della cucina italiana, Pellegrino Artusi, il Protocollo d’intesa firmato questa mattina in Regione, dall’assessore all’Agricoltura caccia e pesca Simona Caselli e dal presidente di Casa Artusi Giordano Conti, alla presenza del consigliere regionale Paolo Zoffoli, già Sindaco della cittadina artusiana, da sempre attento alla valorizzazione delle eccellenze del territorio in nome dell’illustre cittadino di Forlimpopoli. Sarebbe piaciuto, al gastronomo di Forlimpopoli, soprattutto per un motivo: il documento delinea comuni azioni per la “valorizzazione del territorio rurale, la promozione delle produzioni tipiche di qualità, la ricerca di un sistema integrato d’impresa e di risorse unitamente all’affermazione di valori umani e solidali volti al riconoscimento di uno sviluppo sostenibile sia in senso economico che sociale”. In altre parole, la buona cultura del cibo non può prescindere dalla valorizzazione delle produzioni di qualità, quindi della nostra agricoltura e dell'intera filiera, associata naturalmente al concetto di crescita sostenibile. In questa direzione va il Protocollo d’intesa firmato oggi. “Qualità, tipicità, capacità di innovare, mantenendo tuttavia forte il legame con la tradizione sono i punti forti del nostro agroalimentare – ha dichiarato l’Assessore Simona Caselli – che può vantare il più alto numero di prodotti Dop e Igp d’Europa: ben 41. La collaborazione con Casa Artusi è dunque un’opportunità importante per mettere ulteriormente in valore le nostre eccellenze enogastronomiche e con esse il territorio, la storia, la cultura dell’Emilia-Romagna. Tanto più in vista di Expo 2015, un appuntamento per cui questa Regione sta lavorando con determinazione, certa che potrà diventare un’occasione straordinaria per promuovere nel mondo la nostra magnifica regione e i suoi prodotti”. “Non si tratta di un documento solo sulla carta – afferma il Presidente di Casa Artusi, Giordano Conti – bensì di un Protocollo che consolida la collaborazione su cui si fonda la nascita del centro e che sostiene il reciproco lavoro in ambito promozionale e comunicazionale per lo sviluppo del settore agroalimentare regionale. Casa Artusi, sin dalla nascita, ha messo al centro il cibo come cultura e riflessione, lontano da forme di spettacolarizzazione imperanti in questi ultimi anni. Mettere al centro la cucina di casa e i prodotti del territorio, la conoscenza dei rapporti tra cibo alimentazione e cultura, e promuovere le produzioni di qualità sono la sfide che ci attendono nei prossimi anni. E che c'è di meglio che farlo in nome del padre della cucina italiana, il cui ricettario è tradotto in tante lingue del mondo?”.

MIPAAF: FIRMATO PROTOCOLLO PER VALORIZZAZIONE E PROMOZIONE SETTORE VITIVINICOLO SU EBAY

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali  

Martina: Italia unico paese ad avere modello di contrasto alla contraffazione sul web

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che questa mattina, presso l'area Mipaaf all'interno di Vinitaly, è stato siglato il Protocollo d'intesa per la realizzazione di attività di promozione, valorizzazione, informazione e tutela delle produzioni nel settore vitivinicolo sulla piattaforma online eBay. Il documento è stato sottoscritto dal Ministro Maurizio Martina, dal responsabile affari legali di eBay Andrea Moretti, dal Presidente della Confederazione nazionale dei consorzi volontari per la tutela delle denominazioni dei vini italiani (Federdoc) Riccardo Ricci Curbastro e dal Capo Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf) Stefano Vaccari. Con il protocollo eBay si impegna a rimuovere gli annunci quando vengono riscontrate violazioni relative ai vini DOP e IGP. Inoltre l’Ispettorato repressione frodi (ICQRF) attiva le procedure di protezione ex officio dei prodotti su tutto il territorio dell’Unione europea per il blocco della commercializzazione dei prodotti rilevati. "La firma di oggi è un tassello importante della strategia che abbiamo messo in campo - ha affermato il Ministro Martina - per tutelare lo straordinario patrimonio del Made in Italy. Con grande orgoglio voglio sottolineare che siamo l'unico Paese al ad aver stipulato un accordo del genere con una piattaforma online della portata di eBay, con 800 milioni di inserzioni nel mondo. E i numeri ci danno ragione: finora sono stati 160 i falsi Made in Italy segnalati, per un controvalore di circa 50 milioni di euro. L'Italia, sul versante della lotta alla contraffazione, può fare scuola. Lo abbiamo dimostrato anche nei giorni scorsi in occasione del Forum internazionale di Lodi, dove i 60 delegati stranieri hanno voluto studiare il nostro modello. Oggi completiamo il lavoro proteggendo anche le nostre eccellenze del vino. La nuova frontiera di presidio è quella web e l'Italia c'è".