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giovedì 5 marzo 2015

CRISI: PARMIGIANO, CALO DEI CONSUMI MENTRE AUMENTANO I SIMILGRANA

Fonte: Coldiretti Emilia - Romagna  

Animazione in piazza XX Settembre con la stalla e la sensibilizzazione dei consumatori da una parte ed incontri con i responsabili politici regionali dall’altra per far uscire dalla crisi i nostri prodotti di qualità.  

COLDIRETTI A BONACCINI: GUERRA AI FALSI PER RECUPERARE OCCUPAZIONE

Nel 2014 in Italia sono diminuiti gli acquisti di Parmigiano Reggiano e Grana padano, mentre sono aumentati i formaggi anonimi. Lo ha detto Coldiretti Emilia Romagna che ha incontrato il presidente della Regione Stefano Bonaccini che non è potuto intervenire alla manifestazione sul Parmigiano Reggiano e Grana Padano in piazza a Bologna perché convocato a Roma per un incontro con il presidente della Repubblica. Secondo i dati Coldiretti gli acquisti nella grande distribuzione e nel dettaglio tradizionale, sono diminuiti del 2,2 per cento del Parmigiano Reggiano, del 12,6 per cento del Grana Padano, mentre sono aumentati dell’1,5 per cento altri grana non a denominazione d’origine. “Si tratta di una concorrenza sleale – ha detto il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello – nei confronti degli autentici Parmigiano Reggiano e Grana Padano, che devono essere ottenuti nel rispetto di rigidi disciplinari di produzione. Il danno che queste imitazioni comportano per il nostro Paese, non riguarda solo l’agricoltura ma tutta la società, soprattutto in termini di occupazione per migliaia di nostri giovani”. La crisi – secondo quanto Coldiretti ha detto a Bonaccini – si è aggravata con la situazione di mercato nell’ultimo anno quando il prezzo pagato ai produttori di Parmigiano Reggiano per il prodotto stagionato 12 mesi è diminuito del 20 per cento, passando dai 9,12 euro del gennaio 2014 ai 7,31 euro di fine dicembre 2014. Situazione identica per il Grana Padano (nove mesi di stagionatura) passato da 7,45 a 6,43 euro (–7,5 per cento). I prezzi – rileva Coldiretti Emilia Romagna – sono precipitati al di sotto dei costi di produzione, erodendo i redditi delle 3.348 aziende rimaste sul campo. In tutta questa situazione tuttavia, i consumatori non hanno potuto beneficiare del calo all’origine perché al consumo i prezzi hanno avuto solo lievissime variazioni, con un calo del 4,2 per cento (da 16,45 euro a 15,76) del Parmigiano e rimanendo invariato per il Grana Padano (12,10 euro al chilogrammo) Sui 60 miliardi di euro di valore dell’italian sounding nel mondo – rileva Coldiretti regionale – ben 8 miliardi riguardano l’Emilia Romagna. Se ci fosse la possibilità di recuperare il mercato di questi falsi alle vere produzioni dell’Emilia Romagna, tra cui il Parmigiano Reggiano e Grana Padano, secondo stime di Coldiretti si potrebbero recuperare solo nella nostra regione 30 mila posti di lavoro. Purtroppo nel caso dei grandi formaggi nazionali il furto di identità oltre che all’estero viene condotto nel nostro territorio. Sugli scaffali dei supermercati e dei negozi tradizionali si trovano formaggi grattugiati di dubbia provenienza che, complice la crisi, vengono scelti in base al prezzo più conveniente, acquistando magari prodotto di scarsa qualità per pochi centesimi di differenza.

 “Il calo dei consumi e il crollo dei prezzi stanno falcidiando i redditi degli allevatori da oltre un anno – ha detto il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello – ma in tutta questa situazione il consorzio del Parmigiano Reggiano sembra ostaggio di una gestione personalistica, concentrata a difendere poltrone e interessi di piccolo cabotaggio, con i massimi dirigenti che restano barricati nella loro torre d’avorio mentre fuori la situazione delle aziende si aggrava. Mentre ha chiuso una stalla su quattro dall’inizio della crisi – ha proseguito Tonello – il Consorzio non può continuare a giocare al ‘mercante in fiera’, dedicandosi ad estemporanee e rischiose attività commerciali, che vanno a pesare sempre nelle tasche dei produttori, e abbandonando ad altri il ruolo di tutela e valorizzazione del prodotto. E’ il momento di interrogarsi sulle sortite in campo commerciale del Consorzio tramite la società “I4s” che ha drenato ingenti risorse provocando una voragine di oltre 7 milioni di euro che potevano essere invece impiegate nella tutela e valorizzazione, con una campagna pubblicitaria efficace rispetto a una situazione che vede oggi prevalere nel consumatore la conoscenza più di marche private che del Parmigiano Reggiano. Questo snaturamento del Consorzio, da sempre evidenziato da Coldiretti, oggi viene, anche se tardivamente, riconosciuto da molti. Per salvare il settore non basta un’operazione di facciata, come il ritocco del programma di mandato – ha concluso Tonello – ma è giunto il momento, non più rinviabile, di ridare la parola ai soci per una nuova governance del Consorzio”.




















Da Coldiretti Ferrara

Nel 2014 la produzione delle imitazioni del Parmigiano e del Grana ha superato i 300 milioni di chili, realizzati per poco meno della metà negli Stati Uniti, dal falso parmigianovegano a quello prodotto dalla Comunità Amish, dal parmesan vincitore addirittura del titolo di miglior formaggio negli Usa al kit che promette di ottenerlo in casa in appena 2 mesi, ma anche quello in cirillico che si è iniziato a produrre in Russia dopo l’embargo, il parmesao brasiliano, il reggianito argentino e il parmesan perfect italiano ma prodotto in Australia. E sono solo alcuni degli esempi di falsificazioni portate in piazza che - denuncia la Coldiretti - tolgono spazio di mercato al prodotto originale. Se gli Stati Uniti sono i “leader” della falsificazione con le produzioni in Wisconsin, California e New York, le imitazioni sono molte diffuse dall’Australia al Sud America ma anche nei Paesi emergenti, mentre sul mercato europeo ed in Italia sono arrivati i cosiddetti similgrana di bassa qualità spesso venduti con nomi di fantasia che ingannano i consumatori sulla reale origine che è prevalentemente di Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Estonia e Lettonia. Una concorrenza sleale nei confronti degli autentici Parmigiano reggiano e Grana Padano che devono essere ottenuti nel rispetto di rigidi disciplinari di produzione.

“E’ a rischio – evidenzia il presidente di Coldiretti Ferrara, Sergio Gulinelli, presente in piazza a Bologna insieme con il direttore Zepponi, i segretari di zona, diversi componenti la Giunta provinciale della Federazione ed una delegazioni di allevatori e soci - un sistema produttivo che vale complessivamente quasi 4miliardi di fatturato con il Grana Padano che si colloca al vertice delle produzioni italiane tutelate dall’Unione Europea con un volume di affari che vale 1,5 miliardi al consumo nazionale e 530 milioni mentre il Parmigiano Reggiano si colloca al secondo posto con 1,5 miliardi al consumonazionale e 460 milioni all’export. I compensi riconosciuti ai caseifici e agli allevatori per il Parmigiano Reggiano sono precipitati al di sotto dei costi di produzione ed ora il mondo produttivo si trova a fronteggiare una situazione di crisi più grave del terremoto che tre anni fa aveva fatto crollare a terra migliaia di forme e distrutto stalle e magazzini”. “Una crisi dei prezzi alla produzione che coinvolge anche gli allevatori delle altre province, compresa la nostra – sottolinea ancora Gulinelli – visto che il prezzo del latte alimentare, non destinato alla trasformazione, risente fortemente di quello per il Parmigiano e sta segnando valori di poco sopra al puro costo di produzione, comprimendo pericolosamente il reddito degli allevatori, senza effettivo beneficio per i produttori. Ecco perché abbiamobisogno di far emergere chiaramente la situazione e di farla conoscere sia ai consumatori, sia ai vari livelli politici per trovare assieme le possibili soluzioni, tanto più urgenti con l’approssimarsi della fine del regime delle quote latte nell’Unione Europea”.
Tra i componenti della delegazione ferrarese anche alcuni rappresentanti di amministrazioni comunali della nostra provincia che hanno voluto essere a fianco degli allevatori diColdiretti in questa giornata e che oltre a cimentarsi con la prova di mungitura di una paziente vacca frisona, hanno potuto assaggiare i prodotti di alta qualità portati in piazza come il Parmigiano Reggiano di latte di Vacche Rosse ed il burro di Parma appena fatto, ma anche entrare in possesso del materiale informativo sullo stato del settore e delle proposte di delibere che i Comuni potranno fare a sostegno della filiera Made in Italy del settore lattiero caseario italiano: Simone Saletti del Comune di Bondeno, Barbara Paron del Comune di Vigarano Mainarda, Paola Zanella del Comune di Poggio Renatico, Giovanni Tavassi del Comune di Portomaggiore, Massimiliano Cenacchi del Comune di Masi Torello. Hanno inoltre dato il loro sostegno il sindaco di Sant’Agostino, Fabrizio Toselli ed i consiglieri regionali Alan Fabbri e Marcella Zappaterra.

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