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mercoledì 16 luglio 2014

CAMPAGNA POMODORO 2014: RISPETTATA LA PROGRAMMAZIONE IN CALO DEL 3,68% LE SUPERFICI EFFETTIVE RISPETTO AL CONTRATTATO, MA SI RESTA IN LINEA CON LE PREVISIONI DELL’OI. TIMORI PER IL MALTEMPO CHE POTREBBE INCIDERE SULLA PRODUZIONE

Fonte: Oi Pomodoro Nord Italia

C’è un sostanziale rispetto della programmazione prevista dal contratto quadro nella campagna 2014 del pomodoro da industria del Nord Italia. L’Organizzazione Interprofessionale Pomodoro Nord Italia ha fatto il punto della situazione a pochi giorni dall’inizio della campagna 2014. “Siamo in linea con gli obiettivi di programmazione previsti dalla contrattazione – commenta l’Oi -. Infatti dalla elaborazione dei dati relativi alle superfici effettivamente coltivate pervenuti dalle Organizzazioni di produttori del pomodoro, così come previsto dalle “regole condivise”, emerge una riduzione delle superfici effettive, rispetto a quelle contrattate inizialmente dalle Op del pomodoro associate all’Oi, che si è attestata al 3,68%”. Positivo è il segnale che arriva dall’aumento di 1,83 ettari della dimensione media per singolo produttore: 19,04 ettari in media per i 1.874 produttori delle Op associate, in aumento del 10,5% rispetto al 2013. Guardando al dato complessivo delle superfici effettive l’Emilia Romagna si conferma leader nella produzione di pomodoro con il 68,8% delle superfici del Nord Italia (con la concentrazione maggiore nelle province di Piacenza, Ferrara e Parma) seguita da Lombardia (19,6%), Veneto (7,3%) e Piemonte (4,3%). La produzione biologica – che si concentra soprattutto nelle province di Ferrara e Ravenna – rappresenta il 3,7% del totale, mentre il restante 96,3% delle superfici è coltivato con il metodo della produzione integrata. I timori dell’intera filiera si concentrano ora – memori anche delle tante difficoltà presentatesi nel corso della campagna dello scorso anno - sull’andamento climatico che nelle ultime settimane ha visto il susseguirsi di piogge anche di forte intensità con qualche grandinata e un calo drastico delle temperature che rende incerti gli sviluppi della campagna soprattutto in termini di produttività delle colture.

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