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lunedì 22 giugno 2015

MALTEMPO: GRANDINE DEVASTA FRUTTETI, VIGNETI E SEMINATIVI A BOLOGNA, RAVENNA E FERRARA

Fonte: Coldiretti Emilia - Romagna e redazione di Agreste

Violente precipitazioni accompagnate da grandinate intense si sono abbattute a macchia di leopardo sabato 20 giugno nelle campagne delle province di Bologna e Ravenna e Ferrara, danneggiando pesantemente le coltivazioni. È quanto emerge da un primo monitoraggio di Coldiretti Emilia Romagna sugli effetti dei forti temporali che si sono abbattuti in varie zone agricole. Mentre sono in corso rilevamenti più dettagliati, da una prima stima di Coldiretti regionale, risultano colpiti decine e decine di ettari nei comuni di Castel San Pietro, Medicina e Budrio. Nella zona Poggio di Castel San Pietro è caduta tanta grandine da imbiancare il terreno al pari di una nevicata. Nei tre comuni sono state danneggiate pesantemente le colture di patate, cipolle, seminativi e orticole. Si tratta di un pesante colpo per produzioni caratteristiche di queste zone, (patate e cipolle), per alcune orticole (insalata, zucchine) e per il grano che era prossimo alla mietitura. Danni principalmente a frutteti, vigneti e mais nel ravennate e nel ferrarese, soprattutto nei comuni di Lugo, Conselice e la vallata del Senio sopra Casola Valsenio dove grandine e pioggia intensa hanno devastato campi di mais, danneggiato vigneti dove si stavano formando i grappoli per la prossima vendemmia e colpito i frutteti, in particolare a Conselice e Lugo le pere i cui frutti ormai formati sono stati “massacrati” dalla grandine, mentre nella vallata del Senio da Casola in su, è stata quasi annullata la produzione di kiwi. Coldiretti Emilia Romagna, che sta verificando se nelle zone colpite ci sono le condizioni per chiedere lo stato di calamità, ricorda che la grandine è l’avversità climatica più temuta dagli agricoltori in questa stagione perché provoca danni irreparabili alle coltivazioni vanificando il lavoro di un intero anno, con pesanti ripercussioni sul reddito delle aziende, sull’economia e l’occupazione di interi territori.

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