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venerdì 26 giugno 2015

LAVORO: LE PARTI SOCIALI PRESENTANO A EXPO IL NUOVO SISTEMA DELLA BILATERALITÀ IN AGRICOLTURA

Fonte: Confagricoltura

Recenti innovazioni legislative hanno valorizzato in modo significativo la bilateralità, assegnando alle Parti Sociali la gestione di funzioni sussidiarie, ed in alcuni casi addirittura sostitutive, di quelle pubbliche, in materia di mercato del lavoro, previdenza, sanità, formazione, integrazione al reddito. Proprio al fine di cogliere le opportunità offerte dal nuovo quadro normativo, le organizzazioni datoriali e sindacali agricole - Confagricoltura, Coldiretti, Cia, Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil - hanno ridisegnato il sistema di bilateralità, con un impianto più semplice e razionale, articolato su due livelli: nazionale e provinciale. A livello nazionale opererà l’Ente bilaterale agricolo nazionale (EBAN), mentre a livello territoriale opereranno gli Enti bilaterali agricoli territoriali (EBAT). A tali enti sono assegnate importanti funzioni a sostegno delle imprese e dei lavoratori del settore primario. Essi rappresentano infatti una sede di confronto permanente tra le Parti sociali agricole sui temi dell’occupazione, delle relazioni sindacali e della contrattazione collettiva. L’innovativo sistema di bilateralità agricolo è stato presentato oggi in occasione di un convegno organizzato nell’ambito di Expo, con un confronto tra rappresentanti del Governo (era presente il viceministro delle Politiche Agricole Andrea Olivero), degli Enti previdenziali e delle Organizzazioni sindacali e datoriali agricole Il quadro degli enti bilaterali è completato dal Fondo Integrativo Sanitario Agricolo (FISA), che fornisce prestazioni integrative del SSN, da FORAGRI, che finanzia la formazione continua, e da AGRIFONDO, che gestisce la previdenza complementare dei lavoratori agricoli. Insomma partendo da lontano – la prima esperienza di bilateralità riguarda l’ENPAIA e risale al 1936 – le parti sociali agricole hanno voluto rendere più moderno ed efficiente il sistema di bilateralità, nella consapevolezza che un’adeguata rete di servizi e tutele gestita autonomamente dalle parti contrattuali può contribuire a realizzare quel lavoro indispensabile per un’agricoltura di qualità.

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