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giovedì 3 novembre 2011

COLDIRETTI FERRARA: RAGGIUNTO ACCORDO SU PREZZO LATTE ALLA STALLA.

Fonte: Coldiretti Ferrara

L’accordo siglato nella regione Lombardia fa da riferimento anche per le altre regioni del Nord. Migliorate le condizioni rispetto allo scorso anno; in aumento le produzioni mondiali.

E’ stato raggiunto l’accordo per il prezzo del latte, fissato alla stalla in 40,3 centesimi al litro per le consegne da ottobre a dicembre e 40,7 centesimi al litro per quelle da gennaio a marzo, Iva esclusa, più i premi previsti dall’attuale tabella qualità.
L’annuncio viene dalla Coldiretti dopo l’intesa siglata con Italatte (una delle principali industrie del settore) per la Lombardia. L’accordo rappresenta un punto di riferimento anche per le altre regioni italiane, visto che, con 4 milioni di tonnellate, proprio nella regione del Nord si produce il 40 per cento circa di tutto il latte italiano.
“Abbiamo migliorato le condizioni dell’ultimo accordo scaduto a settembre e abbiamo dato alle imprese una prospettiva per il futuro in un periodo come questo che è già molto tormentato - spiega Nino Andena, vicepresidente della Coldiretti nazionale e presidente della Coldiretti Lombardia - nel precisare che è stata una scelta di responsabilità per garantire la stabilità delle aziende agricole, per difendere il latte italiano e per dare sempre maggiori certezze ai consumatori”.
L’accordo cade in un momento di crescita produttiva generale, come testimonia un’analisi di Ismea sulla situazione del mercato lattiero-caseario, che ha messo a confronto scenario globale e nazionale. A livello mondiale la produzione di latte è cresciuta nel 2010 del 2%, principalmente sotto l’effetto della maggiore richiesta che viene dai paesi emergenti. E per il 2011 il trend dovrebbe sostanzialmente restare immutato.
Una parziale conferma viene dai dati produttivi dell’Europa a 27 che, nei primi sette mesi di quest’anno, hanno fatto segnare una crescita del 2,5%. Segno positivo, seppur più contenuto, anche per l’Italia, con un +0,9% di consegne che, secondo Ismea, è da addebitare alla maggiore richiesta dell'industria e alla ripresa delle esportazioni. Sempre restando al nostro Paese, tra i derivati è cresciuta la produzione di yogurt e burro, rispettivamente del 5,4% e dello 0,8% su base annua, mentre è apparsa stabile quella dei formaggi, nonostante il maggior numero di forme di Grana padano (+2,8%) e Parmigiano reggiano (+2,4%). In flessione i quantitativi di latte alimentare (-1,1%).
Segnali positivi pure dal fronte prezzi, dove il latte in stalla viene pagato in media 39,39 centesimi al litro, anche se continua a pesare sulle tasche degli allevatori il boom dei costi per i mangimi. Nel 2010 il valore di latte e derivati è cresciuto del 13,5% rispetto all’anno precedente, mentre nei primi nove mesi del 2011 Ismea segnala un aumento ancora più sostenuto (+19,7%), grazie principalmente a formaggi duri (+17%) e materie grasse (+31%). A fare da contraltare, come detto, il trend dei costi. Gli allevamenti si sono visti i prezzi dei mangimi salire del 6% già lo scorso anno, è la percentuale è praticamente raddoppiata nel periodo gennaio-settembre (+13%).
Segno positivo stabile, infine, per l’export, grazie anche agli ottimi risultati dei formaggi (+21,5%), anche se l’espansione sui mercati esteri continua a essere frenata dalla presenza di prodotti “taroccati” che tolgono spazio al vero Made in Italy. Da qui la necessità di fare chiarezza a livello nazionale ed europeo, estendendo l'obbligo di indicare in etichetta l'origine a tutti i prodotti lattiero caseari.

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