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lunedì 25 gennaio 2016

CLIMA: COLDIRETTI, ANNO PIU CALDO CAMBIA MENU, RECORD GELATI A 2,5 MLD

Fonte: Coldiretti Emilia - Romagna

Spesa record in Italia per il gelato che nel 2015 raggiunge i 2,5 miliardi anche sotto la spinta dell’’anno piu’ caldo di sempre con una temperatura superiore di 1,42 gradi la media di riferimento che ha cambiato il menu degli italiani anche con consumi piu’ elevati di frutta e bevande. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che nonostante l'estate si confermi la stagione privilegiata per il consumo di coni e coppette si è verificata una decisa tendenza alla destagionalizzazione anche per le alte temperature fatte segnare nei mesi autunnali, in occasione della 37^ edizione del salone internazionale di gelateria, pasticceria e panificazione artigianali " Sigep " a Rimini. Sul mercato nazionale – sottolinea la Coldiretti - i consumi sono aumentati attorno ai 6 chilogrammi pro capite, pari a circa 380mila tonnellate ma in espansione è l'export con ottime prospettive non solo in ambito europeo, ma anche in America e Asia, anche grazie all’appuntamento dell’Expo. Sono circa 40mila le gelaterie in Italia dove - precisa la Coldiretti - si stima lavorino oltre 150mila addetti ma rilevante è anche l’impatto sull’indotto con l’utilizzo di 220mila tonnellate di latte, 64mila di zuccheri, 21mila di frutta fresca e 29mila di materie prime. Va per questo sottolineata - precisa la Coldiretti - l’importanza della frutta e del latte freschi italiani nella preparazione del vero gelato dove purtroppo rischiano di prevalere surrogati di bassa qualità. Da segnalare negli ultimi in boom in Italia delle agrigelaterie che garantiscono la provenienza della materia prima dalla stalla alla coppetta con gusti che vanno dal latte di asina a quello di capra fino alla bufala. Nelle agrigelaterie - continua la Coldiretti - è particolarmente curata la selezione degli ingredienti, dal latte alla frutta, che sono rigorosamente freschi con gusti a “chilometri zero” perché ottenuti da prodotti locali che non devono essere trasportati con mezzi che sprecano energia ed inquinano l'ambiente. Una risposta alla ricerca di genuinità nel consumo di gelato che - sostiene la Coldiretti - è dimostrata dal fatto che tra le ultime tendenze si è assistito al tramonto dei gusti “artificiali”, come ad esempio il puffo, ad una riscoperta dei gusti di stagione e locali ottenuti da prodotti caratteristici del territorio. Una spinta che ha favorito la creatività nella scelta degli ingredienti che valorizza i primati di varietà e qualita’ della produzione agroalimentare nazionale, dal gusto di basilico fino al prosecco ma ci sono anche - continua la Coldiretti - le gelaterie tradizionali che si riforniscono dai produttori agricoli, creando gusti rigorosamente a km zero e garantiti dal marchio “Campagna Amica nel gelato”, che vanno dall’albicocca e Albana di Romagna alle more di gelso nero, dalle pesche di Montelabbate fino al fiordilatte di capra o allo squacquerone. In epoca moderna – conclude la Coldiretti - la storia del gelato risale alla prima metà del XVI secolo nella corte medicea di Firenze con l'introduzione stabile di sorbetti e cremolati nell'ambito di feste e banchetti, anche se fu il successo dell’export' in Francia a fare da moltiplicatore globale con il debutto ufficiale in terra americana: con l’apertura della prima gelateria a New York nel 1770 grazie all'imprenditore genovese Giovanni Bosio.

BRUXELLES, GUIDI (CONFAGRICOLTURA) SCRIVE ALLA MOGHERINI: «GLI ACCORDI DI LIBERO SCAMBIO NON FAVORISCONO LE IMPRESE AGRICOLE»

Fonte: Confagricoltura

Confagricoltura mette in guardia la Commissione europea sugli impatti degli accordi di libero scambio che sono stati sottoscritti nel tempo dall’UE e che sono ancora in corso di verifica. Possono essere, indubbiamente, un’opportunità per la crescita del settore agricolo e agroalimentare, però «vanno evitati gli impatti negativi che si verificano quando manca la piena reciprocità delle regole e quindi si determinano condizioni di distorsione di concorrenza». In una lettera del presidente di Confagricoltura Mario Guidi all’alto rappresentante dell'Unione per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione europea Federica Mogherini, tra l’altro, sono ricordate le intese in particolare con Marocco e Tunisia. La lettera è stata anche inviata ai Commissari europei per il commercio Malstroem e dell’agricoltura Hogan, nonché agli europarlamentari italiani interessati alla materia. Per quanto riguarda il Marocco c’è stata una recente sentenza della Corte di Giustizia dell' Ue che ha in parte annullato l'accordo commerciale che Bruxelles aveva siglato con Rabat. L' Alta Corte, infatti, ha accolto il ricorso presentato dal Saharawi (Sahara Occidentale), Stato che invece il Marocco ritiene di aver annesso. Confagricoltura ha chiesto alla Commissione di cogliere l’occasione di questa sentenza per operare una revisione sostanziale di questo accordo, che ha registrato un volume di affari che supera i 30 milioni di euro quasi tutti a favore delle esportazioni di ortofrutta dal Paese nord africano, con innegabili riflessi anche su comparti chiave della nostra agricoltura; basti pensare agli agrumi che attraversano oggi una congiuntura di mercato particolarmente negativa. Confagricoltura ha stigmatizzato anche la proposta in discussione relativa all’autorizzazione alla Tunisia per aumentare il contingente di olio importato in Europa; è «una misura diretta a sostenere la ripresa nell'attuale periodo di difficoltà in cui si trova il Paese, ma che può avere ripercussioni enormi sull’olivicoltura europea e italiana». «Più in generale, vi sono specifici comparti produttivi – ha concluso Confagricoltura - che soffrono a causa degli accordi internazionali anziché beneficiarne, come sarebbe auspicabile in una logica win win di mutuo vantaggio. Nel definire le intese bilaterali bisogna stare attenti alle modalità applicative e a come si esplicano taluni meccanismi (dalle regole di origine ai prezzi dichiarati in dogana) che rischiano di alterare gli effetti delle concessioni».

COLDIRETTI: IL 26 GENNAIO ALLA SALA CONFERENZE DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI FERRARA SI PARLA DI RESPONSABILITA’ SOCIALE IMPRESE

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Conciliare obiettivi economici, sociali e ambientali nella realizzazione del proprio lavoro imprenditoriale: se ne parla martedì 26 gennaio dalle 9.30 alla Camera di Commercio di Ferrara a conclusione del percorso di monitoraggio e promozione delle pratiche di responsabilità sociale delle imprese, con la testimonianza di alcune importanti aziende ferraresi. Durante il seminario la presentazione del bando sull’innovazione e diffusione degli strumenti di marketing digitale.

Si terrà presso la sala conferenze della Camera di Commercio di Ferrara, in Largo Castello, 10, il 26 gennaio, a partire dalle 9.30, il seminario pubblico “Responsabilità Sociale d’Impresa: esperienze, buone prassi ed incentivi alle imprese ferraresi”. Con questo appuntamento si vuole valorizzare l’impegno delle imprese ferraresi che hanno saputo conciliare gli obiettivi economici con quelli sociali ed ambientali, creare modelli di sviluppo sostenibile, facilitare il dialogo tra gli attori della filiera nel rispetto della trasparenza e dellalegalità. Aderendo al percorso verso la responsabilità sociale le imprese decidono, attraverso un processo volontario di autoregolamentazione, che non comporta gravosi adempimenti burocratici aggiuntivi, di integrare nelle proprie operazioni commerciali e nei propri rapporti con le parti interessate attenzioni e preoccupazioni di carattere sociale ed ecologico. Non esiste alcun tipo di vincolo che impone alle imprese l’adozione di politiche e strategie di responsabilità sociale, ma è l’impresa stessa che si impegna volontariamente ad andare oltre i limiti di legge perché ritiene che le pratiche di RSI siano in linea con la propria filosofia ed i propri fini aziendali. Con questo incontro Camera di commercio e Provincia di Ferrara, con il contributo della Regione Emilia- Romagna, finanziatrice del progetto, intendono valorizzare l’impegno di 41 imprese ferraresi che hanno saputo conciliare gli obiettivi economici con quelli sociali ed ambientali,creare modelli di sviluppo sostenibile, facilitare il dialogo tra gli attori della filiera nel rispetto della trasparenza e della legalità. L’iniziativa sarà, inoltre, l'occasione per conoscere da vicino contenuti e modalità di partecipazione al nuovo bando della Camera di commercio a sostegno di progetti per la ricerca, l'innovazione, l'adozione di sistemi di certificazione e la diffusione di strumenti di marketing digitale. Porteranno le proprie testimonianze imprese ferraresi leader nel settore della RSI quali LaValle Trasporti, Village For All ed il Consorzio Pescatori di Goro. La partecipazione è gratuita previa iscrizione on-line, sul sito della Camera di Commercio di Ferrara.

SACCA DI GORO, CASTIGLIONE: UNA LICENZA SPECIFICA DI PESCA PER LA RACCOLTA DEL NOVELLAME

Fonte: Mipaaf

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che si è svolta giovedì 21 Gennaio presso il Mipaaf la riunione sulle problematiche relative all’attività di cattura delle vongole veraci con le idrorasche e idrorasche da fondo, nell’area di tutela biologica per l’incremento della risorsa – nursery – della Sacca di Goro (FE). Alla riunione, presieduta dal Sottosegretario con delega alla pesca Giuseppe Castiglione, erano presenti i rappresentanti della Regione Emilia Romagna, la Capitaneria di Porto di Ravenna, i consorzi di pescatori di Goro, le associazioni di categoria locali e alcuni rappresentanti del mondo della ricerca e dell’università. Il confronto si è concentrato sulla richiesta al Ministero da parte dei consorzi dell’utilizzo dell’idrorasca per la cattura del novellame nella nursery. Nel corso dell’incontro il Ministero ha proposto di adottare il rilascio di una specifica licenza di pesca per la raccolta del novellame attraverso l’utilizzo di tali attrezzi nell’area della nursery della Sacca di Goro oltre le 0,3 miglia dalla costa, per un numero definito di imbarcazioni e per un limitato quantitativo di prodotto, riprendendo quanto stabilito dalla normativa che disciplina la pesca del novellame da allevamento contenuta nel decreto ministeriale del 7 agosto 1996, e adattandolo alle esigenze di carattere eccezionale della situazione. “Sono molto soddisfatto dell’accordo raggiunto oggi tra il Ministero e gli operatori del settore - ha sottolineato il Sottosegretario Castiglione – grazie al dialogo tra le parti abbiamo raggiunto un risultato che unisce l’esigenza della tutela della risorsa e con l’attività di pesca delle 1400 imprese che operano nella zona. Il lavoro di oggi conferma ancora una volta la continua attenzione che l’attuale Governo rivolge alle esigenze che provengono dai pescatori. Il nostro impegno – ha concluso il Sottosegretario - sarà ora di procedere verso l’attivazione di un tavolo di confronto in cui il Ministero, la Regione, le associazioni e i consorzi di gestione arrivino a breve alla definizione del testo di una concessione specifica al fine portare a conclusione stabilmente la questione”. L’idrorasca è un rastrello idraulico di piccole dimensioni che utilizza una pompa a motore per alimentare i getti d’acqua a pressione. Secondo il Decreto Ministeriale del 7 agosto 1996 la pesca del novellame di molluschi bivalvi deve essere esercitata con strumenti azionati a mano. Lo stesso decreto fa salva una espressa autorizzazione per la pesca del novellame con l’uso di attrezzi meccanici, ma occorre considerare che il vincolo di destinazione dell’area in questione è normato dalla Regione.

RIFORMA PA, MIPAAF: NASCE IL COMANDO PER LA TUTELA FORESTALE, AMBIENTALE E AGROALIMENTARE

Fonte: Mipaaf

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che con l’approvazione della Riforma della Pubblica Amministrazione nasce il Comando per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare, attraverso la riorganizzazione del Corpo forestale dello Stato all’interno dell’Arma dei Carabinieri. “Con la riforma – ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina – riorganizziamo le funzioni di polizia impegnate sul fronte agroambientale, dotando l'Italia di una moderna struttura in grado di assicurare sempre meglio prevenzione e repressione su questo fronte. Uniamo le forze e potenziamo gli strumenti operativi. Il nuovo Comando assicurerà professionalità, specializzazione e un ramificato presidio del territorio rappresentando di certo una delle esperienze più avanzate d'Europa”.  

LE PRINCIPALI NOVITÁ DELLA RIORGANIZZAZIONE  

- POTENZIATA LA TUTELA AGROAMBIENTALE
Dalla riorganizzazione del Corpo forestale dello Stato nell’Arma dei Carabinieri nasce il Comando per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare. Una grande forza che potenzia le capacità dell'Italia di preservare e difendere il suo patrimonio paesaggistico, ambientale e agroalimentare. 7 mila uomini specializzati impiegati sul campo.  
- PERCHÈ I CARABINIERI
L’Arma dei Carabinieri, per il modello organizzativo e operativo di presidio del territorio, garantisce il più alto livello di potenziamento della tutela agroambientale. Negli anni proprio i Carabinieri hanno sviluppato anche competenze specifiche in questo campo con Nuclei specializzati come i Nac (Nucleo Anticontraffazioni Carabinieri) e Noe (Nucleo operativo ecologico), oltre all’attività dei Nas (Nucleo anti sofisticazioni).  
- RAFFORZATO IL PRESIDIO TERRITORIALE
Viene potenziato il livello di presidio del territorio attraverso il rafforzamento dell’attuale assetto con la cooperazione della capillare rete di strutture dell'Arma, delle sue capacità investigative e delle sue proiezioni internazionali per le attività preventive e repressive.   
- MANTENUTA LA SPECIALIZZAZIONE
Nel nuovo comando viene assicurata la specializzazione attraverso l'impiego del personale del Cfs e anche i nuovi immessi verranno specificamente formati, così da garantire un alto livello professionale nelle materie agroambientali.
 - VALORIZZATE LE PROFESSIONALITÁ
Il personale mantiene le competenze possedute e viene impiegato nell’attuale sede di lavoro e incarico ricoperto. Nascono per questa ragione i Ruoli forestali nell’Arma. Anche le progressioni di carriera vengono salvaguardate rispettando i criteri attualmente esistenti. La riorganizzazione prevede poi il trasferimento di 750 agenti ad altre forze di polizia o amministrazioni.  
- EFFICIENTATI I COSTI E CONFERMATA LA DIPENDENZA FUNZIONALE DAL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE
Con la riorganizzazione del Cfs e le altre misure contenute nel decreto legislativo vengono efficientati i costi di gestione. Il nuovo comando è posto alle dipendenze funzionali del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali a conferma dello stretto collegamento del comparto di specialità con le competenze, le tematiche e gli obiettivi del Ministero.

venerdì 22 gennaio 2016

NUTRIE - CASELLI A COLDIRETTI: LA REGIONE GIÀ AL LAVORO SUL PIANO REGIONALE DI CONTENIMENTO

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione  

Con il nuovo strumento possibilità di intervenire in modo organico su tutto il territorio emiliano-romagnolo

“Stiamo già lavorando alla redazione del Piano regionale per il contenimento delle nutrie sul territorio emiliano-romagnolo, uno strumento che è stato introdotto dal Collegato ambientale alla legge di Stabilità, grazie al quale potremo operare in modo organico e omogeneo, ovviando alle inevitabili difficoltà operative riscontrate specialmente dai piccoli Comuni.” E’ quanto precisa l’assessore regionale all’agricoltura, caccia e pesca Simona Caselli in risposta al presidente della Coldiretti Emilia-Romagna Mauro Tonello. “Tuttavia - ricorda Caselli - prima di arrivare all’adozione del Piano occorre rispettare alcuni passaggi, in particolare va acquisito il parere Ispra e va effettuata la valutazione d’incidenza con l’esame delle misure specifiche di conservazione nei Siti di importanza Comunitaria e nelle Zone di protezione Speciale”. Il Collegato ambientale alla legge di Stabilità, approvato il 28 dicembre e non ancora pubblicato, pur confermando la classificazione delle nutrie tra le specie infestanti, introduce la possibilità di ricorrere a piani di contenimento approvati dalle Regioni con le stesse modalità previste per la fauna selvatica. Fino alla pubblicazione del Collegato ambientale e all'adozione del Piano regionale, rimangono in vigore in Emilia-Romagna, senza dunque vuoto normativo, i Piani comunali che sono stati redatti in base alle linee guida regionali approvate dall’Ispra. In base a tali Piani, possono attuare il contenimento dei roditori le guardie provinciali, gli operatori muniti dalle province di specifica abilitazione e gli agricoltori con licenza di caccia sul proprio fondo. Con la legge nazionale dell'agosto 2014, le nutrie, prima comprese tra la fauna selvatica, sono state classificate tra le specie infestanti al pari di topi e ratti e le competenze in materia sono passate ai Comuni.

NUTRIE: HANNO GIÀ INVASO METÀ TERRITORIO EMILIA ROMAGNA

Fonte: Coldiretti Emilia - Romagna  

RIPARTIRE CON PIANI DI ABBATTIMENTO REGIONALI COME PREVISTO DAL COLLEGATO AMBIENTALE DELLA LEGGE DI STABILITÀ

Ripartire al più presto con il piano regionale di abbattimento delle nutrie. È quanto chiede Coldiretti Emilia Romagna alla luce del Collegato Ambientale della Legge di Stabilità pubblicato giovedì 21, che consente di ricorrere a piani di contenimento approvati dalle Regioni con le stesse modalità previste per la fauna selvatica. Dopo la declassificazione delle nutrie da fauna selvatica a specie infestante (a livello quindi di topi e ratti) – ricorda Coldiretti – la lotta contro questi animali è passata dal livello regionale a livello dei Comuni, con grandi difficoltà anche finanziarie per procedere con i piani di abbattimento, con la conseguenza che è continuata la proliferazione di una specie animale che tra il 2003 e il 2014 ha fatto all’agricoltura danni per 2,5 milioni di euro, cui si aggiungono oltre 2 milioni per danni a canali e strutture, senza calcolare i danni (non rilevabili) ai mezzi agricoli che hanno avuto incidenti a causa degli buchi nei terreni e nelle strade di campagna.. Le nutrie in Emilia Romagna – ricorda Coldiretti regionale – occupano ormai tutto il territorio di pianura e di fatto hanno invaso già metà del territorio regionale: si tratta di oltre un milione di ettari sui 2,2 milioni di superficie totale. Per quanto riguarda le colture agricole, la nutria danneggia soprattutto mais, cereali, orticole e barbabietola da zucchero. Per i corsi d’acqua, i danni maggiori sono causati dalle gallerie delle tane che indeboliscono gli argini e le scarpate, che spesso crollano all’arrivo delle piogge, con rischi di allagamenti di terreni agricoli, ma anche di aree abitate, come è avvenuto esattamente un anno fa nel territorio modenese, dove purtroppo ha perso la vita anche una persona.
 “È necessario – afferma il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello – ripartire con un piano di eradicazione adeguato per liberare fiumi, canali e campagne da questo animale. Oltre ai danni all’agricoltura, che non vengono più risarciti da quando è stata classificata come specie infestante, la nutria è dannosa anche per la biodivesità perché dove si diffonde, fa sparire altre specie animali, e sta diventando sempre più dannosa oasi ambientali come Punta Alberete e persino le aree verdi di siti Unesco, come il parco del Mausoleo di Teodorico o, ancora, i giardini della Rocca Brancaleone, nel ravennate”.
 “Danni e problemi – evidenzia il presidente di Coldiretti Ferrara, Sergio Gulinelli – chesignificano difficoltà e disagi nelle campagne, oneri complessivi per maggiori costi di manutenzione e ripristino di arginature dei canali ed indebolimento delle strade adiacenti ai corsi d’acqua, che ricadono sia costi della Bonifica, sia dei comuni e quindi a carico di tutti i cittadini. La diffusione della specie nelle aree di protezione ambientale, come le zone SIC e ZPS, oltre che nell’area del Parco del Po e delle oasi di protezione, genera inoltre un serio rischio di squilibrio nei confronti delle specie autoctone, in particole dell’avifauna, non avendo la nutria predatori naturali in grado di contenerne realmente la popolazione. Siamo quindi convinti che occorra mettere in campo ogni azioneutile alla limitazione della presenza di questi animali, sino alla loro eradicazione da un contesto ambientale che non è il loro, soprattutto nellanostra provincia, così fragile dal punto di vista dell’equilibrio idraulico e tra i più interessati dalla presenza di nutrie ed altre specie invasive che anno dopo anno stanno impoverendo la biodiversità nei confronti di altre specie con danni a coltivazioni e territorio, come i siluri, i gamberi killer, i cormorani, i corvidi e gli storni, solo per citare i principali. Nello stesso tempo devono essere ben chiare le regole e le modalità con le quali operare per riequilibrare il più possibile la situazione, con chiare competenze in capo ai diversi soggetti interessati (agricoltori, cacciatori, coadiutori, ecc.). Chiediamo però – conclude Gulinelli – che si passi in fretta dalle parole ai fatti, non possiamo permetterci il lusso di stare a guardare mentre le nutrie aumentano di numero e quindi anche i danni prodotti. Condividiamo appieno quanto richiesto dal nostro presidente regionale, Mauro Tonello, ovvero la necessità di ripartire con un piano di eradicazione adeguato per liberare fiumi, canali e campagne da questo animale. Oltre ai danni all’agricoltura, che non vengono più risarciti da quando è stata classificata come specie infestante, deve essere chiaro alla Regione che occorre evitare anche tutti gli altri danni e problemi ben noti”.

mercoledì 20 gennaio 2016

ENERGIA, MIPAAF: INTESA RAGGIUNTA SUL NUOVO CONTO TERMICO

Fonte: Mipaaf

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che, nel corso della seduta di mercoledì 20 Gennaio della Conferenza Unificata, è stata raggiunta l’intesa sul testo del decreto del Ministero Sviluppo Economico, di concerto con il Ministero dell’Ambiente e Mipaaf, per l’aggiornamento del sistema di incentivazione della produzione di energia termica da fonti rinnovabili e interventi di efficienza energetica di piccole dimensioni, il nuovo decreto conto termico. “La piena intesa sul testo presentato - dichiara il Sottosegretario Giuseppe Castiglione con delega alle agro-energie e alle energie rinnovabili - è stata raggiunta grazie al recepimento di alcune indicazioni formulate da Regioni ed Enti locali per un ulteriore snellimento delle procedure relative agli investimenti nel campo dell’efficientamento energetico da parte delle pubbliche amministrazioni.” Il precedente decreto 28 dicembre 2012, denominato “conto termico”, aveva infatti fatto registrare uno scarso utilizzo da parte degli operatori del settore, comprese le pubbliche amministrazioni, imputabile in gran parte alla complessità dei meccanismi di ottenimento degli incentivi previsti. Alla luce di questi aspetti, l’articolo 22 del decreto legge 12 settembre 2014, n. 212 (Sblocca Italia) aveva previsto una revisione dello strumento finalizzata proprio alla semplificazione procedurale, per consentire un più agevole accesso alle risorse previste (900 milioni di euro di cui 200 riservati alle PA). Con gli attuali aggiornamenti del “conto termico” vengono, quindi, introdotte misure di semplificazione per superare le difficoltà di accesso, accorciare i tempi di erogazione delle risorse, ampliare la platea di interventi ammessi e adeguare i livelli di incentivo. In particolare, anche in riferimento agli aspetti di maggior interesse per i settori agricolo e forestale, si evidenzia che con il nuovo testo è stata prevista l’eliminazione dell’iscrizione ai registri per gli impianti di climatizzazione invernale con pompe di calore, elettriche o a gas, e caldaie a biomassa aventi potenza termica superiore ai 500 kW, la predisposizione di una lista di “prodotti idonei”, l’erogazione gli importi non superiori a 5.000 euro in una unica rata, l’ampliamento delle modalità di pagamento, l’anticipo dei tempi di pagamento a 90 giorni dalla data di attivazione del contratto e la previsione di semplificare le modalità di compilazione della domanda attraverso il portale del GSE (Portaltermico). “Con le misure di semplificazione introdotte – conclude Castiglione – sono stati rimossi gli ostacoli di natura prevalentemente burocratica che hanno limitato il ricorso a questo strumento di incentivo ai piccoli interventi di efficienza energetica, di fondamentale importanza invece sia per le positive ricadute economiche per le attività legate alla filiera forestale e alla valorizzazione delle biomasse, sia per i positivi impatti ambientali che possono derivare da un ammodernamento delle apparecchiature di riscaldamento domestico o delle strutture dei nostri Enti locali.”

MISURE ANTI-LUPO, CASELLI ALLA LEGA NORD: LE RISORSE EROGATE SOLO DOPO COLLAUDO TECNICO. UNA PROCEDURA CHE GARANTISCE EFFICACIA E CORRETTEZZA

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione  

Nel 2014 sono state 31 le aziende che non hanno ricevuto i contributi per la mancata realizzazione dell'intervento

“I finanziamenti per i presidi di prevenzione degli attacchi dei lupi agli allevamenti vengono assegnati solo dopo un collaudo tecnico. Nessuna revoca di risorse dunque perché queste vengono assegnate solo dopo che l’intervento è stato correttamente realizzato.” E’ quanto precisa l’assessore regionale all’agricoltura, caccia e pesca Simona Caselli in risposta a un’interrogazione presentata dai consiglieri della Lega Nord. Nel 2014 sono stati stanziati 225 mila euro attraverso un bando regionale per l’installazione da parte delle aziende agricole di recinzioni, dissuasori acustici e acquisto di cani di guardiania per prevenire gli attacchi dei lupi. Per spiegare le modalità dell’intervento sono stati organizzati 13 incontro pubblici sul territorio. “Gli aiuti effettivamente assegnati hanno riguardato 79 aziende per una spesa di 224.581 euro perché 31 non hanno messo in atto gli interventi previsti. Ciò ha comportato per la Regione una mancata spesa di circa 100 mila euro", spiega l’assessore Caselli. Per quanto riguarda il 2015 sono state stanziati ulteriori 200 mila euro per finanziare i presidi anti-lupo di altre 86 aziende e il 14 dicembre è stata approvata la graduatoria. “Anche in questo caso – sottolinea Caselli – seguiremo la stessa procedura che garantisce efficacia e correttezza dell’intervento. Un tecnico compirà sopralluoghi in azienda per valutare insieme all’allevatore quali tipi di presidio installare in base alle caratteristiche dell’azienda e dell’allevamento e il contributo verrà erogato solo dopo che l’opera sarà stata realizzata e collaudata”. Per quanto riguarda i contributi per i danni indiretti, l’assessore precisa che “si tratta di materia che rientra nella disciplina degli aiuti di Stato e come tale è regolata dalla Commissione europea, sia per quanto riguarda le tipologie di intervento finanziabili, che le condizioni, i beneficiari, l’intensità dell’aiuto”. In questo caso “vengono riconosciuti come contributi ai danni indiretti solo i costi relativi alla cura degli animali feriti e l’intervento sarà operativo solo dopo che la Regione lo avrà notificato alla Commissione e questa lo avrà approvato”.

COLDIRETTI: IRREGOLARE UN TERZO DEL CIBO IN COMMERCIO, SERVONO ETICHETTE E PIU’ CONTROLLI. BENE ATTIVITA’ NAS

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Il business dei reati in campo agroalimentare fattura oltre 15 mld di euro, bene i controlli delle forze dell’ordine ma servono norme più chiare, un sistema di etichettatura adeguato e sanzioni certe contro frodi ed irregolarità che danneggiano tutto il sistema del vero made in Italy e la qualità delle nostre produzioni.

Gli ottimi risultati dell'attività di contrasto confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione con la riforma dei reati in materia agroalimentare per combattere un crimine che genera un business da 15,4 miliardi. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente il bilancio degli ultimi tre anni di attività dei Carabinieri dei Nas presentato in Commissione Agricoltura del Senato dal Generale Claudio Vincelli, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle frodi nel settore alimentare. Dal finto extravergine alla mozzarella con cagliate straniere, dal pane al carbone vegetale dalle conserve di pomodoro cinesi fino al pesce avariato sono alcune delle frodi smascherate nei circa 120.000 controlli su prodotti alimentari effettuati dai Nas in tre anni dai quali sono emerse annualmente tra il 33% e 34% di non conformità. L’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali rendono ancora più pericolose le frodi agroalimentari che per questo vanno perseguite con un sistema punitivo più adeguato come opportunamente previsto dalla proposta di riforma delle norme a tutela dei prodotti alimentari presentata al Ministro della Giustizia Andrea Orlando dalla Commissione per l’elaborazione di proposte di intervento sulla riforma dei reati in materia agroalimentare presieduta da Giancarlo Caselli. E’ importante la volontà di procedere ad un aggiornamento delle norme attuali, risalenti anche agli inizi del 1900, attraverso un’articolata operazione di riordino degli strumenti esistenti e di adeguamento degli stessi ad un contesto caratterizzato da forme diffuse di criminalità organizzata che alterano la leale concorrenza tra leimprese ed espongono a continui pericoli la salute delle persone. Per chiudere le porte alle frodi è necessario anche lavorare sulla tracciabilità e sulla trasparenza dal campo alla tavola con l’indicazione obbligatoria della provenienza degli alimenti come ha chiesto il 96,5 per cento degli italiani sulla base della consultazione pubblica on line sull'etichettatura dei prodotti agroalimentari condotta dal ministero delle Politiche Agricole (Mipaaf) che ha coinvolto 26.547 partecipanti sul sito del Mipaaf dal novembre 2014 a marzo 2015. Quasi la metà della spesa è anonima per colpa della contraddittoria normativa comunitaria che obbliga aindicare la provenienza nelle etichette per la carne bovina, ma non per i prosciutti, per l’ortofrutta fresca, ma non per quella trasformata, per le uova, ma non per i formaggi, per il miele, ma non per il latte. Il risultato è che gli inganni del finto Made in Italy sugli scaffali riguardano due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all'estero, ma anche tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro che sono stranieri senza indicazione in etichetta come pure la metà delle mozzarelle.

martedì 19 gennaio 2016

VINO, MIPAAF: REGISTRATI 10 NUOVI VITIGNI RESISTENTI ALLE MALATTIE

Fonte: Mipaaf  

MARTINA: ITALIA ALL'AVANGUARDIA SUL FRONTE DELLA RICERCA, ORA ACCELERIAMO CON PIANO BIOTECNOLOGIE SOSTENIBILI

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che sono stati registrati nel registro nazionale delle varietà di vite 10 nuovi vitigni sviluppati dall'Università di Udine e dall'Istituto di genomica applicata di Udine. Si tratta di 5 uve a bacca bianca e 5 a bacca rossa così denominati: fleurtai, soreli, sauvignon kretos, sauvignon nepis, sauvignon rytos, cabernet eidos, cabernet volos, merlot khorus, merlot kanthus, julius. La caratteristica principale è la loro maggiore resistenza alle malattie, ottenuta grazie a studi e incroci condotti dal 1998 ad oggi. "L'Italia si conferma punto di riferimento per la ricerca in campo agroalimentare - commenta il Ministro Maurizio Martina -, ma possiamo fare ancora di più. Gli studi condotti dai centri della Regione Friuli Venezia Giulia dimostrano che abbiamo grandi professionalità, in grado non solo di cogliere le opportunità, ma di anticipare le sfide di mercato. Aver iniziato già nel 1998 un lavoro attento ed efficace su vitigni più resistenti e quindi che contribuiscono alla sostenibilità della nostra agricoltura ne è evidente dimostrazione. Ora siamo pronti a fare un salto di qualità ulteriore, attraverso il nostro piano per lo sviluppo delle biotecnologie sostenibili. Con pratiche come il genome editing e la cisgnesi, infatti, risultati come quelli presentati oggi si potranno ottenere anche in tempi meno lunghi e tutelando la nostra biodiversità con ancora più strumenti. La vite sarà uno dei punti centrali del piano, perché mantenere la leadership in un settore che vale per l'Italia oltre 14 miliardi di euro significa investire con convinzione in ricerca pubblica. Siamo stati protagonisti, insieme alla Francia, del sequenziamento del genoma della vite e ora siamo pronti a sviluppare filoni di studio per ottenere vitigni più resistenti alle malattie, in grado di resistere ai cambiamenti climatici e a salvaguardare il profilo qualitativo delle uve. Sono obiettivi ambiziosi sui quali investiremo a fondo nei prossimi tre anni".

PAC, MARTINA: BENE PACCHETTO SEMPLIFICAZIONI UE, ORA AVANTI CON RIORGANIZZAZIONE

Fonte: Mipaaf

“Abbiamo bisogno di una Politica agricola comune con meno burocrazia e più strumenti a disposizione degli agricoltori. L’annuncio di Hogan è positivo e frutto di un lavoro importante che stiamo portando avanti insieme da mesi per riorganizzare la Pac e renderla sempre più efficace. C’è bisogno di risposte concrete. Per quanto ci riguarda, vogliamo proseguire il percorso intrapreso, semplificando ancora di più, come abbiamo già fatto per 550mila piccoli agricoltori italiani che non dovranno più presentare domande e moduli. Il nostro obiettivo per quest’anno è arrivare ad anticipare il 100% degli aiuti a giugno, come previsto dal nostro piano Agricoltura 2.0. Il confronto a livello europeo continua e il nostro impegno a tutela degli agricoltori e del loro reddito resta costante”. Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina commenta l’annuncio del Commissario Ue all’agricoltura, Phil Hogan.

AGRICOLTURA: UE SEMPLIFICA SANZIONI SU AIUTI DIRETTI PAC

Fonte: Ansa  

In arrivo anche 'cartellino giallo' per prima violazione

Semplificazioni in arrivo per il sistema di sanzioni amministrative legate agli aiuti diretti della politica agricola comune (Pac). Un pacchetto di misure "è attualmente in cantiere" ha annunciato il commissario Ue all'agricoltura, Phil Hogan, in un'audizione all'Europarlamento. Oltre ai controlli preliminari sulle domande di aiuti, adottate a novembre 2015 e che dovrebbero ridurre gli errori da cui hanno origine le sanzioni amministrative, la Commissione europea propone, per il sistema dei pagamenti diretti, una possibile multa equivalente a 1,5 volte il valore dell'area in eccesso dichiarata, mentre oggi può arrivare ad oltre il doppio. "Questo livello ridotto di sanzioni si applicherà dal 2016", ha precisato Hogan. Altra novità in vista è quella del 'cartellino giallo' per un agricoltore che viola le regole per la prima volta: se la sua dichiarazione in eccesso "è inferiore del 10% all'area dichiarata, la multa amministrativa sarà dimezzata", ha detto il commissario europeo all'agricoltura, spiegando che poi "l'anno successivo sarà sottoposto a un'ispezione". Quanto ai prossimi passi, l'esecutivo Ue promette semplificazioni anche per "intervento pubblico e stoccaggio privato, licenze di import ed export, organizzazioni dei produttori", ha affermato Hogan, che per l'inizio del 2016 intende anche facilitare gli obblighi dei piccoli beneficiari per gli strumenti finanziari dello sviluppo rurale. Infine, ha concluso, "intendo valutare l'attuazione delle regole del 'greening' a un anno dalla loro applicazione", con alcuni cambiamenti previsti entro l'estate applicabili dal 2017.

lunedì 18 gennaio 2016

AGRICOLTURA: UE, APERTURA MERCATO USA A MELE E PERE IN 2016

Fonte: Ansa

Il dipartimento dell'agricoltura Usa dovrebbe aprire quest'anno le porte all'export di mele e pere in arrivo dai produttori europei, fra cui l'Italia. Secondo il commissario Ue all'agricoltura, Phil Hogan e il commissario Ue al commercio, Cecilia Malmstrom, "l'apertura del mercato per il raccolto del 2016, a settembre, dovrebbe essere fattibile, se tutte le parti continuano nei loro sforzi". L'annuncio arriva a seguito della pubblicazione, da parte del dipartimento dell'agricoltura Usa, della bozza di nuove regole per semplificare l'import dall'Ue di mele e pere. L'adozione di queste norme "sarà un beneficio significativo per gli agricoltori europei, molti dei quali hanno perso il loro principale mercato di export nel giro di una notte a seguito delle sanzioni russe nel 2014" affermano Hogan e Malmstrom. I paesi interessati in primis sono Polonia e Belgio, che hanno visto dimezzare il loro export a causa dell'embargo, ma anche Italia, Spagna, Francia, Portogallo, Germania e Olanda. La richiesta di semplificare l'accesso al mercato Usa da parte dell'Ue risale al 2007 e anche se il valore commerciale stimato complessivo è modesto - si parla di circa 10 milioni di euro - rappresenta comunque un'opportunità, per un settore sotto pressione.

ISTAT, MARTINA: AGROALIMENTARE MOTORE DELL'EXPORT E DELLA RIPRESA ECONOMICA DEL PAESE

Fonte: Mipaaf

“Nell’anno di Expo l’agroalimentare si conferma un motore centrale della ripresa dell’economia italiana. A novembre l’export di questo settore ha superato quota 33,7 miliardi di euro con un aumento rispetto allo scorso anno di oltre 6 punti percentuali. I 50mila incontri b2b fatti dalle nostre imprese, le visite dei buyer internazionali nei nostri distretti produttivi, sono un’eredità concreta dell’esposizione universale di cui stiamo misurando oggi gli effetti positivi. Soltanto durante il semestre espositivo abbiamo venduto prodotti agroalimentari italiani per oltre 18,5 miliardi di euro, con un netto incremento rispetto agli scorsi anni e nonostante l'embargo russo. Il Governo ha messo il settore al centro delle scelte di politica economica, con una legge di stabilità davvero a trazione agricola. Abbiamo tagliato di oltre il 25% le tasse per le imprese agricole, puntiamo su semplificazione, sostenibilità e innovazione. Diamo credito alle imprese anche grazie all’accordo firmato con Banca Intesa per un linea di investimento da 6 miliardi di euro in tre anni. Dopo un 2015 molto positivo, possiamo e vogliamo raggiungere l’obiettivo di 50 miliardi di euro di export entro il 2020 perché l’agroalimentare italiano ha ancora un potenziale importante da sfruttare al meglio”. Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina commenta i dati Istat sul commercio estero relativi ai primi 11 mesi del 2015.

NUTRIE - CON IL COLLEGATO AMBIENTALE POSSIBILITÀ DI PIANI REGIONALI PER IL CONTENIMENTO DEI RODITORI

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione  

Caselli: un'importante novità per intervenire in modo organico ed omogeneo su tutto il territorio

“E’ un importante novità. Con il Piano regionale potremo attuare il contenimento delle nutrie su tutto il territorio emiliano-romagnolo, in modo organico e omogeneo, ovviando alle inevitabili difficoltà operative riscontrate specialmente dai piccoli Comuni. Siamo già in fase di avanzata definizione del documento.” Così l’assessore regionale all’agricoltura, caccia e pesca Simona Caselli commenta i contenuti del Collegato ambientale alla legge di Stabilità, approvato il 28 dicembre, ma non ancora pubblicato, che, pur confermando la classificazione delle nutrie tra le specie infestanti, introduce la possibilità di ricorrere a piani di contenimento approvati dalle Regioni con le stesse modalità previste per la fauna selvatica. Fino alla pubblicazione del Collegato ambientale e all'adozione del Piano regionale , rimangono in vigore in Emilia-Romagna i Piani comunali che sono stati redatti in base alle linee guida regionali approvate dall’Ispra. In base a tali Piani, possono attuare il contenimento dei roditori le guardie provinciali, gli operatori muniti dalle province di specifica abilitazione e gli agricoltori con licenza di caccia sul proprio fondo. Con la legge nazionale dell'agosto 2014, le nutrie, prima comprese tra la fauna selvatica, sono state classificate tra le specie infestanti al pari di topi e ratti e le competenze in materia sono passate ai Comuni.

CIA FERRARA: METTERSI IN REGOLA PER LA GUIDA DEI TRATTORI AGRICOLI

Fonte: Ufficio stampa Cia Ferrara  

Dal 1° Gennaio scatta l’obbligo dell’abilitazione per la conduzione di trattori agricoli e forestali che può essere certificata o conseguita attraverso un corso di formazione

Condurre in maniera sicura i trattori agricoli è fondamentale per garantire l’incolumità dell’operatore e prevenire gli incidenti sul lavoro in agricoltura. Dal 1° Gennaio è entrato in vigore l’obbligo – sancito dall’art. 73 comma 5 del D.Lgs. 81/08 e definito dall’accordo stato-regioni del 22 febbraio 2012 – di conseguire l’abilitazione alla conduzione di trattori agricoli e forestali, quello che viene comunemente definito “Patentino”.«Dall’inizio dell’anno – spiegano i tecnici dell’ufficio ambiente e sicurezza di Cia Ferrara - gli agricoltori dovranno dimostrare di avere uno specifico addestramento per la conduzione dei trattori agricoli. Per consentire alle imprese di adeguarsi alla normativa abbiamo attivato un servizio per informare gli agricoltori dei nuovi obblighi e consentire loro di mettersi in regola. Vogliamo ribadire che la sicurezza in azienda è importante e tutti gli operatori che conducono un trattore – nel caso ci siano dei dipendenti in azienda l'obbligo vale per chiunque si mette alla guida - deve dimostrare la sua idoneità e capacità nel farlo in maniera sicura. La normativa tiene ovviamente conto delle abilità conseguite, magari nel corso di molti anni di lavoro. Chi ha almeno due anni di esperienza certificata, infatti, può compilare una dichiarazione sostituiva di atto di notorietà - il modulo può essere compilato anche nei nostri uffici in maniera semplice e veloce - quindi un'autocertificazione che deve essere conservata ed esibita su richiesta. Entro il 12 marzo 2017 deve comunque frequentare un corso di aggiornamento di quattro ore. Se, invece, non si può certificare l'esperienza ma si conduce, di fatto, un trattore agricolo in azienda occorre frequentare un corso di formazione di almeno 8 ore (tre ore di teoria giuridica e tecnica teoriche e cinque ore di pratica. Questo - spiegano i tecnici Cia - vale anche per chi non è ancora addetto alla conduzione di trattori agricoli e vuole conseguire l’abilitazione.»

COLDIRETTI: DOPO RECORD DI CALDO INVERNALE, TIMORI IN CAMPAGNA PER ARRIVO GELO

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Il previsto abbassamento delle temperature nei prossimi giorni arriva dopo che a gennaio si è registrata sino ad ora una temperatura minima di 3,6 gradi in più della media. Il brusco abbassamento delle temperature può danneggiare le piante, ma è necessario per l’equilibrio biologico. Allarme anche per la carenza di precipitazione con laghi e fiumi ai minimi storici.

Il maltempo si abbatte bruscamente su una natura sconvolta da una finta primavera con le piante che hanno già le gemme rigonfie come in prefioritura e sono quindi particolarmente vulnerabili al freddo. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti per i raccolti agricoli con l’arrivo della neve e del gelo improvvisi dopo che a gennaio si è registrata in Italia una temperatura minima superiore di ben 3,6 gradi rispetto alla media del periodo secondo i dati Ucea relativi alla prima decade del mese. L’anomalia del clima a gennaio - sottolinea la Coldiretti - è evidente anche nelle temperature massime che nella Penisola sono risultate superiori di 2 gradi la media mentre le precipitazioni sono praticamente dimezzate (-48%). Una situazione che - continua la Coldiretti - fa seguito peraltro ad un mese di dicembre con 2,7 gradi di temperatura massima in piu’ rispetto alla media ma anche una quasi assenza di pioggia (-87%). “Anche nella nostra provincia – sottolinea il presidente di Coldiretti Ferrara, Sergio Gulinelli – il risultato è che nei campi ci sono primule, viole e cresce l’erba mentre le mimose sono già fiorite da tempo in netto anticipo rispetto alla festa della donne; anche i cereali vernini, come il grano, hanno sino ad ora vegetato in modo intenso ed anomalo, con esiti sulla futura produttività che si potranno valutare solo nei prossimi mesi e più in generale nelle campagne - continua la Coldiretti - si temono problemi per i raccolti, comprese le colture frutticole, per il forte ed improvviso abbassamento della temperatura preventivato per i prossimi giorni. Temperature basse che per altri versi hanno effettivi positivi nel ridurre le infestazioni di insettinocivi, di funghi patogeni ed anche della popolazione di nutrie, che in assenza del gelo continua il proprio ciclo di vita e di riproduzione, con una proliferazione ormai incontenibile”. Per non creare problemi - sottolinea la Coldiretti - la colonnina di mercurio dovrebbe scendere lentamente senza restare a lungo sotto lo zero mentre le precipitazioni nondevono essere violente per poter essere meglio assorbite dal terreno. L’Italia - precisa la Coldiretti - si trova infatti ad affrontare una insolita siccità fuori stagione con i livelli dei fiumi estremamente bassi mentre i grandi laghi, dal Maggiore a quello di Como sono prossimi ai minimi storici del periodo. “Si tratta degli effetti dei cambiamenti climatici che si stanno manifestando negli ultimi anni con ripetuti sfasamenti stagionali ed eventi estremi con pesanti effetti sulla nostra agricoltura che negli ultimi dieci anni - conclude la Coldiretti - ha subito danni per 14 miliardi di euro tra alluvioni e siccità che è stata particolarmente violenta nel 2003, 2007 e 2012, e che anche nella nostra provincia ha significato una pesante riduzione delle produzioni, con parallelo incremento dei costi, comprimendo i redditi delle imprese agricole e mettendo a dura prova il territorio, a partire dagli interventi irrigui e dallo sgrondo delle acque nei canali di bonifica, sino agli smottamenti di argini e strade a seguito degli squilibri idrici ed idraulici in un contesto particolarmente delicato come quello ferrarese. Il che ci deve spronare a ripensare il nostro approccio al territorio ed ad suo più corretto e consapevole utilizzo, non solo per gli aspetti agricoli ma più in generale per l’equilibrio ambientale e produttivo complessivo”.

A FRUITLOGISTICA 2016 DEBUTTA LO STAND ITALY PIÙ GRANDE DI SEMPRE

Fonte: Cso - Centro Servizi Ortofrutticoli

Sotto l’ombrello del marchio ITALY, il CSO, FRUITMPRESE e ITALIA ORTOFRUTTA si presentano quest’anno a Fruitlogistica di Berlino con lo stand più grande di sempre. Con un’area che supera i 1.000 metri quadrati nel Padiglione 2.2 Stand A04, il consueto spazio comune che identifica, da sempre, il meglio dell’ortofrutta italiana si amplia ulteriormente per dare spazio alle tante richieste di adesione e si presenta con un layout rinnovato e di grande impatto visivo con una forte attenzione alle tante e differenti realtà produttive presenti. Lo spazio Italy a Berlino può essere considerato una delle più importanti e riuscite esperienze di sinergia tra azienda concorrenti del settore ortofrutta ed è un progetto realizzato insieme, da tre realtà aggregative come CSO, Fruitimprese e Italia Ortofrutta con il contributo di ICE a cui è dedicato uno spazio eventi e cooking show e l’area Fruit& Veg Experience. Lo stand Italy, nell’edizione 2016, è un percorso nella immensa e variegata offerta di ortofrutta italiana con una maggiore attenzione alle diversità, alle nuove aggregazioni, alle tipicità, al biologico e alle produzioni di eccellenza locali. Lo stand è un viaggio nella italianità con spazi personalizzati e differenziati a seconda delle esigenze delle aziende. Uno stand in cui saranno rappresentate tutte le regioni italiane e tutti i prodotti di qualità dell’offerta nazionale. Lo spazio sarà, come sempre, caratterizzato da una grande accoglienza ed ospitalità con la possibilità di ricevere i clienti e i visitatori offrendo sfiziose degustazioni a base di prodotti rigorosamente Made in Italy. Lo spazio Italy a Fruitlogistica sarà occasione di incontro e di confronto con le massime autorità del settore e con i media e i buyer provenienti da tutti il mondo. Una presentazione in grande stile dell’Italia ortofrutticola che, in questi anni, sta cambiando, puntando sempre di più sulla qualità e la differenziazione dell’offerta. Numerosi gli eventi previsti nella grande area espositiva tra cui: la conferenza stampa di inaugurazione del Fruit & Veg Experience Mercoledì 3 Febbraio ore 15.30 a cura di ICE; La Presentazione alla stampa del Progetto Europeo Freshness From Europe Mercoledì 3 Febbraio ore 16 a cura di CSO ; la Conferenza Stampa di Origine; la presentazione del Progetto Frutta Nelle Scuole 2016 a cura di Mipaaf e CREA il 4 Febbraio ore 10:30.  

IMPRESE PRESENTI NELLO STAND ITALY  
in ordine alfabetico

AGRIBOLOGNA
AGRO T 18 ITALIA
ALEGRA
ALMAVERDE BIO
AOP LUCE
APOFRUIT
APOSCALIGERA
BESANA
BESTACK
BRIO
CENTRO LAZIO
CEOR
CIV
CPR SYSTEM
CULTIVA
D’AVINO
DE LUCIA
DEL GAUDIO
EUROCOMPANY
FOGLIATI
FRUITIMPRESE
GRANFRUTTA ZANI
GRAZIANI
ITALIA ORTOFRUTTA
JINGOLD
KINGFRUIT
MAZZONI
NATURITALIA
OPERA
O.P.O. VENETO
O.P. SAN LIDANO
ORANFRIZER
ORIGINE
OROGEL FRESCO
PEMPACORER
PEVIANI
RUGGIERO
SALVI
SECONDULFO
VALFRUTTA

mercoledì 13 gennaio 2016

INIZIANO LE RIUNIONI ZONALI DI CONFAGRICOLTURA FERRARA

Fonte: Confagricoltura Ferrara

Avranno inizio lunedì 18 gennaio alle ore 16, presso la Sala 2000 in Viale Matteotti 1 a Bondeno, le riunioni zonali che Confagricoltura Ferrara organizza annualmente per incontrare i propri associati. Sarà l’occasione, per il Presidente Pier Carlo Scaramagli, per il direttore Paolo Cavalcoli e per i Capi Servizio dell’Organizzazione, per trattare temi di stretta attualità, come le novità introdotte dalla legge di Stabilità 2016, le novità in campo sindacale rappresentate dal Jobs Act, le problematiche riscontrate nella Nuova PAC e dal nuovo piano assicurativo, le opportunità rappresentate dal nuovo PSR. Nella sua relazione, il Presidente Scaramagli effettuerà inoltre un resoconto dell’annata agraria scorsa, ed un’analisi dello stato attuale del comparto agroalimentare del nostro territorio, illustrando anche le tante iniziative che Confagricoltura ha messo in campo per la tutela del settore, dei propri associati e per la promozione dei prodotti tipici del territorio.
Le successive riunioni si terranno nelle seguenti località e date:
Lunedì 18 gennaio, ore 16.00 - Sala 2000, Viale Matteotti 1, BONDENO
Mercoledì 20 gennaio, ore 9.30 - Sala Comunale, Piazza Pertini 2, CONSANDOLO
Venerdì 22 gennaio ore 16.00 - Sala Riode Finessi, Piazza Matteotti, CODIGORO
Lunedì 25 gennaio ore 9.30 - Sala Conferenze Confagricoltura Ferrara, Via Bologna 637/b, FERRARA Mercoledì 27 gennaio ore 16.00 - Salone di Rappresentanza CariCento, Via G. Matteotti 8/b, CENTO Giovedì 28 gennaio ore 9.00 - Sala Comunale Sogni, Via del Lavoro, TRESIGALLO
Giovedì 28 gennaio ore 16.00 - Sala Torre, Via Roma, COPPARO

PALAZZO CHIGI, GUIDI (CONFAGRICOLTURA): “IL NUOVO MINISTERO PER L’AGROALIMENTARE DOVRÀ ESSERE UN HUB PER LO SVILUPPO”

Fonte: Confagricoltura

“Il fatto che il governo consideri l’agroalimentare volàno di sviluppo dell’economia del Paese, prevedendo risorse importanti per il credito e per gli investimenti ed adeguando a questa visuale il dicastero deputato, ci trova pienamente favorevoli. Apprezziamo il cambio di passo che il premier Renzi ed il ministro Martina vogliono attuare, accogliendo in pieno le richieste di Confagricoltura”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi, intervenuto oggi all’incontro a Palazzo Chigi per la firma del protocollo d’intesa tra Mipaaf e Intesa San Paolo con un plafond di 6 miliardi di credito in un triennio. “Rendere il Mipaaf un ‘ministero per l’Agroalimentare’ è una proposta che Confagricoltura – ha ricordato il suo presidente – aveva presentato nel 2013 in occasione della presentazione di uno studio sull’agronetwork realizzato con l’Università Luiss Guido Carli. Come avevamo sottolineato all’epoca, l’importante non sarà solo cambiare la denominazione, ma anche la fisionomia del dicastero, per farlo essere un hub, un centro nevralgico per lo sviluppo dell’agroalimentare”. “Il ministero per l’Agroalimentare – ha concluso Mario Guidi - dovrà fare da ‘snodo’, permettendo di condividere le conoscenze, favorire la collaborazione tra imprese, coordinare i progetti territoriali, allocare correttamente le risorse sui fattori strategici, tagliare drasticamente la burocrazia. Le Regioni dovranno essere al servizio di questa strategia. Non possiamo più permetterci politiche agroalimentari non coordinate”.

COLDIRETTI: RECORD PER AGROALIMENTARE MADE IN ITALY A 135 MILIARDI DI EURO NEL 2015

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Le produzioni italiane nel 2015, sotto la spinta del record per le esportazioni e della ripresa dei consumi interni hanno raggiunto un fatturato mai segnato in precedenza. Sulla scia di Expo il made in Italy è al top dei consumi nel mondo, soprattutto per i prodotti di alta qualità. Il ruolo del credito per supportare le imprese agricole.

Torna a salire nel 2015 il fatturato dell’agroalimentare italiano che nell’anno di Expo raggiunge i 135 miliardi sotto la spinta del record storico delle esportazioni e della ripresa dei consumi interni. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata in occasione della firma del protocollo d'intesa "Diamo credito all'agroalimentare italiano” tra il ministero delle Politiche Agricole e Forestali e Intesa San Paolo alla presenza del presidente del Consiglio Matteo Renzi. L’agroalimentare è il secondo comparto manifatturiero Made in Italy che svolge pero’ - sottolinea la Coldiretti - un effetto traino unico sull’intera economia per l’impatto positivo di immagine sui mercati esteri dove il cibo Made in Italy è sinonimo di qualità.
Non si è mai consumato così tanto Made in Italy alimentare nel mondo dove nel corso del 2015 - rileva la Coldiretti - è stato raggiunto il record storico delle esportazioni pari a circa 36 miliardi di euro (+7%). La fame d’Italia all’estero si è fatta sentire – precisa la Coldiretti - con aumenti che vanno dall’11% per l’ortofrutta al 10 % per l’olio di oliva dal +9% per la pasta al +6% per il vino che ha realizzato il record storico con un preconsuntivo annuale di 5,4 miliardi di fatturatorealizzati oltre i confini nazionali, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat relativi ai primi 10 mesi del 2015.
Un andamento – spiega la Coldiretti – certamente favorito dalle condizioni economiche positive dovute alla ripresa internazionale e ai tassi di cambio favorevoli su mercati importanti come quello statunitense ma che è la conferma delle grandi opportunità presenti. “L’Italia ha saputo cogliere l’opportunità di Expo per raccontare al mondo il modello agroalimentare e i suoi valori unici” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “l’agricoltura italiana è diventata la piu’ green d’Europa con il maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario per prodotti a denominazione di origine Dop/Igp che salvaguardano tradizione e biodiversità, la leadership nel numero di imprese che coltivano biologico, la piu’ vasta rete di aziende agricole e mercati di vendita a chilometri zero, ma anche la minor incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma e la decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati”.
 La svolta si è fatta sentire anche all’interno dei confini nazionali dove è tornata la dieta mediterranea con un aumento che va dal 4% negli acquisti di frutta al 17% per quelli di olio di oliva ma cresce anche la spesa anche per il pesce (+5%), per gli ortaggi freschi e per la pasta secca (+1%), in netta controtendenza rispetto agli anni della crisi dove si era registrato un drastico crollo. I consumi alimentari degli italiani nel 2015 dopo sette anni di calo - conclude la Coldiretti - tornano a salire debolmente dello 0,3% ma con un deciso orientamento a privilegiare cibi salutari per una maggiore consapevolezza dello stretto rapporto tra alimentazione e benessere, secondo elaborazioni su base dei dati Ismea relativi ai primi nove mesi del 2015.
Una domanda di qualità e distintività che - precisa la Coldiretti - potrà essere sostenuta sul pianoproduttivo anche dagli importanti investimenti realizzabili da quest’anno grazie all’approvazione da parte della Commissione Europea di tutti i Piani di sviluppo rurale presentati dall’Italia che rendono disponibili un volano economico di quasi 21 miliardi di Euro fino al 2020 per le campagne con interventi regionali per l’insediamento dei giovani, l’ammodernamento delle imprese o il sostegno delle filiere corte. Un impegno per il quale la Coldiretti ha mobilitato tutte le strutture territoriali anche per un piu’ facile accesso al credito con Creditagri Italia, la “finanziaria degli agricoltori italiani” promossa dalla Coldiretti che offre servizi creditizi e tecnico finanziari a beneficio di oltre un milione di imprese agricole, agroalimentari, cooperative e società agroindustriali, presieduta dal giudice emerito della Corte Costituzionale Professor Sabino Cassese. “Abbiamo di fronte una occasione forse irripetibile per sostenere il grande sforzo di rinnovamento dell’agricoltura italiana e di sostenere la competitività delle imprese”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare “l’importanza del dialogo con la pubblica amministrazione e con il sistema bancario per rendere piu’ agevole e veloce l’accesso alle misure”.

CREDITO, MIPAAF: SIGLATO PROTOCOLLO TRA MINISTERO E INTESA SANPAOLO PER L’AGROALIMENTARE

Fonte: Mipaaf  

MARTINA: 6 MILIARDI DI EURO IN 3 ANNI PER FAR CRESCERE INVESTIMENTI E OCCUPAZIONE

 Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che oggi, alla presenza del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, il Ministro Maurizio Martina e il Consigliere delegato di Intesa Sanpaolo Carlo Messina hanno firmato un Protocollo di intesa finalizzato a dare risposte concrete e specifiche alle aziende dell’agroalimentare sul fronte dell’accesso al credito. L’accordo prevede innanzitutto l’attivazione di un plafond di investimenti dedicato da 6 miliardi di euro in tre anni per il finanziamento di imprese e filiere produttive oltre a servizi finanziari ad hoc per le esigenze dell’attività agroalimentare. Con il Protocollo sono inoltre potenziati gli strumenti di garanzia e si istituisce un programma formativo per gli imprenditori agricoli. Attraverso una filiera creditizia dedicata, un team centrale e una rete di specialisti territoriali di Intesa Sanpaolo, con il sostegno del Mipaaf, delle associazioni e degli enti locali, si garantisce poi il supporto finanziario e consulenziale alle imprese agricole. “Dopo un 2015 molto positivo – ha dichiarato il Ministro Martina -, l’agroalimentare italiano può ancora accelerare. Vogliamo sostenere la crescita delle imprese e la creazione di nuova occupazione e per questo servono investimenti, credito e un rapporto più semplice tra banche e imprese. L’accordo che presentiamo oggi con Intesa Sanpaolo rappresenta un tassello importante della strategia a sostegno di un settore che si sta dimostrando sempre più centrale per l’economia italiana. È significativo che uno dei principali istituti bancari del Paese metta a disposizione, nei prossimi 3 anni, 6 miliardi di euro di credito dedicato per le aziende del settore. Un’iniezione di liquidità e fiducia che può contribuire al raggiungimento di obiettivi concreti come l’aumento degli occupati, la crescita dell’internazionalizzazione, il supporto agli investimenti soprattutto sul fronte dell’innovazione e per il ricambio generazionale. Si tratta di un modello di lavoro che rilancia anche la specializzazione del credito agrario e che vorremmo rafforzare ancora, estendendolo nei prossimi mesi ad altri istituti. Il Governo continua il suo impegno al fianco delle imprese dell’agroalimentare, dopo aver approvato la Legge di stabilità più agricola degli ultimi anni, con 800 milioni di euro di investimenti del Governo e un taglio di tasse di oltre il 25% che non ha precedenti negli ultimi anni ”.  
GLI OBIETTIVI
Il Protocollo di intesa ha come obiettivo principale quello di semplificare l’accesso al credito per le aziende dell’agroalimentare italiano. L’intento è quello di incrementare l’internazionalizzazione e valorizzare gli investimenti nelle filiere produttive, con un primo ambito di azione relativo al settore zootecnico e a sistema lattiero-caseario nazionale. Le misure previste dall’accordo sono finalizzate a sostenere inoltre investimenti su temi chiave per il futuro del comparto come l’innovazione tecnologica, favorendo la nascita di start up, la digitalizzazione e l’e-commerce.  
I NUMERI
- 6 miliardi di euro in 3 anni di credito dedicato per l’agroalimentare
- 10 miliardi di euro di investimenti potenzialmente attivabili
- 70mila nuovi posti di lavoro stimati

Qui è possibile scaricare le slide:
https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/9620

GENETICA, GUIDI (CONFAGRICOLTURA): “FINALMENTE RIPARTE LA RICERCA SULLE BIOTECNOLOGIE SOSTENIBILI CHE NON SONO OGM”

Fonte: Confagricoltura

“La legge di Stabilità ha previsto 21 milioni di euro per le biotecnologie sostenibili. Grazie al ministro Martina finalmente la ricerca genetica italiana, sempre messa al bando, può ripartire e favorire il progresso dell’agricoltura nazionale”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi in relazione agli investimenti per la ricerca pubblica. “Fino ad oggi – ha proseguito Mario Guidi - c’è stata l’assenza di una politica a favore della ricerca genetica in agricoltura. È stata bandita la sperimentazione in campo aperto, non si è fatta distinzione tra biotech e cisgenesi. La posizione del ministro, da sempre sostenuta da Confagricoltura, finalmente riapre le speranze che l’agricoltura italiana possa anch’essa progredire avvalendosi della ricerca genetica che utilizza e trae grande vantaggio dalla biodiversità”. “Abbiamo eccellenze, ricercatori e accademie che sono ampiamente in grado di lavorare su questi temi producendo innovazioni di cui la nostra agricoltura può beneficiare – ha concluso il presidente di Confagricoltura –. Ci sono tecniche nuove, perfette per l’agricoltura italiana, diverse da quelle transgeniche utilizzate nelle commodities internazionali, come il genome editing e la cisgenesi, che non dovrebbero essere considerate degli Ogm, tanto è vero che anche a Bruxelles si pensa ad una diversa definizione, dal momento che producono risultati che non sono differenti da quelli ottenibili attraverso i miglioramenti genetici convenzionali”.

COLDIRETTI EMILIA - ROMAGNA: BENE 12,6 MLN € PER INNOVAZIONE IN AGRICOLTURA

Fonte: Coldiretti Emilia - Romagna  

PER LE AZIENDE AGRICOLE È UN INVESTIMENTO IN COMPETITIVITÀ

Coldiretti Emilia Romagna esprime soddisfazione per l’avvio dei bandi per l’innovazione in agricoltura previsti dal nuovo Piano di Sviluppo rurale (Psr) della Regione Emilia Romagna, presentati martedì dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e dall’assessore all’Agricoltura, Simona Caselli. L’obiettivo dei bandi – ricorda Coldiretti – è la formazione e lo sviluppo di Gruppi operativi per l’Innovazione, che dovranno favorire alleanze tra aziende agricole, industria, università ed enti di ricerca per incentivare la crescita e l’innovazione in agricoltura. Investire nella ricerca – commenta Coldiretti Emilia Romagna – è una condizione necessaria per le imprese agricole di distinguersi in termini di qualità delle produzioni ed affrontare così il mercato globalizzato salvaguardando, creando e difendendo sistemi economici locali attorno all’agricoltura che produce cibo per tutta la collettività. Del resto l’agricoltura e l’agroalimentare italiani – precisa Coldiretti regionale – da sempre si fondano sul rinnovamento dei saperi delle nostre comunità e si sviluppa grazie alla ricerca che offre strumenti sempre nuovi di crescita. L’avvio tempestivo dei bandi – conclude Coldiretti Emilia Romagna – diventa per l’agricoltura regionale un vero e proprio investimento in competitività.

GRUPPI OPERATIVI PER L'INNOVAZIONE: DAL PSR 2014-2020 OLTRE 12 MILIONI DI EURO PER I PRIMI CINQUE BANDI. DOMANDE DAL 14 GENNAIO AL 31 MARZO

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione
  
Bonaccini: già stanziati quasi 200 milioni per il settore agricolo. Stiamo correndo perché vogliamo che il 2016 sia l'anno di uscita dalla crisi. Caselli: investire in ricerca per competere sulla qualità e sulla fascia alta di mercato

Un’alleanza tra mondo agricolo e mondo della ricerca, per spingere l’acceleratore sull’innovazione, rafforzare la capacità di competere sui mercati, migliorare le perfomance ambientali e ridurre l’impatto su acqua, aria e suolo. Si chiamano Goi, ovvero Gruppi operativi per l’innovazione e sono forme di partenariato pubblico-privato costituiti da aziende agricole ed enti di ricerca, cui la Regione ha destinato nei sette anni risorse per 50 milioni di euro del Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020. I primi cinque bandi per una disponibilità di oltre 12.630.000 euro sono stati presentati martedì mattina a Bologna. “Siamo al primo posto tra le Regioni per aver speso tutti i fondi europei della programmazione 2007-2013. Puntiamo a eguagliare questo risultato e in sei mesi abbiamo già messo a disposizione del settore agricolo quasi 200 milioni di euro. Stiamo correndo perché vogliamo che il 2016 sia l’anno di uscita dalla crisi” - ha sottolineato il presidente Stefano Bonaccini. “Siamo la regione che è cresciuta di più nel 2015 insieme alla Lombardia – ha aggiunto - e il valore aggiunto dell’agricoltura è salito del 3%. Scommettiamo su questo settore come fonte di sviluppo e occupazione e lo facciamo investendo molto in qualità e difesa del territorio”. I bandi in arrivo rappresentano una delle principali novità del Psr 2014-2020. “I Gruppi operativi per l’innovazione – ha spiegato l’assessore regionale all’agricoltura Simona Caselli - sono il nuovo strumento attraverso il quale in tutta Europa si farà l’innovazione, coinvolgendo imprese agricole ed enti di ricerca in progetti che dovranno avere una ricaduta operativa e i cui risultati dovranno confluire in un’unica banca dati pubblica, quella del Pei, il Partenariato europeo per l’innovazione”. “Come Emilia-Romagna - ha aggiunto Caselli - stiamo seguendo una direzione molto precisa, quella dell’agricoltura di qualità, che compete su una fascia alta di mercato. Per questo occorre continuare a investire sull'innovazione. Complessivamente il nostro Psr destina al sistema della conoscenza più di 90 milioni. Siamo una delle Regioni che ci mette più soldi”. Nei bandi in uscita la percentuale del contributo pubblico è del 70% per i progetti rivolti a sostenere la competitività aziendale, sale al 90% per quelli di carattere ambientale, cui è riconosciuta una particolare rilevanza per la collettività e arriva a coprire il 100% della spesa ammissibile nel caso di interventi che abbiano come obiettivo il sequestro di carbonio. Le domande potranno essere presentate dal 14 gennaio al 31 marzo.  
Aziende agricole più innovative
Il bando per sostenere progetti di sviluppo competitivo delle aziende agricole può contare su 4.206.000 euro. La percentuale di aiuto è del 70% della spesa ammessa. Tra gli interventi previsti: sviluppo di nuove varietà e tipologie di prodotto, meccanizzazione, robotica, agricoltura di precisione, nuovi modelli di commercializzazione.  
Acqua e suolo: più qualità, meno sprechi
Tre i bandi che hanno come obiettivo il miglioramento delle performance ambientali. Il primo punta a “migliorare la gestione delle risorse idriche, dei fertilizzanti e dei pesticidi”. Dunque: riduzione delle sostanze inquinanti, miglioramento della qualità delle acque; controllo delle malattie delle piante con metodi a basso impatto; adattamento dei sistemi colturali ai cambiamenti climatici. Le risorse a disposizione superano i 5.839.000 euro e la percentuale di aiuto è del 90%. Il secondo, è rivolto a “migliorare la qualità dei suoli”, ha un plafond di 793.660 euro e finanzierà in particolare interventi per i sistemi colturali di tipo conservativo (cioè con ridotte lavorazioni del terreno). Anche in questo caso il contributo pubblico copre il 90% delle spese. Il terzo bando ambientale è rivolto a sostenere tutti gli interventi per un “uso più efficiente dell’acqua in agricoltura”. Meno dispersioni, dunque, a parità di beneficio per le coltivazioni. Le risorse ammontano a 1.020.000 euro e il contributo è del 90%.  
Più carbonio nel terreno
Al “sequestro di carbonio” è rivolto l’ultimo dei cinque bandi. Obiettivo: favorire la naturale capacità del terreno di immagazzinare carbonio senza disperderlo in atmosfera. Con un duplice risultato: arricchire il suolo di materia organica e contrastare le emissioni che contribuiscono all’effetto serra. A disposizione 772.420 euro  
Cosa sono i Goi
Possono avere le più diverse forme giuridiche. L’importante è che riuniscano aziende agricole ed enti di ricerca in un “patto” a termine per l’innovazione in agricoltura. I Goi possono comprendere anche enti di formazione, consulenti, aziende di trasformazione e commercializzazione del settore agroalimentare. Previste premialità per i Goi che comprendono anche l’attività di formazione, il bio e le produzioni certificate. Ogni Goi deve presentare un Piano di innovazione che abbia ricadute operative, ovvero, che risolva problemi concreti di un’azienda agricola, della durata massima di 36 mesi, i cui risultati dovranno essere diffusi attraverso la rete europea del Partenariato per l’innovazione. Nel 2016 è prevista l’uscita di altri bandi rivolti ai Gruppi operativi per l’innovazione per un importo di circa 16 milioni di euro.

Info: http://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/psr-2014-2020

MIPAAF, RIUNIONE DI COORDINAMENTO PER IL SETTORE DEL TARTUFO

Fonte: Mipaaf  

VICE MINISTRO OLIVERO: AVVIATO PROCESSO DI REGOLAMENTAZIONE PER CRESCITA FILIERA

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che è si è svolta martedì 12 Gennaio la riunione di coordinamento del settore del tartufo, con lo scopo di avviare un piano di lavoro a lungo termine ed un percorso condiviso che possa garantire tartuficoltori, cavatori, commercianti, trasformatori e consumatori. Nel corso dell’incontro, sono stati discussi temi fondamentali per la crescita del settore, dalla tracciabilità del prodotto, alla fiscalità, alle modalità per la messa in commercio di prodotti a base di tartufo e la valorizzazione del settore. “Obiettivo di questo incontro – ha dichiarato il Vice Ministro Andrea Olivero - è stato quello di avviare un processo di regolamentazione che sia funzionale alla crescita e in una logica di filiera. Occorre tutelare chi coltiva, chi commercia, chi consuma. Del resto il tartufo è innanzitutto un alimento ed è necessario garantirne la tracciabilità, requisito fondamentale per il consumatore ma anche strumento di tutela del prodotto nazionale rispetto ai tartufi di provenienza estera”. “Per quanto riguarda la fiscalità, - ha continuato il Vice Ministro - è necessario superare le incongruenze dell’attuale sistema di tassazione, infine occorre mettere in campo, con impegno e determinazione, iniziative ad hoc per la valorizzazione, considerando le notevoli potenzialità sul mercato nazionale ed internazionale. Il lavoro avviato oggi- ha concluso Olivero - proseguirà con la convocazione di un tavolo istituzionale con le Regioni, le Commissioni Agricoltura di Camera e Senato ed i promotori di iniziative legislative sul settore”.

CONFAGRICOLTURA FERRARA: LA CANAPA: IERI, OGGI E DOMANI

Fonte: Confagricoltura Ferrara  

Successo per il seminario di Confagricoltura Ferrara organizzato lunedì 11 Gennaio a Cento sulle nuove opportunità date dalla produzione della canapa

“Il nostro è un territorio naturalmente vocato alla coltivazione della canapa che storicamente può vantare un prodotto di assoluto pregio ed è proprio con questo tema che Confagricoltura Ferrara ha voluto iniziare il ciclo dei lunedì dell’agricoltura, retaggio di una tradizione antica” così il Presidente di Confagricoltura Ferrara Pier Carlo Scaramagli all’apertura dei lavori della mattinata. “A cavallo tra ‘800 e ‘900 nel Paese si producevano qualcosa come 800 mila quintali di canapa, di cui circa 365 erano di matrice ferrarese” ha spiegato Gian Paolo Borghi, etnografo e consulente del M.A.F. (Mondo Agricolo Ferrarese) che ha accompagnato i presenti attraverso un interessante excursus storico sulla coltivazione della canapa ferrarese con riferimenti al territorio centese. “La coltura ha raggiunto l’apice negli anni ’40 del Novecento con quasi 90.000 ettari coltivati a livello nazionale” ha ricordato Romano Giovanardi, docente di Agronomia generale e coltivazioni erbacee presso l’Università di Udine. “La canapa – ha proseguito Giovanardi - ha subito un brusco arresto dovuto a molteplici fattori tra cui l’aumento dei costi di produzione, le difficoltà di meccanizzazione e la crescente competizione di altre colture da fibra meno costose. Ma oggi vi sono le condizioni per reinserire la canapa nei sistemi agricoli dell’UE.” Si sta assistendo, infatti, ad un adeguamento della normativa di politica agricola comunitaria e alla concessione di contributi finanziari alla produzione e alla trasformazione. “E’ necessario ricostruire un’intera filiera” questo lo stimolo dato da Simone Beda, esperto di monitoraggi ambientali, agronomici e studi ecologici. “Il riavvio della coltivazione della canapa nella Pianura Padana può rappresentare un’opportunità di sviluppo dell’attuale agricoltura emiliana, veneta e lombarda. La canapa può avere molteplici utilizzi in campo tessile e alimentare e ulteriori usi si stanno sviluppando grazie a numerose ricerche e prove sperimentali”. Beda ha poi spiegato come la filiera, che parte dalla coltivazione per arrivare alla trasformazione delle materie prime, necessiti oggi ancora di una sperimentazione al fine di mettere a punto le varie fasi e superare le criticità presenti a livello tecnico e legislativo. Si sta lavorando, inoltre, anche per lo sviluppo dal punto di vista della meccanizzazione sia per la fase della raccolta che della prima lavorazione. Ne ha parlato in modo approfondito Filippo Borgato, perito meccanico, consulente del territorio e di tecnica dei materiale agricoli che ha ricordato che “per la raccolta del seme si possono utilizzare le attuali mietitrebbie, ma per rendere remunerativa la coltivazione occorre lavorare anche la restante biomassa (paglia) al fine di ricavarne fibra e canapulo”. Borgato ha proseguito aggiornando i presenti sugli studi di progettazione per la creazione di macchine agricole al fine di essere pronti anche a livello di meccanizzazione nel momento in cui la canapa dovesse tornare ad essere coltivata su grandi superfici. “Ci sono, dunque, ancora alcune limitazioni da superare, tuttavia i recenti sviluppi a livello di finanziamento comunitario e legislativo italiano, unitamente all’aumento di richiesta delle fibre tecniche e dei prodotti derivati dalla canapa, fanno sempre più pensare ad un reinserimento della canapa stessa all’interno delle produzioni agricole, e Confagricoltura Ferrara ha voluto contribuire, con questo incontro, a mantenere alta l’attenzione su questa tematica” ha concluso il Presidente Scaramagli dando appuntamento al prossimo incontro de “I lunedì dell’Agricoltura” che si terrà l’1 febbraio a Codigoro per parlare di innovazioni nelle colture erbacee e prospettive di mercato delle principali commodities.












Da sinistra: Romano Giovanardi, Paolo Borghi, Pier Carlo Scaramagli, Simone Beda, Filippo Borgato.

lunedì 11 gennaio 2016

RICERCA, MIPAAF: FINANZIATO PIANO PER SVILUPPO BIOTECNOLOGIE SOSTENIBILI SULLE PRINCIPALI COLTURE ITALIANE

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali  

MARTINA: INVESTIAMO NELLA RICERCA PUBBLICA ANCHE IN CAMPO AGRICOLO

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che sono stati stanziati 21 milioni di euro nella Legge di stabilità per il finanziamento del più importante progetto di ricerca pubblica fatto nel nostro Paese su una frontiera centrale come il miglioramento genetico attraverso biotecnologie sostenibili. Il piano è articolato su tre anni e la regia dell’operazione sarà gestita dal Crea, il centro di ricerca specializzato del Ministero delle politiche agricole, che è stato rinnovato e reso più efficiente negli ultimi 12 mesi. Proprio il nuovo Crea ha dentro di sé alcune delle più importanti professionalità italiane nel campo della ricerca agroalimentare, come ad esempio lo staff che è stato protagonista del sequenziamento del genoma del frumento con importanti riconoscimenti internazionali . “Vogliamo tutelare al massimo il nostro patrimonio unico di biodiversità – ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina - che è il tratto distintivo che fa dell’Italia un punto di riferimento per il mondo a livello agroalimentare. Per farlo investiamo nella ricerca pubblica, concentrando le risorse su un programma di attività che punta su innovazione e sostenibilità. In pochi anni possiamo essere leader sul fronte dell’agricoltura di precisione e delle biotecnologie sostenibili legate al nostro patrimonio colturale. Non siamo all’anno zero e vogliamo mettere a frutto le grandi professionalità dei nostri ricercatori, riconosciute anche a livello internazionale. Investiamo sulle migliori tecnologie per tutelare le nostre produzioni principali, dalla vite all’olivo, dal pesco al pero. Obiettivi chiari e ben definiti, con un percorso che guarda al futuro della nostra agricoltura. Anche in Europa va condotta una discussione definitiva perché queste biotecnologie vengano pienamente riconosciute, anche sotto il profilo giuridico, diversamente dagli Ogm transgenici”.  
BIOTECNOLOGIE SOSTENIBILI
Il Piano triennale prevede iniziative di ricerca in laboratorio, a legislazione vigente, con biotecnologie più moderne e sostenibili come il genome editing e la cisgenesi. Questi strumenti possono consentire infatti un impegno mirato di miglioramento genetico senza alterare le caratterizzazioni produttive del sistema agroalimentare, migliorandone le performance anche rispetto alla resistenza alle malattie. I ricercatori italiani sono impegnati su queste frontiere, ma fino ad oggi non erano mai state investite risorse da parte del Governo per finanziare questi studi. Verranno così potenziati i filoni di ricerca già attivi e soprattutto avviati nuovi percorsi sulle colture che caratterizzano di più l’agricoltura italiana. È bene ricordare che per la maggior parte dei prodotti servono ancora anni di studi in laboratorio, prima di poter arrivare eventualmente alla fase sperimentale in campo. Su questo approccio si sono espresse favorevolmente le principali società scientifiche italiane. Tra loro: Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Società Italiana di Genetica Agraria (SIGA), Società Italiana di Biologia Vegetale (SIBV), Società Italiana di Ortoflorofrutticoltura (SOI), Società Italiana di Agronomia (SIA), Società Italiana di Patologia Vegetale (SIPAV), Accademia dei Georgofili, Unione Nazionale delle Accademie per le Scienze Applicate allo Sviluppo dell'Agricoltura, alla Sicurezza Alimentare ed alla Tutela Ambientale (UNASA), Associazione Nazionale Biotecnologi Italiani (ANBI).  
TRATTO ESSENZIALE DELLE BIOTECNOLOGIE SOSTENIBILI
Il tratto essenziale che caratterizza queste biotecnologie è dato dal risultato finale ottenuto: i prodotti cisgenici o ottenuti per genome editing, non essendo realizzati con “inserimenti” estranei a quelli propri della specie, sono del tutto simili a prodotti ottenuti per incrocio tradizionale. Il miglioramento genetico vegetale rappresenta uno dei settori attraverso il quale è possibile aumentare competitività, efficienza produttiva e sostenibilità del sistema agricolo, favorendo l’adattamento ai cambiamenti climatici, e contribuendo alla qualità delle produzioni, sia con riferimento al potenziamento delle proprietà salutistiche e nutraceutiche, sia diminuendo la necessità di ricorrere all’uso dei fitofarmaci.  
LE COLTURE COINVOLTE
Vite, olivo, pomodoro, pesco, albicocco, agrumi, frumento, melanzana, melo, ciliegio, pioppo.  
CASI DI APPLICAZIONE
Negli ultimi anni, l’approccio cisgenico in Italia è stato utilizzato per migliorare la resistenza ai patogeni nel melo, creando ad esempio una mela che resiste alla ticchiolatura. Sempre con studi italiani siamo riusciti a modificare la forma e la crescita nel pioppo o a migliorare la qualità delle proteine nel grano duro, un elemento fondamentale per la nostra tradizione di produzione di pasta. Tutte applicazioni che potranno essere supportate attraverso ricerca in laboratorio in attesa che Bruxelles faccia chiarezza sulla diversità di queste biotecnologie rispetto al transgenico, aspetto che aprirebbe alla possibilità di sperimentazione in campo. L’Italia, insieme all’Olanda e diversi Stati membri, ha già sollevato più volte il tema all’interno del Consiglio dei Ministri dell’Ue e la Commissione europea ha annunciato un primo documento tecnico al riguardo per inizio anno.  
BIOTECNOLOGIE SOSTENIBILI DIVERSE DA TRANSGENICO
Diversi documenti redatti da organizzazioni scientifiche europee indicano che i prodotti delle tecniche di cisgenesi e genome editing non rientrano nella casistica degli OGM transgenici, dal momento che esse non sono diverse da quelle ottenibili attraverso un miglioramento genetico convenzionale. Gli Stati Uniti, ad esempio, hanno già dichiarato che le piante ottenute attraverso il genome editing non sono da considerare OGM – e allo stesso modo si è recentemente espressa anche la Svezia con riferimento a due specifici prodotti – ed è già stato redatto un parere dell’EFSA nel 2012 su richiesta dell’UE in cui si conclude che le piante ottenute per cisgenesi non presentano differenze rispetto a quelle costituite attraverso un normale processo di incrocio.

CONFAGRICOLTURA FERRARA: RITORNANO I LUNEDI’ DELL’AGRICOLTURA

Fonte: Confagricoltura Ferrara  

Confagricoltura Ferrara organizza seminari che avranno come temi la canapa, le coltivazioni erbacee e l’innovazione in frutticoltura.

Ritorna l’atteso appuntamento con I Lunedì dell’agricoltura, il ciclo di incontri promosso da gennaio a marzo da Confagricoltura Ferrara e rivolto a tutti gli addetti al settore. Come è stato per l’edizione 2015, anche quest’anno sono 3 le date individuate per i seminari di approfondimento dedicati rispettivamente a canapa, coltivazioni erbacee e frutticoltura. Il primo appuntamento è stato lunedì 11 gennaio 2016 dalle ore 10.00 alle 12.00 a Cento, presso la sede della Partecipanza Agraria (c.so Guercino 49/1) con l’incontro dal titolo “Canapa: nuove opportunità”. Sono intervenuti: Gian Paolo Borghi, etnografo e consulente del M.A.F. (Mondo Agricolo Ferrarese), Romano Giovanardi, agronomo e professore dell’Università degli studi di Udine, Simone Beda, ideatore e coordinatore di progetti su base partecipativa in ambito ambientale, agronomico ed ingegneristico, Filippo Borgato, consulente meccanico per numerose aziende del settore. “Visto l’importante riscontro avuto per l’edizione precedente sia in termini di partecipazione che di qualità degli interventi” dichiara Pier Carlo Scaramagli, Presidente di Confagricoltura Ferrara “abbiamo deciso con entusiasmo di riproporre anche quest’anno questi seminari, ideati con il preciso obiettivo di fornire spunti e informazioni utili all’attività agricola”. L’appuntamento successivo sarà l’1 febbraio a Codigoro (saletta sant’Eurosia, in via Riviera Cavallotti 77) per parlare di “Innovazioni nelle coltivazioni erbacee e prospettive di mercato delle principali commodities”, con gli interventi di Enrico Gambi (Presidente Sezione Cerealicola Provinciale, Regionale e Nazionale di Confagricoltura Ferrara), di Cristiano Salvagnin (Presidente delegazione di Comacchio di Confagricoltura) e di Massimo Salvagnin (Imprenditore Agricolo). Ultima data quella del 7 marzo a Ferrara, presso la sede di Confagricoltura Ferrara, nella quale saranno presentati i principali risultati delle sperimentazioni nel frutteto dimostrativo della Fondazione Navarra. Il convegno “Innovazione in frutticoltura” sarà infatti tenuto da alcuni rappresentanti della Fondazione Navarra tra cui il Presidente Luigi Fenati, Fabio Galli (responsabile del Coordinamento Attività Sperimentali e Divulgazione) e Michele Mariani (consulente tecnico scientifico Area Frutticola Fondazione Navarra e Consulente “Alimenta SRL”).

ACQUACOLTURA - LA REGIONE STANZIA 500MILA EURO PER LE IMPRESE DEL SETTORE. DOMANDE FINO AL 27 GENNAIO

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione  

Contributi fino al 40% per l'ammodernamento degli impianti. Caselli: un'opportunità, frutto di precedenti economie, per sostenere la competitività. 
 
In arrivo nuove risorse per l’acquacoltura. Si tratta di 500 mila euro stanziati dalla Regione Emilia-Romagna attraverso il Fep, il Fondo europeo per la pesca 2007-2013. Finanzieranno l’acquisto, da parte delle imprese del settore, di attrezzature per l’ampliamento e l’ammodernamento degli impianti di produzione. “Questo bando coglie un'opportunità offerta da Ue e Ministero in chiusura della programmazione comunitaria 2007-2013 e in attesa di avviare quella relativa al settennato 20014-2020 – spiega l'assessore regionale all'agricoltura, caccia e pesca Simona Caselli – nonostante i tempi ristretti a disposizione la Regione Emilia-Romagna ha deciso di mettere a disposizione ulteriori risorse frutto di precedenti economie, a beneficio delle aziende che hanno realizzato investimenti per rendere più competitiva la propria attività”. Il bando infatti permette di concedere contributi fino al 40% delle spese sostenute per attrezzature acquistate entro il 31 dicembre 2015. Le domande possono essere presentate da giovedì 7, fino al 27 gennaio. La modulistica è disponibile sul sito E-R Agricoltura e Pesca alla pagina: http://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/fep/temi/fep-fondo-europeo-per-la-pesca/documenti-fep/bando-2015-misura-2-1.1

IL COMMENTO DI AGRINSIEME FERRARA SULLA LEGGE DI STABILITA’

Fonte: Ufficio Stampa Confagricoltura Ferrara

 “I provvedimenti di carattere agricolo contenuti all’interno della legge di stabilità 2016, dimostrano un’accresciuta attenzione da parte del Governo verso il settore quanto mai opportuna, dato che i bilanci 2015 delle aziende agricole sono tra i peggiori degli ultimi anni”. Lo afferma Pier Carlo Scaramagli, Coordinatore di Agrinsieme Ferrara, che prosegue “L’abolizione dell’Imu ancorché parziale, in quanto limitata ai Coltivatori diretti ed agli Imprenditori Professionali, così come quella dell’Irap, unite all’aumento delle compensazioni Iva per il settore lattiero-caseario e delle carni, ed alla stabilizzazione delle misure per le agroenergie ed il biogas, rappresentano una base di partenza per cercare di invertire la rotta della crisi. Ma occorre ora un progetto di sviluppo e di rilancio dell’agricoltura, perché settori importanti per la nostra provincia, dall’ortofrutta ai cereali, sono in forte sofferenza e richiedono urgenti azioni di valorizzazione e di promozione da realizzare all’interno di un disegno strategico di politica agricola”. Tornando alla legge di stabilità, il coordinatore di Agrinsieme Ferrara osserva come l’esclusione dal pagamento dall’Imu dei soli CD e IAP determini una discriminazione ingiustificata e pericolosa, perché rischia di mettere fuori mercato diverse aziende, anche importanti sotto il profilo occupazionale. “Tra l’altro, il mancato esonero dal pagamento dell’Imu per chi affitta i terreni a giovani agricoltori (come richiesto dalle Organizzazioni del coordinamento Agrinsieme) è senz’altro un’occasione persa e rappresenta un ulteriore ostacolo per l’immissione di forze nuove in un settore che ha necessità di ricambio generazionale e che nell’ultimo anno ha visto un calo del 7,54% di aziende condotte da under 35 - afferma Scaramagli - Si verificherà un fatto paradossale, ovvero che a pagare l’Imu saranno soprattutto i pensionati dell’agricoltura, che si vedranno obbligati a scaricare parte del costo dell’imposta sull’affittuario; si è voluto eliminare totalmente l’Imu nelle zone montane e svantaggiate, mentre sarebbe stato preferibile ripartire il tributo su un’ampia platea di soggetti, in modo da ridurre drasticamente l’imposizione pro-capite. Da sottolineare inoltre, per chi non possiede la qualifica di IAP o CD, l’innalzamento dell’imposta di registro per l’acquisto di terreni dal 12% al 15%, nonché l’aumento della rivalutazione nella misura del 30% dei redditi dominicali ed agrari dei terreni. Premesse le contraddizioni sopra enunciate - conclude il Coordinatore provinciale di Agrinsieme - resta un giudizio sostanzialmente positivo di questa legge di stabilità, che come richiesto dalle Organizzazioni appartenenti al coordinamento Agrinsieme nel corso delle tante manifestazioni svoltesi nel 2015 su tutto il territorio nazionale, per la prima volta dopo anni alleggerisce la pressione tributaria su (molte) aziende agricole, consentendo di recuperare risorse che potranno essere utilizzate per gli investimenti. Solo attraverso una sempre maggiore valorizzazione dell’agricoltura, che si concretizza mediante una soddisfacente remunerazione per le imprese, il sistema agroalimentare Made in Italy potrà trarre considerevoli benefici e con esso l’intera economia nazionale”.

CIA FERRARA: ASSEMBLEA PROVINCIALE DEDICATA AI GIOVANI AGRICOLTORI

Fonte: Ufficio Stampa Cia Ferrara  

L’accesso alla terra, la riduzione dell’Imu e il futuro dei giovani agricoltori al centro dell’incontro annuale degli associati a Cia Ferrara

Un’assemblea provinciale completamente dedicata al ruolo dei giovani in agricoltura quella organizzata da Cia Ferrara lo scorso 29 dicembre presso l’Agriturismo “La Rocchetta” di Ferrara. Giovani protagonisti del futuro dell’economia agricola, ma ancora “bloccati” sotto molti punti di vista, primo fra tutti il difficile accesso alla terra per chi non ha una storia agricola famigliare. Nel corso dell’assemblea il presidente provinciale, Stefano Calderoni, ha fatto il punto sui provvedimenti urgenti e necessari per cambiare le regole di accesso al settore e consentire a una nuova generazione di produttori di mettere a disposizione competenze e spirito di iniziativa per dare un volto nuovo all’agricoltura. «Sembra quasi una banalità affermare – ha spiegato Stefano Calderoni, in apertura di assemblea – che i giovani sono il futuro del mondo agricolo, quelli che dovranno raccogliere il testimone e dare nuova linfa e slancio al settore. Sarebbe una banalità se il cosiddetto ricambio generazionale fosse un processo scontato e semplice. Ma sappiamo tutti che non è così e che per un ragazzo diventare agricoltore è un percorso a ostacoli: il primo e più grande è accedere alla terra, in particolare per chi non può contare su un terreno di famiglia. Per iniziare a cambiare questa tendenza la nostra associazione – ha continuato Calderoni – ha chiesto, proprio in questi giorni, di inserire nel “Progetto Comacchio 2015/2020” (un patto tra istituzioni e tutti gli attori sociali per lo sviluppo territoriale) la concessione delle terre pubbliche comunali ai giovani agricoltori under 40. Un’idea che vorremmo estendere a tutti i Comuni del territorio, per mettere a disposizione molti ettari di terreno che diventerebbero produttivi e sarebbero così fortemente valorizzati. Un altro provvedimento che stiamo proponendo sempre a livello comunale è la riduzione dell’Imu per chi affitta un terreno a un giovane agricoltore, almeno per quelli che abbiano una parentela di primo grado con l’affittuario. Perché è vero che è più semplice affittare la terra piuttosto che acquistarla ma è altrettanto vero che gli affitti sono alti – chi affitta paga le tasse sui terreni che gravano ovviamente sul canone d’affitto – e sicuramente ridurre le tasse potrebbe incentivare il passaggio dei terreni. I giovani agricoltori sono ormai diplomati o laureati, hanno spirito imprenditoriale e voglia di cambiare profondamente l’agricoltura, portando innovazione e nuove idee. E sarebbe un vero spreco di competenze e iniziativa vedere un’intera generazione tagliata fuori da un settore fondamentale per l’economia.» E se l’assemblea di Cia Ferrara ha guardato decisamente verso il futuro non è mancato un importante momento dedicato alla sua storia. E’ stato, infatti, consegnato un importante riconoscimento a dieci soci fondatori di Cia Ferrara: Giovanni Ghedini, Rino Caselli, Manes Gnani, Osvaldo Marchesi, Delvino Bui, Giuseppe Frignani, Andrea Bersani, Giacinto Ghirardelli, Angelo Felloni e Ferdinando Badiale. Un modo per valorizzare il loro ruolo di i protagonisti in momento storico fatto di lotte e grande impegno per costruire le fondamenta dell’associazione.